San Libero – 45

Palestina/Israele. La “pace” è segnata da due immagini precise, quella del giovane palestinese che agita le mani insanguinate dopo aver massacrato un soldato ebreo, e quella del giovane israeliano che se ne va compunto dopo aver torturato e ucciso – poichè anche questo è avvenuto – l’arabo che si era avvicinato troppo al suo insediamento di coloni. La pace durerà poco, tecnicamente, perchè il governo israeliano lascerà tranquillamente insediare i coloni integralisti sulle terre assegnate dagli accordi agli arabi (ma già assegnate, secondo loro, 3000 anni prima ad Israele) e perchè il miracolo di dirigenza laica che i palestinesi erano riusciti a mettere insieme nella diaspora ormai è sempre più eroso dai nuovi dirigenti “islamici”, meno civili e più popolari.
Si sono svolte in realtà in questi cinquant’anni non una, ma due guerre parallele. Una per il possesso di un territorio a cui entrambe le parti avevano qualche diritto, se non giuridico, umano; e questa è stata la guerra dei fucili; l’altra per l’affermazione di un’identità tribale ricavata da testi antichissimi e feroci; e questa è stata la guerra delle atrocità, in cui ciascuno accusava l’altro delle cose più inumane, e ciascuno dei due aveva ragione. Gli uomini della prima guerra – gli Arafat, i Nasser, i Rabin, i Ben Gurion – oramai sono morti o sono vecchi. I giovani, quelli che si riproducono ora, appartengono tutti alla seconda guerra, quella atroce. e non poteva essere diversamente perchè l’odio a un certo punto diventa un valore in sè, non ha più bisogno di alcuna – men che mai razionale – giustificazione.
È impossibile, adesso, augurare di vincere a qualcuno, perchè chi vincerà vincerà per uccidere, non per restare vivo. L’innovazione tecnica, in questa fase, sono stati i bambini: col grembiule di scuola, coi capelli sporchi, con le gambe nude. Hanno invaso prepotentemente le statistiche dei morti sparati (a quanto pare non è difficile far collimare nel mirino, tenendo fermo il fucile, il corpo lontano di un bambino) e torneranno a farlo, da questa volta in poi, perchè dalle atrocità nuove, in tempo di bestie, non si torna mai indietro. Ma neanche i bambini sopravvissuti cresceranno umani, perchè forse nessuno può più essere umano laggiù. Nelle dichiarazioni ragionatrici dei capi politici, esattamente come nei visi di manifestanti e coloni, si scorge infatti qualcosa non di sbagliato o di malvagio, ma di mutante. Come se parlassero e agissero sotto l’influsso di radiazioni.
E questo è toccato a due popoli che erano l’uno il fiore civile e laico del mondo arabo, l’altro il cuore pulsante dell’Europa. Avevamo bisogno – noi bianchi ricchi dell’ovest e, quando c’era un est, dell’est – di qualcuno che tenesse le nostre trincee laggiù, che piantasse su quella sabbia le bandiere dei nostri assurdi antropofagi imperi. Abbiamo trovato israeliani e palestinesi, e li abbiamo messi lì a puntellare. Alla fine gli imperi sono crollati o vanno marcendo dentro. Ma i nostri androidi sono ancora lì (essi, che prima di noi erano esseri umani) e si uccidono a vicenda, come gli abbiamo insegnato.


Solidarietà. Quant’è sud il nord.


Razzismo. Sul Mattino del 17 c’è una vignetta di Marassi dedicata alle alluvioni al nord: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. E se i leghisti non vanno al dio Po, il dio Po va dai leghisti”.
Il Mattino, per fortuna, non si legge fuori Napoli, e quindi il poveraccio che ha perso casa e lavoro dalle parti di Pavia o di Aosta non è in grado di apprezzare il fine umorismo e l’umana solidarietà dei meridionali. Perchè è questo che penserebbe, esattamente come noi meridionali ce la prendiamo sommariamente coi “nordisti” quando sentiamo qualche stronzata detta da questo o quell’imbecille leghista. Stavolta l’imbecille è napoletano.


(Forza Po e Forza Etna sono fratelli. E la madre è sempre incinta).


Italiani. Il maresciallo Andrea Asuni, dei carabinieri di Moncalieri, ha tratto in salvo quasi centocinquanta persone nel corso dell’alluvione. In tutto in nord si sono mobilitati, quasi sempre gratuitamente, oltre settemila volontari. Nell’album di famiglia: i poliziotti che hanno rischiato la vita per sgomberare una famigia di dieci persone a Rromano Canavese e i marocchini che si sono mobilitati a Torino per liberare Borgo Dora.


Alluvione. In india è normale. “Ma qui non siamo in India!”. No, finora no. Ma qualcosa, a quanto pare, si sta spostando molto in fretta.


Schiavi. Sei corpi sulla statale sedici, allineati in buon ordine sul ciglio della strada. La polizia cerca un camion che trasportava balle di cotone (se n’è trovata traccia nelle narici dei morti) e, nel sottofondo, un carico di schiavi. Uno dei morti aveva aveva ancora in mano un rosario musulmano, stava cercando di pregare – pensano gli inquirenti – quando alla fine è morto soffocato. Uno che non avrà più bisogno di moschee: contento, signor cardinale?


Calci. Durante la partita Lazio-Arsenal, pochi giorni fa a Roma, un giocatore della Lazio ha urlato a un suo avversario “negro di merda”. Il comportamento dei tifosi, che normalmente usano urlare insulti in coro appena un giocatore di colore tocca la palla, è stato quello consueto. Il presidente della squadra, Cragnotti, ha detto che non è la fine del mondo, e che comunque tutto ciò fa parte di una campagna di denigrazione contro la Lazio. Il giocatore colpevole ha dichiarato: “Non mi pento”. La Lazio è l’unica squadra europea a non avere mai avuto giocatori di colore, tranne uno che fu costretto ad andarsene per le intemperanze dei tifosi. Il livello di civiltà di questi ultimi è misurato dai festeggiamenti cui hanno dato luogo dopo la partita: tre auto dei vigili urbani messe a fuoco, due tifosi avversari accoltellati.
Non è che nel resto d’Italia il mondo del calcio, che una volta era uno sport allegro e ora è un modo di fregare soldi a chi ancora ci crede, sia un modello di convivenza civile: pochi giorni prima, il Napoli a Milano era stato accolto da una folla da documentario antropologico. Però i tifosi romani, con l’unica eccezione di quelli veronesi, sono sicuramente i più potenzialmente criminali. Non sarebbe possibile, almeno per quest’anno, far giocare le partite della Lazio all’Asinara?


Quanche giorno fa, il ragazzo Marco (che credo sia di destra), ha scritto:
< Mi sarebbe piaciuto andare avanti a leggere questo numero della “catena”, ma non ci sono riuscito. Perchè hai dovuto mentire? Perchè hai dovuto omettere decine di particolari di estrema importanza, riguardo l’aggressione del “professore” veronese? Perchè lui non ha MAI mostrato il suo fantomatico diploma conseguito in Uruguay? Perchè non ha mai mostrato chiaramente le “lettere minatorie”? Perchè tre giovani naziskin in perfetta salute armati di spranghe sono riusciti solamente a procurargli un graffio? Perchè ha mentito spudoratamente affermando che il segno sul suo collo fosse una lesione, quando invece si tratta di una voglia? Ci sono troppe ombre in questa vicenda. >
La mia risposta di allora:
< Il ragazzo Marco ripete esattamente quel che è stato diffuso a Verona dagli ambienti “cattolici”, in parte col passaparola e in parte sulla stampa ufficiale. Non è colpa sua, perchè è cresciuto in un ambiente in cui i ragazzi vengono scientificamente predisposti a ricevere la “linea del partito” senza alcuna difesa, allo scopo di essere successivamente usati come massa di manovra. La Curia veronese, in questo momento, è seriamente nei guai perchè deve rispondere – fra l’altro al magistrato – di un quesito semplice e breve: “come mai in una scuola cattolica è reato portare i ragazzi a visitare Dachau?”. Non può farlo, e quindi ricorre – a freddo – all’agitazione di cui Marco è vittima designata. Non farò torto all’intelligenza di Marco rispondendo punto per punto alle sue ingenue domande (il fantomatico diploma, ecc. ) e lo prego, amichevolmente, di documentarsi sul posto: è in grado di farlo e l’esercizio libero della sua intelligenza lo aiuterà a sfuggire alla trappola dei (ricchi) fanatici che vorrebbero usarlo come carne da cannone. Marco, non ho nulla contro di te: ma se tutto questo dovesse portare a una Croazia, saresti tu a dover rischiare la pelle per ammazzarmi. I “veronesi perbene” se ne resterebbero al sicuro alle tue spalle, nelle retrovie. >
* * *
Marco, come si è visto adesso, aveva ragione. Il professor Marsiglia s’era inventato tutto, spinto (nel caso migliore: ma a questo punto è da verificare anche questo) dall’amarezza per l’ingiusto allontanamento della sua scuola. Vero o falso che sia questo movente, resta il fatto che egli ha tradito i valori da lui invocati, ha messo in pericolo chiunque vorrà difenderli in avvenire, e soprattutto ha fatto del male ai ragazzi che si fidavano di lui, che gli volevano bene e che credevano nelle cose che egli, a parole, sosteneva.
Questi ragazzi però hanno fatto bene ad essere “ingenui” e ad accorrere per difendere il loro professore: meglio troppo buoni che cinici, meglio coraggiosi che qualunquisti: anche quando è un coraggio – apparentemente e nell’immediato – sprecato. Io auguro a questi ragazzi di non considerare chiusa questa storia. Hanno incontrato la barbarie, che è facile da combattere, ed hanno incontrato l’ipocrisia, che è molto più difficile anche solo da percepire. Adessi essi sanno che nel mondo ci sono quelli che fanno il male, e ci sono anche quelli che imbrogliano presentandosi come portatori del bene. Il bene e il male, però, sono due cose molto diverse, e bisogna schierarsi sempre anche a costo di sbagliare.
Quanto a me, che ho sostenuto nei confronti di Marco una cosa risultata non vera, debbo per prima cosa chiedere scusa a lui, ed ammettere che ha avuto ragione. Lo prego però di riflettere che, delle cose che gli ho detto, alcune restano anche adesso – e sono più importanti di Marsiglia – vere. Che alcune famigie perbene abbiano protestato contro il viaggio a Dachau, resta vero. Che in occasione del caso Marsiglia si sia visto dell’antisemitismo, resta vero. Che a Verona il razzismo sia forte e ben protetto, resta vero.
Io, che sono un giornalista di sinistra, ho il dovere di non far finta di niente quando le cose non sono come io pensavo: non posso nascondermi dietro un’ideologia. Se Marsiglia è un mascalzone, devo ammettere che è un mascalzone, anche se si è riparato dietro idee che io profondamente condivido. Ma a Marco debbo insegnare – poichè è per Marco, e per tutti gli altri Marchi come lui, che io vado scrivendo queste cose – che questo dovere incombe anche su di lui: il fatto che Marsiglia sia un mascalzone non significa affatto che siano cattivi coloro che lo hanno – sbagliando – difeso, nè che siano buoni coloro che in questa occasione “hanno avuto ragione” contro di lui. Il ragazzino “ingenuo” che ha manifestato per il professore “perseguitato” secondo me si è comportato meglio del veronese perbene che s’è voltato dall’altra parte.
Perciò, nel momento in cui mi scuso con Marco, non mi scuso affatto – ad esempio – con la sindaca di Verona, che chiede adesso scuse per la sua città “diffamata”. Anche in Sicilia succedeva, alle volte, che il commerciante “vittima degli estortori” fosse magari un furbastro che cercava di risolvere in questo modo i suoi affari. Ma la mafia, in Sicilia, c’era davvero, e i sindaci che si dichiaravano “diffamati” non facevano altro che aiutarla: ed io, in Sicilia, scrivevo esattamente questo, anche nei casi in qui quei sindaci sembravano nell’immediato “aver ragione”.
A Verona, adesso, continua la battaglia di prima. Fra una forte minoranza antisemita e razzista e un’altra minoranza (più debole, e certamente adesso più sbandata) che condivide invece i valori umani; e in mezzo una maggioranza paludosa che vorrebbe restare al di fuori di tutto e non prendere posizione nè in bene nè in male. È una città siciliana dei primi anni ottanta. L’unica strada è smuovere sempre le acque, non lasciare mai tranquilla la palude.


Chiesa 1. Sospensione a divinis per don Vitaliano Della Sala, il parroco campano noto per le sue prese di posizione contro la camorra e, più recentemente, contro le collusioni fra alcuni cardinali e le passate dittature sudamericane. Don Mazzi, don Milani, don Primo Mazzolari, don Murri, don Michele Bianchi, dom Franzoni… Nessuno ha ucciso tanti comunisti quanto Stalin. E nessuno ha imbavagliato tanti preti quanto il Vaticano.


Chiesa 2. Fra eccezioni, ricorsi e cavilli vari non riesce a decollare la prima udienza del processo per usura nei confronti del cardinale Angelo Giordano. C’è un solo giudice per tutto il tribunale di Lagonegro, dove il processo ha luogo. L’udienza preliminare è stata ulteriormente rinviata al 18 novembre.


Chiesa 3. “Possiamo imparare anche dall’Islam. Dovunque c’è la verità, là c’è lo Spirito Santo” ha dichiarato il cardinale Dionigi Tettamanti, in polemica con la campagna razzista del cardinale Biffi.


Cartello a una manifestazione. “BOSSI mandato da DIO”.


Alè! Finalmente un’iniziativa politica che mi piace. L’ha fatta Rifondazione comunista, in una ventina di città d’Italia. Per protestare contro i McDonald che trattano da schiavi i camerieri e ai disgraziati clienti danno plastica fritta, i rifondaroli non si sono messi a distribuire i soliti immangiabili volantini bensì salame piccante e vino rosso (in Calabria), panini con salsiccia nostrana (in Emilia), pane e panelle (a Palermo) e così via. Bene e avanti così.


E io pago. Vabbè che era la regina d’Inghilterra, ma con mezz’Italia sott’acqua si poteva anche fare a meno di sprecare cento carabinieri per farle vedere il carosello storico a cavallo.


Al pranzo della regina. Gli argomenti di cui non s’è parlato, per buona educazione: un bambino inglese su sei versa in condizioni di “miseria estrema” e si vede negato – secondo l’Istituto Reale di Statistica – “bisogni primari” come casa, cibo e vestiario sufficiente; un bambino italiano su cinque vive sotto la soglia di povertà.


Milano. “Siamo la scorta della regina. Fermatevii, strada interrotta”. Con queste parole tre “agenti in borghese”, con tanto di paletta regolamentare, hanno intimato l’alt, a poca distanza dal corteo rega;le, a due portavalori svizzeri che passavano in macchina per piazza Cinque Giornate. Appena gli svizzeri si sono fermati si sono visti puntare le pistole contro e hanno dovuto consegnare circa i duecentomila dollari che stavano portando a una banca milanese. Dopodichè i tre rapinatori se la sono filata all’inglese.


Nucleare. Ci sono dodici porti italiani dove attraccano regolarmente navi e sottomarini propulsi ad enerrgia nucleare. Uno di essi è taranto, dove il consiglio comunale, su iniziativa di PeaceLink, ha istituito una commissione d’inchiesta per studiare il fenomeno e le sue eventuali riadute sulal salute pubblica.

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Gaspare wrote:
< Gli uccellini della Sicilia ringraziano. A causa del blocco dei tir, i cacciatori non hanno potuto rifornire di benzina macchine e jeep per andare a caccia. Secondo un calcolo dalla Lega per l’abolizione della caccia sarebbero stati risparmiati dalle doppiette più di 53mila uccellini. I cacciatori hanno detto che si rifaranno la domenica dopo, ma gli uccellini hanno risposto che cagheranno sui parabrezza delle loro macchine (e non avete idea di cosa vuol dire 53mila uccellini che cagano tutti insieme). >


V. Brancati wrote:
< Catania. Un anziano signore di sessant’anni è morto per collasso cardiaco durante l’incontro con una prostituta in un basso di San Berillo, il quartiere a luci rosse di Catania. La donna che si intratteneva con lui, una sessantenne catanese, ha dichiarato ai carabinieri che l’uomo “È morto felice”. >


Arbasino. In una giornata qualunque, trovi in giro di Arbasino: un paginone su Repubblica (elzeviro generico), una lettera sulla Stampa (differenza fra Middle east e Proche Orient) e una lettera sul Corriere (rapporto fra le lingue europee).


Biagi. “La miseria viene in barca è il titolo di un romanzo di Riccardo Bacchelli…”. Veramente no: dovrebbe essere il titolo, se ricordo bene, dell’ultima sezione del Mulino del Po che è un romanzo (questo sì) di Bacchelli.


Siena. Un leone si sta aggirando – secondo testimonianze di cacciatori – fra la Maremma e l’alto viterbese. Dev’essere parente della pantera che venne avvistata, una decina d’anni fa, nei dintorni di Roma: agile e inafferrabile, sfuggì a ogni tentativo di catturarla per poi sparire nel nulla, non senza aver prima ispirato un movimento di studenti contestatori. Questo, secondo me, dev’essere un leone di mezz’età – eh, l’Italia è cambiata – e tutto sommato potrebbe assurgere a simbolo di qualche rivendicazione di pensionati.


Gaia. Segnalati cento nuovi casi di virus Ebola – finora del tutto incurabile – in Uganda.


Parigi. Processato per stupro alla corte d’Assise parigina un impiegato modello che, durante una vacanza in Thailandia, aveva “comprato” sul posto una bambina di undici anni. Alcuni francesi che avevano assistito alla scena l’hanno denunciato una volta rientrati in patria.


Londra. Si è dimesso il manager della Railtrack, la società ferroviaria privata responsabile della manutenzione della tratta su cui si è verificato l’ultimo grave incidente delle ferrovie inglesi. I deragliamenti, che riguardano soprattutto treni di pendolari spinti a velocità eccessive su linee maltenute, si susseguono con terrificante regolarità da quando le ferrovie inglesi, le un tempo mitiche British Railways, sono state sommariamente privatizzate.


Londra. Dopo l’appello di massa, rivolto alle giovani, per la tutela e difesa della verginità prematrimoniale, il governo Blair sta adesso preparando una seconda campagna pubblicitaria rivolta alla totalità dei cittadini. La campagna, che uscirà a Natale e per la quale sono già stati predisposti gli spazi pubblicitari, consiste a un appello ai buoni cittadini a “Resistere all’Impulso” di dare soldi ai mendicanti: tale gesto, apparentemente caritatevole e umano, sarebbe in realtà deplorevole ed anche, in una qualche misura, sovversivo in quanto incoraggerebbe tendenze all’ozio e alla dissipazione improduttiva, che il governo di Sua Maestà ritiene invece di dover combattere a ogni costo. La campagna anti-elemosine verrà lanciata per le festività natalizie.


Cronaca. Trastevere. Scippatore di rosari colto in flagrante in piazza della Rovere. Il giovane P. P. , ventiquattro anni, aveva approfittato di un attimo di disattenzione di una religiosa che passeggiava davanti alla chiesa per avvicinarla furtivamente e strapparle la borsa contenente immagini religiose, vangeli, rosari e circa ventimila lire. Una pattuglia di carabinieri prontamente intervenuta lo ha però bloccato e assicurato alla giustizia.


Cronaca. San Pietro. Sorpreso nell’appartamento di un monsignore nei pressi della Basilica, un giovane ladro ha cercato di far sparire il corpo del reato mettendosi a masticare le banconote che aveva appena trafugato da un cassetto. Una pattuglia di carabinieri prontamente intervenuta lo ha però bloccato e assicurato alla giustizia.


Cronaca Prati. È stata confermata la condanna a un anno di reclusione (fallso in bilancio, frode fiscale e altro) per l’imporenditore romano Cesare Romiti. È stato invece mandato assolto per decorrenza di termini uno dei complici, tale Paolo Mattioli. Dopo la condanna di primo grado il Romiti aveva tentato di rendersi irreperibile occultandosi all’interno di case editrici ospitali. Una pattuglia di carabinieri prontamente intervenuta lo ha però bloccato e assicurato alla giustizia.


Cronaca. Casilino. Sgomberato il più grande campo nomadi d’Europa, Casilino 700. Ospitava, in condizioni terrificanti, 1400 zingari di sette etnie diverse; almeno sei bambini rom vi hanno perso la vita per freddo o malattie, con scandalo dei mezzi d’informazione di tutto il mondo. Adesso, chiuso il campo, lo scandalo è finito: a partire da quest’inverno i bambini degli zingari potranno andarsene a morire di freddo ognuno per conto suo, senza finire sui giornali e senza scandalizzare nessuno.


Cronaca. Ostia. Metronotte ai giardinetti per contrastare le gang di bambini che chiedono il pizzo agli altri bambini per lasciarli giocare sulle altalene.


Persone. Antonio Russo giornalista senza pensione, chissà che litigate vi starete facendo in questo momento con Mauro, Giancarlo, Peppino e gli altri, là dove siete ora.


Fra gli israeliani e i palestinesi, forse gli ebrei ora sono i palestinesi.


L’esame

E il gatto acciambellato (ma ben sveglio: da gatto)
giù nel cortile fra vecchi ferri e ringhiere
mi considera attento: so che sta valutando
tecnicamente l’intruso e con sollievo lo vedo
rilassarsi sul vecchio copertone
mettendomi fra i non-pericolosi


Beh, coi più pazienti di voi ormai è già un anno che stiamo qui ai giardinetti a chiacchierare. Mah. Speriamo di esserci ancora fra un anno, se dio vuole. Di questi tempi non si può mai dire, signora mia. Mica è più come una volta. Non ci sono più le mezze stagioni, i politici sono tutti ladri, non si può più girare tranquilli per le strade. Insomma, speriamo bene. Oddio, le dodici e mezza. Debbo proprio andare. Arrivederla signora, ci risentiamo fra una settimana, e si riguardi, mi raccomando, si riguardi.