San Libero – 327

4 aprile 2006 n. 327

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Così, siamo arrivati. Non c’è più molto da dire: non è più una faccenda da politici, ma da gente come me e come te, da cittadini. I manifesti sui muri, i discorsi “politici”, le tv, hanno poco a vedere con ciò che stiamo vivendo in questi giorni: non stiamo cambiando un governo, stiamo buttando giù un regime. A questo punto, non ha più importanza la mediocrità dei candidati: non è Berlusconi contro Fassino o Fini contro Rutelli, è il cococò contro il commercialista, il vip contro il precario, il Grande Fratello contro Totò e Pasolini. Non servono altre chiacchiere, in queste ore.

In Sicilia, è di più. Vengono al pettine sessant’anni di lotte e di dolori, di vittorie sudate e di sconfitte feroci; vincere, significava un po’ di terra e legge uguale; perdere, massacrati sui feudi o cacciati via nell’emigrazione. Portella, Pio La Torre, Falcone, I Siciliani; Scelba, i Cavalieri, le stragi, il bavaglio generale: fra queste cose si oscilla ogni volta che noi vinciamo o che perdiamo. Anche qui, non servono molte parole. Ricordiamo soltanto, ora che siamo arrrivati a battere col piccone su questo muro, quello che c’è voluto per portarlo fin qui. Noi che battiamo siamo gli ultimi: ma l’attrezzo c’è stato passato, compagno dopo compagno e mano dopo mano, da molto molto addietro. Finchè – ecco, allunga la mano – e il piccone era lì.

Una catena lunghissima di compagni, di esseri umani, ciascuno con la sua lotta individuale e col suo sorriso. Come si chiamava quel ragazzo che c’era a casa di Mauro Rostagno, forse nel ’76, con Peppino, quella volta che finimmo a cantare l’internazionale alla finestra, immortali? Ricordo benissimo il viso, ma non il nome. Che ha fatto in questi trent’anni? Sta lottando ancora? E quella ragazza, a Palermo, che ci ospitò per una notte, nei giorni della rivolta per Borsellino? Aveva un bambino d’un dieci anni, faceva tutto intento i compiti sul tavolo della cucina mentre lei preparava la cena – povera – e leggeva il volantino. O Antonio del Coordinamento, o Sabina, o Erminio, o Ester, o Lea?

Fili infiniti si riannodano, in queste ore, molto più forti e tesi – per quanto esili – delle catene e corde dei padroni. A questo si doveva arrivare, ci si è arrivati – non sprechiamolo con pensieri piccoli, non accorgiamoci affatto di quante meschinità cercano di stare a galla nel ribollimento. Berlusconi? Ma poveretto ci fa pena, conta ben poco, ormai, di fronte a tutto quel che siamo diventati. Lui è soltanto un pretesto, l’occasione per liberare la libertà.

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87. “Il Presidente della Repubblica […] ha il comando delle Forze armate”. Casomai qualcuno si facesse venire strani pensieri, fra una settimana. Ok, compagno caramba?

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La prima cosa da fare. Fra vent’anni gli storici non parleranno di Bossi-Fini, ma semplicemente di “Leggi razziali” (le Leggi razziali della repubblica, diranno, per non confonderle con le leggi razziali del re). Non sarà facile liberarci da questa vergogna, nella memoria di quelli che verranno dopo. Potremmo vergognarci un po’ meno se il nuovo presidente, un attimo dopo aver ricevuto l’incarico e aver detto “Lo giuro”, afferrasse il primo microfono a portata di mano e ci gridasse dentro: “Abolita!”.

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Strumenti. Uno degli ultimi contributi nostrani alla comunità informatica globale è il software Libero “PhPeace”, sviluppato all’interno dell’associazione PeaceLink e utilizzato da tantissimi siti del volontariato e dell’informazione sociale, tra cui anche redazione.org, il sito che sta prendendo vita in queste settimane a partire dalla “catena” e in collaborazione con altre realtà di informazione indipendente. Tecnicamente si tratta di un CMS, ovvero di un sistema per la pubblicazione automatica di contenuti sul web sviluppato da Francesco Iannuzzelli, portavoce dell’associazione PeaceLink, e plasmato sulle esigenze delle organizzazioni che lo hanno già adottato, in Italia e all’estero.

PhPeace, che ha fatto il suo debutto ufficiale durante la fiera “Terra Futura”, è un software completamente libero e gratuito e può essere personalizzato, modificato e utilizzato da chiunque abbia voglia di creare delle “redazioni collettive” online.

PhPeace, inoltre, è progettato per generare pagine conformi agli standard di accessibilità di livello AA definiti dal World Wide Web consortium (W3C) con l’obiettivo di abbattere tutte le barriere architettoniche digitali che rendono difficile o addirittura impossibile la navigazione per gli utenti disabili, che devono ricorrere ad ausili per l’utilizzo del computer. [carlo gubitosa]
Info: www.phpeace.org

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Export. Il governatore (filoamericano) di Bagdad annuncia che non collaborerà più coi soldati americani, poiché questi massacrato a freddo ventisei iracheni in una moschea. Il “Time” (americano) denuncia che a metà marzo i marines hanno giustiziato un’intera famiglia, fra cui un bambino di sei mesi, in rappresaglia a un attacco di ribelli. Il governo (filoamericano) dell’Afganistan condanna alla forca un tizio perché si è dichiarato cristiano, e alla fine lo grazia solo perché “è un povero pazzo”. Stiamo esportando democrazia, e questi sono i risultati. Figuriamoci se stessimo esportando dittatura.

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Bavaglio. Mucchio Selvaggio questo mese doveva uscire con una copertina satirica su Berlusconi. Il distributore però non era d’accordo e s’è semplicemente rifiutato di mandare la rivista in edicola. A me una faccenda del genere è capitata a Catania un paio d’anni fa: c’era un articolo su Ciancio e il distributore: “Nooo! – ha detto – Se ve lo metto in edicola Ciancio mi leva u’ pani!”.
Quello però era un piccolo distributore siciliano, mentre a censurare il Mucchio è stata la più grossa agenzia nazionale, la Parrini & C. (non priva perà di qualche assonanza sicula: quel “parrini” foneticamente starebbe bene in un film su don Corleone…).
Insomma, tutti devono imbavagliare qualcosa. Le tv? Tutte di Lui. I cinema? Quasi tutti di Lui. Un libro? I principali editori (Einaudi e Mondadori, per esempio), sono Lui. E ora ci si è messo anche Parrini.

(Il Mucchio si occupa di due cose bellissime, il rock e la società. Un po’ come un giornale del Settecento che dedicasse metà pagine a Mozart e metà alla Rivoluzione francese).
Bookmark: www.ilmucchio.it

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I communisti mangiano i bambini. Inoltre fanno altre cose terrificanti, come pretendere che i bambini non lavorino, che la donna sia pari all’uomo, che razza e religione non contino ecc. E’ esattamente quello per cui noi compagni venivamo accusati cent’anni fa, quando era invece pacifico che le donne fossero sottomesse, che i bambini andassero in miniera, che gli ebrei fossero “deicidi”, che il papa fosse infallibile,  e i neri inferiori ai bianchi . Quasi tutte le cose che i più estremisti anarchici, socialisti, femministe ecc. predicavano allora, oggi sono senso comune. Di quella predicazione “estremista”, tuttavia, è rimasto il disagio, per la gente “perbene”, di sentirsi proporre cose che non fanno ancora parte della “normalità”. “Questi estremisti vogliono dare il voto a tutti, signora mia”.

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Margherita. Esclusi dalle liste Leoluca Orlando e Nando dalla Chiesa. Tutt’e due odiatissimi da Berlusconi, ma più ancora da Dell’Utri: prima che politici, infatti, sono figure storiche del movimento antimafioso. Il che, evidentemente, non aiuta a far carriera nella Margherita. Speriamo che nel Partito Democratico, se proprio lo devono fare, si ragioni in maniera un po’ meno anti-antimafiosa.

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Altri fiori. Sgarbi (ma che ci fa un articolo suo su MicroMega?), Andò , Tiziana Maiolo. Quest’ultima è la più odiosa dei tre: “Non doveva ficcarsi là dentro”, al poveraccio che morì stritolato in un cassonetto di vestiti usati, e “Senza tessera niente riparo”, ai barboni senza documenti buttati fuori d’inverno dai ricoveri comunali.

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Italiani 1. Perugia. Una ragazza di sedici anni col figlio di due mesi e suo fratello tredicenne sono stati sorpresi a tentare un furto in abitazioni. Gli inquilini del palazzo, vedendo le loro misere condizioni, non hanno però voluto sporgere denuncia. La moglie del comandante dei carabinieri, intervenuta sul posto, ha comprato del latte per il piccolo. I due ragazzi sono stati condotti in una comunità d’accoglienza.

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Italiani 2. Un giovane srilankese ucciso da un vigile urbano (“inciampato”) armato di pistola. I vigili di Como girano con la pistola – che non sanno usare – da quando c’è la Lega. Questo faceva parte della speciale “squadra anti-graffiti”, volta a sconfiggere con le armi i ragazzini che scrivono sui muri.

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Precursori. E’ finito in Venezuela Salvatore Chiaracane, l’avvocato palermitano condannato per mafia  al maxiprocesso di vent’anni fa. S’è rifatto una vita e ora insegna diritto amministrativo all’università di Aragua. Non ha un buon ricordo dell’Italia, di cui critica molto i magistrati.

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Miserie. Eletto il nuovo segretario del “sindacato” dei giornalisti siciliani: è un dipendente di Ciancio, è un brav’uomo, non ha granché a che fare con le faccende nostre. Forse prima o poi bisognerà pensare a fare un sindacato dei giornalisti anche in Sicilia.

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Spot. In edicola Pizzino, la rivista di satira antimafiosa palermitana (diffusa un po’ dappertutto: l’ultima inchiesta su Pizzino è uscita sul Tages Anzeiger di Zurigo…).
Info: 334.3884478, pizzino@scomunicazione.it

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Spot. Alcuni ragazzi della facoltà di Lingue di Catania hanno messo su una radio on line che si chiama Radio Zammù. Collegamenti con radiocampus di Parigi che trasmette la protesta dei giovani francesi contro i contratti cpe.
Bookmark: www.radiozammu.it

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Spot. In edicola col Manifesto in Sicilia L’Isola Possibile. “Svendesi giornalisti” (Andrea Cottone e Marco Benanti), “Fronte dell’acqua” (Claudio Floresta) e altre inchieste.

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Spot. Eurofilm, Pablo e l’associazione Libera sono lieti di annunciare che il film “Il fantasma di Corleone” di Marco Amenta, con Marcello Mazzarella, è nelle sale italiane a partire dal 31 marzo.

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Spot. In edicola col Manifesto in Sicilia L’Isola Possibile. “Svendesi giornalisti” (Andrea Cottone e Marco Benanti), “Fronte dell’acqua” (Claudio Floresta) e altri inchieste.

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Spot. Seconda edizione del Premio Giornalistico Enzo Baldoni promosso dalla Provincia di Milano. In palio un finanziamento per un viaggio reportage). In giuria Antonio Calabrò, Natalia Aspesi, Enrico Deaglio e altri giornalisti.
Bookmark: www.provincia.milano.it/portale/not izie_flash/06_03/premio_baldoni/index.html

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Memoria. “L’abbiamo ammazzato perché era una spia – dichiara un certo al-Shemmari, capo del gruppo “Esercito dell’Islam” – e così ammazzeremo tutti quelli come lui”. Parla di Enzo Baldoni. Non si sa se questo al-Shemmari, coi suoi tagliagole, sia una specie di bandito Giuliano locale, un fanatico puro o un misto di tutt’e due. Quello di cui siamo certi è che prima o poi lo vedremo in Italia, a essere processato per l’assassinio di Enzo. La destra bombarda i popoli, e si dimentica degli assassini. La sinistra difende i popoli, ma gli assassini li punisce prima o poi.

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Persone. Bruno Baldacci, prete, è stato ammazzato dagli spacciatori di droga di Vitoria (Brasile) perché aveva salvato diversi tossicodipendenti e faceva di tutto per allontanare i ragazzi dall’eroina. Gli spacciatori l’hanno minacciato più volte, e alla fine l’hanno massacrato. Padre Baldacci aveva 63 anni, era italiano della Liguria e lavorava in Brasile da 42 anni.

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Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche marrocchini, africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi). L’ultimo re di Sicilia era un ragazzo. Un re nemico lo prese prigioniero, e ordinò di tagliargli la testa. Un attimo prima che l’aguzzino calasse la scure, il ragazzo guardò la piazza piena di folla e disse, o cercò di dire, qualcosa.

In mezzo alla folla c’era un uomo, di professione medico, che mai aveva fatto politica fino a quel momento. Ma quello sguardo lo prese. Decise, da quel momento in poi, di vivere per dargli giustizia. Per tutti gli anni che seguirono il dottor Giovanni (questo era il suo nome) non fece che organizzare congiure e propagandare rivolte. Girò tutte le corti del mondo, chiedendo giustizia a imperatori e re. Ma nessuno gli dava ascolto.

Una sera il dottore, stanco per tutti i giri inutili che aveva fatto anche quel giorno, si addormentò sopra il suo tavolo, con la testa sul foglio dell’ennesima protesta da spedire di nascosto. “Mai, mai, mai – pensava nel sonno – i re ci daranno giustizia. Mai il popolo si sveglierà”.

In quel preciso momento, in una lontana piazza nella città di Palermo, un aguzzino guardava sorpreso il manico del coltello che gli spuntava dalla pancia. “Ma come avete osato – gorgogliò – ribellar…”. Ma non potè finire la frase e cadde a terra, mentre in tutte le piazze e città e per la Sicilia intera la gente dava la caccia a tutti gli altri aguzzini.

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marco.carnazzo@fastwebnet.it wrote:
< Ciao R., nel mio piccolo di siciliano fuori sede, cercherò di fare qualcosa lo stesso per l’elezione di Rita. Credo ci siano tante persone nella mia stessa condizione, per questo ti chiedo di pubblicizzare il nostro sito di studenti siciliani “continentali” – a Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Siena, Torino, Trento – per Rita >
Bookmark: www.ritaexpress.it

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alessandro.paganini@cheapnet.it wrote:
< Impregilo chiude il 2005 con una perdita consolidata di 358 milioni di euro. Vengono giusto bene i 388 milioni di euro che lo Stato pagherà di penale a Impregilo – aggiudicataria della supercommessa del ponte sullo stretto di Messina – nel caso il ponte non si faccia. E io pago! >
Bookmark: http://www.finanzaonline.com/notizie/news.php?ID=83843

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turi.fallica@tiscali.it wrote:
< Io credo che bisogna andare a votare, per toglire dal governo questi pericolosi incompetenti, sia a livello nazionale che regionale. Poi, se tutto va bene come credo, ci sarà la resa dei conti con questa classe dirigente di centrosinistra, che sicuramente è molto meglio di quella che esprime attualmente il centrodestra. L’ultima scelta infame la fatta Il governo regionale guidato da quell’uomo politico mediocre di nome Cuffaro. Da questo momento, infatti, tutte le pratiche di finanziamento europeo in agricoltura dovranno passare tramite i CAA (centri di assistenza agricoli) in mano ai poteri clientelari, esautorando di fatto tutti i liberi professionisti e i loro clienti della loro autonomia e libertà. E poi si definiscono “Liberali”! L’unica libertà che hanno è quella provvisoria >

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Enrico Peyretti wrote:
< Caro Prodi, l’Unione non deve consumarsi nel ribattere, ma deve avere iniziativa su temi propri. Finora non vi ho sentito parlare di difesa della Costituzione aggredita, di guerra e pace. Solo negli ultimi giorni sento il tema della giustizia sociale. Capisco tutte le difficoltà che incontrate. Vorrei incoraggiarvi. Faccio la mia parte nelle relazioni che ho. Berlusconi è capace di tutto, ma proprio di tutto, specialmente negli ultimi giorni. Molta gente è ingannabile. La moneta cattiva scaccia quella buona. Sono preoccupato, ma impegnato. Individualismo e “liberismo etico” hanno, negli anni, contaminato anche la sinistra, e per questo motivo molti che non approvano l’abuso di potere di Berlusconi sono perplessi verso la sinistra. Come leader, tu puoi fare un appello serio e morale, di politica morale e concreta, a tutto il paese. Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza! >

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Adriana C. e Massimo C. wrote (a Metro):
< Vorremmo rivolgere un nostro personale plauso alle efficienti forze dell’ordine che nei giorni scorsi in via Lega Lombarda, di fronte al deposito Atac, hano sconfitto una pericolosa banda di tre bambini minorenni Rom dell’età massima di anni 10, bloccandoli prontamente con le manette ai polsi. Grazie, siamo sicuri che ora dormiremo sonni sereni >

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upavoncello@yahoo.com wrote:
< caro r., ti segnalo una reazione che mi capita spesso di avere quando apro la tua catena. si parla molto di mafia e io penso: ma che posso fare io? io che sto a roma? mi rendo conto che e’ una cosa
tremenda che condiziona pesantemente la vita e le prospettive di chi vive in sicilia e probabilmente anche di chi non ci vive ma, ripeto, quello che mi viene da pensare: io, che ci posso fare? ciao >

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cattaficarmelo@tiscalinet.it wrote:
< Ciao mi diresti cos’è la mafia seconde te? E hai un episodio da raccontare in proposito? Saluti Carmelo >
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spinafianco@yahoo.it wrote:
< Caro R., mi piacerebbe esprimere la mia solidarietà a Sonia Alfano, come già feci con i cittadini Benanti e Ruta, la cui esistenza stessa di cittadini (e dunque di potenziali lavoratori), venne calpestata come in una moderna Fontamara. Solidarietà. Ok. Ma serve? Oltre le parole, cosa si può fare? Io compro Il Manifesto e Diario, contribuisco alla tua catena per come posso, talvolta scrivo a dei giornali quando un fatto mi indigna oltre la soglia di guardia. E poi? Cosa potrei fare concretamente per aiutare una persona come Sonia Alfano. O Marco, o Ruta? “Che fare?” si chiedeva Lenin, e così chiamavano il proprio foglio clandestino i contadini Fontamaresi oppressi dal fascismo. Che fare, noi, oggi? Anzi, che fare io? >
* * *

Farsi queste domande significa avere già dentro le risposte. Non cercatele a un povero giornalista, tiratele fuori dal vostro infinito potere di uomini con un cervello e un cuore. (La mafia, è semplicemente un regime).

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Dietrich Bonhoeffer (by giovanni.colombo@fastwebnet.it) wrote:

< Da forze buone miracolosamente accolti,
qualunque cosa accada, attendiamo sereni.
Non siamo soli. Le cose che ci aiutano sono
i motivi buoni per non avere paura,
nell’alba che accende la speranza come
nel tramonto velato di melanconia.
Contali, sono più delle stelle in cielo.
Che i nostri sensi si inzuppino come spugne
della sfera invisibile dell’esistenza >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)