San Libero – 249

20 settembre 2004 n. 249

________________________________________

“La guerra di Bush è illegale”. Dopo la (tempestiva) dichiarazione del segretario dell’Onu Kofi Annan, il governo italiano s’è riunito d’urgenza per riconsiderare la posizione del nostro contingente in Iraq. Considerato che gli appalti dell’Eni a Nassirya – il motivo iniziale dell’intervento – non sono stati rinnovati, è stato deciso di rimpatriare le truppe e di chiedere semmai alle Nazioni Unite, in cambio di questo adeguamento alle loro posizioni, il famoso seggio italiano al Consiglio di Sicurezza.
“Ma così facciamo la figura degli zapateri!” ha obiettato qualcuno. “Ma così lasciamo in mutande gli americani! In fondo militarmente siamo la terza forza d’occupazione!”. “Non possiamo ammainare così la bandiera italiana! In Italia noi leghisti con la bandiera italiana ci puliamo il coso, ma in Iraq vogliamo vederla sventolare!”.
Alla fine, è stato deciso che l’Italia in quanto governo non parteciperà più alla guerra ma che il sostegno militare agli Stati Uniti non verrà affatto ridotto ma anzi rafforzato mediante l’invio – sotto l’esclusiva responsabilità dei singoli – di volontari. Questi verranno raccolti nel CVIK (Corpo Volontario Italiano in Irak) al comando del colonnello Junio Valerio Borghese. Ai volontari – per ordine personale, si dice, di Fini – sarà vietato fumare spinelli, parlare con gl’indigeni, tenere blog o scrivere ai giornali.
Le domande d’arruolamento sono finora circa quindicimila: in testa le province di Varese e Bergamo (dove molti dei duecentomila leghisti che dovevano insorgere dieci anni fa si sono ripresentati ai gazebo delle Camicie Verdi), ma anche in Sicilia, in Veneto, in Sardegna e a Roma gli organizzatori hanno dovuto faticare per contenere la folla dei giovani e meno giovani volontari. Al grido di “Viva l’Italia” o “Viva la Padania” i vari partiti hanno fatto a gara a offrire la loro migliore gioventù alla Patria.
A Milano, mentre a piazza Padania i leghisti si accalcavano vociando sotto il Sole che Ride, Gianfranco Fini consegnava personalmente i primi moschetti ai giovani della Legione Muti in piazza San Sepolcro. “Vinceremo!” ha gridato uno sconosciuto ragazzo di Forlì ricevendo l’arma dal Capo. Al che il vecchio Ignazio La Russa (comandato, come tutti gli altri dirigenti di An, a un turno di sei mesi alla testa delle truppe) non è riuscito a trattenere una lacrima. “Un seniore della milizia non piange!” l’ha rimbrottato l’adolescente. “Piangevo per la gioia di poter finalmente morire per la Patria!”.
Una gioia che verrà a quanto pare negata a Vittorio Feltri, al quale l’Ordine dei Giornalisti ha proibito di partire armato per Bassora (“il giornalismo dev’essere neutrale”) e ad altri valorosi colleghi che pure si erano presentati fra i primi. Di loro è riuscito a partire, con un abile escamotage, il solo Giuliano Ferrara che ha trasferito la sede legale del suo giornale a Tikrit. Probabilmente è riuscito a scivolare al fronte anche il coraggiosissimo Roberto Farini che – a quanto si dice – si sarebbe arruolato negli spahis sotto falso nome.
Ma il momento più commovente è stato vissuto in Parlamento, quando il capogruppo della Destra Calderoli ha annunciato nell’emozione generale che tutti i deputati e senatori leghisti saranno sostituiti da altrettante donne (non in grado ovviamente di resistere ai disagi iracheni), mentre il gruppo parlamentare si trasferirà, armato, a Bagdad e Nassirya. L’annuncio è stato accolto da un silenzio commosso e poi da uno scroscio irrefrenabile di applausi da tutti i settori. Infine, in piedi, i deputati hanno intonato a gran voce Giovinezza e l’Inno di Mameli.

________________________________________

Semplicità. Dopo l’ultimo raid aereo (nel ’39 li chiamavano blitz) sulla città, si segnalano circa sessanta vittime dei bombardamenti. Secondo i generali, erano guerriglieri. Secondo gli ospedali, vittime civili. Chi ha ragione? E chi lo sa. Io mica c’ero. Non c’era neanche più Baldoni, nè le due Simone. La situazione comincia a farsi (dal punto di vista dei generali) più semplice da gestire.

________________________________________

Editoria. E’ uscito dalla proprietà dell’Unità il Gunther Group, che ne deteneva circa il trenta per cento, e ancora non si sa bene chi verrà a sostituirlo. Qualche essere umano, quasi sicuramente. Col che, saremmo già un passo avanti, visto che Gunther del Gunther Group è un fortunato pastore alsaziano a cui, qualche anno fa, l’anziana – e miliardaria – padrona lascò in eredità l’intera fortuna. Per gestire questo patrimonio (Gunther come finanziere non è granchè) si costituì un gruppo di amici – intellettuali, imprenditori, manager – che rapidamente misero in piedi una fondazione e, un po’ per gioco un po’ per mestiere, la fecero prosperare. Investimenti diversificati in diversi settori (fra cui l’editoria) e in diversi paesi (fra cui l’Italia). Un paio di anni fa, a quanto pare, l’Unità era un buon affare. Ora non più. O almeno non quanto Penthouse, col cui editore difatti gli avvocati di Gunther si son messi in contatto per acquisire la testata.
Lasciamo al loro destino i giornalisti e le modelle di Penthouse (augurandoci che i loro rapporti con Gunther siano scorrevoli come col padrone di prima) e torniamo all’Unità: ma non ce lo potevano dire prima che fra i padroni c’era un cane? Lo so che era un cane simbolico, che in realtà non contava niente, che in fondo era solo un pretesto per finanzieri spiritosi; ma insomma c’era.
Guardando poi la faccenda dal punto di vista del povero Gunther, non sono nemmeno sicuro che sia stato educato trattarlo così senza dirgli mai niente, come un cane. Non dico al consiglio d’amministrazione; ma insomma a qualche festa dell’Unità ce lo potevano anche fare intervenire, magari una volta sola, il tempo di dire “arf”. Macché: niente. Scommetto che non l’hanno nemmeno iscritto all’Ordine dei Giornalisti (dove pure oramai prendono di tutto). Boh. Chissà chi era il padrone ai tempi di Gramsci. Qualche cooperativaccia, scommetto, o qualche altro intrallazzo di operai.
L’intera faccenda ci viene rivelata (almeno a me) dai divertiti colleghi del Riformista, i quali sono tutti pimpanti perché, a differenza dei cugini di sinistra, non hanno nessun cane in Proprietà. Vero. Però loro hanno Velardi.

________________________________________

Fratelli d’Italie. Ciampi: “Ricordatevi che io ho giurato”.

________________________________________

Islamisti e goddisti. I primi hanno un dio che si chiama (ma che nomi gli vanno a dare) Allah. I secondi sono adoratori di un certo God. Ma ci vorrebbe tanto a chiamarlo Dio come fanno tutti? Almeno la pianterebbero di scannarsi per queste vecchie faccende di totem tribali.

________________________________________

Lemmings. Verrà candidato a Firenze (dal centrosinistra) l’ex leader di Forzitalia catanese Ferdinando Latteri. Rettore dell’Università, costui era passato all’Ulivo pochi giorni prima delle elezioni europee dove però (nonostante il sostegno di Enzo Bianco) è stato sonoramente trombato dal candidato onestista Claudio Fava. Adesso, non potendolo riciclare in Sicilia, s’è deciso di presentarlo in un collegio “blindato”, dove cioè gli ex comunisti sono pronti a votare, in nome della disciplina, qualunque fascista, massone o berlusconiano. Mi auguro che lo trombino anche lì, non fosse altro che per simmetria. Pochi anni fa, infatti, fu candidato a Catania (sempre dal centrosinistra) il fiorentino Cecchi-Gori, il quale oltre ad essere regolarmente trombato riuscì a farsi a lungo indagare, fra una cosa e l’altra, per voto di scambio mafioso.
Domanda: ma non si potrebbe far decidere le candidature dell’Ulivo da Lando Buzzanca, da Emilio Fede, da Buttiglione, da qualche persona insomma seria e fidata, invece di farle decidere – come ora – direttamente da Bondi e Berlusconi?

________________________________________

Outsourcing. Le cosche mafiose della provincia di Enna, secondo il procuratore Vigna, stanno massicciamente investendo capitali e risorse umane in Romania. Proteste dei commercianti ennesi, ad alcuni dei quali la richiesta di pizzo non arriva più con la consueta regolarità, e dei killer che temono un calo occupazionale.

________________________________________

Istituzioni. “Si alleano con i politici per sfiduciare comuni ed enti locali. Ad Agrigento è accaduto proprio questo”. Si parla di boss mafiosi, e ne parla il procuratore di Palermo, Grasso. “A volte esponenti politici suggeriscono le mosse a Cosa Nostra, ad esempio per far cadere un’amministrazione comunale sgradita”. Al convegno c’è stato anche un intervento di Caselli, ma questo non lo posso riportare perché ormai pubblicare ciò che dice Caselli è proibito.

________________________________________

Informazione. Il nuovo programma di Gad Lerner sulla Sette: uno dei principali collaboratori è Renato Faina di Libero, quello che dette dell’imbroglione filoterrorista a Baldoni. Dice che ha chiesto scusa e quindi, per Lerner, è tutto ok.

________________________________________

Imbecilli. Condannato a cinquemila euri di multa il tabaccaio Impastato Giovanni, fratello di Peppino Impastato che fu ammazzato dai mafiosi di Badalamenti ai tempi in cui la mafia c’era ancora. Al processo, l’avvocato dei mafiosi si accalorava a descrive Peppino come un terrorista, un bombarolo pazzo ammazzato non dai mafiosi ma dalla sua stessa bomba. A un certo punto Giovanni non ce l’ha fatta più e ha sbottato: “Imbecille!”. Come si permette? Cancelliere, scriva! Condannato. Giustamente, direi. “Imbecille”? Ma avete idea di quanto prende un avvocato così per insultare in tribunale le vittime dei mafiosi? Altro che imbecille, Giovanni. Qua gl’imbecilli siamo tu ed io.

________________________________________

Rataplan. “Sintiti sintiti sintiti! I prezzi fra pocu calanu! I picciuli aumentano! Travagghiaturi, sintiti…”. La voce del banditore a cavallo, coi carusi che lo rincorrono e accompagnato da un tamburo, si perde per le vie di Raganusa. Pare che il re abbia fatto un discorso, e che adesso tutti i poveracci andremo a stare meglio.

________________________________________

L’euro. Grande Andreotti. Sull’arbitro ferito dalla moneta da un euro lanciatagli in testa, che usciva sanguinante dallo stadio mentre dalle tribune d’onore la teppa ancora sghignazzava, ha fatto una delle più belle battute della sua carriera (le battute di Andreotti riguardano quasi sempre gente insanguinata). “Senatore, lei che è romanista, che ne dice?”. “Se avessero messo l’euro di carta non si sarebbe fatto niente”.

________________________________________

Comunisti. Josif Vissarionovic Putin: gavetta nel Kgb, ascesa al potere, maggioranza totale in parlamento, suoi uomini in tutti i posti chiave, centinaia di migliaia di morti in Cecenia, totale controllo delle Tv, nessun problema ad ammazzare metà degli ostaggi per “salvarli”. Ora vuole eleggere lui direttamente governatori di regioni e presidenti delle repubbliche autonome e far sloggiare gli ultimi deputati indipendenti dal parlamento. Beh, meno male che adesso i russi sono buoni, anzi sono come noi, mafia e neoliberismo. Addirittura Putin è “il mio amico” di Berlusca, che lo difende a spada tratta in Europa, quando gli rompono le scatole con la solita Cecenia.
Meno male, davvero, che uno così stia dalla nostra parte: non vorrei avercelo contro! Solo una cosa, non ho capito: ma Putin, è comunista o non è comunista? Se è comunista, perché Berlusca ce l’ha coi comunisti? Se non è comunista, allora chi è comunista, Chirac? Enzo Biagi? Gino Strada? (a.p.)

________________________________________

Simone. Oggi che Perlasca è donna.

________________________________________

Cronaca. Palermo. Commossa e vibrante cerimonia a Villa Niscemi: il sindaco Cammarata ha dato il saluto della città al Comandante provinciale dei carabinieri Riccardo Longo, meritatamente promosso ad altro incarico sul Continente. Dopo la cerimonia la cittadinanza in folla ha accompagnato il colonnello all’aeroporto con musica, bandiere e autorità, e non si è mossa finchè l’aereo non è partito. Purtroppo, sembra che un altro colonnello verrà inviato al posto di Longo e che nella provincia continueranno ad operare i carabinieri.

________________________________________

Reprint. Settembre 2001. Non è detto che, come hanno studiato i manuali d’aviazione, non abbiano studiato anche quelli d’economia. Non è detto che l’obbiettivo fosse principalmente propagandistico. Può darsi benissimo che fosse invece essenzialmente economico, di guerra economica e non “militare”. Possono aver seguito il ciclo degli ultimi mesi, valutato che – in assenza della corazzatura keynesiana – il sistema fosse particolarmente vicino a una crisi e che, con una serie di interventi mirati, questa crisi potesse essere radicalizzata e concentrata nel tempo, e gestita comunque sotto il segno del panico e dell’emergenza. Non è detto che le Due Torri fossero solo un simbolo, per loro, e non anche un punto strategico molto concreto.
Il termine terrorismo fa pensare a una strategia in cui comunque alla fine abbia un peso determinante una mobilitazione popolare, una presa di coscienza indotta da atti traumatici e che alla fine sollevi, per così dire, i terroristi dal peso di una supplenza. Nulla del genere, in questo caso.
Il terrorismo non mira a fondare una specie di talebanismo su scala mondiale ma qualcosa di più realistico e quindi di infinitamente più pericoloso. Il fanatismo religioso, in questo quadro, è solo uno dei pezzi sulla scacchiera.
Se questo fosse vero, ne verrebbero due conseguenze immediate: primo, che bisognerebbe fare attenzione molto di più ai movimenti finanziari “anomali” – probabilmente non tutti sono innocenti – e questo non a in un lontano oriente, ma a New York, Londra, Tokio e Milano.
Secondo, che questa non è in nessuna maniera, neanche indirettamente, una guerra di poveri; ha poco a che vedere col territorio, pochissimo con la storia pregressa, moltissimo con l’economia. Il nemico, in altri termini, è una multinazionale.
Ed è su questo terreno, prima di tutto, che va affrontato. Non ha molta importanza mandare un battaglione italiano a Kabul. Invece ha molta importanza sapere chi sono esattamente chi sono – e di chi sono – tutte le masse finanziarie che operano, dentro e fuori Borsa, anche in Italia.
Ma all’idea di non saper più di chi sono tutti i soldi che girano nel Paese, di giudicare inutile ogni forma di anagrafe finanziaria, ci siamo già aibituati da tempo, da quando abbiamo rinunciato a sapere dove sono finiti – dopo Sindona, dopo Calvi, dopo le inchieste arenate sui capitali mafiosi – i soldi della finanza che non si vede.

________________________________________

Spot. Liceo Ripetta, Roma. “La Notte Bianca. In questa festa esponiamo le nostre cose: lavori didattici che nascono da pensiero ed emozione. Crediamo che il diritto alla gioia, alla libertà, alla vita sia diritto e dovere di tutti per tutti. Lo crediamo ancora, malgrado ciò che ci circonda, e lo crediamo davvero e con forza. Ed è per questo che, nel giorno di festa in cui accogliamo ed incontriamo i diversi pubblici di Roma nel luogo di magia e d’arte che è la nostra scuola, abbiamo scelto di presentare comunicazioni sociali su temi di drammatica attualità: la morte violenta dei bambini e la morte per droga. Il tema non è la morte, è la vita. Ed è il tema che dedichiamo ad Enzo Baldoni, un uomo d’amore, un creativo, un maestro di vita e d’impegno che non dimenticheremo”.
Info: maria_privitera@fastwebnet.it

________________________________________

mimmo lombezzi wrote:
< Quando i massacri e l’assedio di Sarajevo divennero uno scandalo internazionale i governi di tutta Europa cominciarono a contendersi le evacuazioni di feriti (sempre scortate dalle telecamere).
Come Adriano Sofri cercò (invano)di spiegare ai pacifisti, l’unico intervento utile era quello armato ma nessuno voleva farlo. D’altra bisognava pur mostrare di far qualcosa per poter dire (dopo)”abbiamo fatto l’impossibile!”….
Non oso pensare come reagiranno i tagliagole di Baghdad agli appelli dei ministri (o sottosegre-teri) di un governo che considerano l’ascaro di Bush… Forse l’unica voce che sarebbe ascoltata oggi sarebbe quella delle vedove Irachene. La guerra e soprattutto 30 anni di stragi di Saddam ne hanno lasciate parecchie. Un loro appello peserebbe più di qualsiasi altro >

________________________________________

MrMax wrote:
< io che lo conosco bene ti posso dire che schroeder non è affatto un moderato, e pur dimenticandosi di venire anche lui dal basso della società, sua madre l’ha cresciuto da sola facendo la donna delle pulizie, oggi lui ha distrutto la classe operaia, come mai prima nessun politico di centro destra qui in germania aveva mai fatto, lui è il capo dell`ala destra della spd e si può sperare che alle prossime elezioni sparisca portandosi appresso il berluskaiser, il bugiardone blair e lo sprecone ex sindaco di parigi, metteva in conto 150 euri al giorno di marmellata, avrà fatto colazione probabilmente con tutti i suoi corazzieri, chirac, e non si fa fare neanche una denuncia, ma si sa loro sono intoccabili, come callisto tanzi e tutti gli altri che hanno rovinato tutti i risparmi di centinaia di migliaia di creduloni di piccoli risparmiatori che pensavano i banchieri fossero dei benefattori >

________________________________________

Franco Mistretta wrote:
< Anni fa un dirigente siciliano del Pci diceva “non si può fare l’esame del sangue alle ditte”, per giustificare le trattative fra cooperative del partito e cooperative mafiose per la spartizione di appalti. La mafia era forte e capillare, e in qualche modo i settori pragmatici della sinistra ‘tenevano conto’ dei rapporti di forza.
Allo stesso modo anche Andreotti, nel momento del suo massimo fulgore, veniva considerato un interlocutore necessario (e negli anni del delitto Moro un politico da sostenere) non tanto perchè non fossero dimostrati i suoi legami con la mafia e con vari delitti, ma proprio perchè quei legami dimostravano che appunto con lui bisognasse trattare. I rapporti di forza.
Fassino ha visto il film di Michael Moore e ha appurato che Bush non è soltanto un idiota ma anche il rampollo di una famiglia di delinquenti e l’esponente di una lobby potente e criminale, e per giunta i sondaggi lo danno vincente. Ed è scattata l’illuminazione: allora è con lui che bisogna trattare! (Ma già all’indomani della convenzione democratica aveva detto che se Kerry avesse vinto e avesse chiesto di restare in Iraq non si poteva dire di no.)
L’etica. La legalità. Quante divisioni corazzate hanno?
E’ un marchio di fabbrica, è nel DNA, si chiama “sindrome dell’accordo Molotov-Ribbentrop” (dopo il quale gli antifascisti europei per un paio d’anni vennero invitati a stare buoni). Se uno, o una forza politica, o un paese, è proprio criminale al massimo grado, e lo è in un modo che sembra inevitabile e duraturo, scatta la sindrome. Gli incoscienti che non vedono la necessità e la limpidezza strategica dell’accordo vengono attaccati con freddo furore
Dimenticavo. La bicamerale con Berlusconi è diversa, perchè a quel tempo Berlusconi non era così potente e neanche duraturo. Si trattò soltanto di stima e affinità >

________________________________________

Alessandro wrote:
< Sarà l’inflazione “percepita”, ma col mio stipendio non ci faccio più un accidente. Amen. Aspetto con ansia il risveglio dal sonno dei miei pari: dipendenti, precari, disoccupati, immigrati, pensionati, imprese e artigiani individuali. Per intenderci, quei 3 italiani su quattro che sopravvivono giusti giusti. Non siamo mica pochi, se ci pensate! Un tempo si chiamava classe salariata, ma non va più di moda, ci han convinti che con la golf e il vestito giusto siam tutti piccoli berluschini. In realtà lavoriamo sempre di più, pagati sempre peggio, e colle nostre tasse finanziamo truppe di occupazione >

________________________________________

e.g.b. wrote:
< Quando muore qualcuno, quelli che si sentono in obbligo di dimostrare il dolore lo fano con i codici di cui dispongono: smaniano, urlano, tirano grandi sospiri, sbottano in pianto. Mimano quello ch ecredono dovrebbe fare una persona colpita dal dolore. Chi sta vivendo il dolore vero ride, gioca a carte, mangia e beve, e riesce persino a dare serenità agli altri: risponde con la vita alla morte che ha dentro. Un po’ di questo lo troverete nelle prossime tavole. Godetevele. Hanno qualcosa di eccezionale. Parlano di morte. Ma, proprio come la morte vera, emanano una grande serenità >

________________________________________

Galina Padovanskaya <rosapia.bonomi@libero.it> wrote:

Haiku

< Sotto il tavolo luigiquindici
Il rothwailer ti guarda la chiappa
Amado mio, amado mio, scappa! >

* * *

< Scarpe nuove con lucida suola
Scivolo sul gradino della scuola
Ahi ahi come mi duola! >

* * *

< Nostalgia delle fresche foglie
Vellutate dei platani. Ho le voglie
Sì, sì, d’igieniche foglie… >

________________________________________

“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)