San Libero – 258

23 novembre 2004 n. 258

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C’è aria di divorzio, in giro. La storia del matrimonio gay, dei “culattoni”, dei licenziati per sospetta omosessualità ricorda moltissimo l’Italia di prima del divorzio, con le centinaia di piccole storie “normali” drammatiche (i “pubblici concubini”, le “conviventi” in miseria dopo la morte del loro uomo, “, i processi alla Sacra Rota, le maestrine licenziate per “immoralità) di cui però parlavano solo i radicali e Pasolini. Storie comuni che però, a un certo punto, la gente cominciò a percepire come non più normali. I politici continuavano a tranciar giudizi e a scomunicare (tutti i parroci, allora, erano i principali politici dei rispettivi paesini) ma ormai la gente non gli credeva più come prima. Non per ragionamento, ma per antica bonomia. “Lo sai che non sono sposati?”. “Ah, davvero?”.
L’anno o il paio d’anni prima del divorzio fu un momento umanissimo della nostra storia: si parlava di diritti in tutti i bar sport del paese, il divorzista di solito era uno che “aveva girato il mondo”, leggeva un quotidiano e a volte usciva senza cravatta. “Io, per fortuna, sto benissimo con la mia signora. Però…”. I preti e i politici non avevano capito niente. Non che fossero cattivi, ma da troppo tempo erano abituati a “educare” tutti (l’antico notabilato italiano) e con concepivano che, su problemi così “morali” e profondi, la gente fosse ormai in grado di ragionare con la propria testa.
Dovete concepire un’Italia in cui, in tutto il Sud, le donne anziane vestivano di nero. Portare i pantaloni o fumare una sigaretta, nel “Saper vivere di Donna Letizia” che arrivava alle abbonate di “Epoca” e “Grazia”, era ancora considerato disdicevole per una signora. “Donna al volante, pericolo costante”: le guidatrici erano poche, e dunque strane. Fino a pochi anni prima la legge prevedeva l’immunità per il marito che avesse assassinato la moglie “adultera” o il suo amante. Il partito comunista esitava moltissimo a impegnarsi per il divorzioperché “la gente in queste cose vota per i preti”.
Dalle mie parti, la campagna del divorzio la facemmo quelli di Lotta Continua – ragazzi -, un oste e un ragioniere liberale. Andavamo in paesini sperdutissimi, dove in piazza venivano gli adolescenti e i vecchi (gli uomini adulti erano emigrati); verso metà del comizio cominciavano a spuntare le prime donne, con l’aria di passare per caso. Ricordo uno di questi villaggi, in cima a una montagna dopo dieci chilometri di sterrato. Nella povera piazza c’era un monumento ai caduti; o meglio, c’era il suo piedistallo, poiché i soldi per statua dovevano essere stati troppi per il povero comune. Sui quattro lati del piedistallo c’erano incisi i nomi di tutti i paesani morti Per la Patria, ognuno con la data, il grado militare, il cognome e il nome: un sottotenente, undici caporali e il resto tutti soldati. Il comizio si faceva là davanti, sugli scalini. La gente ascoltava in silenzio e attenta, nella povera solennità della democrazia.
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Il mio paese, l’Italia, diventò maggiorenne allora. Il popolo si scoprì capace di comandare, di regalare dei diritti umani a coloro che, a suo insindacabile giudizio, ne avevano bisogno: anche se “strani”, anche se pochi. “Se passa il divorzio vostra moglie vi tradirà, e magari non non un altro uomo, ma con la cameriera!”. Questo lo disse Fanfani, a Caltanissetta. Fanfani rimase simpatico, ma – su faccende di modernità e di progresso – definitivamente screditato. “E che gli pare qua, che siamo ancora nell’ottocento?”.
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Ebrei, zingari, omosessuali. Le vittime di Hitler, e della tradizione “cattolica” (e protestante), non furono solo i primi. Dei tre, gli ebrei si sono armati, e quindi non li perseguitano più. Ma omosessuali e zingari sono ancora bersagli, nelle zone più viscerali d’Europa (in Romania, appena liberi, per prima cosa fecero una legge contro gli zingari. In Slovacchia lo stesso. In Lituania festeggiarono gli antisemiti). Non li uccidono più, perché i tempi non sono più quelli. Ma l’odio e il disprezzo di base è sempre quello.
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Per caso, con la polemica sui gay, i vari Buttiglione e Pera hanno toccato corde molto profonde. Dei due, Buttiglione è un brav’uomo (un coglione: se lui può dare del peccatore chi vuole lui, non vedo perché io, che non debbo dirigere nessuna commissione laica, non posso dare dell’imbecille a chi voglio io) e Pera invece un pericoloso pugnalatore, un fascista. Entrambi, in quest’occasione, hanno reso un servizio: hanno messo il paese davanti a un’alternativa precisa, fra essere minorenne e maggiorenne, fra la democrazia dei notabili e quella dei diritti. “Ma non son più gli anni Settanta!”. E chi lo dice? L’Italia , nei momenti difficili, è sempre assai più matura di quanto la credano i politici e i giornali. Di diritti dei gay, passata l’emergenza Buttiglione, non s’è parlato più. Per “non spaventare i cattolici”, e perché c’erano cose più urgenti. Io invece penso che bisogni ricominciare a parlarne proprio ora, come preliminare culturale (e politico) a tutto il resto. Allora, nel ’74, su questo aveva ragione Pannella.

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La Grande Sorella. Le donne non salveranno il mondo, nè lo faranno, a quanto pare, i poveri e gli oppressi. La nuova Grande Sorella, Condoleeza Rice, segna un deciso salto di qualità – sulla via del pessimismo – rispetto alla già terrificante Margareth Tatcher. Quest’ultima, a ben bensarci, non aveva nulla di particolarmente nuovo. Era donna sì, ma questo era l’unico particolare innovativo. Per il resto, sul classico: famiglia bottegaia, invidia per i “nobili”, gomitate, abbigliamento da Rotary (con le perle al posto del rolex), parenti ladroni, banalità aggressiva. Con tutto ciò, il solo fatto di essere donna ce la rendeva, inconsciamente, già meno repulsiva. Niente, era anche lei un maschio, siamo stati gabbati; il vero politico “femminile” in Inghilterra doveva ancora nascere e sarebbe stato, vent’anni dopo, Tony Brair (le sculacciate ai piccoli, le gaffes da casalinga, lo “oh yes?” davanti alle scene più dickensiane, la bontà spalmata sui bombardamenti).
Adesso, finalmente, siamo stati accontentati: una donna è arrivata al potere (e che potere!) e non solo è una donna, ma è simpatica, è piccinina, è nera, è cresciuta in Alabama a poche decine di metri da Wilma Rudolph e Martin Luther King. “I have a dream…” sospirava il buon predicatore. Se ci fosse stato un dio, l’avrebbe avvertito subito: guarda che a due isolati da qui c’è una bimba che un giorno ammazzerà più poveri e più neri di tutto il Ku Klux Klan riunito. Ma Dio non c’era, o dormiva, e così il dottor King continuò il suo bel sogno invece di andare a farsi un bourbon doppio nel più vicino bar aperto. S’è mai visto un politico che ha il suo nome scritto a poppa (in segno di riconoscenza dei petrolieri) di una megapetroliera? Vi immaginate se l’avesse fatto Craxi? L’ha fatto lei, e nessuno ha detto una parola.
Adesso è arrivata – quasi- dove voleva, e pensando a quel “quasi” sa benissimo di essere naturalmente più simpatica di Hillary Clinton (seria, autorevole, wasp: lei è sbarazzina, determinata e nera). Due donne, una contro l’altra, a contendersi la presidenza degli Stati Uniti? Avremo fatto salti di gioia, al solo immaginarlo, quando avevamo ancora le illusioni. Adesso tutto quel che ci riesce è di solidarizzare col vecchio maschilista generale, che alla fine è stato l’unico a provare un po’ di vergogna per i bombardamenti e le torture.

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“Cittadiniiiii! Volete le tasseee? O non le voleteeeee?”. El Supremo, dal balcone della Residencia, arringa el pueblo. Las cosas vanno male, di questi tiempos, se non s’nventa qualcosa el pueblo finisce che s’incazza overamente. Al tavolo del gobierno las excelencias sospirano. Abolire le tasse! E come si fa? “Veramente, mi Presidiente, l’Europa…” (Pastrufazio, da qualche tempo, fa parte dell’Europa). “¿Que te friegas de esta Europa?” fa El Supremo.
“¡Europeos todos maricones!” sghignazza un altro. Scroscio di risa.
“Ma, Supremo, de donde la grana? ¡Faltan dineros!”.
“Se poderia printar meneda…” fa uno.
“¿Como? Se printa en Alemania, el euro…”.
“¡Printamos moneda nacional!”.
“Ma…”.
“¡Nada si y nada ma! Cien miliardos de patacones por manana! Por pagar a los employados!”.
Le urla si fanno sempre più forti, adesso è difficile distinguere qualcosa che non sia un “¡Maricòn!” o un “¡Patacones!”.
In fondo al tavolo siede il più giovane delle Eccellenze, un oriundo italiano di cui non si ricorda il nome. Il cognome si, quello è famoso perché suo padre nella lontana Italia s’era reso leggendario per spirito sparagnino e contabilità occhiuta (una volta, ministro, negò al popolo la tivvù a colori perché “es una expensa inutìl y consumosa”). Chissà che avrebbe detto ora sentendo parlare così di barzellette sulle tasse e Tesoro sderenato. Probabilmente non avrebbe detto niente, avrebbe cavato il revolver e tirato un colpo in aria (il primo) a titolo di avvertimento.
Il giovane La Malfa si agita nervosamente sulla sedia. El Supremo continua a riformare l’economia.

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Sicilia 1. E Cuffaro? Ancora a piede libero. Questa settimana comunque non gli è arrivata nessuna incriminazione nuova, il che fa salire notevolmente le sue quotazioni. Sarà per questo che i dirigenti Ds siciliani si sono rifiutati di firmare la mozione di sfiducia contro di lui (“è controproducente”).

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Sicilia 2. E Palermo? Se ne va: l’anno scorso sono emigrati 4427 giovani, all’estero o al nord. Il tasso di disoccupazione è del 23 per cento. Nella classifica Censis figura agli ultimissimi posti per tenore di vita. Di tutti i capoluoghi siciliani, quello che se la passa meglio è Catania, che in classifica nazionale però sta al posto numero ottantasette. La restante Sicilia sta fra il novanta e il centouno. In Sicilia, però, ci sono ben due squadre di serie A e ciò rende felici i suoi cittadini.

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Italiani. Tanti anni fa (non poi tanti: quando loro ed io eravamo giovani, l’altro ieri) Carlo Rossella e Gianfranco Fini erano due ragazzi entusiasti, rispettivamente, per la sinistra e per la destra. In un mondo di adulti grigi e seriosi, loro erano gli alternativi. Giacca e cravatta? E noi jeans! Notabili dc? E noi giovani militanti senza paura! Piano piano, senza fretta? E noi cambieremo tutto! Passano gli anni, e dai due entusiasti ragazzi son sbocciati due signori di mezz’età. Uno s’intravvede da dietro il vetro fumé d’una mercedes (compunto, seduto dietro), l’altro sale le scale d’un ministero. Tutt’edue – a differenza dei vecchi Dc – sobriamente eleganti, liftati, giovanili. Sanno intonare, loro, calzini e cravatte. Considerano sommamente disdicevole credere in qualcosa e questo, nel complesso, è l’approdo di una generazione.
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Proteste fra gli onestisti per Manca, per Andò e per La Ganga. E chi erano? Beh, l’altro secolo erano “i socialisti”, quelli cioè che di volta in volta se la prendevano colla commissione P2, col pool antimafia, con Mani Pulite. Non lavoravano gratis, non facevano voto di povertà e non erano fanatici difensori della proprietà privata. Neanche di quella pubblica, del resto.
La Ganga! Uno con un nome così, e che in più era factotum di Craxi per gli enti locali , dove volevate che finisse in quell’epoca communista, se non in tribunale? Ma è acqua passata, e difatti è abbastanza difficile anche solo parlarne. Sì, ma a me che me ne frega? Beh, se fai politica e magari sei di centrosinistra forse sei un po’ giù perché questi stanno passando tutti dalla parte tua (nella Margherita, per ora) e tu hai buttato vent’anni della tua vita a contrastarli. E allora? Alla tua età, ancora ti vuoi fare il sangue marcio per loro? Scavalcali, invece, sii più pidduista e più laganghesco di tutti.
Segui l’esempio mio: sono appena stato a parlare da Rutelli e ci ho detto: “Signor compagno, ho l’idea geniale per vincere le elezioni in Sicilia!”.
“E come?”.
Semplice: candidiamo Andreotti – numero uno a Palermo – capolista dell’Ulivo, e dietro di lui tutti gli altri: D’Acquisto, Andò, Drago, Salvo Lima, Ciancimino… Sì, anche quelli, che gliene frega agli elettori se sono vivi o morti?”.
“Uhm. E lo slogan?”.
“Basta con la Sicilia calunniata, Sicilia avanti in Europa! (o nel progresso o nel futuro o a Katmandu, insomma da qualche parte)”.
“Uhm. Ma tu che cos’eri, ai tempi della Democrazia cristiana?”.
“Beh… io veramente nella Dc non c’ero. Però, guarda, ero a Lotta Continua! E ci ho le referenze!”.
“Ah, allora…”.
Gente, se vince Andreotti mi fanno assessore alla provincia. Parola di Rutelli.

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Torna Stranamore. Bin Laden, Bush, i camorristi a Napoli, i satanisti a Varese… In questi tempi tranquilli, di buono c’era solo una cosa e cioè che almeno non bisognava più preoccuparsi per la faccenda degli equilibri nucleari. Quando avevo la tua età io era l’incubo principale della nostra generazione: un tot di missili l’America, un altro tot la Russia e tutt’e due col dito sul grilletto… Basta, meno male che alla fine è arrivato Gorbaciov e ‘sta storia della sfida atomica è finita. Credevo: invece l’altro giorno alla televisione è arrivato Putin è ha dichiarato: “Cuompagni… vuolevo dire cittadinanza… la grande Russia sta prueparando un grandissimuo missile, uno missile mai vistuo, muolto ma muolto più grande di kuel ridiculo kosino che hanno gli amerikanski…”. Fine della trasmissione. Subito gli americani prepareranno il super-contro-missile, i russi il contro-super-contro-mega, e così via. La prima volta, per puro culo, è andata bene. Ma stavolta?
(Per la cronaca: perché Putin ha bisogno, dice, di tutta ‘sta bomba? “Contro il terrorismo!”).

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Imperi. Accordo fra Giappone e Russia sull’antichissima lite per le Kuril, alcuni isolotti ghiacciati che i due imperi si sono strappati a vicenda in tutte le varie guerre. Alla fine hanno deciso di fare metà per uno, due isole a te e due isole a me. Meno male che non sono dispari.

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Routine. Chissà se nei giornali hanno già preparato il coccodrillo per l’Italia.

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Liberazione. Sabato 27 novembre si terrà il quarto LinuxDay italiano. In molte città si svolgeranno dibattiti, workshop e altre iniziative per far conoscere il sistema operativo simbolo della libertà di pensiero e della condivisione del sapere. In particolare in Sicilia l’evento sarà strettamente coordinato tra i gruppi delle città di Catania, Palermo, Ragusa e Siracusa.
Bookmark: http://www.linux.it/LinuxDay/programma.phtml

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Informazione. Oscurati per ordine della procura due siti del sindacato RdB-Cub. I siti contenevano informazioni e dati sul lavoro precario ed erano molto seguiti per consulenze, informazioni e consigli sui vari diritti. Non è stato comunicato il motivo della chiusura.
Bookmark: www.lavorivariabili.it (reindirizzato d’autorità a: www.confindustria.it)

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Pianeta. Sempre più frequente, nelle foto satellitari, il rilevamento di grandi macchie scure sopra l’India e la Cina (smog prodotto da centrali a carbone).

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Spot. “Regime” di Marco Travaglio e Peter Gomez: a Palermo il 20 a Lettere, il 23 a Napoli alla Feltrinelli, il 25 all’Archiginnasio a Bologna, il 29 a Torino.

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Elena M. wrote:
< Nel mese di dicembre 2004 presso l’Università Statale di Milano si tengono concorsi pubblici per totali 67 posti a tempo indeterminato. Tutti i 67 posti sono già assegnati, nel senso che saranno vinti precisamente dalle 67 persone che attualmente li ricoprono con contratto a tempo determinato. Basta leggere il criterio di valutazione dei titoli (il medesimo in tutti i 67 bandi) per scoprire come la amministrazione abbia a priori escluso dalla vittoria qualsiasi candidato esterno (cioè non dipendente dell’ateneo): laddove quest’ultimo svolga due scritti entrambi da trenta, sarà ugualmente superato dal candidato interno che abbia preso 21 in entrambe le prove, poichè al candidato interno sono riconosciuti titoli fino a trenta punti. Sono un lavoratore precario della Statale di milano, entrato con un concorso a tempo determinato, come altre 246 precari che attualmente lavorano qui. Su 247 precari – 67 dei quali sanno di vincere il concorso – 180 non rimane che rassegnarsi ed attendere la scadenza del contratto ed una sana disoccupazione. O no? >

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Marco Carnazzo wrote:
< Forse anche alcuni di voi, come me, hanno qualche conoscente statunitense e dopo i risultati elettorali sono preoccupati per lui. Ecco la soluzione: http://www.marryanamerican.ca >
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liz4rd wrote:
< Vuoi un altro esempio di esproprio? sono andato a comprare la ricarica per il cellulare. 30 euro. Ma alla fine il mio credito risulta incrementato solo di 25. 5 euro sono regalati, in modo vergognoso, alla wind-omnitel-tim … per coprire quali spese? l’ennesima truffa legalizzata. Come se non fosse già abbastanza il fatto che un sms per la compagnia dei telefoni avrà un costo di 0,00001 centesimi, ma noi ne costa 15! Ciò non toglie che i disobbedienti sono dei geni per dare pretesti di repressioni ai pisanu di turno… >

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Fondazione Antonino Caponnetto wrote:
< Siete invitati al VII vertice in difesa
della legalità e della giustizia sociale, a Campi Bisenzio (FI), presso
la limonaia Caponnetto di Villa Montalvo, sabato 27, dalle 16
in poi. Quest’anno discuteremo su “la nostra riforma della giustizia” con:

Caselli,
Ciotti,
Casson,
Colombo,
Galasso,
Grasso, La Licata, Russo, Travaglio, dalla Chiesa,
Impastato,
Amurri,
Marrazzo,
Lucarelli e altri.

Il vertice sulla legalità era un appuntamento fisso creato e voluto da
Antonino Caponnetto. Continuiamo in sua memoria.
Vi aspettiamo >
info@antoninocaponnetto.it


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Nicola Pannelli wrote:
< Volevo comunicare le date della tournee napoletana di Narramondo, un’associazione culturale che nasce dall’esigenza e dall’urgenza di portare in teatro le ferite del tempo presente: dal 23 al 28 (al Tintadirosso) “Nightingale & Chase” di Zinnie Harris. Dal 7 al 12 dicembre “Undici settembre”, tre insolite storie comuni. di e con Nicola Pannelli. Inoltre, laboratori di narrazione per attori e non >
Info: info@narramondo.it
Bookmark: www.narramondo.it

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Till wrote:
< Non me ne frega assolutamente nulla di avere un leader, un boss, un capo supremo che dal Monte Sinai, da un manuale Windows o da un convegno di cervelloni, scende ai miei livelli e mi dice cosa è giusto, cosa è sbagliato, cosa è bello e cosa è proibito… >

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Michele Galluzzo wrote:
< Stiamo tirando su un progetto dal nome “Mardoc” per una nuova creatività intellettuale giovanile. Ci servono i disegni dei bambini, i graffiti degli adolescenti, i corto dei giovani artisti, i versi dei poeti, e le parole dei giovani scrittori, narratori, cantastorie. Non per offrire nuovo combustibile alla società dello spettacolo di per sè molto ingolfata ma per cercare vie d’uscita anche laddove oggi sembrano precluse. Vi prego di inviarmi pagine di diario, recensioni, tavole a fumetti, sfoghi grafici, scritti, foto, registrazioni audio o video di qualsiasi tipo… registrazioni radio, canzoni, poesie o discorsi registrati >
Inviare a: Michele Galluzzo via Pascoli, 51, 72021 Francavilla.

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linarena@yahoo.it wrote:
< Caro R., ti leggo e mi diverto per le banalità che scrivi. Criticare il capitalismo è facile ma è molto difficile distruggerlo o ricrearne uno con nuove caratteristiche anche perchè non si conosce una versione del capitalismo, diversa da quella attuale. Avrai letto certamente Liberazione del 18 novembre scorso ed apprezzato l’articolo del prof. Raul Mordenti che sogna di fare la rivoluzione comunista. Come Modenti ti ritengo un sognatore che, nelle more, semina zizzania per distruggere l’economia capitalista. C’è solo un particolare: i tuoi semini non sono Ogm per cui, strada facendo, muoiono attaccati dai virus.Comunque ti faccio tanti auguri e continuerò a lottare contro te ed anche contro il nano Rossi Paolo per impedire che il mostro del comunismo abbia a rinascere. Non dimenticare, poi, che in tema di rinascita di mostri la nostra scienza ha creato un vaccino che trasforma il ricordo del comunismo in un festival di cretinerie. S’intende, per far ridere l’umanità sulle tragedie che i tuoi compagni hanno regalato al mondo occidentale >
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Cara Lina: criticare il Capitalismo, io? No, io vorrei semplicemente arrivare un po’ meno affanosamente al fine-mese e mi accorgo che siamo in tanti a non riuscirci:, tutto qua. Se lei pensa che col capitalismo ci si possa riuscire, sono a sua disposizione. Purtroppo, il capitale lo deve mettere lei perché io (come la maggior parte degli italiani) non ne ho. Grazie degli auguri!

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festini@geem.it wrote (ma perché proprio a me?):
< Subject: pariglia. In vendita pariglia di baio oscuri polacchi a 5.000 Euro, disponibili per prova zona Ivrea. Contattare direttamente Roberto tel.32.225594

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Mimmo Lombezzi wrote:

< L’Eufrate mormorava
calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il 24 maggio:
l’esercito marciava
per raggiunger la frontiera
e far contro la stampa una barriera….

Muti passaron quella notte i fanti
tacere bisognava e andare avanti!
E inoltre bisognava far tacere
la stampa indipendente dal potere

Soffiava infatto dalle amate sponde,
un vento di censura sulle onde
Era un presagio dolce e un po’ fascista
L’Eufrate mormorò:
Non passa il giornalista ! >

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Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche neri, marrocchini, africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi).

< Ero vigliacca di fronte al futuro.
E poi, d’un tratto, arrivando
sulle banchine, poiché dal fiume
veniva un vento carico di odori
marini, mi ha presa un grande
senso di avventura >
[simone de beauvoir]
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< Sapere questo prima di
tutto: che non si capiva
niente. Che persino le madri
che dicevano ai figli di
sapere tutto, non sapevano >
[marguerite duras]

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

< Al di là
molto, molto al di là
tra una stella e l’altra
si stende lieta
la mente sorridente.
Quieta, leggera,
senza spazio.
Un respiro, ha lo spazio di un respiro.
In silenzio accogli il mio volto,
adamantino.

L’amore è l’unica pausa
che fa il tempo infinito >

* * *
< Il rivo borbotta nell’acqua
– sei mia mia mia –
trattiene soltanto il respiro
– sei mia mia mia –
e l’acqua solletica affanno:
– sei mio mio mio – >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)