San Libero – 245

24 agosto 2004 n. 245

________________________________________

Enzo Baldoni wrote:

18/08/2004 14:20
E via: con un giorno di ritardo, ma si va a Najaf assediata con la copertura della Croce e della Mezzaluna Rossa. Scendo: nel piazzale alcuni volontari stanno staccando dai camion le bandiere e i manifesti con la Croce.
“Ma Beppe!”
Beppe è più nero che mai:
“Ordini di stamattina. Il carico non può avere nessun simbolo della Croce Rossa:”
“Stai scherzando, spero.”
“Ordini precisi da Roma.”
“Ma è un suicidio. Gli elicotteri americani dall’alto vedranno solo dei camion bianchi. Il primo mitragliere un po’ cowboy prima ci spara e poi chiede chi siamo.”
“E’ arrivato il divieto formale di usare la bandiera di guerra della Croce Rossa per questa missione.”
“Ma qui siamo a Kafka! E’ ridicolo!”
“Senti, Enzo: lo sai. Se potessi decidere io, salterei immediatamente su quei camion e andrei a Najaf. Ma io non posso. Tu sei libero: se non te la senti, resta a Baghdad.”
“Figurati. Ma così davvero è un suicidio, Beppe.”
Non risponde, mi volta le spalle e se ne va, furibondo.
Va bene, ci penso io. Vado in una stanza, stacco la bandiera della Croce Rossa dal muro e me la infilo nello zaino. Ne vedo un’altra ripiegata su un ripiano e ops! dentro anche quella. Vado in cucina da Doriana e Francesco e gli chiedo un manico di scopa. Capiscono al volo e lo svitano dallo spazzolone che stanno usando. Trattasi di furto? Mi faccia causa, la Croce Rossa Italiana: ci facciamo due risate, quando torno.
* * *
19/08/2004 17:17
Ripartiamo con l’unico camion sovraccarico: dovremo andare lentamente, e speriamo che tenga botta. Salah commenta: “Bene. Quello che poteva andar male è andato male.Ora, se saremo puri nelle nostre menti e nei nostri cuori, tutto andrà bene.” E’ un duro, Salah. Mi piace.
Ghareeb è veramente teso. Continua a dirmi di non sembrare straniero: niente foto, niente appunti sul taccuino, stai dritto, non ti voltare, niente cintura.Ho insistito sul fatto che lui sia il capo indiscusso della spedizione e che tutti – io per primo – obbediremo ai suoi ordini senza far domande. Lui penserà ai rapporti con gli irakeni e io a quelli con gli americani.E poi, dopo molta, molta strada e molti, molti posti di blocco – oops: a questo posto di blocco non ci sono le camicie azzurro ATM dei poliziotti iracheni.
Ci sono dei signori molto armati. Vestiti di nero. Con la fascia verde in testa.
Tana.
* * *
19/08/2004 17:21
“Si apprende che il convoglio della Croce Rossa attaccato sulla strada per Najaf non era stato autorizzato dalla sede centrale ed anzi vietato, per motivi di sicurezza, dal Commissario Straordinario Maurizio Scelli. Quest’ultimo ha disposto l’immediato rientro in Italia del capo missione per riferire sull’iniziativa.”
questa non ci voleva.
* * *
19/08/2004 19:57
Nel caldo feroce del primo pomeriggio, seguiti dal vecchio Ford sovraccarico, entriamo nella periferia di Najaf. La situazione è pesante, si sentono esplosioni dappertutto, ci sono combattimenti molto duri intorno al cimitero. Dobbiamo prendere strade e stradine polverose. Un sistema invisibile di staffette ci sta guidando: qui un uomo esce dal portone e ci fa segno di voltare a destra, qui un ragazzino ci manda a sinistra, là un vecchio accovacciato a vendere cavolfiori ci suggerisce di andare diritto.
Ora Ghareeb è sudatissimo, basterebbe una strada sbagliata per portarci dritti dritti tra le braccia degli americani che stanno accerchiando la città.
* * *
Ogni tanto, prima di un incrocio, Ghareeb chiede:
“Uko dabbaba?” (C’è un carro? Dabbaba è un’antica parola che significa “qualcosa che cammina pesantemente e con rumore”)
Oppure:
“Uko dabbabat?” (Ci sono carri?)
Fino a un certo punto la gente risponde:
“Makow.” (non ce ne sono).
E poi, alla fine, qualcuno risponde:
“Ey!” (sì)
Tocca a me. Prendo la bandiera della Croce Rossa fissata a un manico di scopa, apro la portiera e scendo lentamente in strada.
* * *
20/08/2004 08:36- ANSA – Della ingannevole atmosfera di speranza che si era creata ieri dopo le offerte di resa di Sadr ha fatto le spese anche un convoglio della Croce Rossa italiana che questa mattina era partito da Baghdad con aiuti per la popolazione di Najaf e che e’ stato investito dall’esplosione di una mina nei pressi della citta’ di Babilonia. I vetri di un’ambulanza e di un camion sono andati in frantumi, ma fortunatamente tutti gli operatori della Cri sono rimasti illesi. Il convoglio ha poi proseguito per la citta’ santa, per trovarla nuovamente in preda ai combattimenti e riamando bloccato per alcune ore, prima di poter fare rientro nella capitale.
* * *
20/08/2004 19:00
Bene, ci siamo. Ora tocca a me. Dietro quest’angolo c’è un carro armato americano. Forse l’equipaggio è nervoso. Forse hanno l’ordine di sparare o forse no, ma noi non lo sappiamo. Non posso togliermi dalla testa quel che è successo all’amico e collega di penna Raffaele Ciriello, ucciso in mezzo alla strada dalla raffica di un mitragliere nervoso quando era di fronte – armato solo di una macchina fotografica – a un Merkava israeliano.
Bon, vediamo che succede.
Sventolo cautamente da dietro l’angolo la bandiera con la croce rossa. Poi la sventolo più forte. Sbircio dietro lo spigolo. E’ un Bradley. E’ una specie di rospo color sabbia su una strada color sabbia tra case color sabbia. Sta lì, indifferente, tetragono, acquattato, pronto a sparare la sua lingua vischiosa per catturare l’insetto. Solo che l’insetto sono io, cazzo.
Sventolo ancora la bandiera, faccio un passo, mi riparo dietro un palo della luce e urlo:
“Ehi, boys! Italian Red Cross! Don’t shoot! We are here for humanitarian reasons! Can we come forward?”
“Ehi, boy, don’t shoot! I’m coming!”
Faccio un passo laterale e mi metto in vista, pronto a schizzare al riparo del palo di cemento. In una mano ho lo bandiera e nell’altra il distintivo dei Volontari del Soccorso, è ridicolo, da laggiù non riescono certo a leggerlo, ma forse per un ragazzotto dell’Ohio o del Wisconsin fa “legality”, come quando un poliziotto viene avanti tenendo il distintivo in una mano e la pistola nell’altra. Solo che qui i distintivi, come le chiacchiere, stanno a zero.
Sono le tre del pomeriggio, ho la gola secca, ma non credo dipenda dalla calura.
Faccio un altro passo di lato, cauto. Sbircio indietro: al riparo dietro l’angolo Gareeb e Salah mi guardano, tesi.
Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo, mi porto in mezzo alla strada sventolando disperatamente la bandiera con la sensazione che da un momento all’altro mi faranno secco, continuo a urlare red cross don’t shoot, con la sensazione di camminare in equilibrio su un filo.
Faccio segno a Ghareeb di avanzare lentamente con la Nissan. L’imbecille accelera e schizza via brusco, alle mie spalle. Lo segue il camion dei medicinali. Wew, passato: raggiungo anch’io piano piano l’altro lato, gridando “Thank you! Thank you!” all’indirizzo dei carristi invisibili.
* * *
20/08/2004 19:01
“Uko dabbaba?”
“Uko dabbabat?”
C’è un secondo Bradley sul nostro cammino, e poi un terzo: la procedura è la stessa. Smonta, sventola, urla, dirigi il traffico, e nel frattempo càgati sotto. Al terzo è già routine. Nessuno spara, e questo è buono, anche se vicino si sentono raffiche e colpi di mortaio.
Gli abitanti di Najaf si sporgono dalle case, salutano, ci indicano la via verso il Mausoleo di Ali. Vediamo i primi armati vestiti di nero con la fascia verde sulla fronte. Poi irrompiamo nel corso principale: in fondo la splendida piastrelltura multicolore del Mausoleo, una fantasmagoria araba di grande bellezza. Il corso è pieno di armati, Ghareeb comincia a suonare i clacson, tutti alzano in aria i mitragliatori aprono le dita a V, ci applaudono, urlano, passiamo tra due ali di uomini festanti armati fino ai denti, anch’io sporgo le dita aV fuori del finestrino, è una festa.
* * *
In fondo al corso un gruppetto di uomini vestiti di nero ci punta le armi. Ci fermiamo. Ghareeb scende. Questo è compito suo. Cominciano a urlare in arabo. Ghareeb sembra furibondo. Urla fortissimo. Un ragazzino con la fascia verde sulla fronte si mette dietro di noi e punta il lanciagranate RPG-7 sul camion. Porca troia. L’autista della Mezzaluna scende, pallido, e aziona il portellone. Lentamente, il portellone si abbassa: si vedono le casse di medicinali con la scritta Italian Red Cross. Il giovanotto alza il lanciagranate e sorride.Gli armati rimettono il mitra in spalla e abbracciano Ghareeb, che è sudatissimo. Via libera per il Mausoleo di Ali.
Bookmark: bloghdad.splinder.com

________________________________________

Italiani. Dall’Archivio della Presidenza della Repubblica:
1) Nome: Mihai Ciobanu
Conferimento: Medaglia d’oro al valor civile
Data del conferimento: 1- 6- 2001
Motivazione: “Con grande coraggio e generoso slancio, si tuffava nelle vorticose acque del Brenta riuscendo, dopo reiterati tentativi, a trarre in salvo tre bambini in procinto di annegare. Nobile esempio di umana solidarietà e virtù civiche. 15 agosto 2000 – Campo San Martino (PD).
* * *
2) Nome: Abdennaceur Abid Mohamed
Conferimento: Medaglia d’oro al valor civile alla memoria
Data del conferimento: 22- 12- 2003
Motivazione: “Con generoso slancio e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava a tuffarsi nel mare fortemente agitato, riuscendo a trarre in salvo una donna e due bambini in procinto di annegare. Con tenace e coraggiosa determinazione, rientrava poi in acqua in soccorso di un altro bambino in pericolo ma, stremato dallo sforzo, veniva travolto dalla corrente immolando la vita ai più nobili ideali di umana solidarietà. Fulgido esempio di elette virtù civiche ed elevato spirito di abnegazione. 18 giugno 2003 – Cannatello (AG)”.
* * *
3) Nome: Jonel Constantin
Conferimento: Medaglia d’oro al valor civile alla memoria
Data del conferimento: 19- 4- 2004
Motivazione: “Camionista romeno, con generoso slancio e cosciente sprezzo del pericolo, accorreva in soccorso degli occupanti di due autovetture finite fuori strada per il fondo ghiacciato, ma veniva travolto da un veicolo sopraggiunto, sacrificando così la giovane vita ai più nobili ideali di umana solidarietà e di profondo senso civico. 24 febbraio 2004 – Belforte Monferrato (AL)”.
* * *
4) Nome: Sarr Cheikh
Conferimento: Medaglia d’oro al valor civile alla memoria
Data del conferimento: 19-08-2004
Motivazione: “Mentre si trovava nella spiaggia della località Marina di Castagneto Carducci, udite le invocazioni di aiuto di un bagnante in grave difficoltà, si gettava in mare, unitamente ad altre persone, per cercare di soccorrerlo. Dopo aver compiuto il salvataggio veniva sopraffatto dalla violenza del mare che lo trascinava lontano senza possibilità di scampo. Fulgido esempio di eccezionale coraggio, nobile spirito di altruismo e preclara virtù civica. Marina di Castagneto Carducci (LI), 14 agosto 2004”.
(by tapiro@kyuzz.org)

________________________________________

27 agosto 2004
Non c’era pacifista più pacifista di Enzo Baldoni, con la sua bandiera della croce rossa sventolata fisicamente fra i due fuochi. Non c’era giornalista più giornalista, col suo “dilettantismo” sofisticatissimo, figlio di internet, una generazione piu in là della carta stampata. Non c’era sessantottino più coerente, a cinquantasette anni, morto così. Qualcuno ha pensato che il primo video fosse fasullo perché il viso “non rivela contrazioni inevitabili per chi si trovi sull’orlo dell’abisso”. Infatti. Cosa doveva fare, tremare, supplicare, gridare viva l’Italia? No. Un mezzo sorriso autoironico, tranquillo, quello dei personaggi di Doonesbury, senza nemmeno bisogno di fumetto.
E’ morto un grande, un grande piccolo uomo, uno di noi tutti. Del resto ne parleremo dopo, quando ci sarà la mente più tranquilla.
* * *
“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?”

________________________________________

24 luglio 2004 enzo wrote:
< E’ tornato. E’ tornato il momento di partire.
Da un po’ di tempo la solita vocina insistente tra la panza e la coratella mi ripeteva: “Baghdad! Baghdad! Baghdad!”. Ho dovuto cedere.
Come sempre, quando si prepara un viaggio importante, cominciano a grandinare le coincidenze. E chissà quanto sono segni e quanto le provochiamo noi.
Ancora una volta, prima di una partenza, mi sono sdraiato sotto le stelle, nella Romagna dei miei nonni e della mia infanzia, in cima a Monte Bora, sulla terra notturna ancora calda del sole di luglio.
La terra, sotto, mi riscaldava il corpo. La brezza, sopra, lo rinfrescava.
Lucciole, profumo di fieno tagliato, il canto di milioni di grilli.
E’ qui che da piccolo studiavo spagnolo su un libro trovato in soffitta. E’ qui, davanti a un piatto di tagliatelle, che tre anni fa si è fatta sentire la solita vocina che ripeteva: “Colombia, Colombia, Colombia!”
Si è parlato molto di morte in questi giorni: della morte serena di Zio Carlo, filosofo e yogi, che forse sapeva la data del suo trapasso. Guardando il cielo stellato ho pensato che magari morirò anch’io in Mesopotamia, e che non me ne importa un baffo, tutto fa parte di un gigantesco divertente minestrone cosmico, e tanto vale affidarsi al vento, a questa brezza fresca da occidente e al tepore della Terra che mi riscalda il culo >

________________________________________

(Tra parentesi. La “guerriglia” irachena, i “partigiani”? Ma io di comandanti partigiani ne ho conosciuti almeno uno vero, e quello i partigiani che commettevano atrocità li fucilava. Enzo è stato catturato mentre cercava di mettere in salvo degli iracheni feriti dagli americani. Adesso, dai capi della “resistenza” irachena ci aspettiamo che consegnino gli assassini di Enzo, oppure che li fucilino loro. Non che sia una soddisfazione. Ma tanto per sapere se in futuro alle manifestazioni per l’Iraq ci andremo ancora. – r.o. )

________________________________________

Malavita. Il mio giornale, che era un piccolo quotidiano siciliano, era noto in città come “il giornale della malavita”: specialmente d’estate. All’inizo di ogni estate, infatti, sui tetti del carcere (che era in una piazza centrale del carcere) si arrampicavano i ragazzi del minorile e dì la gridavano, mostravano striscioni – pretendevano, insomma. Il nostro era l’unico giornale ch ese ne accorgesse. E che si chiedesse – e chiedesse ai responsabili – se davvero qualcuno avesse il diritto, oltre al diritto “normale”, di infliggere a quelle creature quella pena. La temperatura, a Catania, di solito è già molto oltre i trenta gradi all’inizio di giugno. A luglio, si aggira già sui quaranta.
Nel carcere, che come tutti i carceri italiani conteneva tre o quattro volte di più della popolazione prevista, in teoria c’era un reparto maggiorenni e un reparto minorile; i confini erano teorici, tuttavia, e i boss spadroneggiavano sugli uni e gli altri. Obbligavano, per esempio, i detenuti a rifiutare le razioni del carcere, “il pane dello Stato”; la società che li forniva, che era d’accordo coi mafiosi, faceva miliardi evitando di fornire la maggior parte dei pasti, che le venivano regolarmente pagati. Quel che succedeva là dentro, non lo sapeva nessuno; e chi lo sapeva non ne parlava. Con tutto ciò, erano “delinquenti”, e dunque peggio per loro. I giudici catanesi erano severissimi, a quei tempi: ho visto ragazzi farsi due anni di galera, e di galera là dentro, per un po’ di marijuana. Gli imprenditori collusi coi mafiosi invece venivano assolti per avere “agito in stato di necessità”.
Il “giornale della malavita”, in quegli anni, era l’unico che denunciasse i boss mafiosi. Giudici e giornalisti perbene invece ci stavano benissimo insieme, facevano le vacanze coi loro soldi e a volte si facevano ospitare nelle loro case. Feroci coi ragazzini, accomodanti coi mafiosi.
“Tre indizi fanno una prova”, dice ora il ministro Castelli. Tre indizi fanno una prova quando si tratta di poveracci “delinquenti”; ma per i vip come Previti, viva il garantismo. Lo scandalo, per loro, non è che i Dell’Utri siano ancora a piede libero ma che i carcerati protestino (istigati, ovviamente, dai communisti). Per i vip, si cambiano direttamente le leggi in parlamento; per i poveracci, si grida allo scandalo quando qualcuno parla di amnistia.

________________________________________

Dc. Prima lo smarcamento dell’Udc dal polo di destra. Poi la contestazione della Margherita al polo di sinistra. Poi Fini invitato in gran pompa – come politico ragionevole e moderato – al convegno dell’Azione cattolica. E infine la riminata di Cl, che critica Berlusconi e dice che in fondo potrebbe anche andarsene dall’altra parte.

________________________________________

Informazione. L’anno scorso è successo qualcosa di molto importante in Sicilia, esattamente di questi tempi, e Repubblica ne dette notizia, con quasi tutta una pagina, ai lettori. Di che si trattava? “Festa di vip nel paese di Ragalna, dove la Santanchè presenta il suo villaggio-vacanze”. Foto della Santanchè, foto di Caltagirone, “proprietario di una catena di alberghi di lusso fra cui il San Domenico di Taormina” (che prima era del mafioso Graci), foto dell’onorevole La Russa (ex avvocato di Ligresti) e via vippeggiando. Quest’anno, puntuali come la cometa di Halley, ci risiamo: “Folli serate a Ragalna, aspirante Porto Cervo Siciliana”. Santanchè, La Russa, La Russa jr con relativa velina, megaparty e tuttoil resto, naturalmente con foto. Vabbè: “marchette”, si chiamano giornalisticamente. Ma perché due marchette identiche, a distanza di un anno, manco che se fosse l’annuata sfilata della Repubblica ai Fori? C’entra per caso il fatto che Repubblica, a Catania, è mani e piedi legata (al punto da non far cronaca locale per non disturbarlo) al mega-editore catanese Ciancio? E Ligresti, che a Milano è “nemico”, a Catania lo è ancora? Boh. Intanto, si ristruttura: il gruppo Ciancio si trasferisce nella zona industriale, portandosi dappresso la stamperia di Repubblica (che passerà a full-color), mentre la storica sede in città ospiterà “attività complementari” non meglio definite. “Dum a Roma pugnatur, Cataniae inciuciatur”.

________________________________________

New York. Osservatori internazionali incaricati dalle Nazioni Unite controlleranno per conto dell’Onu la regolarità delle elezioni presidenziali americane del prossimo 2 novembre. L’ultima tornata elettorale in quel Paese, a giudizio di molti osservatori neutrali, è stata infatti inficiata da strane irregolarità come l’intervento, nel computo dei voti decisivi, del fratello del candidato poi risultato “eletto”.

________________________________________

Economia 1. Secondo l’Ufficio di statistica tedesco, il quaranta per cento del “made in Germany” non viene più prodotto in Germania ma in paesi terzi. La Porsche, per esempio, viene assemblata in Slovacchia, mentre a Stoccarda motano solo sterzo e trasmissioni. Così per tutto il resto.

________________________________________

Economia 2. Rotolando rotolando, il barile si avvicina ormai ai cinquanta dollari, e li raggiungerà probabilmente entro l’autunno. I consumi di petrolio aumentano sempre più – un sacco di automobilone americane e europee, e anche ormai un bel po’ di automobiline cinesi e indiane – mentre le trivellatrici vanno al massimo e le riserve diminuiscono molto alla svelta (i nuovi giacimenti non eguagliano affatto l’aumento dei consumi). L’Iraq, la Russia, i casini di Bush: ma il fatto è che la coperta, da qualunque lato si tiri, ormai sta cominciando a diventare troppo svelta. Si comincia a riparlare di nucleare, poiché di consumare di meno non se ne parla.

________________________________________

Cronaca. Roma. Abbandonati in un fosso nove cuccioli gettati via da un’auto in fuga. Trovati da una volante, sono stati portati al commissariato, curati e rifocillati, e infine adottati tutti dagli agenti.

________________________________________

sandro@bengodi.org wrote:

< La nuova portaerei italiana: 1390 milioni di euro! Quasi 2.700 miliardi di lire.
Massimo Moratti li avrebbe spesi per acquistare altri calciatori per l’Inter
Letizia Moratti li avrebbe dati alle scuole private
Io li avrei spesi in cd, libri e strumenti musicali
Mia sorella li avrebbe spesi comprando migliaia di paia di scarpe
Mio zio li avrebbe investiti in Borsa, magari in titoli ad alto rischio
Mia zia avrebbe acquistato tutti i biglietti della Lotteria per essere sicuro di vincere il primo premio
Braccio di Ferro ci avrebbe comprato una enorme piantagione di spinaci
Zio Paperone avrebbe costruito un nuovo deposito
Gino Strada avrebbe costruito centinaia di ospedali in giro per il mondo
Vittorio Agnoletto li avrebbe destinati alla lotta all’Aids
Alex Zanotelli li avrebbe spesi per Korogocho e tutte le altre baraccopoli
…Insomma ci sono davvero tanti modi per spendere, bene o male, 1390 milioni di euro. L’Italia ha scelto una portaerei enorme, lunga 244 metri, piena zeppa di missili e cacciabombardieri ed altre armi, il più grande strumento di distruzione della vita umana della storia del nostro paese >

________________________________________

Lidia Menapace wrote:

< Non provate un po’ di invidia per la Svizzera, il più vituperato dei paesi neutrali? Non è forse vero che una Europa più indipendente politicamente (uno dei risvolti della neutralità militare è anche l’indipendenza politica) sarebbe il luogo giusto e di giusto peso per trattative di questo tipo?
Ma perché la sia pur crescente indipendenza politica delle Nazioni Unite è meno significativa della vecchia neutralità svizzera? Perché le Nazioni Unite portano il segno della loro origine, e cioè di essere nate dai vincitori della seconda guerra mondiale. Gli scontri che vi avvengono non sono limpidi conflitti tra interessi dichiarati, ma piuttosto mimesi di guerre non ancora scoppiate.
L’Europa unita avrebbe peso sufficiente per avviare anche una riforma delle Nazioni Unite che le ripulisca degli avanzi della guerra e dai segni prepotenti della vittoria, dia più peso all’assemblea di tutti gli stati, faccia un consiglio di sicurezza tutto a rotazione, inserisca nell’assemblea anche rappresentanze di popoli, di minoranze e di movimenti, levi il diritto di veto o lo conferisca ai paesi impoveriti: sono certa che l’Argentina saprebbe fare buon uso del diritto di veto contro le politiche dei poteri finanziari. Del resto anche nell’antica Roma il veto non era dei consoli che avevano già il potere, era dei tribuni a nome di quelli che non avevano nè voce nè voto, i plebei >

________________________________________

Galina Padovanskaya <rosapia.bonomi@libero.it> wrote:

Maledizione d’agosto

< Lucciole, lucciole, venite a me:
non solo sedici, ma ventitré.
Sette si adagino sopra i gerani,
sette si posino sopra i miei cani,
se questi abbaiano, vengano via
e dopo scendano su zia Sofia.
In cielo brillano stelle a milioni,
in terra lucciole. Brutti minchioni,
siccome restano ben nove ancora,
ecco che mandovi tutti in malora:
in cielo vagano tre planetoidi,
vi sian le lucciole sull’emorroidi! >

________________________________________

AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

< Sii come l’alga,
lascia che la corrente
trascini a sé ogni cosa.

Senti come vibrano le stelle
silenziose nel tuo petto,
vedi come fiori di luce
cadono sul tuo sentiero.
Lascia che il torrente su tutto scorra,
che silenzioso e potente
Amor soccorra >

* * *

Essenza

< Di tante parole,
il silenzio.
Di tanti fiori,
il profumo.
Un filo d’erba, innocenza.
Odore di zagara
tra gli alberi-sposa.
Camminarvi in mezzo
e tanto mi basta >

________________________________________

“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)