San Libero – 320

14 febbraio 2006 n. 320

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Caro Marco, quelli come noi quando parlano hanno molte più responsabilità degli altri. Noi – tu ed io, e forse altri cento colleghi in tutt’Italia – siamo quelli che fanno i giornalisti sul serio, pagando il nostro mestiere di persona. E la gente lo sa. Perciò, spesso e volentieri, a noi ci crede. (E’ vero che personalmente non ci guadagnamo niente: ma questo non vuol dire). Perciò, quando ci danno un altro calcio nei denti – per esempio un tribunale che dice: “Sì, hanno fatto bene a licenziarti perché hai scritto cose pacifiste: la legge ora dice che c’è libertà di licenziare” – noi non possiamo metterci a bestemmiare come sarebbe nostro sacrosanto diritto, ma dobbiamo impassibilmente sorridere, con quelli dei nostri denti che ci sono rimasti in bocca, e dire con nonchalance: “Va bene, ma io credo tuttavia nella democrazia e nella ggiustizia”. O qualcosa del genere. Porcoqua e porcolà non va bene. Magari ci sono dei minorenni che ci ascoltano, e potrebbero credere che in fondo tutta questa democrazia non è poi così democratica. Oppure che “sono tutti uguali”: il re e Mussolini, Berlusconi e D’Alema, Ciancio e il centrosinistra di Catania.

Invece, tecnicamente, tutti uguali non sono. Ci sono differenze piccole, che spesso si dimenticano loro stessi, ma che sono una loro debolezza: nel senso che, dividendoli gli uni dagli altri, a volte abbiamo qualche possibilità di salvare la pelle. Così, quando c’è da appendere Mussolini, cerchiamo di non pensare quant’era mussoliniano il re. Se c’è da cacciare Berlusconi cacciamolo e non ci facciamo distrarre dalle berlusconate di D’Alema. E se c’è da fare i giornalisti – dunque, qui e ora, contro il monopolio di Ciancio – questo ci porta via già tanto di quel tempo che ce ne rimane ben poco per scrivere qualcosa (adesso) anche su ciò che ha combinato la brava gente del centrosinistra a Catania. Giusto? Giusto.

Non credo che ci sia bisogno di dirci altre cose fra noi. Io cerco di dirle sorridendo per “noblesse oblige” (nostro collettivo, non mio individuale) ma il rancore è grande, rancore pensando a te e a come vivi in questo momento, pensando a Fabio che non può scrivere una riga da nove anni, pensando a Paolo, a Cettina, a Rosalba, a Piero, a Leonella… A tutti i miei amici giovani, che ho visto crescere e imparare il mestiere a uno a uno, a cui hanno impedito di fare il giornalista semplicemente perché erano onesti e antimafiosi. Ma su questo, come disse Gasparazzo (un compagno di Bronte), ci torneremo quando sarà il momento, a tempo e luogo.

Adesso dobbiamo semplicemente restare noi stessi, senza arrenderci e senza gridare, senza far confusione fra fascismo e democrazia (fascismo è quello che fanno a noi; democrazia, siamo noi) e anche, se ce la facciamo, ironizzando un po’ sulle ridicolaggini dei gerarchi (siano essi in cravatta “democratica” o in camicia nera) che ancor prima di essere stronzi e feroci sono goffi e grevi. Andiamo avanti, tu a scrivere le cose che hai sempre scritto e noi a sostenerti. Non siamo neanche tanto pochi (guarda l’elenco di quelli che hanno firmato il nostro appello: non è solo un pezzo di carta) e nemmeno tanto isolati, se fra noi c’è gente come Beppe Giulietti, Salvo Raiti, Elettra Deiana, Giulietto Chiesa e Rita Borsellino. E qui mi fermo e conto fino a dieci prima di andare avanti.

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L’appello della società civile a sostegno di Marco Benanti – di un giornalista cacciato dal suo lavoro giornalistico e poi impedito persino di fare lo scaricatore perché ha scritto a favore dei pacifisti – è stato raccolto da molti esponenti politici – abbiamo fatto i nomi di alcuni – del centrosinistra. Non c’è nulla di strano, naturalmente.  Sono di sinistra, dunque sono per la libertà di stampa e dunque si sono schierati. Mancano tuttavia dall’elenco i nomi dei quattro esponenti democratici più importanti di Catania, cioè esattamente della zona in cui la libertà di stampa – nella persona di Benanti – è stata in questo caso attaccata. Ne faccio i nomi, rigorosamente in ordine alfabetico:

– Bianco Enzo;
– Fava Claudio;
– Finocchiaro Anna;
– Laudani Adriana.

Di questi, alcuni sono miei amici ed altri no. Alcuni sono persone le cui idee io condivido, e altri sono avversari con cui non ho proprio nulla da spartire. Però tutt’e quattro sono esponenti politici di primissimo piano, e tutt’e quattro dichiarano:
– di essere di centrosinistra;
– di aborrire i metodi e il modo di pensare di Berlusconi;
– di essere, a differenza di quest’ultimo, favorevoli ai valori della Costituzione italiana, che prevede la libertà di stampa senza restrizioni.
Hanno infine  in comune un’altra cosa.:
– in tempi e circostanze diverse, ciascuno di loro è stato sottoposto a critica da parte di Benanti. In teoria, questa circostanza sarebbe ininfluente visto che, come essi stessi dichiarano, la libertà di stampa che essi auspicano vale anche per i diversamente pensanti da loro.

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Nessuno di loro quattro ha preso pubblicamente posizione sul caso Benanti. Due di loro hanno delle testate internet (Il Dito e Itacanews) che dichiarano di voler fare informazione, eppure nessuno dei due siti ha mai informato i lettori dell’esistenza stessa di un caso Benanti.

Io, a questo punto, mi sono fatto la mia idea: la censura dei quattro onorevoli catanesi dipende dal fatto che, non tollerando essi le critiche, non si dispiacciono affatto se queste critiche vengono materialmente impedite. Questa, però, è solo la mia opinione e non pretendo d’imporla acriticamente a nessuno. Se Bianco, Fava, Finocchiaro o Laudani vorranno esprimere la loro, questo modestissimo spazio è, senza censure, a loro disposizione. Non pretendiamo di avere il monopolio di alcuna verità. Ma non ci piace neanche che lo pretendano loro.

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Infine. E’ tempo d’elezioni, e questo tipo di polemiche interferisce, volerlo o no, con la campagna elettorale. Io personalmente sono schierato: voto per il centrosinistra, qualunque sia l’atteggiamento dei suoi notabili, perché prima di tutto debbo cacciare Berlusconi. Credo che la maggior parte dei lettori la pensi più o meno così. Vorremmo tuttavia sapere, umilmente sapere, se possiamo votare per Bianco, Fava, Finocchiaro e Laudani perché essi sono politicamente superiori (per esempio, nel rispetto della libertà di stampa) a Berlusconi o semplicemente perché, in confronto a lui, sono il meno peggio, qualcosa che si vota “turandosi il naso”.

Certo: agli effetti pratici, è la stessa cosa. Il voto ve lo diamo lo stesso, se è questo che v’interessa solamente. Ma per noi non sarebbe più la stessa cosa.

Info (Comitato a sostegno del giornalista-operaio Marco Benanti): dostimolo@tiscali.it

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Ilaria e il corvo. E no, non furono uccisi per caso, come non per caso sparirono cassette e appunti. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin non erano “in vacanza in Somalia”, come dice Carlo Taormina. Erano lì a fare un’inchiesta – su cooperazione, traffico d’armi e di rifiuti tossici – seria e documentata. Hanno avuto una doppia sfortuna: quella di essere stati prima prede di un commando feroce barbarico,  e poi di essersi imbattuti in Taormina, delegato da una democrazia malata a indagare sul perché e sul come della loro morte: che doveva cercare giustizia, e li ha giustiziati di nuovo. Provate a guardare “Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni”,  il film sulla storia di Ilaria. Nei cinema è stato pochissimo, e in tv anche meno. [marco ciriello]
Bookmark: www.articolo21.info

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Ma guarda che tocca fare a un povero disgraziato, alla mia età: erano diversi anni che non toccavo erba, e ora per colpa di Fini mi tocca farmi ‘sta canna per protestare contro la mafia (che lui aiuta con la legge antiragazzini come l’ha aiutata censurando Borsellino) e contro il fascismo al governo, che manda in galera (privata) i ragazzini. Vorrei sapere solo se ‘sta legge l’ha fatta gratis – in questo caso è scemo – o se se l’è  fatta pagare dagli amici di Dell’Utri.

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Caso D’Ambrosio. Ah, ma tu sei inquisito per associazione mafiosa? Vabbe’, candidato. Hai preso qualche milione da Fiorani? Dai, mica stiamo a sottilizzare. Frode fiscale, fatture false, truffa, concussione? Evvia, siamo uomini di mondo: roba più, roba meno… EHI! Ma questo faceva… faceva il giudice! Il giudice, hai capito? Uno che manda in galera i ladri! Peggio dell’autovelox, peggio dei carrabinieri! Dove andremo a finire, signora mia.

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Perché non facciamo nascere un “partito dei pirati”, che si sciolga da solo dopo aver riformato il diritto d’autore e lo scambio di cultura in rete? Questa proposta è stata lanciata qualche settimana fa proprio da questa rubrica, e una reazione dal basso c’è stata: molte persone sembra che non aspettino altro. A sorpresa, anche i partiti “veri” hanno risposto all’appello. La “Rosa nel Pugno”, la formazione che ha recentemente riunito sotto una stessa casa pannelliani irriducibili e socialisti pentiti, ha strizzato l’occhio ai pirati tramite Marco Perduca, già Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista e fondatore del “Comitato di Coordinamento dei Radicali per la Rivoluzione Liberale e gli Stati Uniti d’Europa”. Secondo Perduca “varie voci nella rete denunciano la mancanza di chiarezza da parte del programma dell’Unione in merito a varie questioni telematiche, a partire dal peer to peer per finire alle cosiddette proprietà intellettuali. Proponiamo a Gubitosa e a tutti i membri della filibusta telematica – nonché a tutti i naufraghi delle varie caravelle politiche – un incontro al fine di definire modi e tempi dell’arrembaggio telematico nonviolento in vista delle prossime elezioni”.
Sul primo punto si può essere anche d’accordo: non dobbiamo aspettarci dall’Unione la legalizzazione del peer-to-peer, dal momento che una delle più recenti e deleterie riforme del diritto d’autore, la legge 248 del 2000, è fiorita all’ombra dell’Ulivo per mandare in galera anche chi non guadagna denaro vendendo software pirata ma ne fa solo copie singole ad uso privato e senza lucro. Ho più dubbi, invece, sul risultato di un ipotetico incontro tra me e Perduca. Io sono abituato a dire le cose pane al pane senza troppi tatticismi, e quindi potrebbe essere imbarazzante dire fuori dai denti “cari radicali, perché non ci aiutate davvero a raccogliere le firme necessarie per fondare il partito dei pirati? Non vi chiediamo un successo pari a quello del 1994, quando Forza Italia probabilmente non sarebbe mai nata senza le firme raccolte dai radicali in vari collegi elettorali, ma almeno aiutateci a ottenere la visibilità che avete dato al Partito dell’Amore di Cicciolina”. [carlo gubitosa]

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Ansa. Nuova sede della Massoneria del Grande Oriente d’Italia a Catania. Ad inaugurarla, il Gran Maestro Gustavo Raffi. Situata in un palazzo d’epoca in via Madden 153, la sede si sviluppa su 200 mq: ospita due Templi per i lavori di Loggia, una Biblioteca con importanti opere di carattere massonico e di cultura generale e la “Sala dei Labari” che sarà destinata a conferenze, dibattiti e incontri aperti al pubblico. Tra i progetti anche la realizzazione di un Museo storico, con cimeli che testimonino l’impegno della Massoneria catanese nella storia della città e della Regione. “Con la nuova sede di Catania – ha detto Raffi – il Grande Oriente d’Italia si pone l’obiettivo di essere ancora più vicino alla vita culturale e sociale della città”.

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Dibbattito. Addirittura sulla giustizia, venerdì 17 a Catania. Partecipano: Vincenzo Trantino (ex avvocato di Santapaola), Giuseppe Gennaro (caso Catania), Enzo Bianco (80 manifestanti all’ospedale a Napoli), Roberto Centaro (commissione “antimafia” di Berlusconi) e alcuni ignari. (Frattanto, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Procuratore generale non trova di meglio che attaccare i magistrati che hanno fatto antimafia, come Scidà. It’s Catania, baby).

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A piedi. Dodici auto blindate, destinate alle scorte dei giudici, sono ferme da mesi nel garage della caserma Lungaro a Palermo perché non ci sono soldi per ripararle.

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Casini. Dimesso d’autorità dalla direzione nazionale del partito il responsabile dell’Udc di Trapani Massimo Grillo. Aveva pubblicamente posto una “questione morale” nei confronti di Salvatore Cuffaro e dei numerosissimi altri esponenti locali inquisiti: secondo lui il partito non avrebbe dovuto ricandidarli. Le dichiarazioni di Grillo avevan ovviamente creato un casino fra gli Udc di Palermo e Trapani. Ma per loro fortuna a Roma c’è Casini.

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Problemi. Sempre più seri quelli della campagna elettorale di Rita Borsellino: per fare il programma ha organizzato un mucchio di “cantieri” in cui chi vuole può andare a fare proposte concrete, con cifre e dati. Si sono mobilitati tanti cittadini comuni, e tante e tante proposte sono arrivate (di solito davvero serie e concrete) che i poveri militanti dell’antimafia ora non sanno più a che santo rivolgersi per riuscire a utilizzarle tutte. Altro che chiacchiere di politici e discussioni sul niente: qua la gente parla della propria vita reale, e questo non è tanto facile da tenere dentro un secchio. Ma è  bello quando la democrazia trabocca.

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Abbronzature. “Quel signore abbronzato” pagato da Fiorani per salvare Fazio – Roberto “Manolesta” Caldiroli – in realtà non è abbronzato affatto, e neanche, come si potrebbe credere, rosso dalla vergogna per i soldi che s’è cuccato: ha la faccia dello stesso bronzo del culo.

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“Salvate i bimbi ebrei” titola Repubblica sulle “rivelazioni” secondo cui papa Pio XI, alla vigilia delle leggi raziali, scrisse una lettera al re a favore dei bambini ebrei. In realtà il papa chiese – peraltro riservatamente e a bassa voce – solo di intervenire a favore dei figli di ebrei *convertiti al cattolicesimo*. Il che fa una bella differenza.

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Olympia. Dice che gli hanno messo il copyright alle olimpiadi, per cui il povero bar Olimpia – che aveva pure i cinque cerchi sulla vetrina – s’è beccato una multa. Poi, vabbé: venticinque fra re-megamanager e regine, il principino che porta la fiaccola, il ministro che minaccia “il primo che fischia, a Bolzaneto!”, gli sponsor che sponsorizzano, Pavarotti e il resto. I poveri torinesi, orfani dei re sabaudi e dell’Avvocato, che cercano una regalità alternativa, purchessia. E l’orrenda moglie di Bush – che cazzo c’entra con le olimpiadi? – al posto della regina Margherita. Spero che la gara più importante la vinca qualche atleta nero, islamico, drogato e possibilmente frocio. Così quando gli devono dare la medaglia Berlusca s’allontana stizzito dallo stadio come dovette fare il povero vecchio Adolf quando, all’olimpiade sua, vinse quella specie di noglobal di Jessie Owens.

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Gaza. A distanza di mesi, tra i calcinacci delle case che i palestinesi non hanno comprato e che gli israeliani hanno distrutto, crescono erbacce. S’è detto, ci faremo case popolari, ora forse un aereoporto, intanto la miseria palestinese ora è anche lì, dove prima c’erano case che avrebbero potuto essere utilizzate e invece sono state distrutte. Anche per questo motivo ha vinto Hamas. Nessuno lo dice, ma una delle cause della miseria palestinese è la corruzione proprio di quelle forze con cui l’Occidente e Israele vogliono parlare. È l’Occidente a doversi domandare perché abbia vinto Hamas, a fare i conti con il proprio sistema di finanziamento, promozione e corruzione dell’autorità palestinese, invece di fingersi stupito se ad un certo punto le elezioni le vincono i terroristi. [tito gandini]

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America. Un altro dissidente cinese, che aveva parlato male del governo in una mail, è stato arrestato grazie a una soffiata dei dirigenti di Yahoo, che hanno fornito alla polizia tutte le informazioni per individuare e arrestare Liu Xiaobo. Lui s’è beccato otto anni, e Yahoo continua a fare i miliardi grazie alle persone civili che ancora hanno a che fare con lei.

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Spot. 18 febbraio, tutti a Reggio Calabria. Pochi mesi fa nasceva a Reggio Calabria la “Rete Liberi studenti contro tutte le mafie”. Dopo tante assemblee nelle scuole e nei quartieri, gli studenti di Reggio hanno lanciato un appello, un grido di rabbia e di speranza, indicendo per il 18 Febbraio una manifestazione nazionale per il rilancio della socialità nel mezzogiorno, per una società più giusta, contro lo strapotere violento e delle mafie che oggi come ieri sono la principale piaga del nostro paese. Appuntamento il 18 febbraio, Piazzale della Stazione Centrale a Reggio Calabria. Per creare dal basso una società libera dalle mafie, una società tra eguali, una società giusta.
Info: sulatesta@unionedeglistudenti.it

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Spot. “Mafia e antimafia nell’Italia di Berlusconi”: su Terrelibere il testo integrale della relazione di minoranza della Commissione parlamentare antimafia. L’evoluzione della criminalità organizzata in Italia; responsabilità, connivenze e omissioni della classe politica di governo. La delegittimazione di istituzioni e movimenti antimafia. Come le mafie autoctone e straniere stanno occupando l’intero territorio nazionale.
Bookmark: www.terrelibere.it/counter.php?riga=214

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Spot. Adesso Arcoiris Tv è visibile anche coi decoder Sky. Resta in uso anche la vecchia frequenza (non-Sky) su: Hotbird 1 – 13° est, FREQUENZA: 11534, FEQ: 3/4, POLARIZZAZIONE: Verticale, SYMBOL RATE: 27.500, Nome Canale: Arcoiris Tv
Come sintonizzarsi: www.arcoiris.tv/come_vederci_sky/come_vedeci_da_sky.html

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Spam.
Date: Sat, 4 Feb 2006 18:11:51 +0100
From: Mr. Silvio Berlusconi <Silvio_berlusconi1950@msn.com>
Subject: HELLO
Goodday.
My name is Mr. Silvio Berlusconi, Italian Prime Minister who is currently facing a probe over alleged fraud at broadcaster mediaset. I have an urgent and confidential business proposal for you. I am being accused for a possible fraud trial, which involves millions of euros, and if fund guilty will lead to possible frozen of my personal account, my family wealth in offshore and other establishment.
See the web link for more details:

I am looking for good business operator with reputable business records, company and individual who can help me establish my money as a security measure, in other not to lead to account frozen when I am fund guilty by Italian Law.
I will not be dealing personally with you as I am place under security control.either my personal attorney/Advisory will have all the cases done with my approval.
Please observe utmost confidentiality and rest assured that this transaction would be done legally and most profitable for both of us because l shall require your assistance to invest the money in your country.
For more information, contact my personal Lawyer/Advisory Barr. Tom Hendry. Email: barr.tomhendry@yahoo.co.uk
Thanks For Your co-operation and kind support!
Sincerely!
Mrs. Balicia Mafioso
Secretary.

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Rita Guma, www.osservatoriosullalegalita.org, wrote:
< Crocifissi. Ritengo che lo Stato laico non debba esporre in luoghi pubblici alcun simbolo religioso, ma oggi non c’è una legge precisa che lo chiarisca e va ricordato che non si può giustificare un’azione dimostrativa con l’obiezione di coscienza o con la presunta incostituzionalità, poichè, in estrema sintesi: 1- i giudizi sulla illegittimità costituzionale dati da cittadini, giudici o studiosi non hanno efficacia legale e sono solo opinioni; 2- l’obiezione di coscienza è legittimata a livello internazionale e auspicata in caso di ordini e leggi che violino precise norme del diritto internazionale come divieto di genocidio, omicidi, torture etc; 3- per i codici il rapporto di lavoro vincola il lavoratore ad alcune prestazioni ed i comportamenti insolventi implicano profili penali, civili ed in alcuni contesti disciplinari. In caso ci si ritenga lesi in un diritto dallo Stato si può invece chiedere giustizia presso le sedi competenti, anche sovranazionali. Nello specifico caso, l’Italia ha sottoscritto anche la Convenzione europea per i diritti dell’uomo, che la impegna al rispetto della “libertà di pensiero, di coscienza e di religione…senza nessuna discriminazione”. Alcuni tipi di ricorsi possibili, il primo dei quali darebbe luogo a una sentenza che risolverebbe di fatto la questione per tutta Italia definitivamente: ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo contro l’Italia; ricorso al TAR contro l’amministrazione; ricorso al tribunale del lavoro contro l’amministrazione >

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Umberto P. wrote:
< “La vittoria di Hamas è una tragedia, come lo fu a suo tempo l’andata al governo di Sharon…”. Bell’incipit. e da qui tutto discende, anche l’evocazione del terrorismo ebraico delle origini – episodico – e quello che i palestinesi praticano ormai da 35 anni. L’errore fondamentale, secondo me, è considerare lo stato d’israele come unico responsabile della disperata situazione palestinese. Israele ha le sue responsabilità ma sarebbe l’ora di denunciare quelle della dirigenza palestinese corrotta e quelle degli stati arabi che prima si sono presi le terre dei palestinesi e poi hanno continuato a manipolarli per i loro sporchi interessi e a usarli strumentalmente per ottenere risultati politici >

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Selene Verri wrote:
< Raymond Lakah non è nemmeno musulmano: fa parte della minoranza cristiana in Egitto. In realtà è fuggito dall’Egitto e ha preso la cittadinanza francese perché coperto di debiti, e da allora ha fatto fallire un po’ di società, che sembra essere il suo passatempo preferito. Pare che anche questa mossa serva per far naufragare definitivamente France Soir, che già naviga in cattive acque >

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Esperito wrote:
< L’accordo preso ancor prima degli anni 70 tra le mafie (per mafie sapete quali intendo), è questo: “Il proibizionismo non si tocca. Mantenere alcune droghe illegali, è un affare per tutti. Ci si inventi quel che si vuole ma il proibizionismo non si tocca” (ovvio si tratta di un falso proibizionismo: la droga si trova in 2 minuti dappertutto). Perché, vedete, sono gli stessi  narcotrafficanti a proibire il libero commercio delle sostanze. Quando la mafia è al potere, può permettersi tutto lo stile e il  fascino del potente, e con calma, truccare le carte. Il rinforzo di An sul proibizionismo non è  casuale: è coerente coi tempi. Era necessario rinforzare l’inganno. Anche questo rinforzo di An è un escamotage: serve a fare un po’ più di chiasso e un po’ più di  male. Legge Fini o truffa Fini? Fini è soltanto una delle molte colonne portanti del narcotraffico >

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guido@hyronisti.it wrote:
< “Maometto: un intellettuale brillante con una moglie ricca. Padre Pio: un fratacchione intrigante con l’accento barese. Mosè: quarant’anni su e giù a trascinare folle nel deserto, mentre con una guida Michelin sarebbe arrivato in due mesi…”.  Questa non la commento. Noto solo che ha tanto di quel provocatorio in corpo che ci si può fare a cazzotti per un paio di mesi. Ma lo avrete notato anche voi >

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Giuseppe Palermo wrote:
< Gad Lerner (a Markette) ha detto che Fassino ha offerto una candidatura a Ostellino (che ha rifiutato). Dopo aver riabilitato Craxi, era un atto dovuto… >

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Pippo Montedoro wrote:
Mi g’averia un’idea… Alla prossima elezione di Miss Padania, perché non candidiamo l’intera quota rosa delle liste elettorali della Lega di Lombardo con i lombardi? Sempre che ce l’abbiano, una quota rosa >

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M.B. wrote:
< Oggetto: ritrovato documento sepolto dalla sabbia. “Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni >

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Lorenzo wrote:
< Egregio prof. O., ho ricevuto la sua lettera della catena di Sanlibero. La trovo assai divertente e cercherò di spargere voce. Con la mia classe (III H della scuola media Dag Hammarskjold), abbiamo iniziato un percorso sulla mafia… vorremmo dunque, stabilire dei contatti con lei. Gradiremmo dunque, che lei ci rispondesse nel caso in cui, fosse d’accordo. La saluto a nome di tutta la mia classe >

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

< Io ho un bel regalo
la penna
e Riccardo è triste
perché mi voleva regalare il collier
ma a me non interessa – bleah! >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)