1 dicembre 2004 n. 259
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Informazione. Per ragioni troppo lunghe da spiegare, non posso lavorare in Sicilia. Però ci torno più spesso che posso, e ora per esempio sto venendo da Catania. Dal barbiere mi hanno raccontato che il comune ha stanziato, per esempio, novemila euri per partecipare alla Maratona di New York. Ai miei tempi (allora Forza Italia si chiamava dc) stanziarono non so quanti milioni per una spedizione catanese nel Mato Grosso: l’esploratore, che aveva amici in politica, si presentò, spiegò che avrebbe portato il nome di Catania fin nelle lontane Americhe, e ripartì (destinazione ignota) coi contanti. Alla Provincia, i consiglieri hanno fatto un’apposita deliberazione per attribuirsi ufficialmente in massa il titolo di onorevoli. C’è fermento – si aspettano le elezioni – e il prossimo sindaco sarà probabilmente di nuovo Enzo Bianco. Di lui mi ricordo (ma la memoria in Sicilia è una maledizione) che la prima volta appena eletto confermò un appalto al cavaliere Graci, uno dei quattro famosi. Lo voterà la sinistra, disciplinatamente, nonostante le manganellate di Napoli e il patto di ferro con Ciancio.
La destra invece voterà per il geriatra di Berlusconi (un certo Scapagnini, napoletano) che in questi mesi sta lavorando come un matto ad aprire nuovi cantieri – di demolizione delle opere pericolanti. D’estate doveva demolire un cavalcavia: l’operazione durò un mese, con fascia tricolore e tivvù in diretta. Ogni giorno tutti i tiggì cittadini – che appartengono tutte allo stesso padrone – lo intervistavano col casco giallo in mezzo alla polvere del cantiere. Ogni giorno si parlava del “Ponte di Catania”, la grande opera (di demolizione) che avrebbe assicurato il passaggio del sindaco alla storia.
Tutte queste cose, naturalmente, i catanesi non le sanno (o, se le sanno, le sanno come vuole il padrone) perché a Catania è severamente proibito fare informazione. C’è un unico giornale, è vietato farne altri (se lo fai non te lo mettono in edicola), i giornali nazionali sono tollerati ma non mostrati in edicola. Vietato anche fare cronache catanesi che non siano quelle di quell’unico giornale e difatti Repubblica – per esempio – non ne fa.
In tutta la città, c’è un unico giornalista. Ormai l’hanno individuato, perciò posso anche farne il nome: Marco Benanti. Lavorava per l’Ansa, ma siccome anche l’Ansa lì sta nel palazzo di quell’unico padrone un bel giorno gli hanno fatto trovare la stanza chiusa e la scrivania ripulita. “Il mio archivio! Che avete fatto del mio archivio? Ci ho messo anni!”. “Archivio? Quale archivio? Ma scusi, chi è lei? Chi la conosce?”. La destra muta, perché Benanti ha denunciato scandali di destra. La sinistra zitta, perché ha denunciato scandali anche dell’altra parte.
Benanti, che è fesso, invece di far ciò che ogni catanese di buonsenso avrebbe fatto al suo posto (buttarsi in politica, iscriversi a una cosca mafiosa o emigrare) s’è intestardito a fare quell’orribile mestiere in quella città che proprio non lo tollera. Alla fine (tutti i pazzi ragionano allo stesso modo) s’è buttato sull’internet, e ha fatto un sito. Per campare, se n’è andato a fare lo scaricatore all’aeroporto americano, a Sigonella. Magari gli americani, gente straniera, l’avrebbero lasciato lavorare.
E invece no: dopo un po’ è staltato fuori che il nominato Benanti Marco: a) è un giornalista rompicoglioni; b) è communista! Ai sensi della Legge McCarty del 1954, due nerboruti Mp l’hanno preso e l’hanno sbattuto fuori. Gli è andata molto bene che non è finito a Guantanamo.
Interessa a qualcuno, questa storia? Interessa – chessò – al Barbiere della Sera, a Serventi Longhi, al sindacato?
Bookmark: www.erroneo.org, www.girodivite.it
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Trovalavoro. “REPVBBLICA ITALIANA – Ministero di Grazia e Giustizia – Ufficio Personale – Concorso per Titoli ed Esami a numero 10 (dieci) Esecutori di giustizia. Si richiede: età compresa fra i 25 e i 45 anni, certificato di sana e robusta costituzione fisica, cittadinanza italiana, obblighi militari assolti, certificato di battesimo rilasciato dalla Parrocchia del comune di nascita, attestato di moralità, dichiarazione (autocertificazione) di sano e corretto comportamento sessuale. Sono titoli preferenziali: la conoscenza di una o più lingue straniere (particolarmente l’italiano), la provenienza da una provincia ad alto tasso camorristico, leghistico o mafioso, il servizio prestato per almeno un anno in Corpi finalizzati alla difesa della Cristianità (Militia Christi, GG.PP., ecc.) o nei Corpi Separati della Repubblica Italiana (Gladio, Avanguardia, ecc.) e la partecipazione all’apposito corso tenuto dal Ministero dell’Interno-Divisione Affari Riservati e Speciali in località Bolzaneto. Le domande vanno inviate entro e non oltre il 25 dicembre c.a. presso: Ministero di Grazia e Giustizia, Ufficio Concorsi, Commissione Selezione Personale Legge Castelli, via Arenula, Roma”.
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Informazione. Secondo la Federazione della Stampa, due terzi dei giornalisti italiani (stampa, tv, internet, ecc.) non hanno contratto di lavoro. Non hanno quindi alcun mezzo legale per far prevalere, in caso di conflitto, la verità dei fatti sugli eventuali interessi dell’editore.
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In Ucraina. “Il governo ci manda al tg delle videocassette e noi ce le dobbiamo prendere e mandarle in onda”.
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America 1. Anche il simpatico Clinton ha preso soldi dai sauditi, e neanche pochi: almeno un milione di dollari, parte direttamente dalla famiglia reale e parte da sceicchi minori. Il tutto per finanziare il suo “Memorial”, che sarebbe una specie di palazzaccio kitsch di pessimo gusto (stile Arcore, insomma) che dovrebbe servire a tramandare ai posteri le sue imprese. Nel palazzo-museo, fra molti oggetti storici destinati allo studio dei posteri, ne manca purtroppo uno: la scatola dei preservativi usati dal presidente per dialogare con le sue stagiste. Se ci avesse pensato (a usarli, intendo) il mondo oggi sarebbe completamente diverso: non avrebbe lasciato tracce, la Lewinski non avrebbe potuto invocare la prova del Dna, Clinton non sarebbe stato sputtanato, Gore sarebbe stato eletto, Bush sarebbe rimasto il figlio scemo dell’ex capo della Cia, Saddam sarebbe ancora un fedele alleato di Washington, nessuno (pubblicamente) parlerebbe di guerre e di imperi, e tutti vivremmo felici e contenti con qualche bombardamento di nascosto, quando proprio non se ne potesse fare a meno, ogni tanto. Invece.
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America 2. I giornali non riescono più a scuotere la gente (il Quarto Potere è bolso), e quanto alla televisione fa dormire. Il cinema invece divide, fa opinione e – dunque – democrazia. L’Ultima tentazione di Cristo ha messo all’ordine del giorno la questione del fanatismo “cristiano”. Farenheit 9/11 per poco non ha buttato giù un presidente. Kinsey ha imbestialito mezzo paese, ripiombato oramai (ma senza rock nè allegria) in pieni Anni Cinquanta. E in questi giorni Alexander the Great, col suo Alessandro bisex, sta riaprendo il “dibattito” sui gay, che ormai è arrivato a un passo dal triangolo rosa.
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America 3. Patriot Act. Legge con cui – con la motivazione della lotta al terrorismo – il governo può assegnare d’autorità la vigilanza degli aeroporti alle Famiglie siciliane come i Rendo.
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Chagall. Il violinista che suona, all’uscita del ghetto, per divertire i soldati. I soldati che lo ascoltano con un sorriso sprezzante e divertito. Alla fine: “Va bene, puoi andare. Schnell!”. Oh, come chiamerei tutto questo, se a farlo – nella vostra pazzia dimentica – non foste voi!
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Maramaldi. Vogliono espellere dall’Italia un rappresentante ufficiale del governo palestinese, un certo Ali Rashid. Costui – che ha rango diplomatico in Italia, e sia pure di una povera ambasciata – ha osato accusare di parzialità una giornalista italiana che si vanta di vivere in una colonia paramilitare nei territori occupati in Palestina. Queste colonie, gestite dagli integralisti “ebraici”, contrarie alla stessa legge israeliana, illegali sotto ogni punto di vista e “giustificate” con mussoliniani richiami alla Grande Israele, sono il principale ostacolo per la pace in Israele: l’esercito israeliano è costretto a difenderle con le armi, i terroristi palestinesi vi trovano il principale oggetto di propaganda. Non si contano – dall’una e dall’altra parte – gli innocenti ammazzati per colpa di questi fanatici senza coscienza. In queste condizioni, ovviamente, di informazione corretta non si può parlare nemmeno lontanamente: io avrei usato espressioni molto più dure di quelle di Rashid, ma costui è palestinese – e dunque perdente, e dunque di razza inferiore – e il giorno dopo la sua protesta dal palazzo hanno chiesto la sua espulsione per lesa maestà. Vergogna alla “giornalista”-colona, vergogna ai politici maramaldi, e vergogna a un paese che ha avuto i suoi esuli, e non sa rispettare quelli altrui.
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Nord e Sud. Fra tutte le città d’Italia Lecco – secondo Legambiente – è quella in cui viene maggiormente osservato il rispetto dell’ambiente. Reggio di Calabria quella in cui viene osservato di meno. Poveri perché barbari o barbari perché poveri?
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Moda. Dice che torna di moda la moda militare: ufficiale e gentiluomo. Deja-vu: ogni ventina d’anni il vestirsi dei giovani cambia di segno, dall’efebico al coatto e viceversa (e i colori: stiamo uscendo appena ora dal nero di massa). Da tempo immemorabile si va avanti così, signora mia: parrucche settecentesche e barbazze giacobine, John Wayne dopo Rodolfo Valentino e David Bowie dopo Mario Capanna. Niente di nuovo. La cosa preoccupante è che l’ufficiale und gentiluomo di cui sopra ha pochissimo di regio esercito e molto di masnada cosacca. Militarmente parlando, dopo il modello Rambo (successivamente concretizzato in Bosnia) adesso siamo al modello barone von Ungern e dintorni: dove lo metteranno in pratica, stavolta?
A parte questo, da un po’ di tempo – diciamo, da un paio di guerre mondiali in qua – la moda militare porta sfiga, anche quando è davvero bella. Il trench, tanto per dirne una, aveva i due anelli sul davanti perché, nell’Ur-trench originale, servivano per appenderci le bombe a mano (e difatti era nato come impermeabile da trincea). Così, la malinconia di Humphrey Bogart davanti al trimotore che si sta portando via la Bergman non è il solito spleen dell’innamorato deluso ma il cafard di colui che dentro una qualche trincea, prima o poi, ci dovrà tornare.
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Dal vasto mondo e dintorni. Schröeder pianifica un incontro con Bush per il primo trimestre del 2005. La visita è prevista per superare gli attriti causati dalla guerra in Irak, durante il secondo mandato di presidenza Bush. La Germania spera di ottenere un posto fisso nel consiglio dell’Onu e avrebbe studiato la formula di non aspirare al diritto di veto, che rimarrebbe dunque prerogativa delle cinque forze nucleari del pianeta: USA, Inghilterra, Francia, Russia e Cina.
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Sharm El Sheik. Si è chiusa la conferenza di pace che ha visto riuniti i rappresentanti dell’Unione Europea, dei G8, della conferenza islamica e della Lega Araba in cui è stato deciso di abbuonare l’80% del credito Iracheno dei tempi di Saddam, un gesto che dovrebbe garantire una maggiore sinergia mondiale, per arrivare alla pacificazione dell’Irak e ad elezioni universalmente accettate. Francia e Germania hanno aderito all’accordo.
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Jacques Chirac sarà in visita ufficiale da Gheddafi a Tripoli a partire dal 24 novembre, si tratta della prima visita di un capo di Stato francese in Libia dall’inipendenza del Paese nel 1951. Chirac è stato preceduto quest’anno dai capi di Governo di Inghilterra, Italia e Germania, in un anno in cui la riabilitazione del terrorista Gheddafi è stata comprata a suon di petroldollari alle famiglie delle vittime degli attentati orchestrati di Gheddafi in Francia, Inghilterra e Germania.
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I ministri della difesa dell’Unione Europea hanno deciso di dotarsi di tredici “gruppi tattici 1500”. Unità di combattimento che schierabili in quindici giorni e dislocabili ovunque nel mondo. Il progetto era stato concepito da Parigi e Londra e costituisce un primo nucleo di difesa comune europea.
(t.gand.)
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Spot. Per tutto dicembre in largo Grassi a Milano, viscino all’uscita Lanza del metrò, si terrà Piazze Solidali con associazioni, commercio equo e solidale, artigianato dal sud del mondo, libri, cd e lo sportello del volontariato.
Info: Acea 02.67574301
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Spot. Dal 5 all’8 dicembre, a Pitigliano (Grosseto), Settimo Festival di Cinema e Cultura Ebraica. Il programma 2004 avrà al centro la figura di Anna Frank, nella ricorrenza dei 60 anni del suo arresto nell’Alloggio segreto e dei 75 anni dalla sua nascita. Molti quindi i film dedicati a lei, fra cui il documentario “Cara Kitty” e soprattutto il trailer di “Cara Anne Frank – Il dono della speranza” che uscirà nel 2006.
Info: staff@pitifest.it
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Alessandro wrote:
< Non male l’idea dei leghisti: col sistema delle taglie si creano onesti posti di lavoro. Non ho vinto il concorso per bidello? Faccio il bounty-killer! L’unico problema è ancora l’assurda burocrazia necessaria per avere un’arma: liberalizziamone il mercato, con l’ottimo effetto, tra l’altro, di incrementare i consumi (di armi e bare) >
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Viviana wrote:
< Armati i cittadini e messa la taglia, a quando il linciaggio? E possiamo riattivare anche lo scalpo? >
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Pierfrancesco wrote:
< “Portare i pantaloni o fumare una sigaretta era ancora considerato disdicevole per una signora…”. Beh almeno in mezzo a tanta disgrazia una cosa gliela dobbiamo riconoscere, a quei tempi, il cancro ai polmoni e le malattie cardiovascolari erano un priviliegio tutto maschile… >
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surfer73@inwind.it wrote:
< Mi chiamo Cetty e leggo da un po’ la vostra e-zine. Sono siciliana, della provincia di Palermo e vorrei provare a lanciare questo sassolino nell’oceano di Intenet ma soprattutto delle coscienze di tutti e vedere quanti cerchi riesce a provocare. Sono una giornalista disoccupata, al momento vivo all’estero dove mi rifugio di continuo per non assistere allo sfascio etico-morale e materiale che incombe su quella mia maledetta isola. Ho un appello da fare, appunto, contro quello che chiamo il pizzo morale che giornalmente si paga non solo alla mafia ma anche e soprattutto alla mentalità mafiosa della classe politica e della cosidetta intellighenzia. Parlo della censura sui giornali di tutte le porcate che i partiti di centro destra stanno portando avanti indisturbati nei piccoli centri cosi’ come nelle grandi citta’, dove neanche i giornali di sinistra possono azzardarsi a denunciare piccoli e grandi misfatti. Dove per primi sono i direttori a censurare i giornalisti e a fare i servi dei padroni. Scrivo oggi, cercando di dar sfogo ad un dramma a cui assisto impotente da anni (da quando almeno sono in grado di comprendere qualcosa di politica e società) perché ho letto l’inchiesta di Gian Antonio Stella (forse l’ultimo giornalista libero italiano rimasto) sul nepotismo di Bossi che a Bruxelles ha fatto assumere il fratello e il figlio come assistenti accreditati e strapagati. Vogliamo alzare finalmente la voce e la testa e fare qualcosa? Perché non raccogliere denuncie dalle varie parti d’Italia e cercare di diffonderle presso l’opinione pubblica inerne e soporizzata? Io amo la mia isola e non la vorrei mai contaminata, la vorrei popolata di gente onesta, di giovani che lottano per la legalità, anzi no, che non debbano lottare per la legalità >
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carlo.ruta@tin.it wrote:
< Tre anni di lavoro informativo di “accadeinsicilia.net” hanno consentito di realizzare un archivio che conta oggi oltre duemila documenti, divisi fra letteratura civile, documentazione storica, inchieste, testimonianze, cronache, reportages. Si è cercato di fare informazione a tutto campo: da Portella della Ginestra agli intrighi della finanza nazionale. Vanno aprendosi falle di conoscenza importanti. Diverse persone stanno cominciando a testimoniare a viso aperto, con determinazione e a loro rischio, sui bubboni più o meno nascosti che da decenni corrodono la città di Ragusa: il deprimente stato della giustizia, le trame lobbistiche della Banca Agricola Popolare, il malaffare nelle istituzioni, gli insoluti del delitto Spampinato. Il muro atavico dell’omertà, fondato sull’intimidazione costante dei cittadini, comincia a incrinarsi. La reazione a tutto questo è rabbiosa e allarmante. Resisi conto infatti delle improvvise scoperture, i registi più o meno in ombra della città stanno usando tutti i mezzi perché venga ripristinato il silenzio. Viene addirittura chiesto al tribunale l’oscuramento di questo nostro sito. Si fa un uso palesemente distorto degli uffici giudiziari, vengono vilipese le persone che stanno testimoniando, si ricorre alla falsificazione, come se nulla fosse cambiato dall’età dei baroni, in spregio alla Costituzione della Repubblica, che garantisce il diritto di cronaca, la liceità della critica civile, la libertà d’informazione. Ovviamente, non ci si lascerà intimorire. Di ogni abuso verrà informata l’opinione pubblica. L’inchiesta continua.
Bookmark: www.accadeinsicilia.net
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Carlo, mi ricordo di te. Una decina d’anni fa mi hai chiesto un contatto con Michele Pantaleone per una tua inchiesta sulla mafia. In tutto questo tempo, a quanto pare, non hai cambiato stile, non hai fatto carriera, e ti sei meritato addirittura l’onore del bavaglio. Questo, per noi giornalisti, è l’esame vero. Bravo. (r.o.)
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Pindaros<pynd@eleutheros. el> wrote:
< Bellissima è l’acqua, risplende
fra le altre ricchezze, siccome
di notte una fiaccola, l’oro:
che cerchi, mio cuore, nel cielo
splendente un altro sole? o, fra le gare,
un’altra Olimpia? No, non ce ne sono:
di là gioiosamente il verso sbocca
dal cuore dei poeti, nel ricordo
di uomini e di dei, nella gloriosa
dimora scintillante di Gerone. >
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< È tardi per l’amore, anima mia:
giovinezza passò. Ma la luce
che splende nello sguardo di Teosseno
inonda il desiderio ad ogni cuore
che non sia di metallo. Ma Afrodite
occhiallegra mi sprezza e soffro invano >
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)