27 giugno 2005 n. 290
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Volete un elenco di sospetti terroristi? Eccolo. Nania Domenico (era un capo di Ordine Nuovo), Berlusconi Silvio (stava nella P2), Rutelli Francesco (stava coi radicali amici dei brigatisti), Andreotti Giulio (s’incontrava con Spatola), Cossiga Francesco (difendeva i gladiatori). Io non dico che siano loro a mettere le bombe, però siccome lo sbirro volendo lo so fare anch’io, così senz’impegno gli metterei il telefono sotto controllo, li pedinerei con discrezione, vedrei a chi scrivono… insomma devo essere io a suggerirvi il mestiere?
Questo naturalmente sempre facendo salvi i loro diritti, visto che anche loro sono cittadini, e soprattutto senza rompere le scatole a tutti gli altri di An o a tutti gli altri di Forza Italia o a tutti gli altri ex dc o a tutti gli altri amici d’infanzia di Marco Pannella. Infatti una cosa sono le idee politiche e una cosa sono i reati che uno può fare. E io, che sono un poliziotto serio e rispettoso della legge, distinguo fra le due cose.
Stiamo parlando dell’inchiesta sugli “anarchici insurrezionalisti”, o roba del genere, che sta via via coinvolgendo tutti gli anarchici, tutti gli amici degli anarchici e infine tutti i frequentatori dei siti come inventati.org, in cui la polizia ritiene che ci sia *una* casella di posta di *uno* di loro e per accertarlo ha messo sotto controllo, illegalmente, circa trentamila persone che scrivevano, partecipavano ai forum, ecc. Questo per un anno di seguito, e con la complicità – illegale – del provider aruba.it (ma io non prenderei per provider uno che si chiama “a ruba”). E nel silenzio più assoluto di tutti coloro che sono garantisti quando si tratta di garantire Provenzano o Dell’Utri ma non quando da garantire ci sono normali cittadini. Se in Italia ci fosse ancora un Garante per la Privacy non c’è dubbio che sarebbe intervenuto. Ma evidentemente, quand’è finito il periodo di Rodotà, hanno mandato a casa lui, hanno chiuso a chiave l’ufficio e hanno gettato via la chiave.
E’ una storia cinese, o americana. E’ esattamente quel che dicevamo l’altra settimana, le mani del potere sul web, l’abolizione dei diritti. Dici: ma se non hai nulla da nascondere, che te ne frega? Beh, è esattamente quel che diceva l’on. Hermann Goering, quando fu nominato ministro dell’interno e qualcuno obiettava contro la sua schedatura dei “sovversivi”. Poi con gli anarchici, in particolare, lo Stato italiano ha un debito che risale a Pinelli e Valpreda e che potrebbe indurlo a essere un po’ meno maleducato nei confronti degli anarchici sopravvissuti. E gli anarchici bombaroli? Se li prendete, in galera: ma io in vita mia ho conosciuto un sacco di “sovversivi” con tanto di a anarchica e tutto il resto (tipi come Ventura o Merlino) che poi risultavano sul libro paga di gente molto più ufficiale e perbene.
Info: www.autistici.org/ai/crackdown
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Pane e cicoria. I consumi sono diminuiti, dice l’Istat, di circa il quattro per cento. All’interno di questo dato, ci sono alcuni sottodati spaventosamente fuori dal tempo. Fra l’aprile dell’anno scorso e l’aprile di quest’anno, per esempio, i consumi per spese alimentari al Sud sono diminuiti dell’ *undici virgola nove per cento*. Ottocento. Il Sud, a sua volta, comprende sia zone relativamente prospere come Puglia o Abruzzi che zone più marginali come la Calabria; e, all’interno di queste, sacche di sottosviluppo ulteriori. Una parte delle famiglie italiane, insomma, una minoranza non trascurabile, nel giro di un anno ha mangiato un quinto o anche un quarto in meno dell’anno prima. Un’altra minoranza ha continuato a vivere nel mondo, per tutti gli altri fasullo, della tv. La maggioranza ha fatto altri debiti, ha stretto la cinghia e ha aumentato le puntate al superenalotto. Tutta la politica andrebbe letta a partire da questo. La strategia più diffusa è “Mangino delle brioches”. Oppure: “Lasciate che la mafia divori il sud. Qualche briciola per noi politici resterà pure”.
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Lettres persianes. Anche il popolo iraniano quanto a maturità non scherza. Ha eletto a gran maggioranza il candidato indicato dal Sacro Collegio (tale Ahmadinejad: ma non gli potrebbero dare nomi più cristiani, tipo Rutelli o Pera?), ha mandato a quel paese i timidi “riformisti” frequentatori della Teheran-bene, ha menato per soprammercato un po’ di studenti contestatori (ma senza sbatterli poi a Bolzaneto: c’è un limite a tutto) e ha festeggiato in piazza con cortei e camicie verdi, che lì sono guardie islamiche e non padane. Ahmadiroli è stato eletto soprattutto grazie alla campagna contro la delinquenza (“Tagliamo le mani ai ladri! Castriamo gli stupratori!”) che da qualche tempo turba quel felice paese. Gli iraniani più acculturati ci sono rimasti un po’ male, non immaginando che le idee brianzole potessero un giorno spandersi anche nella civile Persia. Comunque l’ayatollah von Babà, che è un moderato, ha rassicurato il presidente laico Azel Champallà che la Chiesa tollererà la presenza dello Stato, purché beninteso quest’ultimo se ne stia al suo posto e non sia invadente.
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Marketing. Tokio. Si chiama Gennaro Esposito il nuovo supermegamanager della Sony, la multinazionale nipponica dell’elettronica di consumo. La marketing strategy del nuovo Ceo è basata su una innovazione rivoluzionaria, il “customer tricking”, già sperimentato con successo a Forcella. Funziona così: si offre al cliente, a basso prezzo, un apparecchio elettronico elegantemente confezionato; nella confezione però, invece dell’apparecchio in questione, si mette un device di minor valore, tipicamente un mattone. La differenza fra il costo di quest’ultimo e la somma versata dal cliente costituisce l’utile aziendale. La Sony, così, ha già messo in vendita dei “Cd” che in realtà non sono affatto Cd ma dei simil-Cd riversabili solo tre volte. Il cliente viene “avvertito” con una scritta in caratteri piccoli, possibilmente in giapponese, e il gioco è fatto. Per differenziarsi dagli originari datori di lavoro di Mr Esposito, il Creative Imaging Office della Sony ha già inventato una giustificazione: è per difendersi dai truffatori.
(Se questa piccola storia, come faccio spesso, la mettessi su un Cd insieme ad altre – tutte scritte da me – e ve le regalassi, dovrei pagare una tangente di cinquecento lire al cugino di Mr Esposito, don Pasquale Esposito detto O’ Gratta-Gratta, che è presidente della Siae la quale prende un “contributo” di un quarto d’euro sul prezzo di ogni Cd vergine messo in commercio in Italia. Misteri del marketing).
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Pera. Un personaggio del Codice da Vinci.
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Un paese senza. Su Repubblica, che la pubblica chissà perché nella pagina delle lettere, la seguente piccola storia avvenuta a Firenze. Un prete s’introduce in una casa di riposo e, a insaputa dei parenti, dei medici di chiunque altro, “converte” un vecchio paziente, novantenne, di religione ebraica. Gli fa firmare una dichiarazione d’abiura dall’ebraismo e se ne tutto felice. I parenti, quando lo sanno, fanno una lettera al vescovo – che però non risponde. Gli ultimi casi di conversione *forzata* dall’ebraismo al cattolicesimo nello Stato Pontificio (quello di allora) risalgono a fine Ottocento; ma ancora l’anno scorso illustri autori “cattolici” (ad esempio Mortara) difendevano queste pratiche con l’argomentazione del pro bono animae.
Se fossimo in un paese civile, e non lo siamo, il prete sarebbe già in galera e il suo vescovo, in piedi di fronte al prefetto, dovrebbe dimostrare la propria eventuale estraneità al reato. Ma siamo dove siamo, ed è già tanto che un episodio del genere venga pubblicato, parlando d’altro e con pochissimo risalto, su una pagina interna di un giornale “laico”.
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Cosa vale di più. “In nome del diritto a salvare la vita dei nostri cittadini” il governo brasiliano ha deciso di non rispettare i brevetti delle multinazionali farmaceutiche, e di produrre direttamente e a basso prezzo i farmaci salva-vita che quelle vendono invece a carissimo prezzo. Il provvedimento riguarderà subito il Kaletra, un composto anti-Aids prodotto finora solo dalla Abbot. Può darsi che l’esempio del Brasile sia seguito dai governi di altri paesi in cui i “diritti” delle multinazionali valgono attualmente di più della vita dei cittadini.
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Mafia. Sequestrati dalla Finanza immobili e denaro per oltre un milione di euri a Filippo Aiello, genero e braccio destro dell’imprenditore mafioso Gaetano Graci.
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Economia. Rinviati a giudizio per usura dalla Procura di Palmi 41 dirigenti di Antonveneta, Banca di Roma, Monte dei Paschi , Banca Nazionale del Lavoro, Banca Regionale Calabrese e Carime. Fra loro Geronzi di Capitalia, Abete della Bnl; Marchiorello e Ceola dell’Antonveneta e Fabrizi, del Montepaschi. L’inchiesta è nata da un esposto relativo al fatto che le banche in questione applicano al Sud, e in particolare in Calabria, tassi d’interesse più alti che nel resto del Paese.
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Segreti. Tredici agenti segreti americani ricercati dalla polizia italiana, su ordine della Procura di Milano, per avere rapito su territorio italiano un egiziano che poi, trasportato all’estero, è stato torturato e fatto sparire. Si sospettano possibili complicità di “basisti” italiani. Il caso Calipari ovviamente non c’entra. Però si capisce meglio alla luce di questo.
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Inganni. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi avrebbe tempo addietro ingannato i Reverendi Padri del Collegio dei Salesiani, con cui era in rapporti professionali, dichiarando loro che sarebbe rimasto in casa a studiare mentre invece era dedito a perpetrare i reati di affissione clandestina e oltraggio a Capi di Stato Esteri (in f.s. il signor Dugashvili Giuseppe, predecessore dell’attuale signor Putin). Il reato, secondo le stesse ammissioni del Berlusconi, non sarebbe stato portato alle estreme conclusioni solo per l’intervento di alcuni volenterosi cittadini, che l’avrebbero anche aiutato a scendere dalla scala su cui s’era posto per condurlo a termine. E’ il primo caso conosciuto di violazione della legalità da parte del signor B. e anche l’ultimo che, sia pure a distanza di 57 anni, egli abbia onestamente riconosciuto.
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Libertà 1.Ancora censura su Mare Nostrum, il documentario di Stefano Mencherini sulla drammatica situazione degli emigranti in Italia e sul dramma dei centri come quello (il Regina Pacis) di don Cesare Lodeserto. Censura bulgara anche sullo sciopero della fame di protesta del regista, e su quello dei numerosi intellettuali e operatori di pace che, a staffetta, si sono uniti a lui.
Info: www.stefanomencherini.org
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Libertà 2. Il portavoce degli indios messicani, Marcos, prevede un attacco a breve delle forze governative contro i pacifici insediamenti indi nel Chiapas. Per questo motivo gli organi di autogoverno delle comunità indigene hanno invitato ad allontanarsi i volontari civili presenti sul posto nel quadro dei vari progetti di sostegno sociopolitici promossi dalle comunità stesse.
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Libertà 3. Bloccati con un escamotage del governo diversi concorsi per magistrati che avrebbero dovuto produrre alcune centinaia di nomine, fra cui quella – temutissima – di Caselli all’Antimafia. Si va verso la paralisi della giustizia, già ora senza mezzi, col risultato di lasciare l’Italia in mano alla delinquenza organizzata da Scampia a piazza Colonna. I giudici, molto moderatamente, si sono limitati a proclamare un banale sciopero di protesta invece di invocare le Nazioni Unite o la rivoluzione.
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Razzismo. In provincia di Varese, a gennaio, una donna è stata violentata dal suo datore di lavoro. A giugno, un ragazzo è stato sequestrato, con l’aiuto di complici, da un rivale in amore, e violentato anche lui. Poi ci sono i satanisti. A questo punto bisogna castrare tutti i varesotti o solo quelli “irregolari”?
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Tentazioni. Lettera aperta (su MicroMega) di Flores e d’Arcais al cardinal Ruini sulle “tentazioni antidemocratiche della gerarchia ecclesiastica”. Antidemocratiche? Al contrario: la gerarchia ecclesiastica ha accettato una dopo l’altro la liceità del diritto di voto, una moderata libertà d’informazione, la tolleranza verso la religione ebraica, il governo del Lazio affidato ai laici e non necessariamente ai cardinali, il riconoscimento (a pagamento) dell’Italia, l’abolizione della pena di morte per gli scienziati autonomi e per i gay: il tutto nel giro di pochi decenni. Di questo passo, arriverà anche a riconoscere i diritti civili alle donne e forse addirittura qualche forma rudimentale di democrazia. Tentazioni democratiche, insomma: anche se ufficialmente (vedi Sillabo) troppa democrazia è peccato.
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Curzi. Molla Liberazione, entra nel CdA “bipartizan” della Rai, se ne fotte delle censure su Marenostrum e gli immigrati, fa assumere Diaco. Brutta la vecchiaia.
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Cavalleria. Il maestro d’armi Renzo Musumeci Greco ha lanciato una sfida alla spada all’ambasciatore finlandese a Roma per difendere “la reputazione del nostro amato leader Silvio Berlusconi”. Berlusconi, come si ricorderà, era stato coinvolto in una equivoca relazione con un taglialegna finlandese, tale Tom of Finland, spiegando poi di averlo fatto solo per fare assegnare un centro internazionale alla città di Tanzi (una sua precedente amicizia). In Finlandia, dove la distinzione fra vita privata e le funzioni pubbliche è piuttosto sentita, ne è nato uno scandalo, che per ovvi motivi di opportunità i giornali italiani hanno preferito edulcorare sostituendo una signora all’aitante boscaiolo.
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Una giornata particolare. Un paio di mesi fa avevano fatto una legge (più o meno il vecchio testo Unico di Pubblica Sicurezza) per obbligare i portinai a “riferire ogni circostanza utile alla prevenzione e repressione dei reati”, cioè a fare la spia, come negli Anni Trenta. Adesso arriva il Partito Unico e, all’interno del partito unico, una chicca: il vecchio “fiduciario di fabbricato”, quello che organizza le riunioni dei camerati, avanguardisti e Giovani Italiane del caseggiato, denuncia eventuali scritte sovversive in cortile, vigila sulla compattezza politica degli inquilini e, in caso di guerra, provvede alla vigilanza antiaerea e alla “ordinata evacuazione negli scantinati”.
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Cronaca. Roma. Pericolosa organizzazione di ladri di biciclette sgominata dai Cc della Compagnia di P.zza S.Lorenzo in Lucina. I militari, dopo lunghe indagini, hanno accertato che i velocipedi, razziati col favore delle tenebre lungo le stradine del centro, venivano caricati su un autocarro adibito al trasporto di frutta e ortaggi per le botteghe cittadine. Una volta terminato il “carico”, il mezzo si dirigeva verso la base operativa della banda, sita in un garage ubicato nella cittadina di Fondi (Roma). Ma i carabinieri, dopo aver lungamente pedinato l’autoveicolo, hanno infine interrotto il losco traffico, assicurando alla giustizia i malviventi.
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Cronaca. Roma. Cesare Ciavarella, 45 anni, operaio disoccupato, per mantenere la moglie malata (abitano in uno scantinato) accetta di lavorare senza contratto per una ditta di manutenzione. Lo mandano a riparare il quadro elettrico della piscina di uno dei club più esclusivi di Roma, alla Farnesina. La rete è tenuta male, e Ciavarella d’altra parte non è un elettricista. Parte una scarica e ci resta fulminato. “Non lavorava per noi, stava solo facendo dei lavoretti a titolo d’amicizia” ha detto ai carabinieri il padrone della ditta.
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Cronaca. Lecco. Giovane padano uccide a coltellate la nonna per denaro. Pavia. Giovane rumeno salva lombardo finito con l’automobile nel canale. Civitavecchia. Badante rumena violentata e rapinata di 200 euri dal figlio dell’anziana assistita, un italiano. Milano. Albanese cattura bandito (italiano) che aveva appena fatto una rapina. E ora basta con tutte queste cazzate.
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Spot. Premio Co-scienze per la drammaturgia scientifica a “Lotteria nucleare” di Francesco Feola. “Intensi contenuti drammaturgici e una qualità di scrittura fluida, capace di stemperare la serietà dell’argomento – i problemi della contaminazione e del rischio in centrali nucleari poco sicure come Cernobyl – in un’ironia lieve e corrosiva, cifra dei dialoghi e del monologo interiore del protagonista: un ingegnere nucleare italiano, scapolo incallito e un po’ cinico, che subirà un’inattesa “metanoia” dopo una missione che gli cambierà per sempre la vita. Il collegamento alla scienza diventa così un basso continuo ma anche un pretesto per andare oltre, al cuore della sostenibilità non solo dell’ambiente, quanto delle relazioni umane, con un finale spiazzante che merita una messa in scena con un protagonista di calibro ed una regia adeguata”.
Info: www.lenuvole.com
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Persone. Giuseppe Montana, commissario di polizia,ucciso dalla mafia a Palermo il 28 luglio 1985. Era uno dei due poliziotti di cui Cosa Nostra aveva più paura (l’altro era Ninni Cassarà, ucciso poche settimane dopo) e giustamente, perché senza di loro i nostri giudici sarebbero rimasti senza braccia per lottare. Con Montana, Cassarà, Antiochia, Borsellino, Falcone e gli altri, la mafia era andata vicinissima a essere distrutta. E’ stato necessario tradirli, per salvare Cosa Nostra. Perché non è affatto vero che il potere mafioso è invincibile, e quegli uomini l’hanno dimostrato. Non dimentichiamoci mai di loro, che hanno combattuto per il popolo e aspettano che la loro lotta vada avanti.
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Un anno dopo la morte di Montana, il quotidiano di Catania La Sicilia si rifiutò di pubblicarne il necrologio perché conteneva parole “offensive” per la mafia. Ricordo con precisione il momento in cui il padre di Montana denunciò pubblicamente questo. Eravamo davanti alla lapide di Giuseppe Fava, il 5 gennaio, fra quel centinaio di antimafiosi che non mancavano mai, in quegli anni bui, di riunirsi ogni anno a dare testimonianza. Ricordo quel piccolo uomo anziano e dignitoso che senza alzare la voce raccontava di ciò. Solo alla fine l’emozione e il dolore gli fecero incrinare la parola. Ricordo noi compagni che lo ascoltavamo in silenzio, col cuore stretto, pensando alle cose da fare.
Adesso il padrone di quel giornale, Mario Ciancio, sta chiedendo finanziamenti alla regione siciliana. “Voglio provvedimenti forti per l’editoria – ha detto – La regione deve fare una legge per portare nelle scuole i miei giornali”. Di molte cose vergognose che ho visto in tanti anni in Sicilia, poche sono più vergognose e sfrontate di questa. Nelle scuole siciliane, dunque, bisognerebbe insegnare ai ragazzi ad essere vili, a non “insultare” la mafia e a tradire i morti. Portando ad esempio esattamente quel giornale che non ebbe neanche il coraggio di scrivere “ucciso dalla mafia”. Non ci sono parole.
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Come non ce ne sono per commentare la promozione di un uomo come Alessandro Perugini, fotografato a Genova mentre prendeva a calci in faccia un ragazzino di quindici anni gettato a terra. E uno così sarebbe un “poliziotto”? Come chi ha combattuto la mafia a rischio della vita? “Italia, Italia… Quanta ingratitudine nel tuo nome, quanta miseria, e quanto debito per l’avvenire”.
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Giancarlo wrote:
< Il nostro Presidente del Senato presentando il libro dell’ex cardinale Ratzinger (diventato nel frattempo il n.1 di uno Stato confinante con quello italiano) scrive nell’introduzione che gli aborti (previsti dalla Legge dello Stato Italiano) sono dei “piccoli omicidi commessi dagli adulti”. Nell’attesa che qualcuno dell’opposizione abbia uno scatto d’orgoglio e se ne fotta una volta tanto di rischiare di perdere mezzo voto cattolico, vorrei formare con chi ci sta un comitato per la difesa della Legge sull’aborto il cui primo atto sia accogliere il maggior numero di donne e uomini che hanno beneficiato e vorranno poter beneficiare in futuro di questa legge e dare mandato ad avvocati giusti di querelare il sig.Marcello Pera ed il sig. Joseph Ratzinger per calunnia, avendo chiamato “assassini” persone che si sono avvalse, nei limiti previsti, di una Legge dello Stato >
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mimmolombezzi@fastwebnet.it wrote:
< Nuovi format: “L’Isola dei laicisti”. La conduzione una volta tanto non sarà affidata alla solita coscialunga che seduta sulle sue opinioni tracima tette e sorrisi ma a una voce off, calma, profonda paterna un po’ lontana e soprattutto tedesca. Lo scenario sarà un’isola dell’Adriatico un po’ brulla con una collocazione indefinita a metà fra Otranto e il Bosforo. E’ il contesto del nuovo format che inoltrerò al Dott.Cattaneo prima che la banda dei pane&cicoria gli ciuli la poltrona a favore di qualche relitto del comunismo polpottista.
L’”Isola dei laicisti” farà un botto di ascolto:
– perché i “laicisti” non dovendo difendere un’immagine pubblica di monogamia e castigatezza potranno portare sull’isola e dentro il CPC (centro di permanenza cablata) delle belle ragazze che alzano l’audience a tutti, credenti e non. I detenuti però non potranno toccarle (niente scopate in diretta come nel GF!)
– perché sarà il primo reality che rappresenta davvero la realtà dell’Italia: un’isola laica circondata dall’oceano degli embrio-con e degli atei-clericali.
L’Istituzione in cui saranno chiusi i “laicisti”sarà una via di mezzo fra Pianosa e un girone Dantesco. Un reparto di punizione simile al “boicot” di Goli Otok o alla sezione “A” di Guantanamo ospiterà gli Atei, abbigliati con le caratteristiche tute arancioni (pensate che hanno ancora un sito e venerano Giordano Bruno)
L’evento del reality , che verrà raccontato dalla voce-off, sarà il ravvedimento e la conversione dei reclusi, specie di quelli che appartenevano al jet set di quella scienza ancora convinta che il mondo sia nato da un’esplosione >
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Luigi F. wrote:
< Ho letto il suo articolo del 7 giugno sui ragazzi di Capaci che organizzano, nei fatti, una efficace lotta contro la mafia.
Sono d’accordo che va fatta una critica radicale alla politica anche dei Partiti di sinistra; ma senza cadere nell’indeterminato, perché sarebbe non vero e sbagliato, e senza assumere o, peggio, alimentare una posizione di qualunquistico distacco dalla politica >
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Vuole avere la cortesia di specificarmi quando esattamente ho fatto critiche “indeterminate” ai “Partiti” di sinistra o a chicchessia? Sono nella sinistra da trentott’anni e faccio questo mestiere da più di venti. Adesso, ad esempio, Le scrivo qui su questa e-zine e non sul mio giornale, i Siciliani perché quest’ultimo, pur essendo economicamente sano e professionalmente valido, venne “scaricato” dalla Lega delle Cooperative (a cui pure era affiliato) che preferì, in Sicilia, fare affari con i Cavalieri del lavoro che noi denunciavamo. Chieda particolari su questa storia all’on.le Lanfranco Turci, a suo tempo responsabile della Lega delle Cooperative, ed eviti per l’avvenire di rivolgermi critiche indeterminate e qualunquiste.
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dinamitebla@inwind.it wrote:
< Alessandra parte, a parer mio, da un presupposto completamente sbagliato, dando per scontato che il fronte antiastensionista coincidesse con il fronte del sì. Non avevo firmato per il referendum, ma sono antiastensionista per vocazione, e se ho votato quattro sì è stato solo per il disgusto provocatomi da chi ha fatto di vigliaccheria e irresponsabilità arma: un attimo prima di impugnare la matita puntavo al pareggio delle mie schede, due sì e due no, e non per par condicio, ma per convinzioni personali. Ma, come si dice, non esistono atei in trincea… >
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stefanococchia wrote:
< “In buona sostanza, la loro totale mancanza di autocritica vuol farmi intendere che sono libera e civile solo se la penso come loro. Vuol dire che sono donna pensante solo se penso come Ferilli e Lella Costa…”. Cara Alessandra, mi dispiace, ma le cose non stanno così. Sei libera e civile quando ti esprimi, non quando taci. Hai taciuto credendo in questo modo di esprimere un’opinione ma la tua astensione non ha prodotto esclusivamente il mantenimento di una legge fatta male ed in fretta ma anche è stato la negazione del diritto altrui ad esprimersi e, se la tua consapevolezza contemplava ciò, perdonami, ma lo trovo sbagliato. In tutta sincerità, sono andato a votare quattro no fra mille dubbi; ma quando mi si chiede un parere io voglio scegliere e voglio farlo con le stesse possibilità degli altri >
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Nino wrote:
< Mah, non capisco che cosa voglia dimostrare. Che siamo un paese di babbioni solo perchè al referendum il 76 per cento (74 astenuti e 2.6 contrari all’abrogazione della legge 40) degli italiani vi ha risposto picche? Troppo semplicistico ignorare il dissenso laico, anche femminista e ambientalista, alla manipolazione embrionale e all’aria di eugenetica che tirava. Lei dice che nel 1974 gli italiani erano cittadini ed oggi invece sono sudditi. Io ricordo gli anni settanta come i peggiori della nostra storia, percorsi da un clima d’intolleranza politica, di violenza (più rossa che nera), d’irrespirabile appiattimento a sinistra. Montanelli era allora l’unica “stecca nel coro” a difendere a spada tratta i valori di un liberalismo borghese da tutti ripudiato per vile conformismo. Capisco che per lei quel periodo equivalga ad una “età dell’oro” ma bisogna adeguarsi alle provvidenziali dinamiche della storia. Tutto il resto che vuol dire? Che le povere donne, visto che si parla di stupri, si sono supinamente prestate a ritornare oggetti di conquista? Guardi che il fatto che non abbiano votato al referendum significa proprio il contrario. Le donne si sono ribellate ai guru della tecnoscienza, dei quali non vogliono evidentemente divenire facile preda. Se hanno scelto i preti ed i vescovi, come stanno facendo in Spagna alla faccia della inaccettabile e sconclusionata deriva almodovariana, qualcosa significherà pure. E forse ciò merita analisi meno categoriche e un pochino più meditate >
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Uriel wrote:
< “Evidente che la competizione con i prodotti cinesi è impossibile. Anche riducendo la forbice tra i prezzi alla produzione e i prezzi al dettaglio, la differenza nel costo del lavoro rende impari il confronto…”. Assurdo. Il divario tra una motocicletta cinese e una italiana arriva, alla prezzo finale, sino al 70 per cento. Per altri prodotti va dal 40 al 50 per cento. Stiamo parlando del prezzo finale, cioè di ciò che compone il fatturato complessivo di un’azienda presso il prodotto finale. Affermare che il costo del lavoro sarebbe responsabile di tale divario equivale a dire che in occidente il 70 per cento del *fatturato* complessivo finisca ai lavoratori. C’è un piccolo problema: i comunisti più duri parlavano di dare agli operai il 50 per cento del plusvalore, cioè del margine, dell’utile. I sognatori come Bakunin pensavano di dare ai lavoratori il 100 per cento dell’ *utile*, non del fatturato. Dare il 70p er cento del fatturato aziendale al lavoratore è un’idea così comunista che persino Bakunin l’avrebbe giudicata troppo utopistica.
Occorre, una volta per tutte, dire la verità: i prodotti italiani costano di più perché gli imprenditori italiani sono un branco di cafoni seminalfabeti, incapaci di usare un computer, conoscono a malappena l’italiano e pochissimo inglese (e si pretende che attacchino i mercati esteri!), e anzichè investire nell’azienda si comprano la Bmw nuova, tanto se il prodotto costa troppo il governo svaluta e pagano tutti. E questa è la realtà che nessuno ha il coraggio di dire: perdiamo peso economico perchè abbiamo degli imprenditori di merda. Il costo della manodopera NON puo’ , nemmeno nelle piu’ forsennate economie a socialismo reale, incidere per il 50 per cento-70 per cento del przzo finale >
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longoborina wrote:
< Sacco e Vanzetti ricorrono in tutti gli stati polizieschi: pur di tacitare l’opinione pubblica surriscaldata dalle notizie di giornalisti d’assalto, si immolano i due o tre primi indiziati e la… civiltà è salva! Del nordafricano che su di una spiaggia ha salvato due italiani che affogavano in mare, perdendo la vita, nessuno se ne ricorda e nessuno apre il becco per dire accogliamo questa gente. Se due ragazzi frustrati da situazioni disperate in cui si vengono a trovare, combinano un guaio, allora bisogna castrare tutti i marocchini di stanza nel ducato di Milano o di Venezia >
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Rinaldo scrive:
< Leggo con costanza la sua e-zine, e posso dire di condividere quasi sempre le sue idee. Ma una cosa mi turba… quando è stata l’ultima volta che è stato a Treviso, o meglio lei è mai stato qui nella Marca? A suo giudizio altro non siamo che una manica di barbari razzisti. Lei da un’immagine della mia città solo per le dichiarazioni di un Sindaco (ora prosindaco) esibizionista e a cui piace dare scandalo. Spero che lei abbia la fortuna di parlare con le persone di Treviso, di vedere con i suoi occhi come si vive qui, e di constatare che incredibilmente gli immigrati non hanno catene ai piedi. Trovo facilissimo giudicare senza conoscere, il luogo comune è sempre comodo ad un giornalista >
* * *
Mi spiace tanto. Il “sindaco esibizionista” (prosindaco ma sempre padrone) è votato dalla maggioranza dei cittadini e dunque devo ritenere che ne rispecchi l’etica e il modo di pensare. Esattamente come a Catania, ad Agrigento, ecc. Non penso che a Treviso gli immigrati abbiano le catene ai piedi (nè ad Agrigento i mafiosi girano con la lupara in spalla) e penso che anche Norimberga o Monaco di Baviera, nel ’36, fossero delle città linde e ordinate. Dopodiché, ognuno si assuma le sue responsabilità, diversamente risponderà di fronte ai posteri di nazismo o di razzismo o di mafia a seconda di quale “normalità” avrà innocentemente tollerato.
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Nota. Questa settimana mi sono permesso di “rifilare” – cioè, temo, di censurare – alcuni interventi nella parte in cui si esprimevano in modo personalmente ingiurioso verso altri intervenuti. Credo di avere sbagliato, più che altro per stanchezza, ma vi prego di evitarmi un’altra volta situazioni del genere. Possiamo attaccarci benissimo l’un l’altro senza insulti gratuiti (ci sono anche gli insulti funzionali al discorso, ma prutroppo sono rari) e questo non è affatto prova di moderazione ma al contrario di risolutezza. Pensate che un giorno potrebbe toccare a voi – di sinistra, di destra; comunque persone civili – di governare il paese e che in questo caso dovrete esserne all’altezza in tutti i sensi.
* * *
Approfitto dell’occasione per dichiarare la policy sul “passare i pezzi”: si taglia il più possibile (la Catena è breve) salvando accuratamente il contenuto. Si salvano, controvoglia, le sbrodolature che esprimono tuttavia una qualche sfumatura d’opinione o d’umore. Si cerca di far salvo lo stile. Si pubblicano, per regola, le diverse opinioni. Si ringraziano gli amici e si rispettano i nemici. (r.o.)
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Dino Frisullo – by Anna Cotone – wrote:
< Se morissi adesso o fra due giorni o un anno
ecco il mio testamento.
Il testamento di un comunista
avido di conoscenza e d’amore,
vissuto e morto povero e curioso.
Lascio tutto il mio disprezzo a che mi ha usato.
Lascio tutto il mio odio
a che mi ha dato un mondo senza gioia,
da attraversare a pugni e denti stretti.
Lascio la nostalgia per le moschee di Gerusalemme
e gli ulivi di Puglia
ed ogni roccia pianta finestra stella
che i miei occhi hanno accarezzato nel cammino
lascio universi di dolcezza alle donne che ho amato.
Lascio fiumi di parole dette e scritte
spesso con rabbia raramente con saggezza
in malafede mai,
un mare di parole
che già evapora al vento rovente del tempo.
Lascio, a che vorrà raccoglierlo,
il testimone del mio entusiasmo,
nella folle staffetta mozzafiato
volgendomi indietro dopo vent’anni
non so più se ho corso da solo.
Lascio il mio sorriso a chi sa ancora sorridere
e le mie lacrime a chi sa piangere ancora.
Non è poco. In cambio,
voglio essere sepolto senza cippi e lapidi
fra le radici di un albero grande
in piena nuda terra rossa e grassa
perchè il mondo con me respiri ancora
e si nutra con me di ogni mia fibra.
Con me (non vi sembri retorica)
solo una bandiera rossa
e la nave del Ritorno
intagliata con le unghie nella pietra
di un prigioniero assetato di vita
nel deserto del Neghev>
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)