7 dicembre 2004 n. 260
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Impero parte seconda – La Svendita. Di negro, nei computer, una volta c’erano solo le scatole di metallo. Poi cominciarono ad esserci gli hard-disk. Poi un po’ di altri pezzi “semplici”, negli assemblati. Infine, qualche programma più elementare, in genere fatto apposta per essere venduto nei paesi sottosviluppati. Tutto il resto era rigorosamente bianco, tanto più bianco quanto più sofisticato. I processori, per esempio, erano rigorosamente americani. I software era scritto da Wasp, in California o a Seattle; rarissimi anche quelli scritti da europei (ai fini del presente articolo “i negri cominciano a Calais”).
Adesso, la situazione è la seguente: nei software, i programmatori non-bianchi eguagliano quelli americani (vedi la schermata iniziale di Photoshop). Linux l’ha inventato un finlandese, e lo gestisce una comunità internazionale. L’hardware, quando va proprio bene, lo fanno in Irlanda. Nei processori, Samsung (Corea) ormai è a pochi passi da Intel (Wasp). E il computer dei computer, l’Ibm, se lo sta comprando la Cina; un bel pezzo anzi sembra che se lo sia giù comprato. Poveri, poveri, poveri bianchi.
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Qualche anno fa successe qualcosa di egualmente interessante. In tutto il mondo viaggiavano mercanti dell’impero. La tecnologia però era greca (esperimenti col vapore già ai tempi di Eratostene), celtica (la botte per il vino), spagnola (la metallurgia avanzata) e cinese (beh, questa fino all’impero non ci arrivava: però i cinesi, già allora, avrebbero potuto fare sia i giornali che le armi da fuoco e se non li fecero fu solo per buon cuore).
Va bene, ma allora come faceva l’impero romano a fare l’impero? Beh, aveva due cose importanti. L’organizzazione aziendale, la corporation (loro lo chiamavano “diritto romano”, ma la sostanza era quella), eppoi i bombardieri e i marines. Questi ultimi non contano tanto per la tecnologia quanto per il modo di pensare, la “professionalità”, la ferocia e lo spirito militare. Il centurione romano, a parte Roma, non ce l’aveva nessuno. Questo permise all’impero di tirare avanti per un bel po’, unitamente alla spietata aggressività dei manager. Poi non bastò più. Il giorno che finì l’impero fu quello in cui semplicemente i barbari sgamarono la situazione.
Quanta nostalgia in tutto ciò. Il mondo che avrebbe potuto essere, e che non è stato mai. Cugnot sarebbe potuto nascere nel primo o secondo secolo avanti Cristo (o Pascal, o Descartes, o Elisabetta d’Inghilterra o lo stato moderno). Non lo fece solo perché a quel punto ne avevano spazzato via le radici: se hai – militarmente imposto – una schiavitù organizzata di migliaia di rozzi coloni nel latifondo, non hai alcun interesse a far ricerca scientifica per inventare, chessò, pompe idrauliche a vapore. Se politicamente riesci a tener buone le metropoli con giochi nel circo e squadre di pretoriani, perché dovresti perdere tempo a inventare l’urbanistica (come avevano cominciato a fare i greci) o la sociologia moderna?
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Ibm, nel bene e nel male, era il cuore dell’Occidente. Il pulsare dei suoi mainframe e dei suoi cervelli era l’equivalente silenzioso del fragore di Manchester o Sheffield, delle acciaierie, dei giganteschi telai dell’Ottocento. Poi venne Ford, con gli operai sempre più vigilati – dentro fabbrica – ma sempre più ben remunerati, affinché si trasformassero anche in consumatore. Poi vennero le grandi guerre dell’espansione, che furono le grandi guerre democratiche, contro i vecchi despoti e i re, perché il mercato arrivasse dappertutto. Poi l’età aurea in cui non restava che da gestire tutto ciò, ed essa durò ancora altri cinquant’anni. In tutto questo tempo, l’America non smise un attimo di innovare. Dalla chewing-gum al microprocessore, nuovi bisogni, nuove fabbriche, nuove produzioni. Ma…
Ma a un certo punto (finite le guerre puniche?) arrivarono i latifondi e la schiavitù. Innovare, insensibilmente, diventò obsoleto. Amministrare, gestire. Manager, non produttori. Ompero. Qualcun altro, alla fine, imparò a fare meglio i contenitori del vino e i processori. I Galli cacciarono dal mercato il Falerno. Una ditta cinese acquisì la divisione computer dell’Ibm.
Dove sono i manager dell’Ibm adesso? Sospesi nell’empireo, a venticinquemila piedi d’altezza, in un disco volante di cristallo dove non c’è più fumo industriale nè fragore. Da lassù fanno “consulting”, “on demand” e “servicing” agli altri dischi volanti come il loro. Giù, sulla terra, i negri freneticamente lavorano, da Helsinki a Canton. Essi non se ne accorgono nemmeno. Scrivono mirabolanti saggi filosofici che un giorno gli archeologi scaveranno nei siti dove sorgevano i giganteschi palazzi dell’impero.
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Padroni. Wal-Mart, in America, è il McDonald dei supermercati, è diffuso dappertutto e cambia letteralmente le città. Nel senso che dove arriva Wal-Mart crolla il tenore di vita: i prezzi di vendita sono bassi, ma bassissimi sono i salari dei dipendenti. E’ formalmente vietato aderire ai sindacati; non c’è assistenza, non ci sono contratti; siccome i dipendenti di Wal-Mart sono tanti, nelle zone dove s’installa la catena si crea un perverso effetto al ribasso del tenore di vita. Il mareting, tuttavia, è studiato su misura per degli acquirenti poveri; la povertà dei consumatori, in questo quadro, non è vista dall’azienda come un limite, ma come una caratteristica positiva da incrementare per quanto possibile. L’esatto opposto del capitalismo di Henry Ford, insomma: lui pagava molto gli operai, per metterli in grado di comprarsi le Ford e dunque di incrementare il mercato e i profitti. All’inizio del ciclo, insomma, i consumatori-lavoratori più erano ricchi e meglio era; alla fine del ciclo, più sono poveri (e dunque controllabili) e meglio è.
Va bene: la Wal-Mart, con la sua ideologia (di cui la destra moderna è una derivazione) si sono diffusi a macchia d’olio in tutti gli stati Uniti e via via in tanti punti diversi del pianeta. Finché è arrivata in Cina. In Cina però, appena i manager americani hanno cominciato a pretendere dai dipendenti la rinuncia al sindacato, subito sono intervenute le autorità. “Il sindacato socialista non si tocca!”. C’è stato un tira-e-molla e alla fine hanno ceduto i “padroni” (gli americani) e hanno vinto i “compagni” (i cinesi). Per la prima volta nella storia di Wal-Mart, hanno vinto i lavoratori. Evviva.
Ahimè: il sindacato cinese da molto tempo non è più un sindacato ma semplicemente una polizia. I dirigenti “comunisti” si sono incazzati coi manager perché volevano essere loro, e non i manager, a controllare (e reprimere) gli operai. E’ il modello cinese. Che, da un punto di vista formale, è assolutamente ortodosso: c’è il partito, ci sono le bandiere rosse, c’è il “socialismo” e non comandano gli sporchi manager dei “padroni” bensì i valenti amministratori dello Stato. Il sistema funziona: la Cina ormai è un concorrente serissimo in tutti i campi e, a differenza della smandrappata Russia sovietica, rischia di raggiungere veramente gli americani in tutti i campi. E senza rinnegare niente, restando categoricamente “comunisti”.
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Nelle stesse giornate in avvenivano tutte queste cose, quasi duecento minatori morivano intrappolati in fondo a una miniera di carbone. Causa della sciagura, come sempre, le insufficienti misure di sicurezza. Nessuno sa quante siano le sciagure minerarie in Cina. Si parla di migliaia di morti all’anno. Ma l’informazione su ciò, come su ogni altra cosa che avviene nel paese, è rigidamente controllata dal governo.
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Quando è cominciato tutto questo? C’entrava già Mao? Niente a che fare con noialtri, con la Tatcher, con Tanzi, con Berlusconi? Si sono “evoluti” (diventando “capitalisti” e dunque “tradendo” il “comunismo”) o semplicemente il “comunismo” non è che una veste specifica assunta dai manager “capitalisti” in certi casi?
Vedete quante virgolette? E’ che le parole che abbiamo sono davvero troppo vecchie, bisognerebbe reinventarle pazientemente una per una. Le cose, invece, non sono vecchie affatto, ci stanno succedendo sotto il naso – e non solo in Cina. Ma non abbiamo neanche le parole per comprenderle, per rendercene conto *ora*.
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Ventennali. Cos’è Cernobyl lo sapete. Cos’è Bhopal invece no. A Cernobyl i “comunisti” hanno ammazzato un sacco di gente con la centrale nucleare. A Bophal i “capitalisti” ne hanno ammazzato altrettanta con la diossina. Chiedetevi perché si parla dell’una e non dell’altra. Chi decide sulla memoria, e di chi è.
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Che ti dice la patria. Al giudice: “Zitto tu, bestia! D’ora in poi, altro che indipendente! Hai finito di fare giustizia a modo tuo!”. All’imputato: “Eccellenza, io ho grande stima per Lei… Mafioso Lei? Ah ah! Questo lo possono dire solo quei pirla di giudici… Stia tranquillo…”.
(Non so: si potrebbe almeno evitare di fare film su Borsellino?)
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Nostalgia. La Domenica di Repubblica, coi suoi paginoni a colori (ma perché mancano Beltrame e Walter Molino?) e la sua rassicurante citazione, fin nei caratteri tipografici della testata, della vecchia Domenica del Corriere. Bei tempi, quando i politici coi mafiosi ci parlavano solo di nascosto e il ceto medio se ne andava orgogliosamente a spasso con la sua Domenica sotto il braccio e i sudati risparmi investiti in Fiat, Snia Viscosa e Assicurazioni Generali.
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Orgoglio. Ripartono le due Simone, ritornano a lavorare. Le salutano con affetto i poveri e gli italiani. Le guardano con invidia stizzosa tutti gli altri. Al Ministero della Propaganda i giornalisti compitano i doverosi editoriali contro di loro. Poi tornano a lavorare a manifesti e proclami e – nel tempo libero – a guardare la cacca dei cavalli che allevano come hobby da signori.
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Delusione. Per “scherzo”, alcuni ecologisti inglesi hanno messo in giro la falsa voce che la Dow Chemical avrebbe risarcito le famiglie (migliaia e migliaia) degli abitanti ammazzati in India da una loro nube di gas velenoso, vent’anni fa. Esultanza fra le famiglie. Poi la Bbc ha smentito tutto.
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Quarto Stato. “Hanno attraversato la città fino a piazza Venezia, chiedendo i diritti civili”. “Emigranti, da tutta Italia/ migliaia in corteo a Roma”.
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Triumvirati. Cesare, Pompeo e Crasso. Lepido, Marc’antonio e Ottaviano. Tremonti, Dell’Utri e Scajola: Questi sono scespiriani. La Russa, Alemanno, Matteoli: questi so’ de l’Ambra-Jovinelli.
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“Honorable”. Petizione al Congresso degli Stati Uniti: “He should be returned to his unit or be given an honorable discharge” (“Bisogna farlo tornare alla sua unità o concedergli un congedo onorato”). Si parla del marine filmato mentre ammazzava un prigioniero iracheno ferito.
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Statistiche 1. L’Italia è il terzo paese del mondo (dopo Giappone e Inghilterra) per gioco d’azzardo. Prevalenti Superenalotto e Lotto.
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Statistiche 2. L’Italia è l’ultimo paese industrialeizzato d’Europa per lettura di libri. Quasi un quinto dei laureati non le negge mai.
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Si avvicinano le elezioni in Portogallo. Il presidente socialista Jorge Sampaio ha deciso a sorpresa di sciogliere le camere, mettendo fine alla crisi che minava il Governo di centrodestra. Secondo un sondaggio oltre il 55 per cento degli elettori considera che il bilancio del Governo del dopo Barroso, sia stato negativo e in effetti da quando Barroso ha dovuta lasciare l’incarico di primo ministro per succedere a Prodi alla guida dell’UE, il Governo è stato accusato dall’opposizione prima di voler porre sotto il proprio controllo diversi media poi di avventurarsi in misure legislative di pura facciata, senza portare a termina alcun progetto. [t.gand.]
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Si avvicinano le elezioni in Palestina. Maruan Barghuti conferma la propria candidatura. Barghuti è condannato dalla giustizia israeliana a diversi ergastoli. Si sa, siamo in guerra e dei tribunali di guerra c’è poco da fidarsi, una cosa però si può dire Barghuti non è un moderato, la sua candidatura spacca l’elettorato palestinese tra chi vuole la pace e chi vuole continuare a lottare. Barghuti gode però di enorme credito per aver denunciato la corruzione di Arafat e del suo entourage e questo nel 2002, molto prima che il caso scoppiasse l’anno passato. Intanto Sharon ha perso l’ultimo alleato di governo, lo Shinui il partito laico e moderato d’Israele, che è uscito dall’esecutivo rifiutandosi di votare la finanziaria perchè non condivideva gli appoggi economici concessi agli ultraortodossi. Sharon, che sta aspettando i risultati delle elezioni palestinesi per iniziare una contrattazione sull’evacuazione della striscia di Gaza (già approvata dal parlamento), si vede così costretto a cercare un’alleanza con la sinistra. In qualche mese Sharon ha cambiato una decina di ministri e anche il suo partito, il Likud, è profondamente diviso sul progetto di smantellare le colonie della Striscia di Gaza. Tuttavia Sharon continua a sembrare l’unica figura politica israeliana in grado di ottenere un consenso abbastanza largo per continuare sulla strada intrapresa. [t.gand.]
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Si avvicinano le elezioni in Irak. Gli USA portano gli effettivi militari alla cifra record di 150 000 uomini (Pentagono 1.12.04). [t.gand.]
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Cronaca. Brescia. Liberati da un blitz dei carabinieri cinquanta Bambin Gesù di legno, cera, gesso e cartapesta. Da parecchi giorni si trovavano nelle mani di misteriosa organizzazione, capeggiata da una donna chiamata “La Collezionista” che si proponeva probabilmente di sabotare la celebrazione delle prossime festività natalizie. Restituiti ai rispettivi parroci, tutti i Bambini Gesù sono prontamente tornati al loro posto. “Il Natale – hanno annunciato le Autorità – proseguirà regolarmente anche quest’anno”.
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Cronaca. Roma. Nessun ferito nel (parziale) crollo del Parlamento verificatosi domenica in piazza Montecitorio. A causa della giornata festiva, il tratto fra Parlamento e Governo era – contrariamente al solito – poco affollato e la pesante trabeazione di marmo si è schiantata sul marciapiedi causando molto fracasso ma nessun danno alle persone.
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1a0@libero.it wrote:
< Ti ringrazio per averci/mi raccontato la storia di Marco Benanti, davvero triste. Come han fatto tutti, o quasi. Lui invece no, testardamente ha detto NO. La sua libertà, il suo orgoglio e la sua professione, quella che nessun ordine insegna, non glielo hanno permesso. In questa nostra terra non ci si sorprende più di nulla, purtroppo. Sono tempi difficili da queste parti, si vive ogni giorno con quella normalità che vogliono farci credere. C’è la povertà dilagante, c’è l’individualismo e l’indifferenza, la criminalità oltre alla rediviva mafia. Volevo però esprimerti una sensazione, permettimi. Nella descrizione di Marco pare che tu stia rivivendo, in qualche modo, la tua storia. E’ come se ritornassi indietro nel tempo per dirci “nulla è cambiat””, in questo caso, a Catania. Ora come allora comandano gli stessi con il silenzio di chi dovrebbe obiettare, anche a sinistra. Allora ti chiedo, a parte il democristiano Bianco, ma come mai una Finocchiaro o un Claudio Fava (che ha raccolto più di 200.000 mila voti) non hanno mosso un dito? Come mai una certa sinistra sta sempre più in silenzio? >
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Boh.
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Benito D’Ippolito <nbawac@tin.it> wrote:
Uomini e tigri
< Tu chiudi uomini in gabbia,
ed essi diventano tigri >
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Il chiasso
< Nel chiasso in cui tutti hanno ragione
resto in silenzio e il mio silenzio dica
la colpa che io sento e che non sentono
tutti coloro che di ciancia colmano
il vuoto nel mondo lasciato dagli uccisi >
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In memoria di Dietrich Bonhoeffer
< Quando impiccarono Dietrich Bonhoeffer
dal cielo si sentì come un sospiro
profondo.
Il buon Signore aveva perso un forte
e buon compagno, e ne gemeva triste.
All’ora nona si rirallegrava
il cielo tutto
ché Dietrich Bonhoeffer
compiuta la sua corsa era tornato
infine a casa.
E voi miei cari a cui qui intorno al fuoco
in questa veglia io riracconto ancora
la storia vera e la vera leggenda
del buon Dietrich Bonhoeffer, resistete
come lui resistette.
E non crediate
che non ha senso questo nostro esistere
resistere, cercare, accarezzare
lottare per la vita e la giustizia >
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)