San Libero – 293

19 luglio 2005 n. 293

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Bari. Sembra strano, ma il governo di sinistra è iniziato ora, nel bel mezzo di luglio e all’insaputa dei commentatori ufficiali. Quando? Il tredici luglio. Dove? A Bari. Come? Con la conferenza delle quattordici regioni di centrosinistra (cioé tutta l’Italia meno Lombardo-Veneto e Sicilia) indetta da Vendola sulla questione degli immigrati. Niente estremismi ideologici, ma azione di governo: critica (concreta) ai Cpt, proposte alternative, larghissimo schieramento dai “moderati” di Illy ai communisti. Così si fa. In confronto, poveramente ideologica la risposta del ministro ufficiale (che regge una minoranza) e molto molto distratta la reazione del ceto politico ufficiale del centro sinistra, che continua ad accapigliarsi per qualche mastellata mentre qui a Bari è già in funzione Kennedy, o Moro, o Nenni e insomma il Centrosinistra. Distratta la Rai (che continua putinescamente a censurare il Marenostrum di Mencherini, distratto il solito Fassino che – passando per caso – non s’è accorto di niente.
Bookmark: www.stefanomencherini.org

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Mailand und Rome. Hitler, oltre che con gli ebrei, ce l’aveva con gli zingari e gli omosessuali. Questi ultimi, ai nostri giorni, vengono “soluzionati finali” soprattutto a Roma, dove non passa anno senza che ne ammazzino un paio. L’ultimo è stato massacrato in un parco, a Montesacro, ha gridato a lungo mentre lo ammazzavano ma non è arrivato nessuno (sempre nello stesso parco, pochi giorni prima, un trentina di nazisti avevano aggredito a sprangate in pieno giorno, al grido di viva il Duce, dei ragazzi che l avevano invitati a non andare sull’erba in moto). Il venticinque aprile, giornata in cui Hitler doverebbe starsene a letto, due ragazzi gay erano stati picchiati nel punto più centrale di Roma, in via del Corso, da una squadra – legalmente riconosciuta – di Sa di Forza Nuova. Contemporaneamente Radio Maria (una radio “cattolica” finanziata coi soldi di stato) propagandava le “cure” per guarire i gay dalla loro “malattia”: quelli sprangano, e questi ci mettono su la benedizione. Hitler pensa alla parte pratica, al resto ci pensa Pera.
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Ah, e gli zingari. A Mailand, per rappresaglia contro un delitto compiuto da uno di loro, la polizia s’è presentata in un loro campo, l’ha distrutto e ha buttato fuori tutti gli occupanti: innocenti ma zingari, ogni uno zingaro che fa un reato cento zingar rauss! E dove vanno ora questi poveri disgraziati, diverse decine di esseri umani (o, hitlerianamente, subumani) con quaranta bambini? Cazzi loro, ha detto il sindaco, non ce ne frega niente. Metterli in un paese vicino?. “Nein – ha detto il sindaco fascista (iscritto, chissà come, ai Ds) di Trezzano sul Naviglio”. Sghignazzate corali dei leghisti.

Così, mentre i buoni tedeschi di Mailand partono per le vacanze, quaranta bambini apparentemente come tutti gli altri, ma in realtà sub-bambini, tirano un giorno dopo l’altro senza sapere dove saranno domani. La maggior parte dei milanesi che ora ragionano più o meno come il signor Adolf – e se ne vantano apertamente – a diciott’anni erano compagni e occupavano le scuole. Come possono cambiare così gli esseri umani? Adesso, più a sinistra di loro – o forse semplicemente più umani – ci sono i preti, il vescovo, il signor prefetto, e persino il palazzinaro Cabassi che, milanese d’una volta, ha prestato un terreno per i bambini. Per tutti gli altri milanesi, i quaranta zingarelli possono anche crepare. Quanto ci vorrà per uscire da questa vergogna, per tornare ad essere milanesi?

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Centri. Un individuo sospetto è stato fermato dalla polizia a Olbia mentre scendeva dal traghetto Civitavecchia-Sardegna. L’uomo, accompagnato al più vicino commissariato, è risultato appartenuto in passato al disciolto Partito Comunista. E’ stato quindi sottoposto ad accompagnamento coatto – in attesa di ulteriori acccertamenti – nel Centro di permanenza temporanea di Capo Marraggiu. “Ma io sono Fassino! – ha protestato il sospetto – Non potete farmi questo! La Costituzione! La legge!”: “Stia tranquillo – ha replicato un poliziotto – nel giro di pochi mesi o al massimo un anno se tutto risulta a posto lei sarà rilasciato”. “Ma non è giu…”..Ppack! Manganellata. “Non interferisca! Lei dice di essere Fassino, no? E allora, di che si lamenta? Non è quello che voleva tenere aperti i Cpt? Si accomodi dentro. E cerchi di stare tranquillo e non creare problemi, sennò chiamo don Lodeserto”.

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Prove tecniche di propaganda. Prendete un serio canale televisivo “all news” come RaiNews24, una “riserva indiana” dell’informazione considerata la cenerentola della Rai e pertanto affidata a un direttore che ricorda ancora il significato della parola giornalismo, l’unico spazio mediatico che anni fa, in controtendenza con il Tg1 di Lerner, ha dato cittadinanza all’ultima intervista rilasciata da Paolo Borsellino, costata la testa a Biagi e Santoro, un canale che oggi documenta con inchieste dettagliate gli interessi petroliferi che l’Italia e l’Eni perseguono in Iraq, e in particolare a Nassiriya, scoprendo che tutto questo “non fa notizia” per altri giornali e televisioni. Che cosa succede quando questo spazio, finora libero da interessi, clientele e ingerenze politiche diventa improvvisamente terreno di conquista per la “gioiosa macchina da guerra” allestita dall’Unione? Succede che improvvisamente sui teleschermi scompaiono le inchieste coraggiose di Sigfrido Ranucci e appare la maschera di Pierluigi Diaco, un replicante dell’informazione che non ha come modelli di giornalismo Hemingway o Baldoni, ma l’arrivismo di un Ferrara o di un Liguori qualunque, ma che cio’ nonostante e’ misteriosamente riuscito a diventare l’anchorman ufficiale dell’Ulivo e dell’Unione, chiamato piu’ volte per celebrare congressi, cerimonie e riti pagani di ogni genere, a dimostrazione che ogni sinistra ha i giornalisti che ci merita. “Non mangera’ il panettone con noi”, ci ha confidato un giornalista di RaiNews, preoccupato delle nomine politiche che cominciano a inquinare anche l’aria dei satelliti ma fiducioso negli anticorpi di civilta’ presenti nella sua redazione. Se la previsione sara’ azzeccata, lo spumante ce lo mettiamo noi. [carlo gubitosa]

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Numeri. Secondo il ministero degli interni americano tra l’agosto 2004 e il maggio 2005 sono morti 800 iracheni al mese: 8175 persone. Queste cifre non includono tutti i morti di altra nazionalità e probabilmente non includono tutti coloro che sono morti in seguito alle ferite riportate. Le stime invece vanno da un minimo di 12000 ad un massimo di 100 000 morti. [tito gandini]

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Le due destre. “Il governo sfrutterà quest’evento per proporre una serie di misure repressive e illiberali di dubbia utilità nella cosiddetta guerra al terrore. Prima tra queste, il documento di identità obbligatorio. Inoltre evocare la guerra dà al governo la licenza di mentire al popolo: in tempo di guerra è legittimo, si dice. E infatti si è mentito molto, a cominciare dalle armi di distruzione di massa del regime di Saddam Hussein”. Firmato: un deputato di destra del parlamento inglese (all’opposizione). Nelle stesse ore in Italia il ministro dell’interno (di destra) propone il prolungamento del fermo di polizia e la possibilità di intercettare preventivamente (cioè sulla base di un semplice sospetto) email e telefonate. Dure critiche dei deputati del partito alleato (Lega nord, al governo): “troppo poco, servono leggi speciali”. [francesco feola]

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Gotham City. Ha invaso! ha deturpato! Dopo mesi di caccia, a Washington le forze dell’ordine sono riuscite a fare l’impossibile: hanno preso John Tsombikos. E’ stato catturato all’alba grazie a una soffiata ma era ricercato da tempo. Colto in flagranza non ha potuto far altro che chinare il capo, rassegnandosi alla superiorità della polizia. Un criminale che lavorava di notte nei posti di maggior traffico della città. I cittadini sono divisi. Alcuni sono indignati, altri lo idolatrano. No, non è il braccio destro di Osama. È un writer diciottenne che firmava i suoi lavori con frase anarchiche come “la proprietà è un furto”. Adesso è accusato di vandalismo verso proprietà pubbliche e private. Lo stato d’allerta ripassa da Delta a Charlie. [antonella serafini]

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Gaza. L’evacuazione della striscia di Gaza è cominciata da qualche settimana e in pochi ne parlano. Il passo è durissimo e sta creando una fortissima tensione interna ad Israele, alcuni soldati rifiutano di obbedire agli ordini (ieri 5), alcuni Israeliani cercano di trasferirsi nella striscia di Gaza per opporre resistenza (circa 1400), per loro i coloni costruiscono delle tendopoli. Eppure conseguentemente il Governo Sharon sta conducendo le operazioni e il parlamento israeliano voto dopo voto lo ha sostenuto. [tito gandini]

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Iraq. Attacco di kamikaze a un posto di blocco americano. Vittime trentadue bambini ai quali i soldati stavano distribuendo cioccolata.

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Corea. Liberato il giovane Lim Taehoon, l’attivista gay e antimilitarista diventato nel suo paese il simbolo della lotta per i diritti civili. Le autorità di Seul hanno infine ceduto alle sollecitazioni di alcuni parlamentari e militanti italiani (Fiorello Cortiana, Tana de Zulueta e Gioele Sandrucci) che da tempo avevano avviato una campagna in tal senso.

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Anduma, anduma… “Scioperi e serrate per fini non contrattuali”: l’articolo del codice fascista che un tempo puniva operai e braccianti che scioperavano contro il governo è stato nuovamente invocato, con burbanza identica dal ministro leghista Calderoli: stavolta contro i magistrati, che scioperano non per la paga ma perché proprio ce l’hanno col regime. In questa circostanza s’annida – all’insaputa del povero leghista – una bellissima e toccante moralità.

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Spot. “Pizzino”: foglietto su cui i mafiosi scrivono le loro richieste per il governo. Oppure anche giornale di satira palermitana (e dunque ferocemente antimafiosa) di un gruppo di ragazzi siciliani. Anche su web, naturalmente.
Bookmark: www.scomunicazione.it

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Champion League. Londra. Vinta dal prof. Marx la coppa messa in palio dalla Bbc fra i più grandi filosofi di tutti i tempi. Ha votato per lui il 28 per cento dei trentamila inglesi che hanno partecipato al sondaggio. Al secondo posto la squadra di casa con Davide Hume (12,6 per cento). Seguono distaccati Wittgenstein e Nietzsche (6,8 e 6,5 per cento). Discreta affermazione di Socrate (ottavo posto, nonostante l’assenza di sponsorizzazioni).

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Informazione 1. New York. In carcere col terrorista Moussaoui (l’unico incriminato in America per l’11 settembre) la giornalista del N.Y.Times Judith Miller. Si era rifiutata di rivelare la fonte di un articolo sui disservizi della Cia e il giudice, innovando sulla tradizionale giurisprudenza americana di sostegno alla libertà di stampa, l’ha sbattuta dentro. Risparmiato un collega di Time che invece (essendo maschio, e dunque con meno coglioni) ha tradito per paura la sua fonte.

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Informazione 2. Mosca. Cinque anni di galera per diffamazione a Nikholai Goskho di Radio Vesna, una piccola emittente degli Urali che aveva sviluppato delle inchieste sull’ex governatore regionale Aleksandr Prokhorov e altri politici locali. Il direttore di Radio Vesna, Serghiei Novikov, era stato ucciso da ignoti killer pochi anni addietro.

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Informazione 3. Continua il boicottaggio dalle edicole di Carta, recentemente rinnovatosi con nuovi servizi da tutto il mondo ma sempre distribuito malissimo dal monopolio dei distributori. Proposta un’agenzia di distribuzione indipendente. Ma la si propone da molti anni.

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Governo. Licenziato da presidente dell’Enea il Nobel per la fisica Carlo Rubbia. Al suo posto verrà chiamato il giovane Riccardo Rossi, 24 anni, iscritto (fuoricorso) al quarto anno della facoltà di Economia e commercio dell’Università di Milano e attuale assistente al Parlamento europeo del padre Bossi Umberto, statista.

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Cronaca. Roma. Spacciatore arrestato. Fra l’altro, portava una di quelle magliette con scritto “cocaina”.

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Mafia. Respinto il ricorso degl altri giudici contro il principale nemico di Falcone, Carnevale: potrà tornare a fare il giudice, alla faccia di Falcone. Respinta anche la denuncia della Procura contro i mafiosi (di uno dei clan di Brancaccio) che avevano messo allo stadio uno striscione inneggiante alla mafia: non c’è una legge specifica, non si può punire.

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Antimafia. Attentato alla cooperativa Placido Rizzotto, messa su vicino Corleone sui terreni sequestrati a Cosa Nostra: hanno dato fuoco alle coltivazioni in tre punti diversi. Un attentato identico era stato fatto l’anno scorso, sempre in occasione dell’anniversario della morte di Borsellino. I ragazzi della coop, senza scomporsi, hanno spento l’incendio e si sono rimessi a lavorare.

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Mafia e antimafia. Nell’anniversario di Borsellno, manifestazione del Fuan (ex fascisti, ora molto impoltronati) contemporaneamente e in contrapposizione a quelle di Libera, dei ragazzi delle coop antimafiose, del movimento antimafia e insomma di tutti quelli che in questi ultimi vent’anni sono stati dalla parte di Borsellino. I fascisti (o ex) mica cose così le fanno in malafede: semplicemente sono politici, e la prima regola dei politici è di farsi vedere sempre e comunque. Peccato che non siano scesi in piazza un po’ prima, quando Borsellino era ancora vivo: ma allora scendere in piazza per lui comportava qualche rischio e nessun guadagno, e quindi il Fuan se ne stava a casa mentre noi “compagni” (preti, “communisti”, retini, donne dei lenzuoli, ragazzi – tutto il popolo dell’antimafia, insomma) ci battevamo anche per loro. Adesso, passata la battaglia, spuntano baldi e fieri. Mi permetto di suggerirgli uno slogan: “Basta censure su Borsellino/ Rai, Mediaset trasmettete il filmino!”.

Il filmino sarebbe l’intervista dei giornalisti francesi a Borsellino, in cui Borsellino parlava di Berlusconi (e Mangano, e i “cavalli” di Mangano e tutto il resto) con una chiarezza e un nitore da far capire tutto. E con un certo sorriso sputtanante e ironico che io, se fossi stato Berlusconi, avrei preferito un ergastolo a quel sorriso.

Questa intervista fu censurata – nel senso che non fu mai trasmessa – da Mediaset e fu censurata dalla Rai, tanto di destra che di centrosinistra: Gad Lerner, ad esempio, si rifiutò di trasmetterla esattamente come Fede o Mentana. L’unico che ebbe il coraggio di farla fu Santoro: che per questo fu licenziato in tronco dalla Rai, sotto il governo di destra, e ancora ne è fuori.

Allora: io sono di sinistra, e di fronte a cose del genere non ho mai avuto problemi, a costo di pagarne anche – come ne pago – i prezzi di solitudine e d’emarginazione. Io oso denunciare Lerner che non ha trasmesso Borsellino. E voi, ragazzi di destra? Vi siete presi l’onore – fin qua, immeritato – di sfilare per Borsellino. Prendetevi anche il coraggio di denunciarne i nemici, a cominciare da Berlusconi. Certo, se lo farete sarete accusati di “fare il gioco cei comunisti” e sicuramente carriera nelle poltrone non ne farete. Va bene: e poi?

E poi riflettete su voi stessi, perché è questo che bisogna fare nel giorno di Borsellino. Quando si parla di Borsellino, si parla di coraggio. Chi ce l’ha, e chi preferisce la poltrona. Io, compagno, posso dire a testa alta: io non ho scelto la poltrona. E voi “fascisti” giovani, voi che sfilate adesso, cosa direte fra vent’anni ai giovani di allora? Avrete avuto il coraggio di fare – su Borsellino e sul resto – come me?

Questa è una sfida, ragazzi. Ed è la sfida di un uomo, non di un nemico.

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(Nota tecnica. Attenzione: in questo periodo sono con pochissimo collegamento internet, e quel poco lento. Perciò per un po’ avrò difficoltà a rispondere presto. Abbiate pazienza. – r.o.)

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A.Baglioni wrote:
< Un magistrato milanese avrebbe detto che il sequestro di un cittadino straniero da parte dei servizi segreti di un altro paese sarebbe un fatto mai verificatosi prima, cioé inaudito. Certo che la cosa è grave, ma ad essere pignoli è almeno la seconda volta in Italia. Mordechai Vanunu, il tecnico israeliano grazie alle rilevazioni del quale l’opinione pubblica internazionale non può più fingere di non sapere che Israele possiede armamenti nucleari, fu rapito a Roma una ventina di anni fa. Da allora subisce le amorevoli attenzioni -legali ed extralegali- del suo governo >

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cettica@tele2.it wrote:
< Ciao. Ho scattato questa foto nella provincia di Rieti, esattamente dalle parti di Antrodoco. Mi chiedo: esiste ancora il reato di “apologia di fascismo”? La montagna è di proprietà privata e ognuno a casa sua pianta e scrive ciò che vuole, facendolo vedere a chilometri di distanza? E’ demanio pubblico e paghiamo perfino una squadra di zelanti forestali che tengano in ordine le dovute potature per questo poco edificante spettacolo? So che ci sono cose più importanti, ma nemmeno questa a me è piaciuta molto >
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Nella foto si vede un bosco sagomato in modo da formare la parola “DUX” sul fianco di una collina, visibile da molto lontano. I carabinieri di Rieti debbono essere molto miopi.

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Giancarlo wrote:
< Il sequestro dell’imam egiziano Abu Omar (con la copertura del governo italiano) – il dossier Nigeriano fasullo preparato dalle intelligence italiane per aggravare la posizione di Saddam e scatenare la tempesta di fuoco in Iraq – l’uccisione di Nicola Calipari dal “fuoco amico” – la scoperta dell’esistenza di una forza di polizia parallela di etrema destra protetta in alto loco – il cerchio si chiude >

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A.C. wrote:
< Quando facevo servizio civile ho appreso questa massima: che un organismo nato per affrontare un problema non farà mai nulla per risolverlo. Non è per cinismo. E’ la logica della cose, che prevede che in primo luogo vengano preservate la sopravvivenza e l’identità. Sono i fattori esterni che, con la loro forza, ci spingono al cambiamento. Questa massima, che allora applicavo a gruppi e associazioni che si occupavano di affrontare i problemi sociali, dalla droga alla povertà, mi sembra vada bene anche per gli apparati repressivi.
All’inizio degli anni Novanta, subito dopo il crollo del muro di Berlino, qualche Cassandra disse che, perduto il nemico storico, i militari americani rischiavano di vedersi tagliare tutti i fondi e che quindi stavano già concentrandosi sull’individuazione di una nuova guerra da combattere. E che il mondo islamico sarebbe stato il prossimo nemico. Tutto questo mi sembra coerente con le cose che dice O. I militari americani hanno interesse a combattere il terrorismo, non a sconfiggerlo. I militari spagnoli evidentemente questo interesse di combattere per adesso non ce l’hanno, quindi possono concentrarsi di più sullo sconfiggerlo >

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hismael wrote:
< “A Catania infatti non e’ stato imbavagliato questo o quel singolo giornalista, ma un’intera scuola. Il giornalismo degli allievi di Fava…”.
Bah: almeno ci si prova, a resistere. Leggi i pezzi dei ragazzi del mio laboratorio, di tanto in tanto. Magari se hai tempo mi fai sapere cosa ne pensi. Un abbraccio >
Bookmark: www.step1magazine.it/v2_open_page.php?id=1111

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Marco wrote:
< “Vittime innocenti sono anche i militari, i quali se hanno scelto quel lavoro e’ per campare…”.
Fermo restando che sono d’accordo sul suo discorso generale, personalmente non accetto questa parte. E’ troppo facile dare colpa a “Loro” (i “padroni”, i “grandi”, i “signori del male”), mentre il povero proletario e’ sempre innocente. Chi sceglie di partire militare per un’azione all’estero, sceglie di appoggiare DIRETTAMENTE tutto l’orrore che abbiamo imparato a vedere. Non avra’ le stesse colpe di un capo di Stato, ma non puo’ essere giudicato innocente. Come non puo’ dirsi innocente un sicario della mafia (che magari ha scelto quella strada er campare). Mio padre da piccolo mi insegno’: “Se un giorno sarai con le pezze al culo e dovrai decidere se fare il militare o chiedere l’elemosina: chiedi l’elemosina, e’ molto piu’ dignitoso” >
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Mah. Quello che dici tu sarà anche vero, lo dicevano pure Gandhi e don Milani. Ma io penso che se le guerre le decidessero i soldati ce ne sarebbero molto di meno. A volte un telecomando ammazza come un fucile – e senza bisogno di guardare in faccia il “nemico”.

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Ada wrote:
< Sono felice che ci siete, non amo le catene di nessun genere, ma nella vostra c’è una parola che per me è molto importante. Ciao >

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

L’altalena

< L’altalena arrugginita
a cui l’edera pietosa non s’arrende;
col suo braccio rotto
a terra, per metà pende.
Lucertole, foglie,
uccelli d’altre estati.
Sembra una bambina
che non vuole addormentarsi >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)