10 novembre 2008 n. 375
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Oh, Bamah!
Parma. Molta paura ma per fortuna nessun danno alle persone è il bilancio dell’improvvisa incursione aerea scatenata stamane sulla città emiliana. All’origine del drammatico episodio il fermo, avvenuto nella tarda serata di ieri, del giovane Akia Zonga, di anni 21 e di cittadinanza keniota, da parte di una pattuglia di vigili urbani. Questi, dopo aver preso a calci il ragazzo e avergli causato lesioni al braccio destro e all’arcata sopracciliare sinistra, gli hanno chiesto che cosa facesse in giro a quell’ora fuori dal suo luogo di lavoro. Il giovane ha tuttavia avuto la presenza di spiritodi estrarre il cellulare e comporre il numero verde dell’Ambasciata americana, che ha immediatamente fatto decollare due F-115 dalla portaerei “Geronimo”.
Così, mentre uno dei vigili stava ancora gridando “Parlo con te, sporco ne…” i due velivoli hanno sganciato sul Comando Vigili e sul Municipio altrettanti ordigni BSIB (“Bull Shit Intelligent Bomb”) che hanno istantaneamente ricoperto di merda di bufalo a essiccamento rapido vigili, sindaco e diversi assessori. I locali del Comando vigili sono in via di ripristino mentre scriviamo, mentre in Municipio si spala ancora nel tentativo di riportare alla luce l’Assessore alla sicurezza Costantino Monteverdi, difficilmente individuabile nella massa del materiale sganciato dai bombardieri.
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Zombies
In questi ultimi tempi il nostro governo, che già di solito non brilla per freschezza, si esprime principalmente attraverso personaggi alla Dario Argento: Corrado Carnevale (sorvegliante-capo in Cassazione, età 72), Francesco Cossiga (reo confesso omicidio Masi, età 80), Licio Gelli (ghost-writer del capo del governo, età 88), Giulio Andreotti (interlocutore di Cosa Nostra, età 89). Se poi si aggiunge Berlusconi in persona (età 72, ma ormai incossighito), siamo a quota quattrocento. Costoro, singolarmente e tutti insieme, si occupano confusamente di giovani ma senza riuscire a distinguere fra studenti, precari, carfagne e carfagnini.
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Pio
L’antisemitismo non è una malattia qualunque. E’ la malattia storica dell’Europa “cristiana”. Non l’ha inventata Hitler. Tutti i papi fino a Pio IX incluso sono stati antisemiti espliciti e militanti. Fra i politici cattolici del primo Novecento, a essere scomunicati furono i democratici come Murri e non gli antisemiti come Karl Lueger, il sindaco cristianosociale di Vienna che fu, a quanto scrive Hitler, il primo ispiratore del nazismo. Fra Pio IX e Pio XII c’è stato un breve periodo di remissione. Bisognò aspettare Giovanni XXIII, il Papa Buono, perché l’antisemitismo uscisse ufficialmente dalla teologia cattolica. E l’Olocausto, a quel tempo, era già avvenuto.
Altro che “basta polemiche” e “dono di Dio”.
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Tutti possiamo essere Obama
La pallottola che uccise Martin Luther King è rientrata nel fucile, i pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos si aprono e ci salutano da Città del Messico, Rosa Parks può tranquillamente rimanere seduta sull’autobus che la porta al lavoro e sorridere dal finestrino, a Montgomery, in Alabama. Oggi è un nuovo giorno per l’America, la lunga notte è terminata, l’incubo dal quale sembrava non dovessimo uscire mai si è trasformato in un sogno planetario. La notizia che il popolo statunitense ha portato un nero alla Casa Bianca apre i cuori e spinge ovunque a sperare di nuovo nell’essere umano. In Italia, mentre Berlusconi e i “berluscones” si rendono conto che la democrazia americana gli ha giocato un brutto scherzo, gli immigrati extracomunitari hanno acquisito tutti gli occhi del neopresidente Obama. Se qualcuno dovesse minacciarli d’ora in avanti potranno dirgli: “Guarda che se continui così chiamo mio fratello Barack!”.
Nel frattempo, il mondo virtuale di Internet, che rispecchia e spesso anticipa quello reale, è impazzito. Milioni di messaggi s’incrociano nella Rete per dire una cosa sola: adesso si respira, adesso – dopo l’esempio dei cittadini americani – possiamo rimboccarci le maniche e cambiare le cose anche qui da noi. Poco importa se in Italia non si vede un politico che assomigli lontanamente a Obama: la lezione americana insegna che tutti possiamo essere Obama.
Lo siamo nelle scuole (Obama sono gli studenti che non si fanno intimidire dalla Gelmini, né dai picchiatori fascisti coperti dal Viminale e incitati dal miserevole e misericordioso Cossiga), lo siamo nel Casertano (Obama sono gli immigrati che si sono ribellati per primi alla camorra), lo siamo nelle nostre case e nei luoghi di lavoro (Obama sono coloro che s’indignano contro il trio della paura e dei misteri, Andreotti-Gelli-Dell’Utri, che racconta il Novecento a Oden tv), lo siamo nelle città del Sud (Obama sono i ragazzi di Locri, di Palermo, di Catania che fanno informazione dal basso e scendono in piazza per difendere la parte migliore della magistratura). Lo siamo e possiamo esserlo nel nostro piccolo, ogni giorno.
Sarà un caso, ma quando ho appreso che a Washington l’intelligenza e l’umanità avevano vinto sui muscoli e sul privilegio, mi è sembrato che anche Roma fosse diventata meno fascista. O meglio, ho percepito nell’aria la nascita dei primi anticorpi necessari per restituire una dignità sociale a questa città. A casa avevo una giacchetta leggera, da tempo abbandonata sul portamantelli. Senza sapere il perché, l’ho presa e, verificata la presenza di alcune macchie d’unto al colletto, ho deciso di portarla in tintoria. Mentre mi avviavo al negozio meditavo sull’urgenza di quella spesa. Poi mi sono detto: “Fa niente se non potrò indossarla fino alla prossima estate. Qualcosa è cambiato, d’ora in avanti non voglio più avere indumenti sporchi in casa”. E siccome ora si può sognare ho fatto anche questo pensierino: qualcuno porterà George W. Bush davanti al Tribunale dell’Aja per i suoi crimini?
[Riccardo De Gennaro]
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Il trionfo delle opinioni
Gli Stati Uniti hanno eletto un nuovo presidente, e si chiama Barack Obama. In occasione di un nuovo mandato elettorale la notizia da dare è questa, secca, asciutta e rispettosa della famosa regola delle “cinque W”: basta spiegare chi ha fatto cosa, quando, dove e perché.
Ma in queste elezioni che passeranno alla storia, i fatti hanno più che mai ceduto il passo alle opinioni, e la notizia si è trasformata in un blob che rischia di fagocitare se stesso assumendo proporzioni colossali. Cerchiamo di ripercorrere alcune tappe dell’evoluzione di questo blob/notizia. Gli Usa hanno eletto un nuovo presidente, si chiama Barack Obama, e la notizia è che si tratta di un nero.
Berlusconi ha detto che non è nero, ma che è abbronzato. L’opposizione si è indignata perché Berlusconi ha chiamato abbronzato un nero. Cicchitto ha detto che l’opposizione non ha senso dell’umorismo. Gasparri per dimostrare la tesi di Cicchitto si produce in uno show comico e dice che Al Qaeda è contenta del nuovo presidente. Le agenzie fibrillano e il caso esplode sui media internazionali. “Berlusconi l’ha fatto ancora” si legge nei commenti politici del New York Times online, e il fiorire di commenti a questa blobnotizia raggiunge ben presto numeri a quattro cifre.
Nel frattempo Forattini disegna Bush che si trova l’america con un obama baby nel letto: “Sciagurata! Mi hai tradito con il maggiordomo negro!”, dice Bush, e Forattini diventa la notizia. Il coordinamento dei comitati di redazione della Poligrafici editoriale (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) si incazza e prende le distanze da forattini esprimendo “fermo e totale dissenso nei confronti della vignetta” pubblicata a reti unificate da tutti i quotidiani del gruppo.
E l’ultima propaggine di questa muffa di notizie che si riproduce a ritmo vorticoso sono io, che cerco di riassumere tutto questo turbinìo per dire in duemila battute quello che si potrebbe dire in tredici parole: gli Stati Uniti hanno eletto un nuovo presidente, e si chiama Barack Obama. Tutto il resto è fuffa: diffidate dai commentatori, dalle notizie che si gonfiano come la panna montata, e perfino da me.
[carlo gubitosa]
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The Great Dummy
Dittatore? Neo-Duce? Tiranno Benevolo? Il Mule di Asimov? Il Regime? Può darsi che tutte queste interpretazioni siano semplicemente una rimozione, e che la realtà sia molto più banale: chi ci governa è, semplicemente, un Imbecille; e ci riesce perché ha investito molto tempo e denaro a rimbecillire anche tutti noi.
(All’estero, dove il suo denaro non arriva, non hanno il minimo dubbio di quanto Imbecille egli sia e ci scherzano amabilmente, arricchendo la vasta collezione delle barzellette sugl’italiani).
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Io Ponzio, tu Pilato
Dichiarazione dell’onorevole Nobodi, del Partito democratico: “Tutte le cattoliche integraliste frequentano le sacrestie. Nelle sacrestie si sono a volte verificate, come testimonia Boccaccio, storie boccaccesche. E’ dunque probabile che la senatrice Binetti sia una troia”.
Dichiarazione del Comitato dei Garanti del Pd: “Non possiamo procedere contro l’onorevole Nobodi perché l’ordinamento del Partito non prevede sanzioni legate alle dichiarazioni personali e alle altre manifestazioni del pensiero effettuate dai suoi aderenti”.
Dichiarazione del segretario Veltroni: “In un grande partito come il nostro non possono esistere reati d’opinione o processi per idee che vengono espresse”.
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Storia d’Europa/ Il Congo
Il Regno del Congo risale al XIV secolo, esattamente come i grandi regni europei. A differenza di questi però finì presto sotto la dominazione di paesi di altri continenti (soprattutto Portogallo e Olanda) e non riuscì mai quindi ad avere un governo proprio e stabile, nè città moderne nè scuole; venne usato soprattutto come fonte di schiavi per i grandi proprietari arabi, europei e americani.
Nel 1885, a Berlino, i Paesi europei si divisero fra di loro quelli africani. Il Congo toccò al re del Belgio, che lo governò sanguinosamente (il numero delle vittime secondo alcuni supera il milione) facendo mutilare o uccidere gli abitanti che si rifiutavano di lavorare. Lo scandalo internazionale (rapporto Casement) suscitato da queste atrocità convinse il Belgio a gestire direttamente il Congo come una “normale” colonia. Le vittime diminuirono, ma non si accrebbe l’alfabetizzazione nè il livello di vita della popolazione, le cui lamentele venivano raccolte solo da alcuni missionari.
Dopo la seconda guerra mondiale, fra i numerosi movimenti di liberazione dei popoli conquistati, ci fu anche quello dei congolesi. Questi trovarono il loro Obama in un giovane intellettuale locale, il 35enne Patrice Lumumba. Il Congo tornò indipendente il 30 giugno del 1960. Lumumba vinse a gran maggioranza le prime (e ultime) libere elezioni e divenne, fra l’entusiasmo di tutti, primo ministro. Si avviò dunque a fare le riforme di cui il paese aveva bisogno, ma la potente Compagnia Mineraria franco-belga, che gestiva tutte le risorse dell’ex colonia, non si rassegnò e convinse il capo della provincia mineraria Moises Ciombè (una specie di Bossi nero) a proclamare la secessione del Katanga, ribellandosi al legittimo governo.
Ciombè venne largamente aiutato dagli antichi padroni, in cambio delle miniere, con armi, denaro e reparti scelti di mercenari bianchi. Riuscì così a catturare Lumumba, che alla sua presenza fu torturato, ucciso e infine disciolto nell’acido.
Da quel momento in tutto il Congo dilagò la guerra civile, con vari capi che si succedevano sanguinosamente l’uno all’altro. Quello che durò più a lungo fu Mobutu Sese, sostenuto prima dalla Francia e poi dagli Stati Uniti, che regnò per trent’anni massacrando tutti gli oppositori. Nel ’97 fuggì davanti all’ennesima rivolta, il cui capo Laurent Kabila, proclamatosi a sua volta dittatore, fu assassinato quattro anni dopo. La guerra fra le varie fazioni, sostenute da questo o quel paese occidentale (ma ultimamente si è aggiunta anche la Cina) dura tuttora, caratterizzata da sempre più frequenti stragi di civili.
In questo momento è in corso uno degli scontri più sanguinosi, con almeno un milione di sfollati in fuga dalle varie regioni e i due eserciti, quello “regolare” e quello ribelle (entrambi accomunati da una totale incontrollabilità dei rispettivi soldati, per lo più adolescenti), che gareggiano in stupri e massacri delle popolazioni. I pochi che riescono a fuggire vengono respinti alle frontiere dei paesi europei, che nonostante le loro responsabilità nella genesi di questa tragedia si rifiutano di alleviarla concedendo almeno asilo umanitario alle vittime di tante sciagure.
(Appello per la pace in Congo: info@chiamafrica.it)
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Altro che Obama
Catania. Gli studenti della Facoltà di Farmacia sono stati in pericolo dal 2004 al 2007 per “esalazioni fortemente irritanti e nocive dalle vasche sotterranee di raccolte di rifiuti liquidi” a causa di smaltimenti sbagliati nei lavandini dei laboratori. La magistratura ha posto sotto sequestro la Facoltà e sotto inchiesta l’ex rettore dell’Università, Ferdinando Latteri. Costui, negli ultimi anni, è stato uno degli esponenti di punta del centrosinistra per ordine di Enzo Bianco, che l’ha candidato a sindaco, alle primarie regionali e al parlamento europeo. Trombato in tutte queste elezioni, e lasciato il centrosinistra etneo sotto il dieci per cento, Latteri è infine finito nell’Mpa di Lombardo. Grazie a Dio.
(Adesso però un’altra protagonista di quella stagione del centrosinistra catanese, Anna Finocchiaro, torna a galla e dichiara di candidarsi nientedimenoche alla presidenza della Repubblica. Mamma mia).
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truman_burbank34@yahoo.it wrote:
< Nel ’68 la protesta aveva una forte componente generazionale, molte volte era più uno scontro dei figli contro i padri che uno scontro di classe o uno scontro fra parti politiche. Oggi spesso gli insegnati protestano insieme agli alunni ed i genitori appoggiano i figli. Da alcuni punti di vista la protesta di oggi appare prepotentemente rivoluzionaria se confrontata al ’68. Gli storici futuri potrebbero vedere il ’68 come una zuffa tra ragazzi in confronto a ciò che si prepara >
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Giovanni M. wrote:
< A quelli che tanto le cose non cambieranno mai o tanto sono tutti uguali (e così vince sempre il peggiore) : Obama è presidente. Grazie America >
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silvana pintozzi roulot wrote:
< A volte ti trovo veramente un po’ “stalinista” nonostante la tua declamata libertà di pensiero che comunque, in generale, ti riconosco. Io non sono una grillina (la mia età e la mia esperienza politica non me lo permette), ma non ammetto che si possa ignorare, se non faziosamente, il ruolo che Grillo ha avuto e ha nel risveglio delle coscienze italiane soprattutto dei giovani. Molte delle analisi che Grillo fa dell’attuale situazione politico-economica dell’italia sono giuste, originali e iconoclaste e questa nomea di gran demagogo – talvolta meritata – non può cancellare i suoi meriti >
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Lacocio wrote:
< Ho inviato un sms di felicitazioni ad un amico americano tornato in patria. La sua risposta: Thank you very much my friend. This is a great day for the world! >
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marco ciriello wrote:
< sono sempre stato negro >
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Daniele Barbieri <pkdick@fastmail.it> wrote:
< sempre più sbronzo visto che è il 29° brindisi che faccio ad obama con un liquore al caffè… naturalmentre del commercio equo; e io di solito non bevo >
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elio camilleri wrote:
< Ma in Sicilia e a Catania, perché non possiamo dire che anche qui niente è impossibile?
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“Cittadino Catanese” wrote:
< Vergogna!!! Non ho mai visto tanta inciviltà tutta insieme. Vivo da sei anni nel quartiere di Librino, Vill. S. Agata e Zia Lisa ma grazie alle amministrazioni che si sono succedute hanno fatto di questi quartieri dei ghetti e per loro dei serbatoi di voti. Tutti i giorni se ne vedono di tutti i colori, dagli scippi in via Zia Lisa uno, due al giorno escluso la domenica, alle macchine parcheggiate sopra le banchine. E dire che nell’arco di un chilometro ci sono: una caserma dei carabinieri, due della polizia e una di polizia stradale >
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agnlello@yahoo.it wrote:
< Un serpente di parvenze infinite si snodava tra via di Sant’Euplio e via Etnea, così lungo che la testa poteva toccare la coda senza alcuna difficoltà.Come un enorme girotondo (nessun riferimento ai più noti di questo genere) di trentamila anime incazzate, sicure e certe di lottare per un diritto. Uniti tutti da null’altro che un’idea, nel mezzo della folla urlante, ognuno sentiva se stesso parte di qualcosa di nuovo, d’un inizio, d’una fine, di un percorso a metà. Ma pur sempre qualcosa di nuovo e mai visto: misto di speranze, incertezze, rimembranze e futuri. In tutti la voglia di sapere e d’essere, attraverso una cultura necessaria. Dimora del serpente una Catania che mai fu così bella, il giorno 30 del mese d’ottobre 2008 >
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Ariwara No Narihira wrote:
< Non è più la stessa
luna né più la stessa
primavera d’un tempo –
io solamente rimango
quello che sono stato >
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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)