6 agosto 2006 n. 337
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Oslo [nostro servizio]. E’ stato raggiunto stanotte, dopo due settimane di trattative riservatissime e informali, l’accordo fra il Governo israeliano e il Partito di Allah (Hezbollah) per risolvere lo spinoso problema dei bambini vittime di guerra in Medio Oriente. Degli oltri seicento danni collaterali causati da scontri e bombardamenti infatti almeno un terzo, secondo stime delle Nazioni Unite, hanno (avevano) meno di quindici anni. Il dato non è purtroppo (missili, kamikaze, attentati, ecc.) una novità, ma gli ultimi avvenimenti in Libano hanno portato a un superamento della soglia di guardia che ha indotto i politici delle due parti a prendere finalmente misure concrete per risolvere radicalmente il problema.
A partire dal 23 luglio una delegazione israeliana, guidata da Rehavam Zeevi e Rafael Eitan s’è dunque incontrata, con la mediazione del governo norvegese, con una delegazione di Hezbollah guidata da Hassan Nasrallah e Muhammed Fadlallah). I colloqui, che si sono tenuti in una località segreta presso Oslo, si sono svolti fin dall’inizio in un clima certo non amichevole ma realistico e improntato a concretezza. “Uccidere un bambino arabo – avrebbe detto Zeevi – fra trasporti, munizionamento, mantenimento degli aerei in volo e logoramento dei pezzi ci costa non meno di 180mila dollari a bambino”. “No, noi non abbiamo spese pro-capite così alte – ha ribattuto Nasrallah – ma certo l’addestramento di un kamikaze non è gratis, senza contare il costo crescente degli esplosivi”. “Da noi l’economia già va male – ha detto Zeitan – Ci mancava anche la spesa per i bombardamenti! Fino a cinquantamila dollari/bambino, passi: ma centottanta!”. “Io avrei un’idea.” ha detto a questo punto Fadlallah”.
Così, i quattro uomini di Stato hanno deciso, dopo consultazioni coi rispettivi governi, che d’ora in avanti ciascuna delle parti provvederà direttamente a bombardare/kamikazare/eliminare comunque i propri bambini, a fronte di impegno analogo (garantito da osservatori neutrali) della parte avversa. In tal modo i costi di abbattimento verranno drasticamente ridotti (soprattutto sul piano d spese di trasporto, attacco, mimetizzazione ecc.) e le economie così realizzate alleggeriranno in modo non indifferente i bilanci dei rispettivi governi, permettendo maggiori investimento in infrastrutture e beni di consumo. “Certo, la guerra contro i bambini è ancora ben lungi dall’essere vinta – hanno dichiarato i negoziatori – ma l’accordo di stanotte permetterà quantomeno di portarla a termine senza rovinare completamente le economie di noi adulti”. “Nessun provvedimento del genere è necessario in Italia – ha commentato il portavoce del govosizione Bondiaco – Qua da noi i bambini annegano gratis e non rompono le scatole a nessuno”.
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Cos’è successo in Italia mentre noi s’oziava? Boh, dei bambini annegati s’è già detto. Poi c’è stata la libertà dei ladroni (“Oggi sarai con me in Paradiso!”. “Ma quale Paradiso, ora c’è la Cirelli!”). Poi è stata emanata la nuova legge elettorale che permettere ai cittadini di tornare a esprimere le preferenze come in democrazia. Poi Gad Lerner (sinistra) ha appreso con stupore che il suo collaboratore Renato Farina (destra) era pagato da 007. Poi Lapo Elkann è stato eletto manager ideale da un sondaggio di giovani 24-30. Poi un par di migliaia di siciliani, sardi e altri meridionali è stato invitato a restare in Afganistan a difendere l’eroina (alla faccia degli italiani che, due su tre, dall’Afganistan se ne volevano andare). Poi la Cassazione ha sentenziato che la donna indecisa (“te la dò, no non te la dò più”) è stuprabile. Poi un mafioso infiltrato nei Ds (Gueli, di Campobello di Lcata) non è stato cacciato a calci dal partito ma si è “autosospeso” da sè. Poi minacce all’onorevole Fava, stavolta non dai mafiosi ma (teoricamente distinti) da servizi segreti. Caldo. (Di tutte queste notizie, una è falsa: indovinare quale).
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S’è oziato (cioè non s’è mandata in giro la Catena per un mese) per stanchezza, per troppo lavoro (Casablanca: ne parliamo avanti) e per orrore di scrivere. La parola “bambini”, oggi, fa cadere la penna. (E propri e collettivi dolori, sempre più fusi).
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Casablanca: finita la serie dei numeri zero (maggio, giugno e luglio: l’avete visto) si spera in un autunno di consolidamento (fra l’altro si passa in Linux, primo giornale in Italia). S’è fatta un po’ di sana burocrazia, nel senso di completare l’elenco dei lettori della Catena che si sono offerti come collaboratori e organizzatori locali, e subito dopo ferragosto cominceranno i contatti operativi città per città. Entro il mese parte il sito, e anche questo è segno che si lavora. Insomma, si può anche essere soddisfatti del lavoro fatto in questi mesi. Che è importate tuttavia non solo e non tanto per Casablanca, o per qualsiasi altra cosa utile che ciascuno di noi può fare da solo, ma per quelle cose più grosse che un giorno forse riusciremo a fare tutti insieme. Al solito, l’obbiettivo principale è: fare rete.
Allora, riprendendo una vecchia idea dei Siciliani, sarebbe molto utile un prodotto per consentire anche a piccoli gruppi di farsi un giornale da sé, con una impaginazione professionale predisposta a monte e con delle librerie di immagini e modelli da utilizzare liberamente. Linux permette di mettere tutti questi materiali (compresi i programmi di impaginazione e lo stesso sistema operativo) su un Cd che si potrebbe anche distribuire gratuitamente. Qui ci stiamo già lavorando, se qualcuno vuol dare una mano si fa prima.
Un’altra buona idea sarebbe un giornale (in Pdf) strutturato in modo tale da essere sia leggibile su web che stampabile dal singolo lettore. Veramente, più che un’idea, è un progetto che studiavamo da tempo con Lello Fratangelo. Adesso è sicuramente attuale, visto che anche gruppi come Repubblica cominciano a sperimentare qualcosa del genere (Ultimo Minuto). Azzarderei che questo sia esattamente il momento di svolta del rapporto fra web e carta stampata. Per noi è un buon momento: pensate a un “quotidiano” in rete di 12 pagine A4, di cui quattro composte oggi, quattro composte (inchiesta) questa settimana e quattro (approfondimento) all’inizio del mese… Ma perché solo 12, visto che in fondo il numero delle pagine da stampare lo dicide il lettore? Risposta: già, perché?
Subito dopo ferragosto c’è un’importante scadenza “politica” che è il seminario-campeggio, in Sicilia, dei ragazzi del RitaExpress. E’ il primo esempio di organizzazione “politica” nata a partire dall’internet (in occasione della campagna per Rita Presidente). Il programma del seminario è abbastanza anfibio, nel senso che c’è sia il versante movimento/società civile che quello DibbattitoNelCentrosinistra. Mi auuguro che il primo prevalga, e che all’interno di esso ci sia il modo di discutere qualche argomento veramente e profondamente “politico”, per esempio: come fare – a partire dalle cose che dicevamo prima – un quotidiano popolare (carta-rete) in Sicilia. Secondo me tutti insieme ce la potremmo anche fare.
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Fratelli d’Italia. Io non mi sento fiero di essere italiano quando cinque giocatori segnano un gol in piu’ di altri insultando i loro avversari, prima sul campo e poi al Circo Massimo sventolando croci celtiche. Sono altre le manifestazioni di civilta’ che mi toccano il cuore. Tra queste c’e’ un messaggio di posta elettronica che ha raggiunto il mio computer e mi ha commosso per la profonda dignita’ dimostrata di fronte ad una partita giocata in divisa e all’ombra del tricolore, una partita persa dove la posta in palio era la vita.
“Non è facile scrivervi queste quattro righe – scrive Andrea – ma penso sia doveroso. Ieri mattina, 6 luglio 2006, è morto un mio carissimo amico a causa di un rigetto in seguito al trapianto di midollo osseo per cercare di curare una leucemia acuta. Il mio amico era stato in Bosnia nel ’99 in missione “di pace” e la malattia gli è stata diagnosticata nell’agosto del 2005. La sua famiglia è molto riservata, in questi ultimi mesi ha sofferto tantissimo e non so se abbia il piacere di divulgare la notizia o di approfondire le possibili cause della malattia”. Chi gioca a pallone cantando “siam pronti alla morte” sui soffici prati degli stadi puo’ essere un bravo sportivo, ma non sara’ mai il mio eroe. Il coraggio degli italiani e’ altrove. [carlo gubitosa]
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Note a margine. Liberalizzazioni. Il governo Prodi ha sfornato una serie di liberalizzazioni. Da oggi in poi aspirina libera, pane libero, taxi libero, se i tassinari non fanno la guerra civile. Tutto questo per decreto, come se gli italiani non aspettassero altro.
Nel centrodestra c’è chi si morde le mani, sentendosi scavalcato dal centrosinistra. Ma il governo Berlusconi non era liberista, faceva solo gli interessi del capo, che era tutt’altro che un liberale. Il centrosinistra invece tiene a dimostrare di esserlo e viene la tentazione di riesumare vecchie analisi sulle due destre. Con la differenza che una è assolutamente impresentabile, l’altra si può portare in giro.
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Fulmini. In due giorni sette morti per fulmini a ciel sereno. Gli ultimi due: un ragazzo su una spiaggia, una ragazza in montagna. Forse nei cieli postmoderni è tornato un Giove incazzatissimo, armato di saette. E come al solito, gli dei sono ciechi.[umberto santino]
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Rosa Maiorana <rosamaiorana@virgilio.it> wrote:
<L’ARCI Circolo Macondo di Milazzo rende noto che per l’ennesima volta ha subito atti vandalici nella propria sede (ex scuola elementare di S. Pietro). Infatti dopo una lunga serie di furti e di atti vandalici (regolarmente denunciati al Comando di Pubblica Sicurezza di Milazzo) successivamente sono stati tagliati due copertoni del furgone con il quale l’Associazione svolge attività di animazione (Ludobus dei diritti) mentre giorno 26 giugno 2006 l’Associazione ha subito ancora un atto vandalico al quale non riusciamo a dare una spiegazione poiché quelli precedenti sembravano essere stati commessi dall’esterno con il conseguente danneggiamento di porte esterne, vetri, cancello ecc.. mentre ogni incursione interna ha riguardato veri e propri furti. In questo ultimo spiacevole episodio, invece, sconosciuti sono entrati (presumibilmente di sera o di sabato o di domenica quando l’Associazione è chiusa) per frugare ovunque, forzare tutte le porte interne, danneggiare le porte esterne e tuttavia abbiamo constatato che non manca nulla: attrezzature della sala prove (microfoni, cavi, mixer, amplificazione) stereo, computer, fax, televisore, videoregistratore ecc. cioè degli oggetti che potenzialmente potevano essere oggetto di furto. Tutto questo ci allarma e ci inquieta ma non riusciamo ad ipotizzare né chi possa essere stato né perchè si vuole costantemente impedire lo svolgimento delle nostre attività >
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Antonella Consoli wrote:
< Al di là
molto, molto ah di là
tra una stella e l’altra
si stende lieta
la mente sorridente.
Quieta, leggera,
senza spazio.
Un respiro, ha lo spazio di un respiro.
In silenzio accogli il mio volto,
adamantino.
L’amore è l’unica pausa
che fa il tempo infinito >
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)