San Libero – 226

13 aprile 2004 n. 226

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Pasqua napoletana. Passate le tv, passati i politici e i giornali, giornata di solitudine – una di moltissime altre – per le famiglie delle donne morte. Una aveva una cinquantina d’anni e l’ammazzarono perché aveva denunciato i pedofili del quartiere. L’altra ne aveva quattordici ed era là quando i camorristi delle due bande avevano cominciato a spararsi fra di loro. Per quasi due giorni, nei quartieri regalati ai mafiosi, la mafia era sembrata una cosa non normale. Finiti i funerali, tutto è tornato come sempre è stato: diecimila sudditi e dieci o venti cittadini, i primi a servire impauriti i mafiosi, i secondi a cercare disperatamente di lottare un giorno in più per non arrendersi agli invasori. Noi siciliani conosciamo bene questa solitudine, questo desolato abbandono, questa – apparente – impotenza.

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Stranamente, ma non troppo, il (brutto) film di Mel Gibson ha avuto successo soprattutto nei Paesi islamici e negli Stati Uniti: accomunati, con tutte le loro diversità, da revival “religiosi” che fanno piazza pulita delle antiche religioni locali per riprenderle invece in chiave di puro fanatismo, e molto semplificate. I “cristiani rinati” degli Stati Uniti, cui appartengono ormai gli esponenti dell’establishment, riducono tutte le Scritture alla Bibbia, e questa ai soli libri “storici”, e questi ai soli capitoli più militanti. Nessun cristiano Usa cita ormai, da molto tempo, il Vangelo; in compenso, sono diventate popolarissime – e compaiono a pieno titolo nel dibattito culturale – brani come la “sura di Armaggedon” o quella del “Dio che esplode”. Dal lato “orientale”, “islamico”, stessa cosa: con un Corano ridotto a volantino, di cui si citano sempre e solo i versetti più “militari”. Di Passion, ad entrambi i target, è piaciuto molto il grand guignol e l’antisemitismo. Sarebbe interessante approfondire l’origine di questa strana non guerra di civiltà ma omogeneizzazione di civiltà fra America e Islam, fra due cioè delle culture più dissimili del mondo moderno. Nè Jefferson nè Harun-al-Rashid, nè Mille e una Notte nè Rapsodia in Blu. Bombe, scimitarre, kamizake fanatici e rambi.
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Molti, naturalmente, hanno evocato – per contrasto – il Vangelo di Pasolini. Quest’ultimo era un’opera d’arte, ciò che Passion non è. Pasolini – omosessuale ed ateo – era cristiano, mentre Gibson è solo un fanatico fighetto. Ma soprattutto Pasolini – a differenza di Gibson, e di qualunque altro possibile autore dei nostri tempi – non solo era cristiano, ma apparteneva ad una chiesa cristiana, ne condivideva visceralmente le tradizioni, viveva il suo cristianesimo insieme agli altri. Questa chiesa, per ragioni storiche, si chiamava partito comunista italiano. Completamente diversa dal misero revivalismo settario dei nostri giorni: erede del cristianesimo popolare italiano, con tutte le sue innocenze, ed anche le sue inquisizioni. (E i cattolici? All’epoca di Pasolini, in genere erano pagani: le scene di Pio XII in gestatoria, fra guardie armate e flabelli, sono puro peplum hollywoodiano).

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Terrorismo. In Spagna, appena tolti di mezzo i politici che le usavano per i fatti loro, le indagini sul terrorismo hanno fatto un deciso passo avanti. Diversi organizzatori di attentati sono stati individuati e arrestati, rendendo così più difficile la messa in atto di ulteriori stragi e difendendo, per quanto possibile, la sicurezza dei cittadini. In Italia, alle (poche) indagini mirate si preferisce affiancare, e talvolta sostituire, il rastrellamento indiscriminato dei “sospetti”. Da un punto di vista democratico, non è una bella cosa. Da un punto di vista pratico, serve a poco. Il metodo spagnolo (post-Aznar) è insieme più efficiente e più pulito. Lì, la lotta al terrorismo è veramente cominciata. Da noi, è ancora in gran parte oggetto di propagande politiche e di demagogia.
* * *POLITICA
Con la lotta al terrorismo, naturalmente, non ha nulla a che fare la presenza militare, ormai rischiosissima, dei nostri militari in Iraq. Questa irresponsabile spedizione, decisa per motivi aziendali (gli appalti della ricostruzione) e non patriottici nè militari, ricorda ormai da vicino le prime spedizioni coloniali (Massaua, Eritrea, Abissinia, ecc.) con cui la destra fine-Ottocento dilapidò le risorse italiane e instaurò una politica che portò a cinque guerre. Adua, è la parola che viene in mente allo studioso. Non s’è verificata finora – è una fortuna – ma l’irresponsabilità e superficialità dei politici, nel prepararne l’esito, è esattamente la stessa. Via dall’Africa, dicevano allora i socialisti. Via dalle colonie, diciamo adesso, via dall’Iraq, via dall’impero, prima che le buffonate romane e le concioni retoriche e i coraggiosi proclami dalla poltrona diventino – un’altra volta – la tragedia e la strage di tutta una gioventù.
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E’ un Vietnam, ormai è evidente. Con le sue atrocità da ambo le parti, dal lato dei guerriglieri e dal lato degli occupanti. Con la differenza che questi ultimi, potenza civile e aderente a Ginevra, hanno delle responsabilità giuridiche ulteriori. Il bombardamento di un edificio religioso, ad esempio, con strage di chi vi era dentro, costituisce, secondo tutti i precedenti giuridici e le convenzioni internazionalmente riconosciute, un crimine di guerra in capo all’ufficiale in comando. Costui, se mai dovesse – per ragioni di servizio – metter piede in territorio italiano, ad esempio ad Aviano o a Sigonella, dovrebbe essere immediatamente arrestato dalle nostre Autorità e consegnato al tribunale internazionale dell’Aja per esservi processato.

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Dizionario postmoderno. Coraggio: virtù che chi sta a Roma pretende da chi sta a Nassirya. Democrazia: uno dei presupposti del libero mercato. Elezioni: laggiù le chiedono i nemici della democrazia. Guerra: v.pace. Pace: v.guerra.

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Ulivo. Rutelli coordina, Fassino porta le voci e Amato ponza il programma. Però manca Cariglia.

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G.I.L. Torna il grembiule nero per gli scolari, con tanto di colletto bianco e di fiocco (rosso i maschietti e blu le femminucce). I fascisti che hanno avuto l’idea (prontamente accolta dalla managger Moratti) per fortuna s’erano appena defascistizzati poche settimane prima, così ai poveri bambini è stato almeno risparmiato il passo dell’oca e i figli della lupa. (Veramente, visto che si fa riferimento alla Moratti e a Fini, sarebbe stato più plausibile istituire i figli dell’oca e il passo del lupo).

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Ma Ciampi lo sa, che in Sicilia c’è Cuffaro?

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Economia 1. Fra i beni di largo consumo, quello che meno risente dell’inflazione è probabilmente la cocaina, il cui consumo è aumentato dell’ottanta per cento fra il 1999 e il 2002. L’altro comparto in espansione della produttività nazionale è il gioco del lotto, i cui utenti – grazie ad accorte campagne di marketing – nel periodo in esame sono aumentati di oltre il cinquanta per cento.

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Economia 2. La Kodak ha finito di riconvertire tutte le sue linee di produzione al digitale. Quindicimila esuberi (licenziati).

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Economia 3. Dopotanzi. Nel giro di un anno, sofferenze bancarie (cioè soldi che le banche sanno che non rivedranno mai) per cinquantuno miliardi di euri. A chi si rivolgeranno le banche per rientrare di almeno una parte di tutti ‘sti soldi?

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Inciucio. Il principale frutto dell’inciucio non è l’inciucio in sè, ma il reciproco riconoscimento.

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Cavalleria. Sputtanata ormai definitivamente l’istituzione dei Cavalieri del lavoro (industriali mafiosi a Catania, ladroni internazionali a Parma), i commercianti romani hanno chiesto e ottenuto dal sindaco l’istituzione del titolo di “cavaliere del commercio”. I primi cavalierati sono già stati solennemente consegnati in Campidoglio.

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Gli europei si fanno sempre più alti, mentre ggli americani tendono a diminuire di statura: colpa – secondo uno studio antropometrico dell’Università di Baviera – di McDonald, fast food e di un’alimentazione sbagliata. E’ l’unico caso, credo, in cui io sono molto più americano che europeo.

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“DENTI GRATIS per tutti. 458.923 dentiere installate gratis in tutte le fasce della popolazione. Il tuo governo, il tuo sorriso”. (Stavolta non è Berlusconi però, bensì il governo del Brasile).

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La mia pipa inquina molto meno della tua automobile.

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Barcelona. “A las cincos de la tarde…”. Alle cinque del pomeriggio non successe assolutamente niente (salvo il solito paseo su e giù per le ramblas) in quanto poco prima il Comune aveva vietato, su istanza degli animalisti, lo svolgimento delle corride in tutto il territorio cittadino. Proteste degli aficionados, dirottamento dei tori alla più vicina fabbrica di scatolette, apertura di una nuova libreria gay per iniziativa di due giovani disoccupati, tali Ignacio Sanchez e Federico Lorca.

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Marsiglia. Rinvenuto dopo sessant’anni il relitto del P-41 Lightning su cui Antoine de Saint-Exupery si inabissò in mare il 31 luglio del ’44: l’aereoportava ancora le insegne della Francia Libera di cui lo scrittore era un combattente.

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Londra. Due sedicenni arrestati per l’omicidio, avvenuto a calci e pugni, di un ottantenne, un pachistano. Quest’ultima qualità – immigrato, straniero, razza inferiore – è stata l’unica motivazione che i due adolescenti hanno saputo indicare per l’omicidio.

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Pianeta. Secondo l’agenzia Onu per lo sviluppo, almeno un terrestre su cinque vive “in condizioni estreme”. 1,7 miliardi di persone in emergenza idrica. Aumentano gli affamati. Aumentano i bambini morti prima dei cinque anni. Ottocento milioni in fame cronica.

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Avellino. Il 16 aprile alle 17.30 al Centro Guido Dorso a palazzo Hugo verrà inaugurata la sala contenente gli oltri diecimila volumi lasciati da Carlo Muscetta, il grande scrittore e saggista scomparso il 22 marzo ad Acitrezza dopo essere stato per quattro generazioni una delle più importanti voci critiche della sinistra italiana. La sala, dotata di catalogo informatizzato e di confortevoli strutture, sarà da quel momento a disposizione dei cittadini. “Così lo onorarono/ essendo utili a se stessi/ ed avendolo dunque compreso”.

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Cronaca. Roma. Rissa alla stazione San Pietro fra una decina di ultras adolescenti (venuti da Ladispoli a supportare la loro squadra) e alcuni agenti della locale polizia ferroviaria, insultati prima e aggrediti poi dai giovanissimi tifosi. Questi ultimi (cappellini e magliette con scritte “Gioventù aggressiva”) sono riusciti a rompere il naso a uno dei poliziotti prima di venire ridotti all’impotenza – con l’intervento di diverse volanti – e accompagnati al commissariato. Gli scalmanati supporters dell’Astrea (il nome della loro squadra, che gioca in un campionato minore ed è la squadrea ufficiale della Polizia Penitenziaria) sono stati rilasciati alcune ore dopo con alcune denunce a piede libero per resistenza e lezioni.

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Cronaca. Roma. Blitz antibaraccopoli sugli argini del tevere, da via Salaria a castel Giubileo. Sessanta baraccati fermati e espulsi, altrettante baracche demolite. Brillante operazione ecc.

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Uno. < Carlo è un uomo senza età. L’alcool è la benzina del suo motore. Col suo motore pieno Carlo trascina avanti e indietro per la città un carrello di ferro battuto ricavato da una testata di letto con delle ruote sotto, per portare la spesa nelle case della gente bene della città. Ogni mattina e ogni sera, per interminabili anni, lo attende all’inizio della strada solo il suo gatto. Eppure Carlo un tempo era della gente perbene. Se non fosse per l’intervento della legge giusta. Un uomo giusto rubò del denaro ad un altro uomo giusto, fu inseguito e gettò il bottino nel balcone di casa di Carlo. L’uomo giusto fu beccato dalla polizia e disse “no io ma carlo e ho le prove” bussarono alla porta di carlo e come per magia la pena da scontare fu spostata di persona, carlo finì di essere una brava persona, non poteva pagarsi un buon avvocato ed entrò in prigione. Della sua innocenza, della sua verità, dei suoi ricordi, rimane solo il trascinare l’altrui spesa in cambio di una birra ed il fatto che in città tutti sanno la sua storia ma nessuno lo disse mai. > (by tiziana ti)

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Tanti. < Casa circondariale di piazza Lanza, Catania. Vorremmo che i mass media e la cittadinanza sappiano che viviamo in condizioni disumane, con celle sporche, senza suppellettili e non a norma con le leggi che lo Stato italiano ha emanato a tutela della dignità delle persone detenute. In una cella che può ospitare al massimo 4 detenuti, ve ne sono 9 ammassati in celle anguste. In una sezione con 90 detenuti vi sono 5 docce di cui 3 guaste e inservibili. Mancano specialisti tipo: dermatologo, otorino, dentista, cardiologo, oculista, chirurgo, ortopedico. L’unica cosa che hanno è una pillola che vale per ogni tipo di malanno. Se un detenuto si sente male, prima viene la guardia, dopo l’infermiere e dopo viene chiamato il medico, se è disponibile. I colloqui vengono effettuati in piccoli tuguri con 5-6 detenuti e 3 parenti per ogni detenuto. Per ogni problema che il detenuto possa avere, non c’è risposta da parte degli organi competenti: direzione, matricola, magistrato di sorveglianza e altri organi preposti. Copie di questa lettera di protesta verranno inviate al Dipartimento della amministrazione penitenziaria, al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a La Sicilia, a Striscia la notizia, al magistrato sorveglianza di Catania >
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Giosi wrote:
< Caserta. Il Sindaco Dott. Falco invita a non depositare sacchetti oggi e domani ed a conservarli per lunedì. A siffatta deplorevole mancanza di fantasia supplisco con un’idea. In occasione del prossimo ponte, esportiamo rifiuti in vacanza. Viste le tariffe di certi charter, se ci si tiene leggeri con il bagaglio, si possono caricare anche in aereo una decina di chili di spazzatura da depositare poi nel luogo della nostra vacanza. Per i più snob possiamo pensare agli shopper griffati Bulgari, Hermes o Marinella. Se il bagaglio si smarrisse, cosa peraltro non difficile in questi periodi, ci ripagherebbero la munnezza a peso d’oro. È l’uovo di Colombo! S’unisce l’utile smaltimento al dilettevole rimborso. Con le compagnie aeree low cost il prezzo del trasporto della spazzatura a Nord (alla faccia di Gufetto Castelli) o all’estero sarebbe inferiore a quello pagato alle discariche colluse con la camorra >

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graziano.predielis@libero.it wrote:
< L’anno è composto di 4 stagioni. Una di esse si chiama l’inverno e ti fa venir voglia di cucinare le cose ipercaloriche, di star sotto le coperte, di fare i figli e tutte quelle robe lì di genere casereccio. Poi viene la primavera con un’intensa voglia di limonare e di avere il cielo terso e stellato sopra la capoccia. La terza stagione si chiama l’estate e bisogna pensare alle vacanze e ai viaggi e al mondo. Poi viene l’equonozio d’autunno e tiri le somme e fai le cene a casa e torni a guardare un pò di più la tv. Poi ricomincia. La cosa importante, umido o secco che sia, è ingrassare sempre bene la catena, per una pedalata fluida e silenziosa >
Bookmark: http://www.inventati.org/criticalmass

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Alessandro wrote:
< Associazioni, cittadini, giornalisti, impiegati e rappresentanti istituzionali giornalmente lavorano dietro le quinte, si impegnano, rubano ore e soldi a sonno, famiglia, alla propria vita, per organizzare e portare avanti progetti sociali, civili e democratici. L’organizzazione di una iniziativa, ad esempio la raccolta di firme per un referendum, impegna centinaia di ore, per dare ai concittadini una possibilità di cambiare qualche minima cosa. Le cose vanno male; se non ci fossero queste persone andrebbero peggio. Tempo ne abbiamo poco, rubiamone un po’ alla televisione: tempo solitario, passivo, rimbecillente, sprecato. Associamoci, parliamo, partecipiamo ad un consiglio di Circoscrizione, conosciamoci, usciamo dal nostro buco. La vita è corta >

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Gli amici di Chiama l’Africa si stringono in questi giorni intorno a Secondo Ferioli e alla sua famiglia a cui è improvvisamente mancato il figlio Giovanni. Ci uniamo al loro coraggio, alla fede e alla speranza dimostrata nell’affrontare questa prova difficile.

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Memoria. Questo articolo uscì sui Siciliani esattamente dieci anni fa, nell’aprile dell’84, l’anno di Berlusconi. Il titolo era “E ora liberate Totò Riina”. Non so perché, ma m’è venuto voglia di rileggerlo.
< Questa casa non conosce la rassegnazione. Questa piccola scritta stava nella stanza di Winston Churchill durante la guerra. Subito dopo la sconfitta di Dunkerque – il corpo di spedizione britannico era fuggito a stento, i tedeschi dilagavano trionfalmente dappertutto – Churchill organizzò immediatamente due cose, che a lui sembravano parimenti indispensabili e urgenti. Fece scavare trincee lungo la costa, distribuì le armi ai cittadini, predispose la resistenza di tutti dappertutto: se mai gl’hitleriani fossero riusciti a sbarcare. E predispose gli studi – con decorrenza immediata – per la costruzione dei nuovi mezzi da sbarco per l’esercito inglese. Perché sul fatto che l’esercito di Sua Maestà prima o poi sarebbe tornato in Europa, egli non aveva il minimo dubbio. E per quel giorno intendeva debitamente tenersi pronto.
Noi siamo I Siciliani. La situazione presente ci dispensa da ogni lunga dissertazione, che non stia in queste quattro parole, su cosa intendiamo fare adesso. Andiamo avanti. Combatteremo il regime con le inchieste, con le notizie, con la puntuale denuncia di piccole e grandi ingiustizie, con la battaglia culturale, in ogni modo. Lo combatteremo per tutto il tempo che sarà necessario, dovunque e comunque, finquando non ci sarà più. Questo è il nostro programma, e non servono altre parole.
Noi non cerchiamo scuse. Noi non attribuiamo la deplorevole vittoria della destra a errori o insufficienze di questi o quelli, che pur ci sono stati. Noi diciamo che se un Caponnetto ha potuto essere sconfitto a Palermo, evidentemente qualcosa di profondo, e di marcio, è cresciuto nell’anima popolare. Noi non ci nascondiamo di chi è stata la vittoria; non d’una destra moderata, civilizzata, europea, ma d’una armata nera che arruola fra i suoi ufficiali tutto il mercenariato – soprattutto in Sicilia – del passato regime. Non ne abbiamo paura.
Poche righe per gl’industriali siciliani. E’ vostro compito civico, adesso, sostenere questo giornale. Noi non avanziamo richieste, in un momento come questo; richiamiamo all’osservanza di un dovere. Non vogliamo convincervi, stavolta. Scegliete semplicemente da che parte stare. Perché stavolta non c’è spazio in mezzo per nessuno. Noi andiamo avanti comunque. Noi, I Siciliani >

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Archiloco<arkl@oplis.el> wrote:

< Un fico campagnolo, beccato da molti uccelli:
Pasifile gentile non manda indietro nessuno >

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< Le ginocchia mi ballano,
amico mio, il desiderio mi vince >

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< Voglio cantare Amore delicato
di mille fiori allegri inghirlandato
Amor che vince gli uomini e gli dei >

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< E dopo che si profumò i capelli
e i seni avrebbe fatto sangue a un santo >

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< Preso dal desiderio son qui, senza pensare
senza vivere – solo c’è il dolore
che l’amore mi ficca nelle ossa >

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< Vedi, Glauco? Laggiù, là dentro il mare,
Ìonda combatte e attorno alla scogliera
s’addensano le nubi e la bufera…
Nell’aria, una paura a tradimento >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)