29 agosto 2005 n. 299
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Informazione 1. “Il ricorrente non è gradito al governo americano o meglio ci ha messo in imbarazzo con i suoi articoli contro le basi americane in Italia e in particolare la base di Sigonella. Abbiamo fatto presente questo problema al sindacato”.
Siamo in un tribunale della Repubblica Italiana, e proprio in questo momento l’avvocato del datore di lavoro – la Algese, una ditta di carico e scarico a Sigonella – sta tirando fuori con gesto teatrale un fascio di carte dalla cartella. “Ecco, queste sono le copie degli articoli del Benanti. Chiedo che vengano messe agli atti!”. L’avvocato e l’imputato si guardano allibiti. Veramente non di imputato si tratta, ma di un lavoratore che ha fatto una normale vertenza di lavoro per licenziamento ingiustificato: ma siamo vicini a Sigonella e non sappiamo che leggi vigano da queste parti. Fatto sta che il giudice allunga la mano, prende gli articoli “incriminati”, e li mette tranquillamente agli atti.
L’imputato è il nostro solito Marco Benanti, ricordate? Quello che somiglia a Michel Moore, che fa inchieste antimafiose, che è stato buttato buori dall’Ansa e dalla corporazione dei giornalisti siciliani Infine, per campare, si è adattato a fare lo scaricatore di aerei a Sigonella. Ma gli americani l’anno sgamato: Benanti è rosso, ha pubblicato persino foto di manifestazioni pacifiste sul suo sito. Avvertono il padrone della ditta – che è italiano, com’è italiana la ditta; un certo Frangipani – e immediatamente il padrone ha provveduto. Ma c’è una giustizia in Italia! E infatti.
Adesso, appena usciti del tribunale – con un bel tricolore che sventola accanto a una bandiera europea – imputato e avvocato si separano. “Faremo ricorso!”. “Non è possibile che in Italia uno venga licenziato per reato d’opinione!”. “Non possono fare così!”.
Fa caldo, siete appena tornati dalle vacanze – ve le potete permettere – e questo Benanti qua sta diventando proprio una scocciatura. Perciò non la tireremo in lungo. C’è un partito che dovrebbe difendere i lavoratori – il Ds – e certo i suoi onorevoli sono già a scrivere un durissima interrogazione parlamentare. C’è un partito ribelle all’America e pacifista – Rifondazione, i no-global – e fra quindi giorni farà una terrificante manifestazione nazionale (centomila persone!) davanti alla base al grido di “Benanti libero e americani a casa”. C’è un partito che ogni cinque minuti invoca la Nazione – Alleanza nazionale – sventola tricolori e invoca il Craxi di Sigonella: non osiamo pensare cosa faranno costoro per difendere l’italianità dell’Italia nella persona del Benanti.
Purtroppo è estate, e tutte queste belle cose fa troppo caldo per farle subito ora. E poi le primarie, le liste, il dibattito sui valori, la questione morale… E chi cazzo ce l’ha il tempo per un Benanti qualunque, con tutte ‘ste cose da fare?
(Il capo del sindacato giornalisti siciliani, Nicastro, non s’è potuto occupare di questa storia perché è stato rapito da un gruppo di loschi trafficanti, che l’hanno rivenduto come bajadera all’emiro del Kuwait. Dice che appena ritorna si darà da fare. Così Fava, Serventi, Giulietti, Ronsisvalle, Del Boca e altri ancora. Grazie).
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Informazione 2. Dal tre ottobre fino alle elezioni, sulle radio del circuito diessino Area, il segretario dei Ds Fassino verrà intervistato ogni giorno “sull’attualità politica e sui principali problemi degli italiani”. E chi sarà a intervistarlo? Uno dei giornalisti più di sinistra che ci siano in Italia, il giovane Pierluigi Diaco.
Questi ha cominciato la carriera nella Rete, come biografo (a pagamento) di Pintacuda, finita la Rete si è accostato a Curzi e poi, venuta al governo la destra, a Giuliano Ferrara. Diventato uno dei più impudici lodatori di Berlusconi, ha avuto una carriera rapida e senza problemi; pochi mesi fa gli è stata offerta la direzione di Rete4 in tandem con Fede. Adesso che la destra vacilla, si è riscoperto di sinistra ed è stato prontamente cooptato ai massimi livelli.
Va bene. Io non ce l’ho mai avuta con le prostitute, ma con i clienti delle prostitute. Non mi meraviglio di Diaco: ma Fassino? Mi ricordo di quando venne a Catania, due anni fa, a far grandi dichiarazioni d’antimafia e di sostegno all’informazione antimafiosa: e ora? Non pretendo che debba pensare a Benanti (o a Ruta, o a Faillaci, o a Gulisano, o a Mirone, o a Passiglia, o a Fabio D’Urso, o ad Antonio Cimino, o a uno qualunque della ventina di giovani giornalisti antimafiosi scaricati cinicamente in questi anni): ma perché proprio uno come Diaco? Vatteli a capire ‘sti Vip.
(In comune col precedente padrone del giovane “giornalista”, l’onesto Fassino ha un passato di dirigente della federazione comunista di Torino. Che una volta produceva i Santhià e i Diego Novelli, e ora i Fassino e i Giuliano Ferrara).
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Verginità. Non più obbligatoria per le ragazze dello Swaziland, dove il re Mswati II l’aveva imposta per legge a tutte le giovani non sposate, con apposita bandana bianca attestante l’osservanza. Alla fine, sull’orlo di una sommossa popolare, sua maestà (che possiede tredici mogli) ha dovuto abrogare la legge, e subito tutte le ragazze del regno sono corse in piazza a bruciare in pubblico le odiate bandane. Negli Stati Uniti il certificato di verginità (non obbligatorio, ma raccomandato dal governo) consiste invece in un anello d’argento chiaro, e non è stato abolito.
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Predicatori. Quello del Christian Network, il popolarissimo Pat Robertson, ha una ricetta sicura – ispiratagli direttamente da Dio – per risolvere alcuni problemi della politica estera americana, e precisamente quelli che sorgono dagli attuali tesi rapporti col Venezuela. La ricetta consiste semplicemente nell’assassinare il più presto possibile il presidente di quel Paese, Hugo Chavez. “Se ne occupi l’intelligence, i servizi segreti – ha proclamato alla radio il reverendo – Facciamola finita una volta per tutte”. Il Dipartimento di Stato deplora ufficialmente l’idea.
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Incontri. Tra Joseph Ratzinger, ex responsabile del Sant’Uffizio, e Bernard Fellay, attuale responsabile della “fraternità sacerdotale San Pio X”, l’organizzazione integralista che da decenni si batte contro la messa in italiano, il Concilio, il dialogo interreligioso e tutte le altre novità portate da quel rivoluzionario di papa Giovanni. Il fondatore era stato il vescovo coloniale di Dakar, monsignor Lefebvre. La setta era stata scomunicata da papa Wojtyla nell’88 e l’incontro di questi giorni è il primo atto antiwojtyliano del nuovo papa. [t.g., r.o.]
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Censura. Il 3 settembre a Pescara si discute di censure e bavagli durante il convegno “Cyber-Freedom: diritti, libertà e repressione nell’era delle reti”, che si svolgerà a Pescara nella sala consiliare del Comune. Non sarà’ una vetrina per censurati “famosi”, ma un’occasione per parlare di bavagli che non fanno notizia, come quelli che hanno colpito i siti di movimento, il sito accadeinsicilia.net o che rischiano di far chiudere “La Voce della Campania” sotto il peso delle denunce ricevute da alti prelati. Tra gli ospiti c’è anche il direttore della “Catena”, che ci spiegherà come mai nel sistema mediatico italiano c’è’ spazio solo su internet per chi vuole fare informazione seria al di fuori dei giochi di bottega. [carlo gubitosa]
Info:
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Linux. “Sorgente aperto [per i programmi dei computer] per la diffusione in formato elettronico di documenti soggetti all’obbligo di pubblicità e per garantire il diritto di accesso mediante scambio di dati in forma elettronica”. E inoltre adozione del software libero per il trattamento dei dati personali. E’ questo il disegno di legge portato all’attenzione del Consiglio regionale piemontese dai comunisti italiani, una delle forze della maggioranza di cui dispone Mercedes Bresso.
In pratica, se dovesse essere approvato, tutti i dati dei cittadini piemontesi verrebbero gestiti da computer con GNU/Linux e i documenti dell’amministrazione destinati al pubblico verranno resi disponibili in formati che non obbligano ad avere installato uno specifico programma. Lo stesso disegno di legge punta a far familiarizzare i cittadini di domani con il software libero: sono previsti infatti investimenti per 500 mila euro per portare il free software nelle scuole. [shining]
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Bestie. Torino. Dopo una lite con la convivente, prende a calci il cane di lei – un cucciolo di husky di tre mesi – e poi lo butta giù dal quinto piano. Roma. Parte per le vacanze e lascia il gatto solo a casa: dopo alcuni giorni i carabinieri avvertiti dai vicini hanno recuperato l’animale, che però era già morto di fame.
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Pubblicità. “MCDONALD’S E’ SEMPRE PIU’ ITALIANA. McDonald’s sembra essersi inspirata ai colori della bandiera italiana. Il rosso di squisiti pomodorini ciliegia, il bianco della mozzarella di bufala e il verde di ben sei diversi tipi di insalata…” (Manzoni Pubblicità, dai giornali).
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Alessandro wrote:
< Yugoslavia, Afghanistan e Iraq sono stati attaccati. Non avevano l’atomica. Russia, Israele, Pakistan, e Corea del nord non sono stati attaccati. Beh, loro l’atomica ce l’hanno. L’Iran sta cercando di farsela, l’atomica, prima che lo attacchino. Dagli torto! E’ come biasimare uno che si installa l’antifurto, in un quartiere di ladri >
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Carlo Schenone wrote:
< Ho scoperto da poco che è anche possibile consultare l’elenco del telefono in maniera totalmente gratis (senza neppure dover pagare il tempo di conessione) usando il numero 7000187187 (ma è possibile anche accedere via ADSL) che dà accesso solo ai siti Telecom tra cui www.187.it in cui è possibile trovare anche la ricerca dell’elenco del telefono >
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Diego wrote:
< Caro R., purtroppo un paio d’anni fa, quando Lula vinse le elezioni, lessi sulla Catena un tuo pezzo entusiasta. Io ti scrissi che conveniva andarci piano, essere prudenti, aspettare i fatti; la tua risposta fu qualcosa del tipo “non può morire la speranza”. Purtroppo, mi trovo nella classica situazione del “te l’avevo detto”, da tifoso Interista (oltre che comunista, pure questa c’ho): le speranze calcistiche di agosto svaniscono in autunno, quelle politiche post-vittoria-alle-elezioni svaniscono con la legislatura. Come dici tu, comunque, “Tutto questo naturalmente con l’Italia non c’entra niente e se lo mettiamo qui è tanto per riempire la pagina”
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stinkfoot@cheapnet.it wrote:
< Dal Tg2: “Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita del Pil italiano, da 0,3 per cento a zero per cento; soddisfazione del ministro dell’economia Siniscalco”. E con questa credo che abbiamo oltrepassato i bastioni di Orione, altro che Rutger Hauer in Blade Runner… >
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linarena@yahoo.it wrote:
< Ho segnalato il caso del Codacons per lamentare che proprio la giustizia catanese si muove se a denunciare è il Codacons mentre se sono i lavoratori a lamentare maltrattamenti o fenomeni di vero e proprio CAPORALATO la procura rimane inerte. In passato, dopo che un lavoratore a nome Sodaro Mario aveva denunciato la falsità di una procedura di mobilità con licenziamento finale mirato al fine di colpirlo, affamarlo e arrecargli danno anche fisico per la malattia al cuore insorta, un procuratore della Repubblica di Catania a nome Monaco mi disse che non era il caso di procedere penalmente e che si poteva agire in sede giudiziaria civile. Infatti il procedimento venne archiviato e la causa civile promossa. Sono passati circa 6 anni e la sentenza si avrà forse alla fine di quest’anno. Nelle more i lavoratori attendono con il berretto in mano. E’ stata fatta anche un’interrogazione parlamentare ma tutto è caduto nel silenzio. Debbo ribadire che nel corso della mia attività ho avuto modo di sentire come teste un sindacalista della UIL a nome Salvatore Scandurra e sono rimasta sconvolta per l’onestà e la correttezza che ho riscontrato in questo individuo. Credo che sia il solo sindacalista che in questa vicenda che ha visto coinvolti ben 4 lavoratori dell’Aias di Catania (oggi Csr) abbia avuto il coraggio di riferire i fatti che aveva avuto modo di constatare durante la sua partecipazione alla falsa procedura di mobilità. Le procure, anche quelle catanesi, sono sensibili alla qualità del denunciante. Nel caso del Codacons hanno smosso le acque del pantano. In altri casi, hanno lasciato i lavoratori nel pantano. >
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fra.sche@tiscali.it wrote:
< “Fassino preferisce sostenere gl’interessi dei lavoratori dipendenti, o quelli delle banche?”.
Ma c’è anche da capire se, come e quando gli interessi delle banche o delle fabbriche sono e possono essere convergenti con quelli dei lavoratori dipendenti, considerato anche che quasi tutti i lavoratori dipendenti utilizzano le banche come anche i prodotti delle fabbriche e del lavoro in banca o in fabbrica ci campano. Questo concetto non l’ho maturato dopo la morte di Berlinguer o dopo la caduta del muro di Berlino ma nel lontano 1975 ad un corso di formazione sindacale e dalla bocca nientepocodimeno che di Sergio Garavini. Con ciò non intendo difendere Fassino e la politica dei Ds (ma hanno un qualcosa che somiglia ad una politica?!) ma una mia idea secondo cui la lotta di classe non è lotta di trincea – noi di qua e loro di là – ma è più articolata e complessa e se non lo si capisce credo sia difficile interrompere lo scivolamento verso il baratro >
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Massimiliano wrote:
< La mail che il capitano Ultimo ha inviato alla mailing list omonima:
“Un saluto a tutti i vecchi amici del gruppo ed i nuovi che vedo numerosi e attivi. Ben fatto Filo, questo piccolo spazio di lotta è un cielo di libertà e di speranza. Oggi come ieri il senso della nostra lotta è stato ed è legato alla voglia ed alla capacità di ribellarsi. Ribellarsi alla propria ambizione che ci tiene vicini ai privilegi piccoli o grandi, ribellarsi all’ egoismo che ci lega alle cose, ai ruoli conquistati, alla posizione acquisita e ci allontana dall’ azione. Ribellarsi alla mafia che uccide, alla mafia che scrive nei giornali, alla mafia che si mette la toga. Nel nome della povertà oggi portiamo avanti una lotta antica fatta di piccole cose, e come sempre ci riconosceremo nella semplicità. ultimo” >
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diego.cozzi@lcw.it wrote:
< Qua e là tra le notizie inutili dei quotidiani purtroppo ne spunta anche qualcuna che ricorda che in questi cade l’anniversario della strage di Beslan. Ho solo 31 anni ma credo che quella sia la più sconvolgente tragedia che il mondo abbia vissuto in questi 31 anni; non è una questione di numeri, è una questione di umanità, di senso della vita, di rispetto per i propri cuccioli che solo una specie al mondo non ha. Io propongo, e scrivo a Lei come ad altri giornalisti che hanno sicuramente più visibilità del sottoscritto, di organizzare qualche forma di commemorazione, semplice, ma sentita. In tutta Italia si sono fatti i minuti di silenzio per vari motivi (purtroppo) negli ultimi anni: se si sono fatti per la morte di un anziano Papa (senza cinismo, ma alla sua età la morte era preventivabile e comunque è stata naturale), credo che tutti noi si debba riflettere almeno qualche minuto su quella devastante e sconvolgente tragedia che è avvenuta a Beslan un anno fa. E’ una delle poche vicende per la quale, nonostante la sensibilità ormai asfaltata dalle brutture dle mondo, quando ne leggo, mi si riempiono gli occhi di lacrime >
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andrebreton@amourfou.fr wrote:
< La rèvolte, et la rèvolte seule,
est crèatrice de lumière et cette lumière
ne peut emprunter que trois voies:
la poèsie, la libertè et l’amour >
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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:
< Sono Gaspare Contento
e non faccio mai spavento
neanche a un nido di gattini
che si arruffano ai vicini.
Non ho mai un buon motivo
per cui rido e son giulivo
ma m’annoia la tristezza
sembro un orso in una tazza.
Poi da quando il mio vicino
suona al gatto il suo violino
sento un dolce miagolare
come un vento sopra il mare.
Ecco Gaspare Contento
senza peli sopra il mento
e se bussa alla tua porta
ogni lacrima si porta. >
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)