5 giugno 2006 n. 335
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Sicilia. Eppure, il grande risultato di queste elezioni è un altro. Nel giro di alcuni mesi, “improvvisamente” per tutti (ma non per quei pochi che seguono dal basso e non dai palazzi la società siciliana) è nata una generazione. Senza denari, senza ordini, senza sostanziali aiuti dei vecchi elefantiaci partiti, è nata una rete di giovani che ha preso nelle sue mani il timone dell’opposizione. La rete dei comitati per Rita, quattrocento nell’Isola, migliaia di militanti civili, la meglio gioventù della regione. E poi Addiopizzo, ed poi ancora è la rete spontanea dei comitati al nord, il “treno per Rita”. Queste reti rimangono, possono rimanere. Sono loro il nostro primo interlocutore, loro e le persone che le hanno formate.
Noi abbbiamo fiducia in queste persone. Vogliamo che restino unite e che, senza turbarsi per la sconfitta, organizzino con pazienza le vittorie nuove. L’Italia è di centrosinistra e la sconfitta è locale: non mancheranno le occasioni, purché si resti insieme. E forse, paradossalmente, una sconfitta amara ma battagliata sarà stata più utile, nel tempo, di una vittoria facile e indolore. Tempra di più, seleziona di più, aiuta di più a crescere questa giovane classe dirigente che è sempre la nostra, ora come e più di prima.
Essa esce a testa alta da una difficile e coraggiosa campagna elettorale, dove è stata a volte ingenua ma mai povera, e sempre con grandissimo orgoglio e dignità. A quelli che la compongono, cui non abbiamo fatto mancare le critiche sul momento, diciamo ora che siamo orgogliosi di loro, che hanno servito bene la Sicilia e che con tutta la loro inesperienza sono stati più bravi e più utili di tanti superbi tromboni che, anzichè d’aiuto, sono stati d’impaccio.
La destra (compresa la sua componente più tecnicamente mafiosa) ha vinto puntando sugli aspetti peggiori del popolo siciliano: lo spirito gregario, la sottomissione, il qualunquismo, la paura. Noi abbiamo perduto puntando sui migliori: la solidarietà, la memoria, la libertà di giudizio, la generosità. Entrambi abbiamo avuto “ragione”: la Sicilia possiede le une e le altre cose, a volte fa raccapriccio agli estranei, a volte desta ammirazione. E’ siciliano Borsellino, ma lo è anche Provenzano. Un corpo con due anime. Noi stiamo con la più onorevole, la più luminosa. Ma anche, in fondo, la più vincente. Quante volte si sono illusi, i notabili, di averla spazzata via una volta per tutte! Eppure, ogni volta, essa ritorna. Disordinata e indomabile, la nuova opposizione siciliana riproverà e riproverà a vincere, finché ci riuscirà tranquillamente. E’ questione di tempo – anno più, anno meno – e di coerenza
Restando uniti siamo molto più forti, nel lungo periodo, di loro. Perciò il primo dovere è: restare uniti. Il secondo è costruire. Questo non dipende da un’elezione. Dipende da un’attitudine generale, di classe dirigente e non di semplice protesta. Essa in Sicilia è rinata esattamente ora. E sono questi giovani ad esserne portatori. Ora hanno perduto, ma la prossima volta ce la faranno.
(Fra l’altro devono ancora votare i carabinieri, che hanno ancora molte cose da dire, per ordine dei giudici, al governo Cuffaro)
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Casablanca. E’ andato bene il numero zero, nella modestia dei mezzi e dunque della diffusione. In certi posti è arrivato, in altri no. Dov’è arrivato è stato accolto benissimo, come un amico vecchio che è tornato. Ma il collo di bottiglia siamo noi, qui a Catania: non abbiamo forze abbastanza per coordinare (e c’è moltissima roba da coordinare), cerchiamo di decentrare il più possibile ma ancora, perché la macchina sia a regime, ci vogliono-due tre mesi. Nel frattempo puntiamo a occhi chiusi sull’organizzazione spontanea di voi lettori: singoli militanti, ma anche gruppi già organizzati come Libera, Addiopizzo, il Rita Express, i Comitati per Rita. A loro non chiediamo di darci una mano, gli diciamo di essere noi senz’altro. Casablanca non appartiene a qualcuno, è un abbozzo di rete. Usatela come tale.
Adesso chiudiamo in fretta per andare alle riunioni di domani. A Palermo, ad esempio, in cui avremo poco da proporre ma molto di cui prendere nota: come dappertutto. Sappiamo che i compagni di Roma, cui non arrivano istruzioni da più di una settimana, stanno lavorando tranquillamente alle loro inchieste. Sappiamo che quelli del RitaExpress stanno già discutendo anche di questo giornale, che è anche loro. E lo stesso gli altri. Sappiamo anche che tu che hai ci hai scritto e a cui non abbiamo ancora risposto hai capito perfettamente la situazione, e che cominci già a tessere nella tua città la tua piccola rete. Casablanca non è una centrale, è un circuito. E’ un’idea ambiziosissima, ma può funzionare. Internet funziona.
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Un pezzo da una pagina, 3500 battute. Da due pagine, 7000. Una notizia breve, 500. Questi sono i contenitori e ciascuno, in gruppo o da solo, li può già usare. Il telefono è 095.0932490, oppure quello di uno qualunque dei ragazzi nostri che conoscete.
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L’editore di Casablanca si chiama (s’è deciso da poco) Le Siciliane. Anche il sito, fra un mese, si chiamerà così. C’è un sacco di cose nuove in questo titolo, ma le capite da soli. I rami, nel vecchio albero, crescono in direzioni inaspettate. Però, coerenti. E’ bello essere un albero che cresce e non un monumento. Che c’importa dei loro politici? Noi siamo il mondo piccolo che cresce.
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Notizie dal mondo (mpress-mpressa).
Torino. Torna uno dei massimi dirigenti Fiat, sospeso qualche tempo fa per una storia di cocaina. Essendo un parente di Agnelli, ha ritrovato tranquillamente il suo vecchio posto di lavoro, non proprio da mille euri al mese.
Milano. Ucciso dallo sportello basculante un giovane romeno che cercava di recuperare vestiti usati da un cassonetto. Già successo altre due volte o forse tre, non s’è tenuto bene il conto.
Sicilia. Niente ponte, e invece altre indagini sui mafiosi. Il Berlusconi locale (quello che possiede tutti i giornali e tv della Sicilia) ha giò cominciato a organizzare manifestazioni di protesta per l’autunno al grido di “brutti comunisti, non ci chiudete i cantieri!”. Cuffaro (“Sicily’s governor linked with Mafia”, secondo mr Popham dell’Indipendent) minaccia barricate.
Italia. Elezioni, politica, governo nuovo. Tranquilli Bertinotti e Mastella. Agitati gli altri.
Mondo. E’ vero, i marines ammazzano donne e bambini come le Ss. Taglio basso, commenti. Dice che ci sarà un’inchiesta. Per oggi è tutto.
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Bavaglio. Da diversi mesi Sky Italia impedisce la ricezione in Italia di Arcoiris Tv. Arcoiris, come canale satellitare indipendente, da febbraio chiede di rientrare nel menu dei canali fruibili attraverso piattaforma Sky. Ma Sky Italia ha fatto orecchio da mercante e non si è attivata in alcun modo per permettere la ricezione ai decoder Sky. Eppure c’è una legge, la 78/99, che impone all’operatore esattamente di “consentire la fruibilità delle diverse offerte di canali con accesso condizionato o in chiaro mediante l’utilizzo di un unico apparato”.
La legge serve a evitare il costituirsi di posizioni dominanti nel settore, e a garantire la pluralità e la libertà nella tv digitale. Ma è come se non ci fosse: di fatto, le antenne dissenzienti vengono silenziate. Arcoiris non è tanto facile da imbavagliare, perché è una delle principali internet tv (due milioni di visitatori diversi, quest’anno, con qualcosa come 130 milioni di accessi) . Ma sul satellitare, per volontà di Sky, di fatto è tagliata fuori. Perciò i suoi gestori si sono rivolti al Garante per le Comunicazioni perché venga risolta questa situazione, e perché vengano rifusi i danni che Sky Italia, arbitrariamente, sta arrecando.
Dal sito: “Arcoiris Tv, canale tematico satellitare/ televisione via internet basato a Modena, rappresenta un mezzo innovativo per diffondere cultura dando voce ai cittadini. Vorrebbe diffondere opinioni vere senza censura, senza pubblicità. I programmi sono di informazione ed approfondimento della realtà culturale, sociale e politica italiana ed internazionale con particolare riferimento alla realtà sudamericana. Dal 2 febbraio scorso il canale è stato autorizzato alla diffusione con Delibera 73/06/CONS”
Bookmark: www.arcoiris.tv
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Grandi fratelli made in Italy. I controllori che hanno messo a rischio la privacy dei cittadini e la liberta’ degli utenti sono stati premiati anche quest’anno con i premi in negativo “Big Brother Awards”. L’unico premio positivo, intitolato a “Winston Smith”, il protagonista dell’incubo orwelliano intitolato “1984” e’ stato assegnato all’organizzazione No1984.org, che si e’ distinta per la sua attività di informazione e contrasto del Trusted Computing, la tecnologia invasiva che in nome del profitto legato copyright togliera’ agli utenti il controllo sui loro calcolatori. Nel “lato oscuro” dei premiati, invece, troviamo Enzo Mazza, direttore della FIMI – Federazione dell’Industria Musicale Italiana, che secondo la giuria avrebbe contribuito all’affermazione di un modello sociale in cui i provider internet “devono sobbarcarsi l’onere di essere gli sceriffi della Rete, dovendo agire come censori e delatori dei loro clienti, sobbarcandosene oltretutto i costi”.
Accanto a Mazza c’e’ anche Mauro Masi, Segretario generale alla presidenza del consiglio, premiato per aver bloccato i lavori della commissione sul diritto d’autore, durante i quali era stata proposta la possibilità di trasformare il reato di duplicazione abusiva in illecito a querela, evitando l’attivazione automatica e obbligatoria del procedimento penale anche nei casi di minima entità. Il premio per la peggiore azienda privata e’ stato assegnato al Trusted Computing Group, promotore dell’omonima tecnologia. “Si stanno prendendo decisioni sul modo in cui ci rapporteremo ai computer ed alla Rete – scrivono gli organizzatori del premio – scelte che delineeranno il modo in cui vivremo, se come attivi cittadini o solo passivi consumatori”. [carlo gubitosa]
Info: https://bba.winstonsmith.info/
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Solidarité. Il sito Bellaciao, responsabile da Roberto Ferrario, denunciato dai Chantiers de l’Atlantique per aver dato spazio a una vicenda sindacale (lavoratori stranieri sfruttati, non pagati e tenuti fuori contratto). Il sindacato francese, la Cgt, denunciato insieme coi redattori per aver parlato di “moderna schiavitù” e di “atti mafiosi compiuti nell’impianto dei Cantieri”, dei quali “la Cgt considera responsabile il committente principale, Alsthom Marine”.
“La direzione dei Cantieri ci attacca per farci perdere tempo e denaro, questo affare può provocare la chiusura del nostro sito”, dicono i compagni di Bellaciao, che hanno costituito un Comitè per la libertà di espressione e organizzato una sottoscrizione per far fronte alle spese di giudizio. Bellaciao è un sito in francese, italiano e altre lingue (riprende spesso la Catena) ed è portato avanti da un gruppo di ragazzi italiani, francesi e di altre nazionalità a Parigi. In questo momento è uno degli esempi migliori di solidarietà internazionale (come si diceva una volta) sul web, e va sostenuto e difeso. Scrivetegli e vedete cosa potete fare. [r.o.]
Bookmark: http://bellaciao.org/it oppure http://bellaciao.org/fr
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Informazione 1. L’8 e 9 giugno all’Orientale” di Napoli c’è stata una conferenza sul tema “make your media, became your media”, con Bernardo Iovene di Report e giornalisti di RAI 3, Il Manifesto e Repubblica. A sorpresa, l’Università ha chiamato a relazionare anche i ragazzi del sito/zine locale Bengodi e Benfoggianius (c’è da parecchi anni, fanno controinformazione locale sia su rete che, quando possono, su carta) che così si sono visti affiancare, almeno per un giorno, ai massimi giornalisti e giornali. Buono.
Bookmark: www.bengodi.org, www.benfoggianius.org
Info: 347.9249564
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Informazione 2. “E adesso ammazzateci tutti”. Questo slogan scritto a spray su un pezzo di tela bianca ha accompagnato i ragazzi che lo scorso autunno hanno sfilato in silenzio per le strade di Locri. Una sfida a viso aperto i poteri mafiosi che avevano stroncato la vita di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, davanti ai seggi delle primarie dell’Unione. Quello slogan, dopo essere stato trasformato dal vignettista Mauro Biani in una illustrazione adottata dall’associazione “Libera” come icona della mostra Mafiacartoon, e’ diventato l’oggetto di una strana forma di “furto mediatico”: il settimanale “La Riviera”, che gia’ in precedenza aveva polemizzato con i ragazzi di Locri, ha pubblicato in copertina la vignetta di Biani dopo averne modificato lo slogan che e’ diventato “e adesso imbarcateci tutti”. Il messaggio lanciato con questa manipolazione grafica e’ stato molto chiaro: in Calabria la lotta alla mafia e’ strumentalizzata dai partiti di sinistra per fini elettorali, e i giovani che scendono in piazza sono soltanto dei burattini guidati dall’alto. “Una vignetta e’ come un editoriale – ha raccontato Biani – e la cosa che mi ha dato fastidio e’ stato proprio l’utilizzo strumentale del mio disegno per farmi dire cose che non penso assolutamente. In teoria la legge sulla stampa mi darebbe il diritto di vedere pubblicata una rettifica con le stesse dimensioni della mia vignetta manipolata, e nella stessa collocazione. In pratica dubito che accadra’”. [carlo gubitosa]
Info:
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Informazione 3. Girodivite. Un gruppo di ragazzi con una bella storia (partita molti anni fa al seguito dei Siciliani) Fanno un bel sito e, ogni tanto, anche un giornale. Il numero di ora è dedicato a Rita Borsellino e agli studenti siciliani al nord, quelli che hanno organizzato il Rita Express. Da vedere. Per averlo basta contattare il sito.
Bookmark: www.girodivite.it/Maggio-2006-dal-web-al-cartaceo.html
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Informazione 4. Eh eh! Non ve lo dico.
(Una sorpresa da Napoli la prossima settimana).
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Spot. Il Mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte. Un libro di Antonello Mangano e Antonio Mazzeo che sviluppa le argomentazioni scientifiche del movimento che si oppone al Ponte sullo Stretto. I conflitti d’interesse e la fitta ragnatela di società ed aziende coinvolte, il devastante impatto socio-ambientale, gli interessi della mafia, i processi di militarizzazione del territorio. Indispensabile.
Bookmark:
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martans@libero.it wrote:
< In Sicilia dopo le primarie è stata candidata Rita Borsellino, donna delle società civile, con un bagaglio umano e di contatto con la sua terra enorme. E’ stata lasciata sola durante la campagna elettorale, dove il suo staff in due mesi ha coinvolto nella stesura del programma oltre 20mila persone con cantieri tematici e territoriali. In questo contesto si è riaffermato il valore più nobile e autentico della politica: cioè la gestione delle cosa pubblica con il coinvolgimento della comunità. Il tutto in una terra in cui la mafia ha avuto vita facile, anzi direi facilitata dal governo Berlusconi (già che dobbiamo conviverci conviviamoci bene) e dove il governo della regione stessa era, e (ahinoi) sarà per i prossimi anni, in mano al peggio del centro destra.
Ora io non mi sento tanto rappresentato da dirigenti che, nonostante il successo delle primarie (vera novità degli ultimi anni), non cercano la partecipazione dei cittadini ma preferiscono ottenere ministeri e non mettono al centro dei loro obiettivi i problemi concreti, epurando dai partiti che dirigono chiunque non la pensi come loro (i vertici della Margherita hanno espulso Leoluca Orlando perché ha sostenuto alle primarie la Borsellino e non il candidato di partito, tra l’altro da poco transfugo dal centro destra). Mi auguro che la direzione e il modo di far politica dell’attuale maggioranza cambino, per cambiare le cose in Italia e festeggiare prima e con volti meno scavati le vittorie elettorali >
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lorenzo.misuraca@hotmail.it wrote:
< Sono andato a salutare il treno Rita Express che passava alla stazione Tiburtina di Roma. Ho portato 30 copie del cartaceo di Girodivite dedicato a Rita Borsellino. Ho cominciato a distribuirlo tra le ragazze e i ragazzi che aspettavano. In pochi secondi le copie sono finite. Tutta la gente sulla banchina attorno a me leggeva Girodivite. Io riprendevo con la mia videocamera. Due o tre ragazzi si sono avvicinati: Giampiero di Collesano ha scritto una volta per giro, Roberta di Palermo ha apprezzato il cartaceo e mi ha chiesto di casablanca. Offro la mia birra a un passeggero che dalle 21 e 30 a mezzanotte se ne già scolato 9. Il megafono annuncia l’arrivo del treno. I ragazzi di Rita Express Roma avvertono la ciurma di prepararsi per salire.
Ecco la luce che si avvicina. Io riprendo. La luce diventa muso e poi scatti di ragazzi urlanti che sventolano bandiere. La batteria della videocamera si scarica. Il treno si ferma. Confusione. Ragazzi che corrono felici; Io corro pure. Cerco gli amici. Sulla Banchina una troupe tv e qualche fotografo. C’è anche lo scrittore Carlo Lucarelli, che è partito col Rita Express da Bologna. Mentre corro incontro Antonio, ci abbracciamo. E Poi Luca, mi chiedono le copie del cartaceo. Finite, già distribuite tutte. “Meglio così”, dice Luca, che ha un pacco di copie di Casablanca da vendere. Una copia un euro. Speriamo che funzioni.
Dai finestrini riconosco tanti amici: Nicoletta che studia a Bologna, Simona a Siena, altri a Roma. Siciliani che votano per tornare. e intanto stanno insieme sulle stesso treno. Molti portano con se amici e fidanzati senza sangue siculo. È giusto: nostra patria è il mondo intero e questa battaglia è battaglia di tutti. È uno stringere mani dall’alto del treno che non finisce. Gli amici mi dicono “sali”. Non posso, domani lavoro, partirò in serata. I ragazzi dell’Arci distribuiscono bandiere della pace e del Quarto Stato. Uno striscione recita orgoglioso: “Manco Garibaldi”.
Il controllore protesta, vuole partire. I ragazzi di Rita Express chiedono ancora un minuto, manca qualcuno. E qualcuno grida al controllore: “Non c’è un treno che non ritardi in Italia, deve arrivare puntuale proprio questo che è speciale?”. I portelli si chiudono. Il treno si muove. Io saluto, grido, corro sventolando il Quarto Stato. Tra le voci distinguo: “Grazie per la birra, cumpà”, il ragazzo dell’attesa. E po grida e poi saluti. E poi io che rallento e vedo il treno scomparire dietro la prima curva. Mezzanotte e venticinque del 26 maggio 2006. Comunque vada, non ci perdiamo >
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antonella consoli wrote:
< Una tiepida mattina
fu portata a Messina
una piramide d’Egitto
per varcare lo stretto.
Poiché il ponte già si sa
che un giorno ci sarà
ma per ora traghettare
è più lento di nuotare.
Così un grande imprenditore
ci studiò per tante ore
e alla fine fu portata
la piramide quadrata.
Or galleggia su nel mare
e si può anche visitare
la piramide d’Egitto
posta in mezzo dello stretto >
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)