“Avviso d’asta. 117 cavalli non più idonei al servizio verranno offerti al pubblico incanto dal Centro militare veterenario il 16 e 17 aggio corrente anno in Grosseto”. Il problema delle pensioni è già risolto, per i cavalli.
Roma, al Prenestino. Emigrante sudamericano dormiva nel cassonetto: riversato nel compattatore di rifiuti viene salvato all’ultimo momento dal netturbino che all’ultimo momento l’ha visto e ha bloccato la macchina che stava per stritolarlo. Finisce nel telegiornale come riempitivo fra una news e l’altro. Il netturbino che l’ha salvato ha una faccia civile sulla cinquantina, lievissimo accento romano, occhiali; non è affatto emozionato dal fatto di essere in Televisione, ma è visibilmente terrorizzato da quel che stava per accadergli. L’incidente in servizio, l’inchiesta, le grane coi superiori?. No. Stava per uccidere un uomo, un uomo “che non gli aveva fatto niente”. Ma non sarebbe stata colpa sua, fa l’intervistatore. Il netturbino nemmeno risponde, a fatica pronuncia alcune parole fra cui si distingue la parola “rimorso”. Solo fra qualche ora riuscirà a realizzare di aver fatto del bene: per ora, l’orrore tolstoiano di ciò che avrebbe potuto commettere (neanche per un attimo ammette che, all’uccidere un uomo non nemico, possa esserci giustificazione di sorta) lo rende incapace di pensare. Per qualche secondo il viso di questo italiano buono, di altre italie e altri tempi, riempe drammaticamente lo schermo del televisore. Poi la voce fuori campo dell’intervistatore: “Per fortuna – proclama entusiasta – questa storia è andata a finire bene”. Infatti. Uomini vanno a dormire nei cassonetti, nella città del mondo in cui più si blatera di Cristo e di cristiani: e ancora questa storia è andata a finire bene.
Andreotti. Dunque, era davvero insufficienza di prove. Se fossimo un giornale, adesso pubblicheremmo il commento di Nando dalla Chiesa, che invece la maggior parte dei giornali ha censurato.
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Il processo di beatificazione di Giulio Andreotti, intentato a tambur battente dopo la sentenza di Palermo dello scorso ottobre dimostra alla luce dell’assoluzione la sua natura sinistra: una tracotante strategia politica di autoassoluzione di una classe dirigente smaniosa di rivincita sulla storia di questi anni. Quando per motivare una assoluzione occorrono 4. 500 pagine vuol dire che tutto è stato deciso sul filo di un rasoio e che la vicenda andreottiana è ben lungi dal potersi ritenere senza macchia.
Tre cose vanno sottolineate: A) la linea Maginot della difesa di Andreotti era stata la mancanza di rapporti di conoscenza con i cugini Salvo. La sentenza fa crollare miseramente questa linea e colloca la corrente andreottiana in Sicilia nel suo proprio contesto, quello di una piena integrazione nel circuito degli interessi mafiosi. B) La sentenza riconosce che Giulio Andreotti venne avvisato dal prefetto dalla Chiesa della natura degli interessi che facevano capo alla sua corrente in Sicilia, cosa che lo stesso Andreotti aveva smentito durante il maxi-processo. C) La sentenza dichiara inattendibili o inconsistenti le testimonianze circa il maneggio abusivo delle carte di Moro da parte del prefetto-generale dalla Chiesa e le conseguenti relazioni con Mino Pecorelli. Resta da chiedersi chi e perché abbia preparato per i pubblici ministeri, con l’aiuto di numerosi media, le polpette avvelenate di alcune testimonianze che sono servite a rendere meno credibile il complessivo quadro accusatorio.
Chiedo che sulle ragioni e sulle modalità delle testimonianze venga aperta subito un’inchiesta. Nando dalla Chiesa
Il 2 giugno Ciampi nominerà i nuovi cavalieri del lavoro. Cerimonia e discorsi. Sarebbe utile che nell’occasione il Presidente: invitasse garbatamente i neo-cavalierati a non intrattenersi troppo familiarmente coi mafiosi. I cavalieri di Catania, lo facevano, eppure restavano cavalieri. Sarebbe altresì utile – ma forse questo è chiedere troppo – se il Presidente aggiungesse alla sua lista di cavalieri d’industria almeno un disoccupato. Siccome ho tempo da perdere, mi permetto di suggerire persino un nome, Maurizio Parisi di Catania, che mentre i cavalieri fraternizzavano coi mafiosi rischiava la pelle, a diciott’anni, per organizzare, da buon figiciotto nonché militante dei Siciliani, l’antimafia. “Con sprezzo del pericolo e alto senso della Patria… “. Se Ciampi fosse ancora nel quarantatré, li troverebbe i cinque minuti per buttar giù le sù dù righe di motivazione. Ma siamo nel duemila.
A Roma vendono il manifesto per lo scudetto della Lazio, con: folla festante, piazza del Popolo, calciatori, la statua di Giove Ottimo Massimo in un angolo e ai piedi della statua, fiero e pensoso, il proprietario della Lazio Cragnotti. Alla Lazio S. p. A. lo scudetto frutta circa trecento miliardi.
E chissà chi è stato il (giovane) funzionario dell’Interno a cui è toccata la rogna, due giorni prima delle partite, di dovere andare a conferire – ordini superiori – con l’avvocato Agnelli. “Lei mi comprende, Avvocato. Gravi motivi di ordine pubblico… “. E l’Avvocato che è uomo di mondo, e campionato più campionato meno ne ha viste tante, ha fatto un suo sorriso impercettibile che voleva dire “va bene”.
Mani Pulite? Tutto inutile. Anzi ha fatto danno, perché ha alla fine ha rafforzato il senso d’impunità che c’era ai tempi di Craxi: su tremila imputati, duemila se la stanno cavando con la prescrizione. Questo è Gherardo Colombo: venti righe in cronaca, e zitto.
Campo de’ fiori è deturpato da una terrificante pubblicità della Bmw, che occupa l’intera facciata del palazzo di fronte alla statua di Giordano Bruno e reclamizza un nuovo modello di motocicletta ingabbiata da una specie di gabbia di tubi Innocenti e plastica, talché il motociclista può correre immune da ogni pericolo. In realtà, la macchina non è affatto sicura: la Maledizione di Giordano Bruno prevede infatti che il primo, il settimo, il sedicesimo e il ventinovesimo acquirente del pacchiano marchingegno vengano infallibilmente colpiti, entro un’ora dalla messa in moto, da incidenti vari con conseguente spedalizzazione per periodo non inferiore ai trenta giorni s. c. Per cortesia, fate circolare questa notizia fra i possibili acquirenti di Bmw romani, e precisate che l’avete trovata su Internet. A la guerre comme a la guerre.
Privacy. D’ora in poi vietato mettere gli elenchi dei bocciati, nelle scuole. Solo i promossi.
Latina. Un ragazzo afgano di sedici anni ha viaggiato dalla Grecia all’Italia rannicchiato sotto il pianale di un Tir. È stato ricoverato all’ospedale in gravi condizioni e verrà rimpatriato, suppongo, appena dimesso. Per te naturalmente non vuol dire niente se ti dico che ai miei tempi questa storia ce la facevano studiare a scuola e si chiamava dagli Appennini alle Ande.
Ottantasei giornalisti uccisi nel 1999. Dieci in Sierra Leone, sei in Colombia, nove in Cecenia, venticinque in Serbia di cui diciannove nei bombardamenti Nato alla sede della tv.
Italia. Le regioni che crescono più in fretta: Lombardia (21% della crescita del valore aggiunto nazionale), Lazio (19, 5%), Sicilia (Sicilia? Sicilia: 10, 8 per cento), Emilia Romagna (10, 6%).
America. L’incendio che ha raso al suolo il laboratorio della Bomba, a Los Alamos.
Tecnologie. Sequestrata ai Parioli la prima partita di Ice, la nuova droga artificiale (è un’anfetamina sintetica) destinata ai giovanissimi. Costa poco (ventimila lire), ha effetti molto simili a quelli della cocaina e consiste in cristalli da sciogliere nella Coca Cola. Con questa, il ciclo è completo: dal quaalude dei primi anni ottanta al crack di dieci anni fa, le droghe di laboratorio si sono stabilmente inserite nei vari segmenti del mercato, e appaiono destinate a soppiantare quelle di origine vegetale (eroina e cocaina). Queste ultime hanno una catena di produzione lunga e complessa, sia sul piano funzionale che su quello geografico e sono quindi vulnerabili (nei periodi in cui esiste la volontà di farlo) a una decisa azione antinarco. Le droghe sintetiche invece hanno spazi e tempi di produzione talmente ristretti da rendere quasi impossibile seguirne il percorso prima dello spaccio finale. L’unico elemento ricostruibile, e dunque vulnerabile, del narcotraffico risulta dunque sempre più quello strettamente finanziario. Molti anni fa, un palermitano che si chiamava Boris Giuliano aveva intuito esattamente questo.
Rapporto Zrnorryl 13/B. Sul pianeta “Terra”, il terzo di Sole a partire dall’interno, un abitante è ricco e quattro sono poveri. Quello ricco possiede il 92 per cento degli accessi all’internet ed è l’unico ad avere (in genere sprecandolo) il diritto di parlare con tutti gli altri. I “soldi” (tipica unità di misura locale) del pianeta sono ripartiti come segue: ottantasei per cento al terrestre numero uno, tredici per cento ai terrestri numero due tre e quattro, uno per cento (o meno) al terrestre numero cinque. Quest’ultimo, essendo fuori dall’internet e da ogni altra possibile rete, non lo sa e se lo sapesse non potrebbe esprimerlo. Morire o sparare sono in effetti gli unici mezzi di comunicazione attualmente a disposizione del terrestre numero cinque.
Il terrestre numero cinque mangia meno di dieci anni fa. In ottanta “nazioni” (altra unità di misura locale) il reddito procapite in questi dieci anni è diminuito. Due miliardi di terrestri non hanno acqua potabile. Il terrestre numero cinque deve dare dei “soldi” al terrestre numero uno, per un totale di circa duemiladuecento miliardi di “soldi” più un “interesse” (riproduzione per partenogenesi dei s. ) di altri cento miliardi per ogni anno astronomico. Il divario di “soldi” fra il numero uno e il numero cinque, nell’anno della Bomba Nucleare, era di uno a trenta. Nell’anno del Botto Della Centrale Nucleare (usano centrali nucleari) era di uno a sessanta. Due anni fa era di uno a settantaquattro. Adesso aumenta ancora.
Un terrestre su sei è troppo grasso. Un terrestre su sei è troppo magro. Ogni terrestre ha nel proprio corpo circa cinquecento composti chimici artificiali. La bevanda più diffusa fra i terrestri è una cosa chimica che si chiama cocacola, della quale non è nota l’esatta composizione. Essa viene consumata più nelle “nazioni” magre (come Mexico) che in quelle grasse (come States). Questo avviene grazie a un meccanismo militare chiamato “pubblicità” che purtroppo non posso dettagliare, data la sua complessità, nel presente rapporto. I 226 terrestri più importanti del pianeta hanno tanti “soldi”, da soli, quanto metà di tutti gli altri terrestri messi insieme.
Doverosamente e con ogni osservanza, Zrnorryl.
Chissà che fine hanno fatto quei ragazzini – qualche centinaio, con cartelli scritti a mano – che una paio di mesi fa si sono presentati davanti alla residenza del primo ministro Blair per chiedere spiegazioni sulle sue opinioni a proposito delle botte ai bambini. “Stop the smacking”, basta alle botte, c’era scritto sui cartelli, ma Blair deve fare l’uomo d’ordine (l’ordine in Inghilterra comincia da queste cose) e non li ha ricevuti.
Chi non sa fare l’uomo, fa il maschio.
Un bel po’ d’anni fa di questi tempi ero impegnato a cercare di trasformare in quotidiano il nostro vecchio giornale, I Siciliani (detto adesso, pare una cosa buffa: ma in quella stagione i tempi erano maturi). Fra le altre cose, dovevo lavorare ad alcuni aspetti del progetto grafico e nei progetti grafici dei giornali, come sapete, si usano dei “falsi testi” per riempire gli spazi che poi saranno occupati dai testi veri e propri. Era una nottata lunga e afosa e io, come si dice in siciliano, “ciollavo”: cioè cercavo alla meno peggio di lavorare trovandomi in realtà a ripetere le stesse operazioni meccanicamente, senza nessuna voglia. Così, dovendo preparare un “falso testo” da mettere in pagina, mi sono messo pigramente a scrivere i nomi di tutti coloro che in un modo o nell’altro, secondo me, ci avevano dato una mano in quegli anni. Magistrati, ragazzi dell’Alba e della Pantera, colleghi giornalisti, militanti del Coordinamento antimafia o dei Siciliani, amici di Avvenimenti, ex compagni di Lotta Continua, preti – di tutto, c’era. E ognuno, almeno in un momento, aveva dato il suo contributo: ciascuno a modo suo, ognuno facendo una cosa diversa e per motivazioni sue. Ho ritrovato quel “falso testo”, cioè quella lista di nomi, pochi giorni fa, in mezzo a carte vecchie che credevo di aver buttato. Non credo che a voi dica qualcosa, però a me è venuto da pensare (a un certo punto mi sono accorto che erano addirittura pensieri politici, e perciò ho smesso). Così lo metto qui, tanto per simpatia.
Alberto Alioto, Alfonso Di Stefano, Alfredo Galasso, Amalia Bruno, Amedeo Ricucci, Angela Locanto, Angelica Stumpf, Angelo Di Giorgio, Angelo Libutti, Angelo Maio, Anna Reintsch, Annalisa Izzo, Antonella Consoli, Antonella Giunta, Antonella Mascali, Antonello Oliva, Antonino Caponnetto, Antonio Aiese, Antonio Biasucci, Antonio Borelli, Antonio Castagna, Antonio Cimino, Antonio Farsaci, Antonio La Malfa, Antonio Mistretta, Antonio Pappalardo, Antonio Pioletti, Antonio Roccuzzo, Anubi Lussurgiu, Ascenzio Albanese, Attilio Bolzoni, Augusto Ferraioli, Aurelio Angelini, Aurelio Boscaini, Aurelio Grimaldi, Aurora Noe, Bartolo Cannistrà, Beppe Tornatore, Bianca Madeccia, Bobo Otera, Bruna Nicolamme, Carlo Battiato, Carlo Drago, Carlo Palermo, Carlo Roccuzzo, Carmelo Leonardi, Carmelo Timpanaro, Carmen Greco, Carmine Mancuso, Cesare Moreno, Cinzia Bibolotti, Citto Saija, Claudio Sava, Claudio Fracassi, Cosimo Scordato, Dario Montana, Dario Russo, Davide Camarrone, Diego Gutkowski, Diego Novelli, Dino Briglio, Dino Frisullo, Dora Coco, Edgardo Pellegrini, Elena Di Martino, Elena Fava, Eleonora Faggiano, Eliana La Rosa, Elio Camilleri, Elio Lannutti, Elio Maccagnano, Elio Tocco, Elio Veltri, Emilio Molinari, Ennio Pintacuda, Enrico Fierro, Enrico Maccarrone, Enzo Guidotto, Enzo Pergolizzi, Erasmo De Poli, Ettore Martinez, Eugenio Melandri, Fabio D’Urso, Fabio Gallina, Fabio Pace, Fabio Passiglia, Federico Fubini, Felice Casson, Felice Lima, Felice Rappazzo, Filippo Rizzo, Filippo Viola, Fortunato Grosso, Francesca Ferrucci, Francesca Graneri, Francesco Basilicò, Francesco Fazio, Francesco Feola, Francesco Petruzzella, Francesco Zornio, Franco Aricò, Franco Cazzola, Franco Danieli, Franco Fortini, Franco Fracassi, Franco Ippolito, Franco Marineo, Franco Mistretta, Franco Otera, Franco Piro, Gabriele Centineo, Gabriella Urbani, Gaetano Lipranti, Gaspare Nuccio, Giacomo Conte, Giambattista Scidà, Giampaolo Milzi, Giampaolo Riatti, Gian Pietro Testa, Gianandrea Turi, Gianfranco Bettin, Gianfranco Faillaci, Gianfranco Lena, Gianfranco Zanna, Gianfranco Amendola, Gianni Allegra, Gianni Barbacetto, Gianni De Santis, Gianni Minà, Gigi Billé, Gigi Savoca, Gino Caruso, Gioacchino Borruso, Giobatta Canepa, Giolì Vindioni, Giorgio Lo Grasso, Giovanna Quasimodo, Giovanni Caruso, Giovanni D’Andrea, Giovanni Di Benedetto, Giovanni Di Blasi, Giovanni Ferro, Giovanni Mortelliti, Giulia Cordova, Giulia Salvagni, Giuliana Salvatores, Giulio Bernini, Giuseppe Arnone, Giuseppe Carlo Marino, Giuseppe D’Urso, Giuseppe De Lutiis, Giuseppe Di Lello, Giuseppe Di Stefano, Giuseppe Gnasso, Giuseppe Mondì, Giuseppe Onufrio, Giuseppe Ramires, Giuseppe Resca, Giusi Chiarini, Giusi Imborgia, Giusi La Torre, Giusi Messineo, Giusi Roccuzzo, Giusi Russo, Giusi Spampinato, Goffredo D’Antona, Guglielmo Maneri, Ignazio Buttitta, Ileana Capocanale, Laura Cortina, Laura Verga, Leonardo Giuliano, Leonella Manti, Letizia Battaglia, Lia Lanza, Lidia Menapace, Lillo Venezia, Lina Gianferrara, Lino D’Andrea, Lorenzo Rumori, Loris Campetti, Luca Orlando, Luca Rossomando, Luciano Mirone, Luciano Violante, Lucio Manisco, Lucio Tomarchio, Luigi Ciotti, Luigi Gerbino, Magda Monti, Mara De Gregorio, Marcello Immordino, Marco D’Auria, Marco Ficarra, Marco Gramigna, Marco Scalia, Maresa Alaimo, Margherita Cuscunà, Maria Cuffaro, Maria Fais, Maria Luprano, Maria Tiziana Lemme, Mariano Sciacca, Marina Di Mauro, Marina Lombardi, Maruzzi Sorge, Marzia Finocchiaro, Massimiliano Luchetti, Massimiliano Piccolo, Massimo Arcidiacono, Massimo Cipolla, Massimo Malerba, Massimo Papa, Matteo Moraci, Maura Iannaccone, Maurizio DeLuca, Maurizio Parisi, Maurizio Sgroi, Maurizio Toscano, Maurizio Vitale, Mauro Di Prospero, Michele Carlino, Michele Di Gregorio, Michele Pantaleone, Miki Gambino, Mimmo Favuzzi, Mirella Converso, Mirella Montesi, Miriam Massari, Mirko Baldoni, Nando Calaciura, Nando dalla Chiesa, Nicola Centoducati, Nicola Lombardozzi, Nicola Torre, Niki Vendola, Ninni 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