Non votate per Borsellino perche’ e’ un giudice fazioso, uno della
cavalleria giudiziaria usato per incastrare Berlusconi. Non votate per
Guido Rossa perche’ e’ del Pci e l’ha anche ammesso, e dunque e’
praticamente brigatista. Non votate per Pio La Torre perche’ e’ un
terrone statalista che vuol fare una legge per sapere da dove vengono i
nostri soldi. Per fortuna li hanno ammazzati tutt’e tre, cosi’ anche
volendo non li potete votare.
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“E noi faremo/ come la Russia/ chi ha piu’ soldi comandera’…”. Il
modello russo in Italia. Le mafie nella politica, gli oligarchi.
Nessuna televisione non controllata. Deregulation totale. La nazione
divisa in segmenti. Privatizzazione di tutto, abolizione di fatto dello
stato. Una bomba “cecena”, quando la gente minaccia di pensare.
Carriere di successo: boss mafioso, manager, puttana.
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Coincidenze. E’ la seconda volta che la stampa internazionale si occupa
con tanta profondita’ e interesse di un movimento poltico italiano. La
prima volta e’ stata negli anni Venti, quando tutti i giornali europei
erano pieni di reportage e di analisi sulla sorprendente ascesa del
nuovo partito detto “fascista” e sull’interessante personalita’ del suo
leader on. Mussolini.
In effetti, e’ la seconda volta che un’ideologia made in Italy viene
percepita come potenzialmente esportabile in tutto il mondo.
Il fascismo aveva avuto qualche prodromo in Ungheria e in Ispagna, ma
e’ diventato visibile a livello europeo solo a partire dall’Italia,
Paese culturalmente arretrato ma comunque compreso fra le democrazie
industriali.
L’ideologia dell’abolizione dello stato e della gestione diretta della
politica da parte delle imprese ha avuto qualche prodromo altrove
(Perot) ma ha acquisito visibilita’ solo dopo essersi imposta in un
Paese culturalmente arretrato ma comunque compreso fra le democrazie
postindustriali.
E’ interessante notare come, a distanza di tanti anni, l’Italia si sia
trovata di nuovo ad avere entrambe le condizioni per essere lei e non
altri l’incubatrice della nuova destra.
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Italia. Sarebbero appena in grado di leggere e scrivere – secondo le
rilevazioni del Cede, Istituto nazionale per la valutazione del sistema
dell’istruzione – un quarto dei diciottenni italiani. Il cinquanta per
cento dei ragazzi intervistati non e’ in grado di spiegare il
significato dell’aggettivo “remunerativo”, il novanta per cento non e’
riuscito a compilare un bollettino postale perche’ ignorava il
significato del termine “causale”, il cinquanta per cento non e’ stato
in grado di comprendere il senso generale di un articolo di giornale.
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Italia. Ricordate i ragazzi albanesi cacciati da Salandra in Basilicata
da una “mobilitazione” di razzisti? Bene. A piedi e zaino in spalla,
sono ritornati in quel paesino. Dopo la loro partenza, un partito s’era
infatti mobilitato per ottenere il loro ritorno: il partito dei
ragazzini. Tutti i ragazzini di Salandra hanno cominciato a far casino
a favore dei loro coetanei albanesi: e tanto hanno detto tanto hanno
fatto che alla fine non gli hanno potuto dire di no. “Il rientro e’
stato tranquillo – dice il sindaco ora – e noi siamo molto contenti”.
In consiglio comunale, la settimana prossima, ci sara’ il “progetto
culturale” per l’integrazione dei minorenni albanesi. Fra i “grandi”,
molti mugugnano; ma affanculo: han vinto i ragazzini, italiani e
albanesi.
Forza, Italia. Italia dei ragazzini.
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Alla fermata dell’autobus. Una scritta a pennarello: “14 novembre/ oggi
ho/ trovato lavoro/ ora possiamo vivere insieme/ per sempre”.
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Nord e Sud. In Sicilia, il governo regionale decide di mandare in
pensione dopo venticinque anni i dipendenti regionali. Pagano i
milanesi. In Lombardia, il governo regionale decide di regalare
l’assicurazione antiscippi a tutti gli elettori. Pagano i siciliani.
Alla fine, tutto sommato, i conti tornano.
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Ma forse il problema e’ solo che la politica e’ una cosa troppo
complicata per gli italiani.
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Senso di colpa. Secondo l’inchiesta di Rida, lo prova un imprenditore
ogni quattro e un manager ogni cinque (operai e casalinghe, quasi
zero). Bene. Ma come fanno a dormire gli altri manager e imprenditori?
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Eppure, in Italia, c’e’ stato un periodo in cui era vietato rubare.
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Assolto Contrada. No: assolto “anche” Contrada.
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A Roma, da qualche parte, gran successo di pubblico per le “lezioni
americane” di Giorgio Albertazzi. Non so di che cosa si tratta, e me ne
scuso. Albertazzi, da giovane, fece parte di un plotone di esecuzione
della Guardia Nazionale Repubblicana, sotto Salo’: lo dice, e non lo
rinnega. Secondo alcuni, si sarebbe offerto volontario per comandare il
plotone al posto del tenente che s’era rifiutato. Mi chiedo che lezioni
abbia da dare.
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Ma perche’ non votare per lo sceicco Abu Dhabi, invece? In fondo ha
quarantottomila miliardi, e il signor B. solo ventiseimila.
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Rinascimento. Siamo i secondi produttori al mondo di film porno, dopo
gli Stati Uniti e prima della Francia.
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Bruxelles. Tre ragazze afgane, fuggite avventurosamente da Kabul, si
sono presentate al parlamento europeo portando con s’e’ un appello
perche’ l’Europa protegga dai talebani le donne di quel Paese.
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Ginevra. Gli Stati Uniti esclusi dalla Commissione Onu per i diritti
umani. Giudicata insufficiente la loro credibilita’ nel settore.
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Cacania. Approvato in Austria il nuovo regolamento di caccia e pesca.
E’ severamente vietato, fra le altre cose, pescare da elicotteri e
mongolfiere.
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A scopi terapeutici. Il fumo fa male, dice Veronesi, ma il sesso
allunga la vita. A proposito: cosa fai stasera?
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Cronaca. Gela. “Dammi i soldi o t’ammazzo!”. L’impiegata dietro lo
sportello della posta si mette a gridare. Movimento, sirene. Arrivano i
carabinieri. Il mancato rapinatore ha 19 anni ed e’ il figlio di un
tabaccaio del paese che era finito sui giornali per un suo record
sfigato: era stato rapinato trenta volte nel giro di pochi mesi.
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Cronaca. Tivoli. Un giovane rumeno, regolarmente residente in Italia
come operaio, e’ stato invitato a bere un bicchiere dal suo vicino
(italiano) della porta accanto. Il ragazzo ha accettato. Quello ha
tirato fuori un coltello e l’ha violentato.
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Cronaca. Roma. Geometra trentaseienne perde tutto in Borsa, compresa la
casa. Si arrampica sul tetto del Banco Commerciale. in via del Corso, e
minaccia di buttarsi di sotto. Convinto dai pompieri dopo alcune ore,
denunciato per turativa dell’ordine pulico, ecc.
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Cronaca. Foligno. Vecchietta scippata da un teppista in bicicletta nel
parco. Ma suo marito – ottantasei anni – salta a sua volta in bici, si
mette a pedalare, raggiunge lo scippatore e lo costringe a
riconsegnargli la borsa.
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Cronaca. Frascati. Eugenio Sorci, sessant’anni, e’ caduto mentre
lavorava su un albero nel convento dei cappuccini di via Massaua.
Fratture e contusioni sparse, prognosi riservata.
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Cronaca. Pomigliano. Arrestati dalla Finanza due fabbricanti di soldi
falsi: con una rudimentale piattina stampavano, e poi tagliavano,
rifilavano ecc., banconote da diecimila e biglietti del bus. A tradirli
e’ stato il rumore della piattina, che ha infastidito i vicini, che
hanno chiamato la polizia. Dei due (padre e figlio, di sessanta e
trentaquattro anni) si conoscono solo le generalita’ del piu’ anziano,
un certo De Curtis Antonio. Del figlio si sa soltanto che si chiama
Peppino
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Cronaca. Roma. Una signora camerunese, ex diplomatica, da ventisette
anni in Italia, aggredita da tre teppisti romanisti sull’autobus per
Ostia Lido. “Tornatene al tuo paese”, “Quanto vuoi per…”. A reagire
sono stati solo due o tre anziani; i giovani italiani presenti non
hanno creduto opportuno d’intervenire. Un poliziotto in borghese –
armato – che si trovava sulla vettura, ha consigliato alla signora di
far finta di niente. Alla fine, chiamati dalla signora col telefonino,
sono arrivati i carabinieri e hanno bloccato i teppisti, che sono stati
rimessi in liberta’ poco dopo. Il poliziotto vigliacco e’ tornato
regolarmente in servizio. I giovanotti che avevano fatto finta di
niente hanno preso un altro bus e se ne sono andati per i fatti loro.
Giovanotti, poliziotto e teppisti domenica andranno regolarmente a
votare come tutti gli altri, e il loro voto pesera’ quanto il vostro e
il mio.
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Cronaca. Bagnoli. Rinvenuto cadavere in spiaggia. Poiche’ la giornata
era calda, i numerosi bagnanti – ricopertolo con un telo – hanno
continuato tranquillamente a prendere il sole.
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Cronaca. Roma. Grande successo del ricevimento offerto dalla nobilta’
romana, guidata dalla principessa Elvira Pallavicini, al Candidato
premier della Casa della Liberta’ on. Silvio Berlusconi a palazzo
Rospigliosi, a due passi dal Quirinale. Erano presenti anche l’on.
Giancarlo Fini, l’on. Pierferdinando Casini e il candidato sindaco
della Capitale Antonio Tajani. Il cocktail era rigorosamente chiuso
alla stampa, ma sembra che l’on. Berlusconi abbia accennato anche ai
recenti attacchi giuntigli da taluni organi stranieri, replicandovi con
sferzanti parole, in un discorso punteggiato da applausi il cui eco e’
stato distintamente udito fin dalla strada. Alle 20.15, infine, il
lungo corteo delle auto ha lasciato palazzo Rospigliosi.
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Cronaca. Roma. Brillante maxi-operazione della Questura contro gli
extracomunitari con spugna e secchio che brulicano attorno ai semafori
della Capitale. Su espressa disposizione di S.E. il Questore, sono
stati fermati sia i lavavetri clandestini (espulsi immediatamente
dall’Italia) che quelli muniti di regolare permesso di soggiorno (ai
quali il permesso e’ stato subito revocato). All’operazione, che ha
portato all’identificazione e al fermo di 156 extracomunitari, hanno
partecipato reparti di Vigili Urbani, Polizia e Carabinieri, nonche’
unita’ cinofile appositamente addestrate, tutti validamente coordinati
dall’Ufficio Stranieri della Questura della Capitale.
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Lettera ai giornali. “Sono preoccupato per la mia compagna, Manuella
R., che vive per strada, malata e in attesa di un nostro figlio. Vorrei
avere sue notizie, presso la Casa circondariale di viale della Lungara
29″.
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Mio errore. Il povero Ciccio Guarnaccia, che avevo messo fra i
promotori di Metacatania (il pool politico-imprenditoriale di cui
abbiamo parlato qualche settmana fa), in realta’ non c’entra niente: il
Guarnaccia di Metacatania si chiama Antonio ed e’ un altro.
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Antonio Monaco wrote:
Salandra, un paesino della Basilicata. In una zona civile, dunque, non
in posti come Verona o Agrigento…”. Allora secondo te Agrigento e’
incivile? Il solito razzismo contro i meridionali: proprio da te non me
lo aspettavo…>
Caro Antonio,
i cittadini di Agrigento hanno deciso – votando per dei politici cosi’
orientati – che mi debbono rubare i miei templi greci (che appartengono
anche a me come cittadino italiano) per ficcarci davanti il loro
maledettissimo cemento. Questo non e’ civile, ed e’ persino un po’
maleducato. Non li ha costretti nessuno, perche’ siamo in democrazia e
possiamo liberamente scegliere, nelle varie occasioni, che fare. Loro
hanno scelto di fare i furbastri a mie spese, ed io ne prendo atto.
Loro agrigentini, non loro meridionali: a Siracusa o a Lecce la gente
avrebbe fatto altre scelte (cosi’ il razzismo dei veronesi non e’
“nordista”: a Venezia non c’e’).
Piantiamola di piagnucolarci addosso. Non esiste nord e sud. Esiste
furbastri incivili, a macchia di leopardo, e cittadini perbene. Questo
vale per i templi, vale per il razzismo, e vale per tutto il resto. Non
ci sta violentando nessuno. Decidiamo noi. Ma di quel che decidiamo poi
siamo responsabili di fronte a tutti.
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Persone. Fulvia Luci, trentanove anni, morta per una mina in Angola
mentre cercava di raggiungere l’ospedale dove lavorava da volontaria
agli ordini di una Ong. Era infermiera professionista e a un certo
punto ha pensato che poteva esserci bisogno di lei la’ in Africa, dove
i bambini muoiono per mancanze di cure.
Era bolognese, la Fulvia. Me la immagino mentre va a prendere il bus
per l’aeroporto camminando svelta e decisa lungo i portici di corso
Indipendenza, in una mattinata come tutte le altre, all’ora che in
Italia la gente comincia a leggere le quotazioni. Oppure davanti alla
Montagnola, in bicicletta.
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Il Computer e’ una bestia grossa e libidinosa, un po’ come un
transatlantico o una locomotiva. Ha un centinaio di lucine accendi-e-
spegni in successione, un ronzio da dinosauro abbioccato e un sacerdote
apposito, il Tecnico Edp, interamente votato a Lui. Tu, comune mortale,
puoi addirittura parlargli. Pondera bene prima la domanda, pero’. Poi
scrivila sulla foglia di papiro, mettiti in fila davanti al sacerdote,
e quando sara’ il momento prendera’ il tuo papiro e lo dara’ da
ingoiare, cerimoniosamernte, al computer. Sara’ il sacerdote a dirti
quando dovrai tornare per la risposta, e anche a interpretare per te i
versi – i computer non parlano come gli esseri umani.
E’ stato con un computer cosi’, una parasanga d’anni fa, che siamo
riusciti – la Bestia occupava quasi completamente il pianterreno – a
estrapolare clandestinamente un valzer, di circa venticinque secondi,
all’instituto di fisica di una certa citta’. Gli uomini del Duemila
riusciranno – era il nostro audace pensiero – ad ottenere musichette di
almeno un querto d’ora, e forse ancora di piu’. (non era affatto il
Duemila, a quel tempo. O forse invece si’, visto che era il
Sessantotto. Ma questa e’ una storia diversa).
Tutto questo per dire che ci volle un bel po’ di sessantotto (che
c’entra? Non lo so: pero’ c’entra) per fulminare nel cervello d’un paio
dozzine di ragazzi l’idea che forse il computer poteva essere anche una
cosa piu’ alla mano, del genere giradischi e/o televisione. La storia
la conoscete: i due tizi che trafficano circuiti in un garage, il piu’
matto dei due che si vende il volkswagen per finanziare la ricerca (nel
Vw c’era naturalmente l’adesivo make-love-not-war: non dimenticate
questo particolare, perche’ e’ importante), altri mille dollari trovati
in prestito e… e nasce l’Apple II dei primordi, il computer cugino
del televisore.
E’ una bellissima storia americana, fino a questo punto. Naturalmente
nessuno prendeva sul serio Jobs e Wozniak (i nostri due del garage),
anzi non si sapeva nemmeno che esistessero. I computer “veri” (cioe’ i
bestioni da mezza tonnellata, quelli col sacedote e tutto il resto)
venivano prodotti dalla Ibm – tutti quelli che esistevano sul pianeta,
meno una cinquantina d’eccezioni. Com’e’ come non e’, l’Apple II (e i
Commodore, i Sinclair, gli Star, i ZX) sfondano sul mercato per una
stagione. Questo non vuol dire niente, di per se’: siamo in America, e
ci vuole un momento per capire, quando sfondi al mercato, se sei i
fratelli Wright o solo l’inventore del Tamagotchi. Comunque l’affare
c’era, e per questi motivi la Ibm (il cui presidente fino a poco prima
sghignazzava selvaggiamente quando gli parlavano di mettersi a vendere
computer piccini) decise di dedicare una sua divisione alla produzione
di questa specie di computer-giocattolo. Siccome avevano un efficiente
ufficio marketing, trovarono anche un nome serio per questa roba – li
chiamarono “personal computer”, abbreviato in pc. Dopo di che, il
problema era di trovare un programma per farlo funzionare, il sistema
operativo, come si dice.
Scusa: e non se lo potevano fare loro? Certo che si’: ma per tanti
buoni motivi (il principale dei quali, secondo me, era che avevano
troppa puzza al naso) decisero di appaltarlo fuori. Si presentarono
Bill Gates e alcuni altri.
Ora, il problema della Ibm, quanto al computer-giocattolo, era il
seguente: computer-giocattolo si’, ma stando attenti a non far
concorrenza ai computer veri. Sui computer veri ci campavano, loro
(immaginate la Fiat che si mette a produrre automobili a energia
solare, impulsi orgonici e pedali: tutto bellissimo, ma a condizione
che non vadano piu’ veloci e non consumino di meno della Punto, della
Bravo, della Panda e persino della Duna). Il primo sistema operativo
presentato aveva prestazioni espandibili ed era bestialmente veloce.
Scartato. Il secondo era una scheggia, aveva l’ufometro incorporato e
faceva il caffe’. Scartato. Il terzo era Bill Gates. “Beh, funzionare
funziona. Certo, sopra i 640Kb di memoria non potra’ andare mai”.
Approvato! E nasce l’Ms-Dos. (break: forse a questo punto vi sara’
venuto il sospetto che sto scrivendo su un Macintosh. Avete indovinato.
Pero’… ).
Allora: L’Ms-Dos 2 deve restare compatibile con l’MsDos 1. L’Ms-Dos 3
deve restare compatibile con l’Ms-Dos 2. E cosi’ via: 4, 5, 6, 7,
sempre con gli stessi 640k di limite obbligato. Poi arriva il Windows,
ma deve restare compatibile pure lui: per cui il Windows 3. 1, in
realta’, e’ un Ms-Dos col parrucchino. Scusa, ma i ragazzi del garage
che diavolo stanno facendo, nel frattempo? Niente. Siccome non hanno
mai visto un dollaro in vita loro, mettono in vendita le loro preziose
macchinette (che nel frattempo sono diventate anche “amichevoli”:
mouse, menu’ a tendine, interfaccia “fool proof”, cioe’ a prova di
cretino: ho imparato a usarle pure io) le mettono in vendita, dicevo, a
un prezzo spropositato: ciascuna viene a costare un chiliardo di
dollari, piu’ venti conchiglie e sei francobolli. Le macchine della
Ibm, invece, si vendono come il pane: i boss della Ibm, o perche’
machiavellici o perche’ coglioni, le lasciano copiare a chi vuole.
Cosi’ si mettono a fabbricarle a Cincillao, a Shangrilla’, a Singapore:
le vendono a prezzi stracciati (tre tornesi l’una, e un asciugacapelli
in omaggio) e riempiono l’intero pianeta di computer non proprio
straordinari, pero’ reali.
Ok? Riepilogo della storia americana: scena prima, l’America inventa
una cosa bella prima di tutti gli altri, grazie alla fantasia e al
Sessantotto; scena seconda, l’America riprende in mano la stessa cosa,
la rende un bel po’ meno bella e la semina a macchia d’olio su tutto il
pianeta.
Scena terza, ahime’. Bill Gates, e tutti gli altri Bill Gates che gli
spuntano attorno, come produttore di tecnologia risulta (l’abbiamo
visto) un po’ piu’ scarso rispetto ad altri. Ma e’ un produttore di
tecnologia, non un “padrone”. L’idea va un po’ meno veloce ma insomma,
seddiovuole cammina. Una volta entrato nel mercato, pero’, l’incrocio
fra tecnologia opportunamente “castrata” e autoconservazione del
“padrone” (ti offendi se uso questa parola? in caso, chiamalo “soggetto
economico permanente”) comincia a fare danno davvero. Windows 95, per
esempio, e’ molto meglio – come fuzionamento – rispetto a Windows 3. 1.
Pero’ il gap tecnologico e soprattutto culturale fra l’uno e l’altro
e’, concettualmente, molto minore, di quello che che c’e’ fra il Dio
Computer di cui parlavamo all’inizio e il computer-televisore. In altre
parole, fra l’ottantatre’ e l’ottantaquattro il cervello umano ha
lavorato un casino, sull’argomento computer, ed ha scoperto l’America.
Fra il novantatre’ e il novantaquattro, invece, ha lavorato di meno, e
ha scoperto l’isola di Linosa. Ci arriva, naturalmente, in traghetto
superattrezzato e con l’aria condizionata a bordo, mentre in America
c’era arrivata in piroga. Ma in termini di percorso proporzionale, ha
coperto una distanza molto inferiore. Alla fine degli anni Ottanta, un
programma per computer veramente nuovo (che affrontava cioe’ problemi
nuovi e li risolveva con nuovi approcci) usciva ogni tre mesi, e lo
faceva tipicamente un ragazzino che poi o diventava ricco sfondato o si
vendeva la scoperta per un po’ di fumo. Adesso, quasi tutti i programmi
che sto usando negli ultimi tre anni sono semplicemente approfondimenti
e abbellimenti di roba che gia’ c’era.
Ma, e Netscape, e Internet? Vi sembrera’ strano, ma io penso che l’80
per cento della strada – sicuramente sul piano concettuale, e
parzialmente anche sul piano tecnologico – risale a una decina di anni
fa. Quello che e’ arrivato adesso, e’ che hanno imparato a venderlo
meglio. Avete presente l’automobile? Ha fatto quasi tutti i suoi
progressi nei primi vent’anni. La macchina su cui vai adesso, nei suoi
principi essenziali, funziona esattamente come cento anni fa. Motore a
scoppio. In piu’, da una dozzina d’anni, ha l’elettronica. “In piu'”,
in questo caso, significa proprio “in piu'”. Puoi mettere tutta
l’elettronica che vuoi su un’automobile, ti portera’ a casa
automaticamente e ti cantera’ nel frattempo Yellow Submarine. Quello
che non potrai impedirle sara’ di avere un rendimento termico
ridicolmente basso e d’inquinarti il pianeta. Questo significa che devi
porti seriamente il problema di bombardare i cinesi (o gli aborigeni
delle Figi, o gl’iraccheni) prima che si mettano in testa d’avere
l’automobile pure loro: perche’ se ci riescono, e la tecnologia e’
sempre quella (redditizia ma centenaria) della macchina-a-puzza, tocca
cambia’ pianeta.
Bene, adesso il governo americano ha fatto giustizia, ha bloccato Gates
e tutto il resto. Certamente. (A proposito, vi siete chiesti perche’ il
giorno dopo la notizia non era titolazzata in prima pagina sul
Corriere, ne’ su Repubblica ne’ sulla Stampa? Era nelle pagine interne,
settore economia… ). I governi servono per l’appunto per fare
giustizia e per impedire agli avidi speculatori di arricchirsi alle
spalle della poveraggente – come ben sappiamo in Italia.
Se avessi tempo e tu non fossi cosi’ ormai cosi’ scocciato ti
racconterei che un ragazzino finlandese, certo Linus Qualcosensenn, un
paio d’anni fa ha inventato un sistema operativo molto migliore di
Windows (e di Mac) e che questo sistema, chiamato Linux, viene
sviluppato *gratis* da alcune centinaia di migliaia di volontari in
Rete, e che il server attraverso cui ricevi questa lettera
probabilmente sta usando proprio Linux, in questo preciso momento. Come
se un gruppo di ingegneri della Fiat Anni Sessanta si fossero messi in
proprio e fossero riusciti a fare una Seicento che fa
centosettantacinque all’ora, va ad acqua, e non costa niente… Ma sono
davvero stanco, e tu lo sei piu’ di me, a questo punto. Magari se ne
parla una prossima volta, la volta che si parla di mafia e di politica.
Oh, ma ce la devi proprio infilare dappertutto, la politica? E che
c’entra la mafia con tutto questo?
Piu’ di quanto non pensi. Un computer puo’ essere usato per calcolare
traiettorie balistiche, per fregarti i soldi (ogni tanto in America
qualcuno prende il fucile e va a discutere coi gestori delle “borse
informatiche”), per rincretinirti in varie maniere e persino per
scrivere a duecento persone che “Andreotti ha protetto Sindona”. Oppure
per conoscere te, proprio te la’ in fondo con quegli occhioni azzurri.
Se invece di sviluppare i Gates fossimo riusciti a sviluppare
*fisiologicamente* la tecnologia, a quest’ora io avrei fra le dita un
compiu’ter in grado di farti un bellissimo sorriso, di invitarti a cena
stasera (a spese del computer) e di sussurrarti bellissime parole
d’amore mentre sullo sfondo Sam (sempre il computer) strimpella “As
time goes away”. E invece no, cazzo: allo stato attuale della
tecnologia gatesiana il computer puo’ fare solo una piccolissima cosa
di tutto questo, e soprattutto non puo’ determinare se tu sei proprio
una bellissima ragazza dagli occhi azzurri e non invece un vecchio
coglione di cinquant’anni (e’ vero che non puo’ determinarti se lo sono
io, un bel ragazzo: ma questo e’ tutto un altro discorso). Cosi’, che
posso fare? Salutarti, ringraziarti per avermi fatto compagnia e
arrivederci alla prossima volta, indipendentemente dal fatto che tu sia
una ragazza di vent’anni o un vecchio di cinquanta. Che ingiustizia,
maledetto Gates.
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* * *
All’epoca dei mostri – il mio tempo – il paese
in cui vivevo era un paese amaro.
La prepotenza regnava. Perfettamente oleata
la macchina macinava. Chiamavano normale
cio’ che accadeva ogni giorno, ma cio’ che per l’uomo e’ normale
lo chiamavano sogno. Troppo pochi
sopravvivevano al sogno. E molti ancora
se ne tornavano indietro, paurosi di sognare.
Un foglio dopo l’altro, venivano sui giornali
gli assassinati di oggi, le vittime di domani
e chi li divorava e per che cosa e come;
o anche niente del tutto. I loro nomi
cadevano sulla terra gia’ illividiti dal gelo.