Sinistra. Festa dell’Unità a Bologna. Senza Unità, senza Bologna, e con dio sa che cosa da festeggiare.
(La settimana dopo, a un’altra “festa”, ponderoso dibattito con D’Alema, Diliberto, e naturalmente Maurizio Costanzo. I poveracci ancora sono convinti di conquistare l’Italia a colpi di vip).
Sinistra. Chiusa anche la versione internet dell’Unità, il cui inaspettato successo di pubblico intralciava le manovre in corso per il “rilevamento” della testata da parte di lobby politico-imprenditoriali.
Sinistra. Che fine hanno fatto i D’Alema boys, quelli che dovevano traghettare la sinistra dalla barbarie della “diversità” e del moralismo alla new left postmoderna ed europea? Luciano Consoli (ex esperto per l’editoria), con l’ex ministro Dc Vincenzo Scotti, ha fondato una società per creare in ogni città d’Italia una sala da Bingo, un gioco d’azzardo inglese che dovrebbe far concorrenza a videopoker e grattaevinci. Fabrizio Rondolino (ex portavoce del premier) è diventato responsabile, per Berlusconi, della stampa e propaganda del nuovo tv-game “Il Grande Fratello”. Claudio Velardi (ex consigliere personale) è diventato manager di Reti, una società di lobbing per le aziende. Antonio Napoli (ex responsabile enti locali) e Massimo Micucci (ex responsabile del coordinamento) lavorano nel management di Velardi.
Quanto allo stesso D’Alema, ormai poco interessato all’attività politica con strumenti tradizionali, s’è comprato un suo partito personale che si chiama Fondazione Italianieuropei (le fondazioni, a differenza dei partiti vecchio tipo, non hanno l’inconveniente di una base a cui render conto) i cui principali finanziatori sono finora la Lega delle cooperative e la multinazionale del tabacco Philip Morris.
Rimini. Al congresso di Forza Italia, tiro in porta di Andreotti (“facciamo il grande centro tutti insieme”) e parata di Berlusconi (“ma quando mai: il grande centro sono già Io”). Eppoi “vescovi rossi”, “qualcuno che comandi ci vuole”, communisti assassini, giudici communisti, ammorte le guardie, viva la Narchia.
Cronaca. “Roma. Un manovratore delle Ferrovie dello Stato è stato investito e ucciso la scorsa notte nei pressi di Civitavecchia dal treno rapido diretto a Palermo. L’incidente ha provocato l’interruzione del traffico ferroviario sulla linea Roma-Genova in entrambi i sensi di marcia”. Titolo, corpo 14 una colonna: “Manovratore investito/ e ucciso da un treno”. Occhiello, neretto dieci una colonna: “Traffico ferroviario bloccato”. Collocazione: colonnino di cronaca, nove righe.
Roma. Rimpatriato da Madrid su richiesta della magistratura italiana l’ingegner Francesco Martello, da tempo ricercato per la Tangentopoli siciliana. Rappresentava, secondo i magistrati, ambienti del Partito socialista nella spartizione degli appalti e nei rapporti coi boss mafiosi.
Milano. Scarcerato per fine pena (solo parzialmente scontata in carcere) Mario Chiesa, il socialista milanese il cui arresto dette vita alla fosca dittatura di Mani Pulita. Il ladrone – aveva derubato i vecchietti ricoverati all’ospizio comunale di Milano – è stato accolto all’uscita del non-carcere dalle massime autorità civili religiose e militari, con mazzi di bambini che recitavano fiori, cardinali al vento, bandiere che officiavano commosse, vecchietti che gridavano Viva Craxi! e Savoia!, e l’immancabile giornalista del tiggiuno, in spregio alla legge Merlin, che gli chiedeva con aria fantozziana: “Eccellenza, ci dice la Sua opinione sui giudici di Mani Pulite?”. E quello, severamente, rispondeva.
(A proposito di giornalisti del tiggiuno: quello che “Integralisti no!” interruppe l’intervistato che aveva osato chiamare integralisti gli integralisti che il giorno prima gli avevano impedito di parlare “in nome della fede”).
Cronaca. Cassano D’Adda (Milano). Giovane tossicodipendente ruba circa diecimila lire in monete metalliche dalla cassetta delle elemosine della chiesa parrocchiale. Arrestato mentre esce dalla chiesa da una volante dei carabinieri prontamente accorsi. Associato alle carceri. Successivamente posto in libertà provvisoria dal magistrato di turno in Procura.
Olbia. Quattro fascisti milanesi derubano e mandano all’ospedale due venditori ambulanti bengalesi. Arrestati e processati. Al processo, però, i due emigranti non hanno potuto nemmeno chiedere i danni perché non avevano né interprete né avvocato.
Campobello di Licata. Ragazzine prostituite dai rispettivi genitori.
Cesano Boscone (Milano). Pensionato cinquantanovenne arrestato per sfruttamento della prostituzione: “proteggeva” tre giovani albanesi in cambio di percentuali sul ricavato degli incontri.
Caltanissetta. Arrestata dalla polizia e rinchiusa nel carcere di Enna Maria ***, di sessantacinque anni, denunciata per rissa esattamente diciotto anni fa in seguito ad una lite con alcuni familiari.
Monreale (Palermo). Troppi cani in casa: abbaiano e danno fastidio ai condomini. Una telefonata anonima al centotredici e la padrona dei cani, una donna di cinquant’anni, viene prelevata e rinchiusa nell’ospedale psichiatrico. Viene rilasciata solo dopo parecchi giorni, grazie all’intervento del Telefono Viola.
Esodo. Investita e travolta da un’automobile a Guggiaro (Lombardia) una cicogna nera che s’era posata un attimo sul ciglio della strada durante la migrazione di ritorno verso l’Africa.
Estate. Secondo regolamentare inchiesta, quest’estate s’è cuccato di più in mezzo agli ombrelloni a Milano Marittima o Viareggio che fra i Vip di Porto Cervo o Capalbio.
Pensiero di Mao. Pechino: “Raddoppiare l’impegno del Partito sul fronte dell’internet, rinvigorire la morale delle masse in rete, combattere la e-pornografia e la e-reazione”.
Pulizia. A fuoco l’isola di Salina. Incendio doloso, che si ripete periodicamente ogni due o tre anni con l’obbiettivo di “superare” i rigorosi vincoli ambientalistici vigenti nell’isola. Quest’estate, gli italiani (e in particolare i meridionali) hanno dato fuoco a circa sessantamila ettari d’Italia, che nei prossimi due o tre anni verranno in gran parte trasformati in soldi e cemento. In Sicilia, la Regione ha ulteriormente contribuito al disboscamento appaltando l’abbattimento di tremila eucalipti. In Campania, fervono le iniziative per ripulire con le fiamme la zona archeologica di Pompei, dove ville romane, affreschi e altre minchiate del genere impediscono alla popolazione locale un più proficuo uso del territorio.
Mostruosità. Due casi di abuso su minori su tre avvengono, come tutti sanno, dentro le famiglie. La percentuale va aumentando. Non siamo più ai mostri isolati. La cultura degli orchi prende sempre più piede, in questo come in altri campi, fra le persone “normali”: il cinquantenne di Pavia che “istintivamente” spezza il polso a un bambino che gli chiedeva l’elemosina, i rispettabili padri di famiglia che si affollano attorno alle adolescenti albanesi, i sedicenni tedeschi che si mettono a ridere quando il giudice gli chiede perchè’ hanno ammazzato il negro, i ragazzini che accoltellano la prostituta tanto per vedere che cosa si prova. E poi quelli di Andria, naturalmente. E tutti “sembravano così normali”, e tutti “nessuno avrebbe mai potuto immaginare”. Forse c’è una mutazione genetica, o genetico-culturale. Forse, dopo tanto razzismo, alla fine sta nascendo una “razza”.
Qualcosa di “normale”, ma d’una normalità nuova.
Questa nuova normalità – che riconosce fra l’altro i bambini come oggetti sessuali a tutti gli effetti, che rinnega il principio neanderthaliano di protezione delle donne e i bambini, che ha molti meno tabù delle vecchie normalità cui eravamo abituati – vige già a Bogotà o a Bucarest: che sono città occidentali a tutti gli effetti. Sono metropoli, non periferia. E dunque, fanno tendenza.
Il bambino violato, l’incesto, il “mostro”, una volta erano cose da campagna profonda, da pastori, da ceti e da luoghi ormai fuori dalla storia: adesso, al nord come al sud, succedono nelle città, e in città “normali”. Nè Andria nè Varese sono borgate pasoliniane.
In questa mutazione del common sense, e dunque in questa tragedia epocale, come reagisce la società? Non reagisce. Il politico propone pene di morte (o, se è un “progressista”, istituisce commissioni). Il giornalista cerca di sfuttare l’occasione per vendere qualche copia in più. La “ggente” fa truci dichiarazioni davanti alla tivvù e minaccia virilmente linciaggi ai congiunti dei colpevoli: ma si guarda bene dal dare una mano, anche minimamente, alle indagini. L’unico che fa qualcosa (ma è un residuo di altre epoche) è il magistrato – anzi, scriverò: il Magistrato – che, da solo, lavora razionalmente, trova i colpevoli, li assicura al carcere, garantisce tuttavia loro le garanzie legali: e cede solo un attimo alla solitudine e alla stanchezza, con un “Quanta gente indignata! Eppure, nessuno parla”.
Se è di Magistratura democratica, sarà senz’altro un “giudice comunista”; ma anche se fosse di destra, sarebbe lo stesso un antipatico, di questi tempi, un impopolare. Applicare le leggi, banalmente, invece di invocarne sempre di nuove; non gridare “al mostro”” ma indagare seriamente; servire i cittadini, a mente fredda, senza guadagnarci nè una copia venduta nè un voto: fino a quando gli italiani, aizzati all’esatto contrario di tutto questo, tollereranno degli uomini così? Io credo non per molto.
* * *
Nel frattempo, i casi di pedofilia aumentano e in alcune città, come Catania o Palermo, cominciano ad assumere dimensioni di massa e a dar luogo a veri e propri mercati, i cui protagonisti non sono banditi rumeni o adolescenti pazzi, ma gente molto più “rispettabile”, e infatti “rispettata”. I pochi che hanno seriamente cercato di opporsi a questa gente in tempi non sospetti (per esempio don Meli a Palermo; o, a suo tempo, i giovani di “Circuito elettrico” a Catania) sono rimasti soli, perchè a giornalisti e politici, se non c’è lo scandalo e dunque la possibilità di lucrar copie o voti, poche cose interessino meno della sorte dei bambini svantaggiati.
* * *
Tre ultime cose, una tragica, una tenera ed una buffa. La tragica è che *tutti* gli esseri umani coinvolti, in qualità di “mostri”, in tutte queste vicende, sono – alcuni d’età formata, altri giovani o giovanissimi, altri ancora adolescenti – sono dei maschi. È una parola stranissima, per me, usata in questo modo: ma è così. Che cosa sta succedendo, da alcuni anni a questa parte, ai giovani uomini e a coloro che si preparano ad esserlo? Sta accadendo qualcosa al “common sense” sessuale; sta per caso riemergendo dal Dna qualcuna delle componenti sadistiche che, nei millenni passati, erano state – culturalmente – espulse dal medio bagaglio sessuale?
La cosa buffa era semplicemente una cosa che m’era venuta in mente pensando al Feltri affaccendato, e al Gasparri (rimproverato di recente perchè voleva fare la lista dei giornalistio “nemici” da licenziare) che deve fare anche lui la sua lista, e alla Pivetti che vuole tornare a galla colla pena di morte e… Insomma, tutta questa piccola folla mi aveva improvvisamente evocato una litografia inglese del Settecento, Hogarth credo: la forca in piazza, la folla che s’accalca eccitata tutto attorno, il boia serio e grave, i gentiluomini a cavallo, gli ecclesiastici, i cani, i visi in su, il patibolo, il ladro – e, in primo piano, i borseggiatori che, approfittando dell’indignazione e confusione generale involano destramente (e, pare, con simpatia dell’autore) la borsa di quel grasso borghese, l’orologio di quel damerino… In Italia, come nell’Inghilterra della Reggenza, non mancano mai i borsaiuoli attorno alla forca.
La tenera, riguarda una signora. Che non ho il piacere di conoscere (tutto quel che so di lei l’ho dai giornali) ma che dev’essere bella, poichè ha vinto un premio di bellezza per donne della sua età, e dev’essere anche inteligente e sspiritosa, per quel che ha detto quando le hanno dato il premio: ho un cancro, ha detto all’incirca, ed è un guaio avere un cancro però mi piace vivere lo stesso e continuerò ad essere bella, per quanto starà in me, e a testimoniare com’è bella la vita: e credo di essere utile al mondo, dicendo questo”.
L’età di questa donna è esattamente di cinquant’anni: cioè la mia. Lei ed io abbiamo avuto gli stessi diciott’anni, nel Sessantotto. Così io, senza vederlo, ho visto esattamente il suo sorriso mentre diceva quelle cose: un sorriso un po’ timido, all’inizio, e poi spavaldamente sfrontato, il sorriso di una ragazza moderna, che dice quel che pensa e fa quel che vuole, e lo dice e lo fa perchè le piace, e anche perchè è bello e utile per gli altri esseri umani. Di quella generazione si cominciò a parlare -sedicenni – a proposito dei fatti di Firenze, quando ci fu l’alluvione e da tutti il Paese piovvero ragazzi con sacchi a pelo e chitarre ad accamparsi nel fango per salvare le biblioteca ricuperando uno per uno gli antichi libri; e due anni dopo sarebbe successo il resto.
Dei sedicenni di ora – non tutti certo: ma una parte sì; quella parte che il sistema ha voluto così formare – ho una scritta intagliata, con un rudimentale coltello, nel cesso di un treno di pendolari. “Noi odiamo tutti” dice la scritta, a caratteri esitanti e angolosi, da adolescente; segue una svastica ed una croce celtica, e la pietà è infinita.
Feltri. Discreto propagandista, ma come giornalista mediocre. Abbastanza cinico da pubblicare i nomi; abbastanza prudente da pubblicare solo quelli “sicuri”; non abbastanza professionale da controllare *anche* quelli sicuri (nel giornalismo, questo “anche” è ciò che distingue chi lo fa da chi lo tenta) per evitare omonimie. C’è poco da fare: nel nostro mestiere, anche per far le mascalzonate occorrono serietà, controlli rigidi e puntiglio.
Bologna. Chiusa definitivamente la Casa delle Donne contro la violenza. L’amministrazione comunale ha deciso di non dare più assistenza all’associazione, che ha accolto nel corso di dieci anni circa tremila donne e centocinquanta bambini.
Catania. Il centro sociale Experia da dieci anni fa “intervento sociale” (come dicono loro) nel quartiere più degradato di Catania, san Cristoforo: spettacoli, doposcuola gratuito per i bambini, campagne anti-spacciatori, e via dicendo. Questo alla mafia non fa tanto piacere, e in dieci anni il centro ha subito almeno tre attentati incendiari. Adesso il comune di destra (che, grazie al vippismo della “sinistra” ha vinto le ultime elezioni) ha deciso che tutto questo deve finire e sta cominciando i lavori per mettere qualcosa di “serio” al posto del centro sociale, che non porta soldi a nessuno.
Casotto. Il segretario dei Ds di Massa, Vincenzo Casotto, propone di intitolare alcune sezioni Ds a Bettino Craxi, precursore – con Saragat e Nenni – del socialismo liberale ed europeo.
Doveri morali. Uno è l’anticomunismo, secondo Veltroni e Berlusconi. Al mio paese, tuttavia, i comunisti si chiamavano Pio La Torre e gli anticomunisti Salvo Lima.
Extracomunitari. È arrivato ieri a Monaco di Baviera Partha Sampathkumaran, specialista in e-commerce. È il primo dei circa ventimila ingegneri e programmatori che la Germania ha dovuto “importare” dall’India per sopperire alla locale insufficienza di personale specializzato ad alto ed altissimo livello nel settore informatico. Proteste dell’estrema destra tedesca, la cui base non supera mediamente il livello più elementare di scolarizzazione.
Regimi. In Cacania, dove ancora vige una ferocissima tirannia comunista, il regime concede ai sudditi di riposarsi dal lavoro per quindici giorni, ogni anno, a senso di legge. Questa “vacanza” ha tuttavia dei costi (per non abituare, credo, all’ozio e peggio al vagar dei pensieri i cittadini). Al rientro dai luoghi di non-lavoro, dunque, le squadre della polizia di sicurezza sono schierata davanti ad ogni stazione: appena il treno dei villegianti ferma, gli sportelli vengono aperti e squadre di uomini in grigio salgono dentro, arbitrariamente. Non c’è una regola che stabilisca in quali vagoni bisogni salire, per le pattuglie, e in quali no; e nemmeno, all’interno delle vetture scelte, in quali scompartimenti e di che classe. È tutto casuale. Dove entrano, però, i Grigi spianano le armi (e anche qui: alle volte sono kalashnikov altre volte quasi innocue pistole calibro sei) e aprono indiscriminatamente il fuoco: a volte a raffiche, altre volte pochi colpi isolati; senza mai mirare a qualcuno in particolare, ma anche senza vacillare se casualmente nel mirino sia finito il giocattolo d’un bambino, o la sua testa. Poi fanno dietrofront, escono nei corridoi e – sempre in silenzio – scendono via. Vengono scaricati i corpi, rincuorati i superstiti, ricoverati i feriti più gravi, bendati sommariamente gli altri; poi, con indifferenza, il convoglio riparte.
Tutto questo va avanti in Cacania da molti anni, e la propaganda dello Stato e del Partito è tale, che sono pochissimi ormai i cittadini che percepiscono ancora l’innaturalità di tutto questo. Quest’anno, nelle fabbriche e nelle piazze, gli altoparlanti lodano moltissimo la fortuna dei cittadini; i morti dei vari convogli, in tutto lo Stato, non hanno infatti superato – come invece si temeva – il numero di cinquecento, e questo è senz’altro un successo del regime. Chi osservasse che si potrebbe invece inventare una diversa maniera di viaggiare, di riposarsi dal lavoro, e persino di vivere (da tempo, nulla che sia “diverso” è stato più sperimentato o è ritenuto sperimentabile) verrebbe isolato come un eccentrico da cui guardarsi o un maligno nemico della felicità comune.
Pubblicità. Lui (yuppie, casual, very trendly) è al computer e sta alacremente computerando qualcosa. Lei (carina, casalinga, istituzionalmente un po’ oca) arriva dalla cucina e cinguetta “Caro, abbiamo lo scarico del cesso ingorgato” (veramente lo dice in termini molto più beautiful, ma la sostanza è quella). Lui alza gli occhi dal computer, sorride e “Niente problema, cara, oggigiorno c’è Internet!”. Armeggia con aria scientifica sul compiuter, e magicamente: “Vuvvuvvu punto vuccì com! Da oggi su Internet le soluzioni per il tuo wc!”. Stacco, musichetta e promo 3-D con le particelle del wcnet (piccoli globi blu tipo guerre stellari) che aggrediscono quel che c’è da aggredire, e che misericordiosamente il grafico non ha ritenuto opportuno dettagliare troppo. Primo piano sul sorriso radioso della casalinga felice, sul consorte tecnocrate e sul Compiuter di famiglia. Musichetta e sigla.
Bookmark: www.wcnet.com (secondo me, è capace di esistere davvero).
***
Come impercettibilmente sorridono,
gentile Libertà, coloro
che dell’uomo raccolgono la debolezza e l’amore
e tenendoli stretti vanno in guerra!
Non sono riuscito a scrivere – come mi era stato chiesto, e come sarebbe stato mio dovere per la rilevanza dell’argomento nella generale crisi della vecchia sinistra, e per la mia storia personale – nulla sulla chiusura di Avvenimenti, e me ne scuso: bisognerebbe ragionare freddamente su tutto ciò che avviene, e non solo su ciò di cui ci attrae ragionare. Ma ho ancora bisogno di un po’ di tempo. Nel frattempo, però, leggo che nell’appello lanciato da alcune persone di Avvenimenti-Ultime Notizie (la maggior parte dei quali estranee al periodo “nobile” di Avvenimenti) si porta a similitudine del proprio impegno attuale, e dunque della richiesta di solidarietà, la situazione vissuta dai Siciliani sedici anni fa.
Ora, io non intendo affatto aprire un dibattito sulla storia dei Siciliani, e neanche spiegare che prezzi comporti – ad esempio – continuare a trasmettere il nome del loro Direttore a sempre nuovi lettori, non dopo sedici anni, ma *durante* sedici anni. Alcuni argomenti sono molto al di là di ogni possibile dibattito, e richiedono semplicemente umiltà e senso della misura.
Nel caso in questione, affermo soltanto che gli *ultimi* anni di Avvenimenti-Ultime Notizie possono essere variamente interpretati sul piano aziendalistico e professionale, ma su quello etico e morale con i Siciliani – la cui storia si svolse a tutt’altri livelli, con altri sacrifici, e con altra coerenza – non hanno assolutamente nulla a che vedere.