San Libero – 49

Modulo. < Al Noto Servizio per la Correttezza degli Studi, Sede. Il sottoscritto …….. (dato facoltativo), iscritto all’istituto …….. (nome dell’istituto) di …….. (nome della città), reddito familiare …….. (dato obbligatorio), segnala alla S.V. che il/la prof. …….. (nome dell’insegnante), titolare di …….. (nome della materia) presso questo Istituto, il giorno ……..alle ore …….. ha espresso in classe opinioni inneggianti ad una o più delle seguenti ideologie: communismo/ materialismo ateo/ vieto anticlericalismo/ ostilità preconcetta verso il mercato/ pedofilia (cancellare quello che non interessa). Con osservanza …….. (firma: facoltativa) >


Il terzo candidato. Mentre contavano i voti, in realtà, non hanno mai smesso di ammazzare. L’ultimo, in Texas, avrebbe dovuto essere un handicappato mentale, dall’intelligenza di un bambino di sette anni: “Non so che cosa vuol dire tutto questo – ha detto – So solo che mi metteranno un ago in un braccio e che questo mi farà dormire. Ma io non voglio dormire”.
Il terzo candidato – quello che in realtà è stato eletto – era il vecchio giudice Lynch. Molto più radicato di Gush e Bore.


Elezioni. Contributo al dibattito sulla riforma elettorale. Metodo Nashville: si risparmiano senz’altro i soldi per fare le elezioni in tutto il paese e il presidente viene scelto solo dai 115 avventori del bar sport di Nashville (o Sant’Arcangelo di Romagna o Peretola o Cuneo). Variante legalitaria: il presidente viene scelto dal giudice di pace di Nashville (o Sant’Arcangelo di Romagna o Peretola o Cuneo). Metodo New Mexico: i due candidati si sfidano a una partita a poker. Metodo Cooper: i due candidati si sfidano a chi estrae prima davanti al saloon sulla Main Street. Metodo Phil Dick: a ciascuno dei due candidati viene consegnato un pickup Toyota, corazzato e dotato di spuntoni. Il percorso è San Francisco-Washington. Metodo Maximus: l’incontro avviene in mezzo all’arena, al Colosseo. Armi consentite: gladio e tridente. Metodo del fratello: il fratello di uno dei due candidati a un certo punto decide chi è il vincitore.


Elezioni. Ma poi, conviene davvero vincere? Tradizionalmente, ogni vent’anni, il presidente degli Stati Uniti va a mmorì di medico o ammazzato. Harrison (1840), Lincoln (1860), Garfield (1880) McKinley (1900),Harding (1920), Roosevelt (rieletto nel 1940), Kennedy (1960),Reagan (1980: l’unico a salvarsi dal regolamentare attentato). Siamo sicuri che in realtà i voti di Gore non se li sia imboscati lui stesso (e viceversa?).


Sicilia. La Fondazione Palazzo Intelligente, insieme con il Comune di Palermo e con l’Onu, ha indetto in occasione della conferenza mondiale contro la criminalità un concorso fra i giovani artisti della Sicilia per progettare la migliore decorazione per coppola, il caratteristico copricapo siciliano “simbolo fino ad oggi dell’iconografia mafiosa e destinato invece a diventare oggetto di creatività e segno di rinascita”.
Le coppole verrano esaminate “da una commissione composta da personalità dell’arte, della cultura e della pubblica amministrazione”. Alla coppola più creativa verrà assegnato un premio di due milioni, più il riconoscimento dei diritti legati alla riproduzione della coppola che verrà successivamente realizzata da una ditta di San Giuseppe Iato, luogo simbolo in passato della violenza mafiosa ed ora della rinascita civile.
“È ora che a Palermo si cominci a realizzare una scuola di stile e di moda” ha dichiarato l’assessore alle Attività Produttive del comune di Palermo. “I siciliani hanno il dovere di riappropriarsi del proprio patrimonio culturale” ha dichiarato il sindaco di Palermo nel consegnare al sindaco di Catania un’artistica coppola decorata, simbolo della rinascita del popolo siciliano.


Economia. Secondo le rilevazioni relative al terzo trimestre di quest’anno, il prodotto interno lordo italiano è aumentato del 2,4 per cento. Secondo i dati recentemente resi noti dalla Confcommercio, il quindici per cento di esso avrebbe in varia misura relazione con l’operato della criminalità organizzata. Il fatturato annuo di quest’ultima, sempre secondo la Confcommercio, si aggirerebbe sui trecentomila miliardi di lire.


Economia. Nella sola Calabria, i rilevamenti operati quest’estate dalla Commissione parlamentare antimafia forniscono i seguenti dati: fra il 1991 e il 1997 sono state riscontrate nella regione 219 operazioni finanziarie sospette, di cui 117 provenienti da uffici postali e 101 da banche. Dal 1997 in poi sono state riscontrate altre 45 operazioni sospette, adesso provenienti però esclusivamente da banche. Delle 42 banche operanti in Calabria, solo 30 hanno segnalato alle autorità competenti fattispecie di operazioni sospette.


Economia. Sono tutte italiane le cinque regioni in testa, secondo i dati Svimez, alla classifica europea dei disoccupati: Basilicata, Sardegna, Sicilia. Campania e Calabria, con tassi di disoccupazione fra il 52 e il 65 per cento.


Tempo d’elezioni. Impronte digitali obbligatorie per gli immigrati: la proposta, che è all’esame del governo, è stata avanzata da un esponente della sinistra) Massimo Brutti) e viene giustificata con una serie di necessità investigative nei confronti di una categoria a rischio. Statisticamente, tuttavia, si potrebbe pensare a categorie ancora più a rischio, penalmente parlando, degli immigrati: abitanti di Reggio Calabria (alta densità mafiosa), piccoli e medi imprenditori del Nord-Est (evasione fiscale), corridori ciclisti (doping) e via dicendo. Naturalmente, se uno proponesse di schedare tutti i calabresi, tutti i ciclisti e tutti i padroncini sarebbe preso per pazzo: per gli immigrati invece non c’è problema. In che cosa la proposta della sinistra si differisce (lodevolmente) da quella avanzata in passato dalla Lega? I leghisti proponevano di prendere le impronte delle mani e dei piedi, mentre Brutti si limita ai polpastrelli: per il resto, l’idea è la stessa.


Sì, ma che ne pensa dell’abusivismo edilizio il Vesuvio?


Catania. Trasferito ad altra sede (Reggio Calabria) il processo a carico dell’ex magistrato messinese Lembo, accusato di aver malgestito un pentito mafioso. Insieme a Lembo sono imputati numerosi altri personaggi (magistrati e imprenditori) dell’establishment messinese.


Adozioni. L’ultimo manifesto, sempre col faccione di Lui in primo piano, è “Per dare una famiglia a ogni bambino: Adozioni più facili”. Più facili va bene, ma fino a un certo punto: non è una responsabilità da poco far crescere un bambino, e parlare con serietà delle adozioni tutto è salvo che facile. Fra i politici, infatti, se ne parla solo in termini demagogici e ultimativi: per dire che una famiglia in cui c’è un bambino adottato non è una vera famiglia (l’apertura della campagna elettorale di Bossi) o per definire senz’altro sporcaccioni le coppie gay che vogliono adottare un bambino. Io non saprei che dire, e dunque me ne sto zitto.
Una curiosità: secondo voi, è giusto dare un bambino in adozione a una coppia che ha cinquant’anni più di lui? Un giudice che conosco ha deciso di no: e su questo s’è giocato la carriera. (Oltre che su vari altri rompimenti di scatole ai potenti di una città mafiosa: vedi il servizio su Clarence questa settimana).


Dice che d’ora in poi si voterà col bancomat.


Verdi (carta da mille, da sostituire con l’euro). Si parla di privatizzare l’euro, almeno in Italia: nel senso che, siccome la Banca d’Italia non riesce a stampare tutte le banconote in tempo per la fine del 2001, probabilmente si affideranno a ditte private per finire la stampa in tempo. Di queste ditte, una volta, ne esistevano certune piuttosto efficienti a Catania: anche se piuttosto artigianali (quasi sempre si dimenticavano la scritta “la legge punisce gli spacciatori di banconote false) avevano una loro solida fama in determinati ambienti.


Verdi (Giuseppe, patriota e compositore). Ai festeggiamenti per il centenario di Verdi, a Milano, hanno potuto cantare il coro del Nabucco in santa pace. L’ultima volta (mi pare al congresso dell’Ulivo) ci hanno dovuto rinunciare perchè se no si offendevano austriaci e leghisti (questi ultimi, perchè dicono che oramai il Và pensiero è roba loro).


Cassazione. Non è reato prendere voti dalla mafia.


Cronaca. Roma. Abolite le sospensioni all’Istituto Duca d’Aosta. I ragazzi da punire verranno invece adibiti a corveè di pulizia prima delle lezioni.


Cronaca. Milano. Quattro persone, due uomini e due donne di mezz’età, hanno rischiato la vita per salvare un cane risucchiato in una chiusa del Naviglio. Nessuno dei quattro, una volta compiuta a termine la difficile operazione, ha voluto rilasciare il proprio nome.


Cronaca. Roma. Installata sul Campidoglio la campana “Millennium”, opera di un artista americano e dedicata al tema del “suono universale della pace”. La campana, in acciaio al tungsteno, è a forma di missile terra-terra.


Cronaca. Iglesias. È stato sfrattato per morosità dalla casa di riposo “Villa Serena” il pensionato Paolo Marceddu, di settantatrè anni. “È vero, non ho pagato la retta. Ma è che dovevo assolutanmente comprarmi una dentiera. Adesso i denti ce li ho: ma cosa mangio?”.


Cronaca. Casalbruciato. Ottantaduenne mette in fuga due false assistenti sociali che gli erano entrate in casa per sottrargli la pensione.


Cronaca. Milano. Organizzati dalla questura dei corsi serali di specializzazione per portinai. Servono a imparare a distinguere – dopo l’epidemia di truffe ai danni di pensionati di quest’estate – falsi amici, truffatori e persone sospette in genere. Neanche le portinaie sono più quelle d’una volta, signora mia.


“Ochalan, chi era costui?”. La Corte di giustizia europea si pronuncerà oggi sull’ammissibilità del ricorso presentato dai legali di Ochalan contro le modalità del processo in cui è stato condannato alla forca il leader curdo. Se il ricorso venisse respinto, il governo turco potrebbe passare senz’altro ad eseguire la condanna a morte. Ochalan, in questo momento, si trova in una cella di tre metri su quattro, guardato a vista, con mezz’ora di “aria” in un corridoio ogni giorno. Non puòvedere nè parlare con nessuno. Il programma di deprivazione sensoriale gli ha già fatto perdere l’uso di alcuni sensi. Oltre a lui, sono in attesa di esecuzione altri sessanta oppositori turchi e curdi.
In Italia, Ochalan è stato riconosciuto rifugiato politico (articolo dieci della Costituzione) da un tribunale ordinario, che ha sentenziato ufficialmente che in Turchia i curdi sono perseguitati in quanto tali. Tale riconoscimento giuridicamente obbligherebbe il governo italiano a considerare rifugiati politici tutti gli altri esuli curdi in Italia, e a intervenire nei confronti del governo turco per chiedere la restituzione di Ochalan all’Italia.
Ma la sinistra italiana (“Non preoccuparti, compagno Ochalan: ci pensiamo noi”) ha molte altre cose più importanti a cui pensare.


Gilberto (Trieste) wrote:
< Buongiorno; leggo da tempo la sua e-zine, che trovo sempre interessante, anche se non condivido sempre le sue posizioni. In una delle ultime, nello spazio dedicato ai commenti sulla Palestina, leggo la seguente frase: “Alla fine gli imperi sono crollati o vanno marcendo dentro.”
È ben vero che le frasi vanno commentate nel loro contesto, ma questa contiene una affermazione perentoria, sulla quale vorrei discutere con lei. L’impero crollato al quale fa riferimento è ovviamente quello sovietico; l’impero in via di marcizione, se ho capito bene, è quello americano. Vorrei capire su che basi ritiene che l’impero americano stia “marcendo dentro”. A me sembra che sia più che mai vivo e vitale, come l’aggressione alla Jugoslavia di poco più di una anno fa ha dimostrato ampiamente. Mi piacerebbe inoltre conoscere la sua opinione sugli avvenimenti belgradesi dell’ottobre scorso (naturalmente lei non ha usato il termine impero nel suo significato leninista di imperialismo).
Con i miei più cordiali saluti e incoraggiamenti a continuare la sua catena.
* * *
La crisi dell’impero, a mio parere, è quella classica: difficoltà di ricambio della classe dirigente. A Roma, per un lungo periodo, l’establishment è riuscito a scremare culture molto diverse dalla propria, ed a cooptarne gli strati sociali superiori. Augusto è “romano de Roma”, ma Vespasiano è sabino e Galba spagnolo; i Severi erano addirittura – diremmo oggi – extracomunitari. A un certo momento, non definibile con precisione ma che comunque c’è stato, i “barbari” hanno smesso di diventare “romani” e sono rimasti (anche in seno all’impero) germanici, goti e compagnia bella. A quel punto s’è concluso un ciclo.
Nell’America di oggi da circa un decennio si verifica, credo, qualcosa di molto simile. Il messicano, il vietnamita, il portoricano non riescono più (o, oscuramente, non vogliono più) diventare “americani”: a differenza degli italiani, irlandesi, polacchi ecc. delle generazioni precedenti. Non ci sarà più un caso Kennedy, una famiglia di “nuovi romani” che nel giro di un paio di generazioni diventa tanto “romana” essa stessa da esprimere l’imperatore. Riesco a immaginarmi un presidente donna, in futuro, o (meno probabilmente) gay, ma non portoricano. La capacità di egemonia dell’impero, da questo punto di vista, si è affievolita o dissolta.
Un particolare interessante è che, contemporaneamente, il peso dei non-Wasp nelle nuove tecnologie aumenta in continuazione; esattamente come succedeva nel tardo impero romano, quando i settori tecnologicamente più complessi della società (l’esercito in primo luogo) venivano a poco a poco riempiti da non-romani, che però non si romanizzavano per questo.
Questo processo è talmente confuso e vorticoso da essere difficilmente percepibile in tempi storici (tanto che anch’io sono costretto a trattarlo attraverso una metafora), ma mi sembra molto più radicale della crisi del vecchio imperialismo. Là c’erano degli assestamenti in un quadro stabile e sostanzialmente ancora ottocentesco (in cui la sovrastruttura non contava quasi niente). Qua c’è qualcosa di lento e di geologico, che non ci lascia immaginare assolutamente niente circa l’esito finale. E si va avanti molto più con Dickens o con Rutilio Namaziano che con Marx o con Lenin, studiosi di un periodo stabile, con degli orizzonti davanti.
Sulla Jugoslavia, io non credo che si sia trattato di aggressione americana; semmai, europea. Ma qui, l’aggressione è stata soprattutto di una parte della società contro un’altra. Si sono mossi improvvisamente pezzi di società che già conoscevamo (ricchi contro poveri, ceti medi contro “zavorra”) ma anche delle categorie antropologiche che non prendevamo in considerazione dal Pleistocene: maschi contro femmine, per esempio. In Vietnam, era tutto diverso: là c’era un’aggressione dal’esterno, per motivi geopolitici o, se vuole (ma io non lo credo), di vecchio imperialismo. In Jugoslavia è scoppiato qualcosa di endogeno, e gli interventi esterni sono stati parassitari, non determinanti. La metafora di Sarajevo, in realtà, è quella di New York il giorno del Grande Black-out, nel novembre del 2006.


Giorgio wrote:
< Oggetto: ciao. Caro Riccardo, cominciavo a preoccuparmi per il silenzio della catena di San Libero di queste ultime settimane. Spero che i problemi siano superati. Tutto bene? Io ieri, lunedì, ho dato il mio ultimo esame all’ Università, dunque sono MUY contento. Ultimamente ho studiato come un pazzo per finire gli esami. Nel pomeriggio parto per la Francia per una decina di giorni. Vado a trovare una mia amica francese. Anzi, insomma è la mia ragazza. Mi prendo alcuni giorni di pausa per decidere bene la tesi, che sarà il mio prossimo passo. A presto, Giorgio. (PS Io non so il francese. Lei non sa l’italiano. Parliamo in spagnolo). >

Caro Giorgio, perdonami se ti faccio lo scherzo di risponderti qui, ma mentre leggevo il tuo post scriptum s’è accesa una lampadina tanto forte che sta illuminando tutta la stanza e non riesco proprio a tenermela per me. Si chiama Panaiota (vuol dire Santina, o qualcosa del genere) ed è una ragazza greca, che studia fisica al primo anno insieme a me. Io non so il greco (quello classico è del tutto diverso) e lei non sa l’italiano. Perciò ci parliamo in latino, e siamo a novembre del sessantotto. Un abbraccio.


Archilokos apx@eleutheros.gr > wrote: < E so i canti di chiesa degli ubriachi,
li so cantare tutti col mio cuore di vino >