Benessere. L’ha garantito a Cosa Nostra, secondo i giudici della Corte d’Appello di Palermo, il senatore Andreotti. I magistrati, nelle motivazioni della sentenza d’appello per l’omicidio Lima, hanno accuratamente ricostruito il background in cui erano maturate le motivazioni del delitto. Il “benessere” e la “solidità” assicurate al sistema mafioso da Andreotti vengono così ufficialmente riconosciuti in un atto giudiziario formale.
Bibbia. È il nuovo libro di testo che il ministro dell’istruzione De Mauro vorrebbe imporre nelle scuole italiane (quelle pubbliche sopravvissute, naturalmente, visto che in quelle private c’è già). In alcuni stati americani (per esempio il Kansas) la Bibbia a scuola c’è già e serve da testo di religione, di storia e di scienze naturali. L’unico problema, da noi, sarebbe che il Vaticano protesterebbe per il contenuto un po’ eccessivo (il Cantico, Noè, Sodoma e Gomorra) di alcuni brani. Ci sarebbe il solito dibattito fra laici e cattolici e alla fine si arriverebbe a un compromesso: la Bibbia a scuola, ma vietata ai minori di diciott’anni.
Sinistra. Diventa una carta di credito la tessera d’iscrizione alla Spd, il partito socialdemocratico tedesco. La card (rossa) dà diritto a sconti speciali presso alberghi, club e negozi convenzionati. Un nuovo manifesto per una nuova “terza via” è stato intanto diramato da Schroeder e Blair.
Cinico. Sul Corriere, Galli Della Loggia accusa Di Pietro di andare in giro a rilasciare “certificati di cinismo”. Il riferimento dovrebbe essere ai “certificati di civismo” rilasciati nella Francia rivoluzionaria: roba da giacobini, e dunque da Di Pietro. Ma il diavolo (o Freud) ci ha messo la coda sotto forma di refuso.
Sex-symbol. “Il suo gioco preferito era inseguirmi attorno al letto fingendo di sparare come in indiani e cowboy. Avevo un bel mettermi biancheria sexy. Una frana”:, dice la sconsolata ex fidanzata del famoso divo del cinema e sex-symbol, di cui tutte le ragazzine hanno almeno un poster sopra il letto.
Architetto. Una joint venture fra la Rinascente e l’Interporto campano sta costruendo un megacentro commerciale dalle parti del Vesuvio, a Nola. Il centro si chiama “Il Vulcano Buono”, e l’architetto è Renzo Piano, autore dell’aeroporto di Osaka che è sprofondato in mare, dopo la costruzione, di circa dodici metri. Si spera nel sense of humour del vulcano.
Difesa della razza/ 1. Sulla Padania una dirigente leghista consiglia alle simpatizzanti di scegliersi un marito leghista. Il motivo è che “un leghista non si sposa per avere una placida vita comoda”. Deja vù: “vivere pericolosamente”, “l’amore coi fascisti non conviene”, ecc.
Difesa della razza/ 2. Don Gianni Baget Bozzo (il prete di Berlusconi): “L’Islam è in piena guerra santa contro i cristiani”, “La lega deve difendere la Padania dall’islamizzazione”.
Numeri. Solo un’azienda su dieci, secondo rilevamenti effettuati dal ministero del lavoro quest’estate in quattro città campione, è in regola con la legge. Circa metà dei cinquemila lavoratori del campione sono risultati irregolari; fra essi, circa cinquecento immigrati e quasi duecento minorenni.
America. Si è concluso bene – per i lavoratori, e in un certo senso anche per noi – lo sciopero dei novantamila dipendenti della Verizon Comminications. L’azienda aveva deciso di assumere, per il settore telefonini, solo giovani in cerca di prima occupazione e non sindacalizzati; e aveva vietato formalmente ogni attività sindacale nel settore, non senza particolari davvero dickensiani (“Vietato distribuire opuscoli delle Unions”, “È fatto obbligo agli impiegati segnalare ala direzione eventuali propagatori di opuscoli sindacali, ecc. ).
Lo sciopero, che ha avuto i momenti di massima tensione ad agosto, è stato sostenuto non solo da tutti i “vecchi” lavoratori iscritti al sindacato, ma anche da una buona parte dei ragazzi precari assunti alla bruta adesso. Quest’ultimo dato, che è stato determinante nell’indurre l’azienda ad ammorbidire le posizioni, è significativo perchè è la prima volta che un gruppo consistente di lavoratori della new economy rivendica dei diritti sindacali. Che per il momento sono ancora quelli classici (contrattazione collettiva, diritto all’associazione ecc.) ma, col tempo, potrebbero anche diventare qualcosa di abbastanza nuovo.
All’inizio della vecchia rivoluzione industriale, ai primi dell’ottocento, i primi scioperi nelle fabbriche non avvenivano affatto su questioni specifiche della fabbrica (l’organizzazione del lavoro, la nocività, il controllo della gestione) ma su rivendicazioni “da braccianti” che erano le uniche conosciute fino a quel momento. Poi, man mano che la gente si “abituava” alla fabbrica e la conosceva meglio, è cominciato a nascere il vero e proprio movimento operaio, quello che adesso si sta spegnendo con la scomparsa delle fabbriche tradizionali.
La brutta notizia per noi è che uno sciopero come quello della Verizon al cinquanta per cento è ancora un pezzo del vecchio movimento operaio. La brutta notizia per i padroni è che per l’altro cinquanta per cento è un pezzo del movimento nuovo, che non sappiamo ancora come chiamare ma che, a questo punto, possiamo dire che già sta cominciando. Un tempo iniziava in Inghilterra, dove cominciavano ad esserci le fabbriche. Adesso inizia in America, dove cominciano ad esserci quelle cose – ancora senza un nome specifico e complessivo – che hanno preso il posto delle fabbriche, che ancora non sappiamo neanche bene come funzionino e che però, di fronte a una storia come quella della Verizon, cominciano a mostrare una certa logica – una certa “dialettica”, si sarebbe detto una volta.
Italia. Cassa integrazione alla Telecom: vanno via in ottocento fra operai, tecnici e ricercatori, per lo più gente di mezz’età di notevole esperienza aziendale. Eppure i profitti Telecom non erano stati bassi (cinquemila miliardi!) quest’ anno; e il personale specializzato, ora che c’è da affrontare il prossimo giro di tecnologie, mica lo trovi per la strada… Per un’industria pubblica (com’era un tempo la Telecom) o per un capitalista classico un comportamento del genere – oltre che socialmente criticabile – sarebbe stata una zappata sui piedi: prendere dieci anni di formazione del personale e gettarli dalla finestra, specie in un momento d’espansione del mercato, non è esattamente il massimo dell’efficienza aziendale.
Oggi però un’azienda come Telecom non è nè pubblica nè privata. ll suo obbiettivo (la “mission” si dice oggi giorno) non è di produrre servizi pubblici nè di generare capitale, ma di attrarre attorno a sè movimenti finanziari generici e aumentare i benefici di una ristretta nuova classe “manageriale”. In questo quadro, la sana gestione del personale ed anche, al limite, l’efficienza tecnica non sono più parametri fondamentali: la partita non è più industriale ma finanziaria, e le uniche carte reali si giocano a livello di pierre, di lobbyng e di borsa.
Sì fece moltissima propaganda, quando fu privatizzata la Telecom, sul concetto di public company: il signor Cittadino Italiano, non più “proprietario” dei telefoni come cittadino, lo sarebbe però rimasto come azionista. All’inizio dell’anno scorso, però, la Guerra dell’Opa lasciò la public company morta per terra, e la Telecom nelle mani di Colaninno. Quest’ultimo, di soldi (soldi materiali) suoi, ne dovette sborsare pochi o niente: aveva però alle spalle una posizione molto amichevole da parte del governo, il cui peso si fece indirettamente sentire nei momenti cruciali.
Colaninno, in altre parole, è nato – come boss finanziario – più o meno alla stessa maniera in cui, sia pur più rozzamente, a tempo suo era nato Berlusconi; Berlusconi è stato l’homo novus di Craxi, e Colaninno è quello di D’Alema. In genere, peraltro, le cose raramente vanno secondo i programmi degi apprendisti stregoni; ed è probabile che di Colaninno, nei prossimi anni, sentiremo parlare in termini piuttosto imprevisti.
Italia. È aumentato anche nell’ultimo mese il numero dei morti sul lavoro. Nei primi sette mesi dell’anno sono stati settecentoquarantatrè, venti per cento in più dell’anno passato. Di essi, 635 si sono verificati nell’industria (548 l’anno scorso) e 108 nell’agricoltura (70 l’anno scorso). Nessun altro paese industrializzato – e pochi paesi del Terzo mondo – ha cifre paragonabili a queste.
Bookmark. Per aiutare le vittime della guerra contro le donne in Jugoslavia e in Albania:
http://www.balkansunflowers.org
http://www.usbsf.org
Politburò. Il Politburò di tutto il Communismo Riunito si riunì a Praga, in pieno stalinismo, nel settembre del 1950. Per garantire la sicurezza dei gerarchi, la polizia segreta divise la città in tre zone: nella prima, più periferica, furono vietati gli assembramenti di più di tre persone, vennero chiuse per una settimana tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado, vennero distribuiti undicimila poliziotti e duemila soldati con carri armati e autoblindo; nella seconda, oltre ai militari e alla polizia segreta cecoslovacchi, vennero stanziati seicento agenti scelti, giunti direttamente da Mosca, del Kgb; nel terzo cerchio, il più centrale, venne semplicemente intimato alla popolazione di andarsene fuori città o di restar chiusa in casa, con riserve di viveri, per tutta la settimana del congresso: arresto immediato per chiunque avesse cercato di sbirciare i gerarchi.
Per leggere questa notizia, bisogna fare un po’ di search-and replay. Dove dice “settembre del 1950”, sostituire “settembre di quest’anno”; dove dice “Riunione del Politburò Communista”, sostituire “Vertice del Fondo Monetario Internazionale”; dove dice “Kgb”, mettere “Fbi”. Il resto è tutto rigorosamente, ed incredibilmente, vero.
Privacy dolce privacy. Non esiste sul Web un sistema di criptazione assolutamente sicuro. La sicurezza delle transazioni, nonostante tutto quel che si dice in e-commerce, è molto più un (ottimistico) concetto statistico che un automatismo. L’unica eccezione è Pgp, il “Pretty Good Privacy” inventato dieci anni fa da Phil Zimmermann nella fase pioneristica della rete. Il software di Zimmermann, distribuito liberamente, aveva un grado di penetrabilità che, in teoria, si approssimava allo zero e, in pratica, ne faceva l’unico criptatore che nessuno mai riusciva a crackare.
Non so se avete mai letto tutte quelle cosine scritte in piccolo quando dovete dare “I Agree” al vostro sistema operativo. Nessuno arriva mai a leggerle fino in fondo. Se aveste questa pazienza, vi accorgereste che, per una serie di programmi, ci sono delle precise limitazioni “di sicurezza” imposte dal governo Usa: una volta, ad esempio esempio, era vietato esportare i MacOs più avanzati in Russia o in Libia.
Bene, Zimmermann passò un sacco di guai (galera inclusa) quando mise fuori il suo programma. Con Pgp infatti era possibile per qualunque terrorista, oppositore, mafioso, filantropo, libero cittadino, trasmettere dei messaggi da un punto all’altro del globo in modo assolutamente sicuro. E questo faceva impazzire il governo. Fra un arresto e l’altro del povero Zimmermann, si aprì un dibattito, uno dei più seri della fase d’imprinting della rete. Da un lato: io cittadino ho il diritto (specie nella cultura anglosassone) di dire tutto quello che voglio e nessuno mi deve venire a controllare. Dall’altro: io autorità ho il dovere di controllare che un qualunque mezzo di comunicazione non venga usato per commettere reati. La prima posizione offriva senza dubbio uno spazio ai delinquenti; la seconda ne offriva al “Grande Fratello” e allo stato di polizia; ed entrambi i pericoli erano tutt’altro che virtuali.
La mia personale opinione (IMHO, si diceva a quel tempo) è che il problema non sia risolvibile all’interno: già l’invenzione dei segnali di fumo fu una pacchia per i contrabbandieri di mammuth e un problema per i capitribù. Il fumo, per sua natura, va dove lo porta il Grande Spirito ed è perciò tecnicamente molto difficile da regolamentare: d’altra parte, per vietarlo del tutto, in pratica sei costretto a vietare il fuoco – e nemmeno al capotribù più fanatico fa piacere rimettersi a mangiare mammuth crudo.
La soluzione pratica, a quel tempo, si ebbe quando – grazie a salti tecnologici anche in altri settori – la gente trovò da mangiare qualcosa di meglio del mammuth, rendendo quindi obsolete le speculazioni su di esso (naturalmente cominciarono quelle sui polli d’allevamento, ma questa è un’altra storia). Problemi abbastanza simili ci furono quando furono inventati i geroglifici, l’alfabeto, il torchio da stampa, il telegrafo, il telefono e il telefonino; e immagino che, saranno più o meno gli stessi quando avremo a che fare col teletrasporto e la videotelepatia.
Tornando al tempo dell’internet: e come andò a finire col Pgp? Beh, la maggior parte della gente del web, che a quei tempi ci teneva moltissimo a far sentire la propria opinione, più o meno era sulle posizioni della mia IMHO: ai banditi ci pensi pure la polizia, ma per prima cosa fra noi gente civile viene la libertà. Così il governo americano si trovò in difficoltà a tener dentro Zimmermann. Si giunse a uno stato di fatto per cui in America Pgp veniva severamente vietato mentre in Europa girava abbastanza liberamente (come si fa a capire qual è Europa e qual è America, sull’internet, lo sa Dio: ma i governi non tendono a preoccuparsi per piccoli particolari come questo).
Alla fine, tuttavia, si arrivò a un compromesso più tranquillo: Zimmermann cedette l’invenzione alla Network Associates e quest’ultima, da seria e solida azienda, avviò trattative informali col governo americano. Nella release 5. 5 di Pgp vene così inserito un algoritmo particolare che, mantenendo per l’utente ordinario il livello di sicurezza di prima, aggiungeva la possibilità di sviluppare una “seconda chiave” impiegabile solo dalla polizia (o dal capo di un’azienda…) in caso di necessità. Tutti contenti quindi, per una volta, liberi cittadini e poliziotti.
Purtroppo – ed ecco la notizia – un ricercatore tedesco, Ralf Senderek, ha dimostrato proprio adesso che, approfittando del varco aperto dalla “seconda chiave”, un qualunque privato con un minimo di competenza può crackare tranquillamente i messaggi criptati con Pgp. L’azienda risponde che mica vero, ci vuole un Einstein più un Arsenio Lupin, e comunque al più presto ci metterà una pezza con una patch. Ma ormai la frittata è fatta: l’unico sistema unversalmente considerato sicuro non è più tale. E il dibattito torna al punto di prima, contrabbandiere di mammuth vs Grande Fratello, con noi gente normale in mezzo fra due fuochi.
(La cosa si complica moltissimo quando il contrabbandiere di mammuth comincia a far parte del Grande Fratello, come succede già in Russia, e quando il Grande Fratello, di suo, è già abbastanza avanti per la sua strada, e ad esempio ha già in mano una cosa come Echelon).