Proverbi. “Chiudere la stalla dopo che sono scappati i boss”.
Notizie. Non è stato scarccerato Totò Riina
Un uomo andava da Gerico a Gerusalemme. Strada facendo fu assalito da manifestanti di Hamas o dalla polizia militare israeliana. Comunque fu abbandonato, ferito, sul ciglio dell’autostrada. Scorrevano le ore e l’uomo restava lì, e nessuno si fermava. Passarono una mercedes e una bianchina. Sulla Bianchina c’era una donna, sicuramente di facili costumi (statisticamente nigeriana o albanese, essendo oramai il mondo nel duemila, e non più veneta o romana). Sulla Mercedes c’era un cardinale. “O Signore – recitò il cardinale dentro di sè – grazie per avermi fatto nascere bianco, e bianco europeo, e cristiano cattolico, e cardinale. Non come quella donna là, che cattolica non dev’essere, e bianca non è di certo, e quasi sicuramente sarà mussulmana, e comunque è una puttana”. E fece cenno all’autista di muoversi, chè la sera avanzava.
La donna, che non aveva i documenti in regola e faceva un mestiere non compatibile con la polizia, voleva andarsene anche lei; ma la vecchia Bianchina si piantò. Allora scese e, perso per perso, decise di soccorrere l’uomo. Era un ragazzo giovane e non era possibile capire se fosse ebreo, arabo o cristiano; comunque soldi in tasca non ne aveva. La donna, sospirando, trascinò il ragazzo fino alla Bianchina. Poi girò il pomello dell’aria e cominciò a tirare la messa in moto. “O Signore – borbottò fra sè e sè – o Allah o come cavolo ti chiami: se questa macchina parte, forse ce la faccio a portarlo fino al pronto soccorso. Dammela una mano, almeno tu! Lo so anch’io che questo mestiere non ti piace: ma dimmelo tu come debbo fare a campare!”.
Improvvisamente, il cinquecento bicilindrico raffreddato ad aria cominciò a tossicchiare: e la Bianchina si avviò lentamente, mentre ormai all’altro capo dell’autostrada il cardinale si chiedeva ancora chi cazzo è che fa entrare in Italia queste puttane negre senzaddio e mussulmane.
Propaganda. Adesso la gente si spaventa molto di più per un rapinatore albanese che per trenta assassini mafiosi scarcerati. Ci sono voluti due anni di agit-prop per ottenere questo.
Politica. Anticamente votavano con i piedi: si chiamava “pedibus ire in sententiam” e lo usavano, per esempio, nel senato romano. Il povero D’Alema non riesce a rendersi conto, in tutto il gran dibattito della sinistra, che capita molto spesso ancor oggi di votare così; e che lui per esempio, la prima volta che s’è infilato quelle famose scarpe da un milione, ha “votato coi piedi”: esattamente come se avesse infilato nell’urna la scheda con la croce su Berlusconi.
Politica. Il presidente della Lombardia Formigoni piagnucola e fa casino perchè i magistrati ce l’hanno con lui. Diversi consiglieri della regione finiti sotto processo per intrallazzi: ma naturalmente è una persecuzione dei communisti e in particolare dei magistrati, che di tutti i communisti sono i peggiori. In ogni caso, se uno della mia maggioranza ruba, lo debbo difendere ad oltranza e prendere a sprangate chi lo accusa.
Molti anni fa, a Torino, sindaco c’era Diego Novelli e un giorno un cittadino andò da lui e gli disse che un suo assessore (socialista) rubava. “Aspetti un momento” dise Novelli, e chiamò i carabinieri. L’assessore finì in galera. I tempi cambiano, signora mia.
Pedofili. Esiste un’organizzazione che protegge i pedofili in Italia e perseguita coloro che cercano di proteggere i bambini. Di questa organizzzazionefa parte il presidente dei giornalisti della Lombardia (che o è un pedofilo o è al servizio dei pedofili) e ne fanno parte tutti singolarmente i giornalisti che compongono il consiglio dell’Ordine lombardo.
È quello che ha dichiarato l’ex giornalista Feltri, nell’indifferenza generale, dopo essere stato buttato fuori dall’Ordine dei Giornalisti per le porcate pubblicate sul suo giornale. Se Feltri non fosse una persona importante, delle sue affermazioni adesso dovrebbe rendere conto davanti alla legge. Ma Feltri è una persona importante, e quindi può dire ciò che vuole.
Sul caso Feltri si è aperto un elegante dibattito, molto garantista. Al dibattito hanno parttecipato tutti, meno i bambini che, dopo essere stati violentati e messi in vendita dai criminali, sono stati infine esposti pubblicamente al pubblico sul giornale di Feltri. Ma i bambini non sono persone importanti, e non hanno diritto di parola.
Ofeleè, fà el too mesteè. Al signor leghista sindaco di Roveto, quello che ha fatto il decreto “Vietato ai mussulmani avvicinarsi alle chiese”. Mi scusi, Signor Sindaco, ma lei mi ruba il lavoro: sono io quello che deve fare la satira sulla Lega, non Lei. Facciamo tanto casino per dire che gli extracomunitari portano via il lavoro a noi italiani italiani, e poi ci portiamo via il lavoro fra di noi?”.
Libri di testo. Francesco Cossiga, La passione e la politica, Rizzoli; prefazione di Antonio Fazio. Falcone è stato ammazzato dai russi perchè voleva indagare sui soldi dei communisti. La P2 non c’entra niente col caso Moro. Di Gladio lui Cossiga non sa quasi niente, bisogna chiedere ad Andreotti. I magistrati di Mani Pulite sono stati il reggimento d’elite dell’offensiva comunista. Fra costoro si distinse Borrelli, che odiava la sovranità popolare e voleva essere lui a detenere il sommo potere.
Il libro è stato immediatamente slurpato in tivvù da Bruno Vespa, e adesso sarà adottato come testo di storia per le scuole di ogni ordine e grado.
Tiggì. Ce n’è uno da qualche parte (non l’ho visto, purtroppo: ho solo una segnalazione in rete) in cui le notizie e le chiacchiere sono sempre quelle di tutti gli altri telegiornali e l’unica differenza è che le mezzobuste non indossano niente. Dovrebbe essere Naked News, o qualcosa del genere. E noi siamo qui con Vespa e Fede.
Anche se. Cartello di un mendicante ai piedi di una scala della metropolitana di Roma: “Mio figlio ha perso un occhio, e sta perdendo anche l’altro. Aiutatemi per favore anche se sono un musulmano”. Di quell'”anche se” forse san Pietro chiederà conto, un bel giorno, al cardinale.
Archeo. La settimana scorsa due ore di sciopero in Fiat, per il rinnovo del contratto aziendale. Non succedeva da tredici anni, da quando c’era ancora la sinistra.
Colaninno, a una riunione dei soci Telecom: “L’assemblea degli azionisti è un istituto che andrà poco alla volta a morire perchè nessuno ha tempo da perdere in manifestazioni oratorie e teatrali”.
Thailandia. A un concorso di bellezza la miss, tale Kesararon Guang, ha dovuto restituire il premio perchè si è scoperto che era un uomo.
Dubai. Un’agenzia milanese di modelle sarebbe coinvolta in un giro di donne importate da uno sceicco di Dubai “per il suo intrattenimento privato”. Secondo la New York Post, “da quattro a sei ragazze venivano mandate ogni settimana allo sceicco”.
Roma. Al ricevimento contro la fame nel mondo organizzato dalla Fao, alla presenza del direttore generale Jacque Dioufe e del sottosegretatrio agli Esteri Intini, il pubblico dei Vip presenti ha cominciato a protestare perchè il documentario sulla fame nel mondo durava (otto minuti) troppo a lungo. In seguito alle proteste la proiezione del documentario è statainterrotta e si è dato antticipatamente il via al previsto concerto. Nè Dioufe nè intini hanno ritenuto opportuno di abbandonare la sala.
Berlino. Minacciata dai neonazisti, si uccide per sfuggire alla paura. È accaduto a una ragazza di ventitrè anni, il cui fidanzato era stato ucciso dai naziskin pochi mesi prima.
Roma. È morta povera – viveva in due stanzette coi suoi gatti – Carla Capponi, una delle “ragazze rosse” che ai tempi dell’occupazione tedesca di Roma riuscirono quasi da sole a distruggere, con un’audace imboscata in via Rasella, un intero reparto di Ss naziste.
Il nome di Carla Capponi – come quello di Maria Teresa Regard, di Marisa Murru, di Rosario Bentivegna – è uno di quelli che il futuro regime cercherà certamente di cancellare dalla memoria collettiva. “Nell’ora tragica della patria…”. Noi non sappiamo se il nostro Paese dovrà in futuro affrontare prove terribili come quelle del ’44; almeno quel tipo di barbarie, difficilmente dovrebbe tornare nel vivere quotidiano dei paesi civili. Ma se così non fosse, l’Italia avrà sempre una forza gigantesca a cui rifarsi: l’esempio di quelle miti ragazze che, nella primavera della loro vita, gettarono se stessse nella fornace perchè l’Italia vivesse.
Londra. Verranno imposti anche ai giovani criminali di età superiore ai dieci anni i braccialetti elettronici di sorveglianza il cui uso era finora limitato ai criminali dai sedici anni in su. La misura, che consentirà al Governo di Sua Maestà di risparmiare circa trentamila sterline l’anno di sorveglianza negli istituti di pena, è stata annunciata dal ministro degli interni britannico Jack Straw.
I braccialetti verranno prossimamente adottati, a quanto viene comunicato dal governo italiano, anche in Italia. Non è stata tuttavia qui ancora definita l’età minima prevista per l’applicazione dell’ordigno.
Storia banale. Un vecchio magistrato, che da vent’anni fa lotta contro la mafia giù in Sicilia, dà fastidio ai notabili della sua città. Dice che indagini su mafia e appalti, a Catania, se ne fanno poche, e quelle poche stando attenti a non offendere nessuno. Non “esterna” sui giornali ma manda regolari esposti al Csm; che li ignora. Alla fine il Csm prende posizione, e decide di mandare a casa lui. A Catania, assemblee spontanee, firme di magistrati, lettere di solidarietà di tutti i partiti. Alla commissione antimafia, a Roma, dichiarano che è una cosa da matti. A favore del vecchio magistrato si schierano il rappresentante di Rifondazione, quello di Alleanza nazionale e il presidente, che è un diesse: per la prima volta, si trovano in polemica aperta due istituzioni comela commissione antimafia e il Csm. Una storia, insomma.
Antimafia contro Csm, una città mobilitata (a torto o a ragione) per un giudice, un episodio comunque importante nel rapporto fra i cittadini, come si diceva una volta, e le istituzioni. I lettori hanno diritto di leggerle, queste storie, di sapere di che cosa si tratta, difarsi una loro opinione. Altrimenti a che cosa servono i giornali?
Di questa storia, che è quella del giudice Scidà di Catania, sui giornali di carta tuttavia non è uscito niente. Niente sui giornali di Berlusconi, e niente sui giornali democratici e civili. Questi ultimi hanno ricevuto la notizia con un mese d’anticipo, con tutti gli elementi oggettivi da verificare. Ma non se ne sono fatti niente.
Se avessero fatto un’inchiesta, e da questa inchiesta fosse risultato che le cose non stavano come pensavamo noi, avremmo accettato con malumore un simile esito, ma l’avremmo accettato: perchè il giornalismo è libero, e quello che può essere valido per me può non esserlo affatto per te, e viceversa. Ma il fatto è che essi non hanno fatto alcuna inchiesta. Non hanno fatto niente. In sostanza, questi giornali democratici e civili – esattamente come quelli di destra – hanno nascosto una notizia al lettore.
Per me, vecchio giornalista, questa è una cosa grave. Mi sento, come sempre in questi casi (e questi casi sono molti, nella mia esperienza personale), umiliato per loro. Colleghi che conosco, che stimo professionalmente e per i quali ho anche un po’ d’affetto, alla fine hanno deciso che una storia del genere o non era giornalisticamente importante (ma vorrei che lo ripetessero ai ragazzi delle scuole di giornalismo) o rischiava di fare baccano su interessi consolidati in Sicilia. Che sono interessi di destra e, in minor misura,interessi “di sinistra”.
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Ora che si ricomincia a parlare bene di Carnevale, ora che il Csm riammette in servizioVitalone (“fango sulla toga”, hanno scritto altri giudici di lui), non è esattamente il momento migliore per mandare a casa un giudice onesto. Una volta, sarebbe pesantemente intervenuta la sinistra, su questo. Una volta, avrmmo fatto appello a Pertini. Ma la sinistra ha altro da fare, e il successore di Pertini, fra un inno e l’altro, preferisce ricordare ai giovani giudici che debbono essere “umili” e non “esternare”: al contrario di Paolo Borsellino, che invece esternava parecchio.
Ma io personalmente, a dire la verità,non ho mai pensato che debbano essere i politici o i presidenti a raccontare le cose che succedono ai cittadini. Debbono essere i giornalisti, da bravi cani da guardia, ad abbaiare per primi; e fra tutti i giornalisti quelli più democratici, e fra quelli più democratici quelli di sinistra. Altrimenti non si è giornalisti di sinistra, si è al massimo giornalisti che votano per un partito di sinistra, che è una cosa molto differente.
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Tutto ciò mi convince sempre più che con la stampa ufficiale, oramai, un giornalista serio meno tempo ci perde e meglio è. Qui fra di noi, sulla rete, perlomeno siamo liberi. Certo, ce ne vorrà di tempo prima che questo giornalismo di rete (e attenti che a questo punto rete non vuol dire solo che usiamo l’internet) diventi il principale. Ma secondo me, altre strade non ce n’è. A meno di rassegnarsi a chiamare giornalismo quello che ormai è chiaramente un mix fra pubblicità, marketing e propaganda.
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Bene, ringrazio i colleghi che, nonostante le, diciamo così, esitazioni dei loro direttori hanno almeno cercato di fare il loro mestiere anche in quest’occasione. Mi dispiace per loro. La storia di Scidà, in Italia, è uscita qui su Clarence, in un servizio apposito del portale, e su Il Nuovo di e-Biscom, che pure le ha dedicato un servizio.
Due cose molto differenti fra loro, anche sul piano “politico”, Il Nuovo e Clarence: l’unica cosa che hanno in comune, apparentemente, è che stanno tutt’e due sull’internet. E però, per strano caso, tutt’e due si sono comportate contemporaneamente da giornale, esattamente nel momento in cui i giornali “veri” erano assenti. Mi sembra una cosa simbolica, pù grossa dell’episodio che l’ha occasionata. L’aria dell’internet rende più liberi? Ancora non lo sappiamo. Ma un pochino, certo sì.
Cronaca. Tivoli. Un giovane disoccupato di 28 anni è stato sorpreso nell’istituto “Suore Ancelel Cuore di Gesù” mentre stava rubando dei pacchi di pasta e delle scatole di pelati.
Cronaca. Roma. Giovane americano ruba la bandiera europea dalla caserma dei vigili urbani in via Donna Olimpia. Inseguito e arrestato. La bandiera, recuperata, è stata rimessa sul suo pennone.
Cronaca. Catania. Pizze alla mariuana, ordinabili per telefono. Il pizzaiolo, arrestato.
Cronaca. Ostia. Faccia a faccia al provveditorato fra gli studenti e insegnanti del Liceo scientifico Enriquez e quelli del Liceo classico Anco Marzio, entrambi accompagnati da delegazioni di bidelli e genitori. Le due presidi, professoresseBresciani eVanalesti (entrambe insegnanti con esperienza ventenanle) sono da tempo in contrasto fra loro circa l’assegnazione all’Enriquez di parte del fabbricato dell’Anco Marzio.Il confronto non ha dato alcun risultato e ancora una volta le delegazioni delle due parti si sono separate in maniera ostile, fra gli opposti cori di solidarietà dei circa quattrocento studenti dei due licei accampati fuori. “L’Enriquez porta avanti una politica espanzionista” ha detto la signora Vanalesti. “Fanno conti falsi, pur di tenersi tutto loro” ha detto la signora Bresciani.
Cronaca. Palm Beach. Rapinato una distributore di benzina in West Avenue. Arrestato un giovane spacciatore di eroina all’uscita di una scuola. Ancora scontri fra democratici e repubblicani alla periferia della città.
Lule wrote:
< Hai scritto che “La metafora di Sarajevo, in realtà, è quella di New York il giorno del Grande Black-out, nel novembre del 2006”. Scusa ma di quale black-out parli? >.
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Aspetta, aspetta il 2006, figliolo. (Ma poi che importanza ha la data esatta?).
120 extracomunitari a piede libero: forse sono già sbarcati
ALLARME ALLA FRONTIERA: BATTELLO DI PROFUGHI
CURDI E PALESTINESI SFUGGE ALLA MARINA
Brindisi. Il comando territoriale della Marina Militare comunica che una imbarcazione di nazionalità sconosciuta è riuscita ieri sera a filtrare attraverso le maglie del dispositivo di vigilanza posto in atto da Marina, Guardia di Finanza e Guardia costiera nel Canale d’Otranto. Il battello, un ex dragamine albanese, sarebbe occupato – secondo fonti del ministero dell’Interno – da un numero variante fra le cento e le centoventi unità, provenienti in gran parte da zone della Turchia dove, secondo esponenti del cosiddetto movimento di liberazione curdo, sarebbe in atto “una violenta repressione”. Secondo voci non confermate, tuttavia, a bordo vi sarebbero anche alcuni palestinesi.
“Già sbarcati? Non credo. Poi, con quel mare… ” ha dichiarato ai giornalisti l’ammiraglio Persano, accennando alle inconsuete condizioni atmosferiche che hanno reso possibile la fuga del battello. A terra, in ogni caso, sono state allertate a scopo precauzionale le unità cinofile dei carabinieri mentre volontari civili e militari del 15mo bersaglieri pattugliano le coste.
***
La ragazzina sul treno di Milano
La veste chiara gli occhi attenti al seno
ancora impercettibile un bambino
Guarda volare dietro il finestrino
tutti i paesi che non avrà mai