3 ottobre 2005 n. 304
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Ultimora. Assegnato a Marco Benanti il prestigioso premio Rocco Chinnici, assegnato a giornalisti, intellettuali e operatori della cultura che abbiano particolarmente meritato nei riguardi della lotta antimafia e in difesa dei valori della società civile. Il premio, che è biennale, è alla sua decima edizione e della sua prima giuria, vent’anni fa, ha fatto parte Paolo Borsellino. Insieme a Benanti, sono stati premiati Marco Travaglio di Repubblica e Giorgio Bongiovanni di Antimafia Duemila.
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I cattivi maestri. Si diffonde il razzismo fra gli adolescenti. A Roma cinque ragazzini fra i 15 e i 17 (tutti, come si dice, “di buona famiglia”), hanno circondato un venditore ambulante bengalese, gli hanno urlato un po’ di slogan alla Fallaci (“Fuori i negri dall’Italia”; “L’Europa agli europei” ecc.), l’hanno picchiato, gli hanno strappato la borsa con cinquanta euri dentro e sono scappati. Per fortuna passavano dei carabinieri che li hanno inseguiti, bloccati e portati piagnucolanti in caserma. Per terra sono rimasti gli attrezzi degli aggressori (pugni di ferro, ecc.) e il sangue del lavoratore aggredito. Tutto questo a pochi metri da piazza Navona.
A Biella, invece, tre quindicenni hanno messo in pratica gli insegnamenti del senatore Pera, quello che ce l’ha contro il meticciato. Hanno fermato una compagna di scuola tredicenne, figlia di un italiano e di una tunisina. L’hanno pestata di botte e le hanno inciso una svastica sull’avambraccio, per fortuna senza ferirla a fondo. La ragazzina, più tardi, ha avuto il coraggio di raccontare tutto ai professori. Ma molti episodi così restano ufficialmente ignoti, sepolti nell’omertà e nella paura.
A questo punto si pongono due problemi, anzi tre. Il primo riguarda l’educazione di questi ragazzi. Non si può far finta di niente: in una fase così centrale della loro formazione, la classica ramanzina e il “via a casa” rischia di far loro un danno irreparabile, di trasformarli da animaletti senza cervello in veri e propri assassini. Perciò consentitemi di dimettermi per un momento da progressista e di chiedere ai loro genitori di trasmettere a questi teneri fanciulli dei valori nell’unica maniera che essi sono in grado di comprendere, vale a dire a cinghiate. Poi dovrebbero essere presi in carico dallo Stato, ma non per delle simpatiche e tenere attività sociali (abbadare i vecchietti, ripulire le aiuole e così via) ma per una full immersion nella vita reale: sopra una nave da carico, o in un cantiere edile, o a raccogliere pomidori. Alla maggiore età (che per loro dovrebbe essere procrastinata di un paio d’anni, e senza diritti civili), esame da parte di una commissione costituita da muratori italiani e rumeni. Se lo passano, bene. Se no, via di nuovo in cantiere fino al prossimo anno.
Il secondo problema riguarda il presidente Ciampi, che non ha ritenuto di richiamare pubblicamente il presidente del Senato Pera quando costui invitava i ragazzini di Biella a fermare una meticcia e a inciderle una svastica addosso. “Ma io non ho detto nulla del genere, ma io parlavo in pura teoria!”. Già, eccellenza. Ma di teorie così – si comincia colle teorie, e si finisce Lei sa ben dove – ne abbiamo pieni i coglioni. Lo stesso per la Procura della Repubblica di Milano che non ha ritenuto di sequestrare in edicola le copie del Corriere della Sera in cui la Fallaci invitava i ragazzini-bene a fermare gli ambulanti bengalesi e a spaccargli la faccia per liberare l’Italia dai negri. “Ma io non ho scritto nulla del genere, ma io parlavo semplicemente dell’Islam in generale!”. Certo, signora. Ma anche il signor Streicher – lei sa chi era, vero? – parlava così in generale di ebrei e di ariani, e noi ancora rimproveriamo i tedeschi di allora per averlo lasciato parlare e non averlo invece cacciato a calci nel sedere fuori dal paese.
Il terzo problema riguarda tutti noi. C’è un nazismo che sta crescendo – perbene, scherzevole, simpaticamente – e noi lo lasciamo crescere così, come se fosse un tranquillo dibbattito socioculturale. Gli ebrei e gli amici degli ebrei, negli anni Trenta, avevano tutto il diritto di difendersi materialmente dai propagandisti nazisti, che li volevano trascinare prima o poi dentro i forni. Quando “gli estremisti dei centri sociali” si mobilitano – troppo di rado – contro Militia Christi o Forza Nuova fanno semplicemente quel che avrebbero dovuto fare, nella Germania degli anni Trenta, gli ebrei e gli amici degli ebrei. Quando i politici discutono tranquillamente con la Fallaci o con Pera fanno semplicemente quel che facevano, nella Germania degli anni Trenta, gli interlocutori dei nazisti e gli antisemiti moderati e ragionevoli colpevoli, al pari delle Sa, del futuro sterminio degli ebrei.
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E il programma? Quello dell’Unione è già pronto, contiene alcune delle cose più progressiste e popolari che siano mai state dette in questo paese (basti pensare a come intende risolvere i contrasti fra imprenditori e cococò – ma non ve lo dico per non rovinarvi la sorpresa) ed è chiarissimo, basta dargli un’occhiata per capirci tutto. E perché non lo pubblicano? Ma l’hanno pubblicato! Ma non banalmente sui giornali bensì, scolpito in pietra, addirittura su un indistruttibile obelisco. Poi hanno preso l’obelisco, l’hanno trascinato faticosamente – di notte – per tutta Roma e infine l’hanno piantato lì, nel posto più visibile e significativo, proprio davanti al Parlamento, in piazza Montecitorio. Difatti, se andate a dare un’occhiata, è ancora lì. Come? Non riesci a leggerlo? E che colpa ne abbiamo io e l’Unione se tu non sai leggere i geroglifici, bestia? Impara l’egizio, prima di criticare.
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Carnevale 1. Il funzionario più lodato dagli imputati mafiosi e più nemico di Giovanni Falcone, il giudice Carnevale, non tornerà a fare il giudice in Cassazione perché, con una piccola maggioranza, i giudici del Csm (che esiste ancora solo per una distrazione di Calderoli) hanno riconosciuto che sarebbe davvero troppo grossa. Meno male. E ancora, pensate un po’, Riina è in carcere, ancora è a piede libero il capitano Ultimo che l’ha arrestato e ancora – dicono – è ricercato il boss Provenzano. E voi vi lamentate che non c’è più antimafia, ingrati.
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Carnevale 2. E dopo carnevale – minuscolo: e dunque Fazio, i capricci, i tremonti, i ti-fo-vedere-io – arriva la quaresima, vale a dire i sacrifici che Berlusconi (come tutti i governi prima o poi) annuncia, per salvare l’Italia, agli italiani. Sacrifici relativi, peraltro: non avremo la pensione, ma avremo il ponte di Messina. Ma, e il contratto? Il famoso bond con gli italiani presentato in tv? Dei due cofirmatari con Berlusconi, Crespi e Vespa, uno – Crespi – è già in galera. Per il resto, un po’ di pazienza: stiamo lavorando per voi, dice il cartello.
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Ciampi. Gli è di Livorno, e dunque non può soffrire i fiorentini. Dante, ad esempio, propone di mandarlo direttamente in televisione.
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La data delle elezioni. Il 25 aprile?
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Sicilia 1. “…Persone uccise in sparatorie che si sarebbero potute evitare se la pubblica verità avesse ricacciato indietro i criminali: ragazzi stroncati da overdose di droga che non sarebbe mai arrivata nelle loro mani se la pubblica verità avesse denunciato l’infame mercato, ammalati che non sarebbero periti se la pubblica verità avesse reso più tempestivo il loro ricovero. Un giornalista incapace – per vigliaccheria o calcolo – della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze. le sopraffazioni. le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere…”.
Nel giro di un mese sette esseri umani – tre donne, un uomo, un neonato e due bambini – sono morti in Sicilia a causa di inconsueti incidenti nell’ambito del sistema ospedaliero. In Sicilia, uno dei più lucrosi affari della mafia era – o è – costituito dalle cliniche private. In una c’era pure il cunicolo per l’occultamento rapido dei latitanti mafiosi. Finanziamenti a pioggia dalla Regione, articoli entusiasti sui giornali locali. E silenzio, silenzio, silenzio. I pochi cronisti che osavano porre il problema nei termini – in cui andava posto – di mafia e malasanità venivano o espulsi o mobbizzati. Adesso, la Sicilia si fa propaganda: “La Sicilia ora parla – annunciano giganteschi cartelli in tutt’Italia – con il teatro”. Benissimo. Ma bisognerebbe spiegare, agl’ignari continentali, cosa vuol dire il termine “far teatro” (traggidiari) in siciliano.
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Sicilia 2. L’Unione, alle regionali, candiderà direttamente Andreotti. L’unico difetto che ha – secondo i diesse – è di non essere imprenditore. Ma ha tanti amici in Sicilia che ci si può anche passare sopra.
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Sicilia 3. Fra poco prendo il treno e me ne vado all’assemblea per Benanti, alla sede di Cittansieme a Catania. La gente delle associazioni s’è mossa bene e ormai di Benanti se ne parla dappertutto. L’altro giorno c’è stata la scena di Bertinotti che, arrivato laggiù per le elezioni, “E Benanti?” gli chiedono, e allora lui improvvisa un comizio apposta e alla fine lo afferra e se lo stringe al cuore, tipo re Umberto a Cuneo. Oh, come vorrei essere De Amicis, certe volte.
Va bene, sbrigati a firmare anche tu per la libertà e per Benanti; io ora devo correre a prendere il treno e perciò non ho nemmeno il tempo di far l’elenco di chi se n’è stato zitto e non ha nemmeno firmato.
Info (e per firmare): dostimolo@tiscali.it
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Persecuzioni. Sabato alle 11, al Colosseo, grande spettacolo con acclusa cena di cristiani: saranno divorati dai leoni tre vescovi, due cardinali, un banchiere di cui s’è scoperto che è iscritto all’Opus Dei, un senatore antipagano e per concludere un imprenditore cattolico di Napoli, tale Giordano. Tutto ciò per dar soddisfazione a una Santità e un’Eminenza, che si dichiarano perseguitati, papale papale, peggio che sotto Nerone.
(Lo spettacolo alla fine non si fece perché gli animalisti insorsero a tutela dei leoni).
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Fassino S.J., a suo tempo, è stato reso popolare da una grande qualità, che egli indubbiamente possiede: il non essere D’Alema. E’ già molto, d’accordo. Ma non ne abusi.
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Format. Cossiga mobilitato per riappacificare i due figli di Craxi, Stefania e Bobo. Confessioni, interviste, liti in diretta tv. Tremano gli sceneggiatori dell’Isola dei Famosi.
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Cinema. Il ridoppiaggio colpisce ancora. C’e’ chi sfida le lobby del copyright in tribunale, e chi le sbeffeggia con un sorriso. Tra questi c’è “Carletto FX”, il guru italiano dei “ridoppiaggi” che ha riscritto la saga di Superman e Guerre Stellari sostituendo la sua voce, modulata con decine di intonazioni e dialetti, a quella dei personaggi originali. La nuova impresa di Carletto si chiama “Sean connery e la leggenda degli attori inutili”, parodia della “Leggenda degli uomini straordinari”. Fortunatamente questi esperimenti non hanno ancora attirato l’attenzione della Siae o degli altri cani da guardia del copyright che frenano l’innovazione culturale. Finora l’unico effetto è l’entusiasmo di migliaia di fan sparsi per la penisola, che attendono con ansia l’anteprima del film, prevista a Milano per il 18 novembre. Dopo quella data il film sarà liberamente disponibile in rete. [carlo gubitosa]
Bookmark: www.carlettofx.com
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Itaca. Conferita a Giuliana Sgrena – per iniziativa di Prospettive, l’associazione degli italiani in Grecia – la cittadinanza onoraria della cittadina greca di cui un tempo era primo cittadino Odisseo. Il sindaco di adesso, consegnando la pergamena alla compagna salvata da Calipari, ha detto alcune parole molto semplici su cose che lì sono normali da sempre – eleutheria, polis, aretè.
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Dittature. Arrestano i dissidenti in America (la mamma di un soldato morto, ad esempio, con tutti gli altri dissidenti che erano con lei) come una volta li arrestavano in Unione Sovietica. Speriamo che anche in America arrivi presto un Gorbaciov. Per ora siamo a Breznev, con l’unica differenza che ha una propaganda molto più capillare e moderna.
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Sui muri di Roma. Primo manifesto. “ZINGARO! Roma Europa Festival. Villaggio Zingaro. Grande spettacolo all’ippodromo di Tor di Valle”.
Secondo manifesto (accanto al primo). “SGOMBRATO! Sgombrato il campo nomadì di Tor Pagnotta grazie all’impegno dell’Udc.
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Auguri. Il 29 settembre Censurati.it ha festeggiato cinque anni. Mi sembra ieri quando per gioco, per scommessa, per sfida, ho voluto aprire questo sito. Eravamo in due e siamo diventati tanti, eravamo anonimi e siamo diventati noti, siamo stati attaccati e siamo risorti leccandoci le ferite. Prima pensavamo che il potere al popolo fosse solo un sogno. Su censurati è un sogno realizzabile, e grazie a Dio i sogni in questo paese sono ancora gratuiti, nessuno può rubarceli. Non avrei mai sperato in un successo, però l’abbiamo avuto. Non avrei mai sperato in un gruppo di lavoro affiatato come adesso. Gli utenti virtuali spesso sono diventati amici reali. E’ sempre stato un sito fazioso, dichiaratamente, con articoli da “communisti”, però le persone che ci leggono sono di destra, di sinistra, di centro, di sotto e di sopra. Questo ci fa pensare che tutto il lavoro che c’è dietro non è stato inutile, e che non siamo gli unici a sognare una realtà in cui tutti abbiamo gli stessi diritti, la stessa visibilità, lo stesso potere di parola e di pensiero. Perchè su censurati, come in tanti siti amici simili, la parola viene data anche se non si porta la cravatta e se non si veste firmato. Ci auguriamo che in un futuro non molto lontano anche le testate “vere” arrivino a questo tipo di indipendenza. Il motivo vero per cui siamo cresciuti, però, è che siamo tutti bellissimi e simpatici. E siamo anche un po’ sfigatelli, perchè festeggiare il compleanno insieme a berlusconi non è stato proprio il massimo. [antonella serafini]
Bookmark: www.censurati.it
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Giornalismo 1. Si vanno costituendo i primi gruppi di strada per le videoinchieste da pubblicare su Arcoiris.tv. Per partecipare: costituire un gruppo; elaborare insieme la scaletta di un servizio o inchiesta; sapere usare una videocamera; non avere alcuna voglia di finire in Mediaset o in Rai. Slogan del programma: “Le videocamere le mettiamo noi. Voi metteteci il cervello”.
Bookmark: www.arcoiris.tv.
Info: riccardoorioles@gmail.com
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Giornalismo 2. Il giornale della sinistra moderna, niente palazzo ma informazione più movimenti e società civile? C’era già, dieci anni fa, e si chiamava Avvenimenti (quello originale). Grandi inchieste e allegria, Bogart più la Pantera. Ci sono voluti diversi anni per chiuderlo, strangolandolo senza pubblicità, ma per tutti quegli anni ha fatto tremare gli stronzi (non solo di destra) e ragionare i ragazzi. E questo, dieci anni dopo, i politici non ce l’hanno ancora perdonato. (Ah, vincere un superenalotto e rifarlo esattamente com’era allora).
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Giornalismo 3. Al konvegno sull’informazione. “E io ti avevo invitato e tu non ci sei venuto. E io adesso ti scrivo una lettera e la pubblico pure sul giornale. E io te l’avevo detto ma tu non mi vuoi bene. Cattivo! Cattivo! Cattivo!” (i primi quaranta minuti: poi il tono s’è un po’ elevato, fermo restando che Ognuno ha parlato essenzialmente di Sè Stesso. Unico elemento positivo: finalmente un convegno della sinistra in cui almeno non c’era Diaco).
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Stefano wrote:
< “Ma qualcuno vuole dire al sig. Ruini che l’Italia e’ uno Stato sovrano?”. Però… però non mi sembra neanche giusto inveire contro qualcuno che (magari approfittando della sua posizione) esprime quella che è: un’opinione. Non mi sembra giusto cercare di tacitare Ruini perchè abbiamo paura che ci sia qualcuno che lo sta a sentire. Io cerco di convincere chi mi sta vicino che Ruini ha torto, che Fallaci ha torto ed anche molti altri, fermo restando il loro diritto ad esprimersi; anche perchè io mi incazzo parecchio quando qualcuno mi intima di tacere >
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Peppe Palermo wrote:
< Outing. Pietro Fassino ha voluto farci sapere che è “credente” (cattolico, buddista?, ancora non si sa, comunque ha studiato nove anni dai gesuiti). Bertinotti invece ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che lui credente ancora non è, ma non è nemmeno più ateo, è “alla ricerca di Dio”. Si attendono sviluppi >
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O.B.. wrote:
< A seguito della promozione del funzionario Gratteri a Questore di Bari, prima del giudizio dei magistrati genovesi, l’Onorevole Caldarola dei Ds ha dichiarato che “Trattasi di un validissimo funzionario di Polizia, uno dei più abili e brillanti investigatori, che renderà la città di Bari più sicura”. Detto da un esponente Ds mi sembra molto grave. Dalla Polizia è stato invece cacciato il collega Matteo Federici per aver detto che si può, fuori dal servizio, partecipare a manifestazioni non violente; quello che l’ha denunciato e perseguitato con la frase “per te ci vorrebbe Mussolini” invece è ancora al suo posto. Nella Polizia democratizzata nel 1981 con la legge di riforma, a cui ho contribuito quand’ero ancora in servizio in Polizia, accade questo e altro. Si promuovono possibili picchiatori a Questori della Repubblica senza aspettare le fasi processuali (che ovviamente potrebbero anche assolverli). L’On.Caldarola ha già pronunciato la sua sentenza prima del giudizio. Ma il partito dei Ds che ne dice? >
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Jan wrote:
< Ciao R., a partire da ora la caterna torna anche su Nazione Indiana >
Boookmark: www.nazioneindiana.com
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C.F. wrote:
< Claudio Fava sta facendo l’unica cosa utile, in questi casi: un servizio, documentato, che uscirà su Itaca nei prossimi giorni. Cercar la polemicuzza anche sulle firme agli appelli mi sembra pretestuoso. A me, da giornalista, hanno insegnato che la mia firma, più che sotto un appello, è utile sotto un articolo >
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Ultimo wrote:
< Non dobbiamo, non possiamo allontanarci dalla povertà, dall’assoluta semplicità che da sempre sono la nostra forza più grande, la nostra sfida più grande alla leziosità, alla rituale opulenta apparenza che fa marcire i fiori più belli, alla raffinata complessità che alimenta le sovrastrutture che calpestano sogni e valori. La lotta ci deve unire, contrapporre l’ esempio, l’azione alla celebrazione, è il nostro reato più grave. Lasciamo i salotti ai cortigiani, lasciamo l’ ambigua raffinatezza ai sofisti lasciamo l’ inganno a chi si logora nel potere per il potere qualunque esso sia. Dobbiamo respirare il profumo leggero della semplicità. Dobbiamo respirare la dolcezza profonda di un’amicizia fatta di poche cose semplici, perchè noi siamo questo. Perchè voi, tutti voi siete questo >
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Ignazio <rancuri@libbiru.si> wrote:
< Sicilia e mafia sunnu du’ cosi
lu stissu comu diri, spini e rosi;
du’ cosi differenti pi natura
la mafia feti, e la Sicilia odura!
Li mafiusi un su’ li siciliani
sunnu razza bastarda comu i cani;
non sunnu nostri amici e né parenti
e in comuni non avemu nenti.
L’amici di la mafia su’ certuni
all’apparenza nobili persuni,
divoti di la fidi e di li santi,
cu funzioni e ncarichi mpurtanti
ed hanno a Roma – evviva a capitali! –
sede fissa e quartiere generale >
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente per liberarsene, basta scrivere a riccardoorioles@sanlibero.it — Fa’ girare.
“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)