San Libero – 98

Zagabria. Inventato un modello di jeans antistupro, con apertura a password di sicurezza. Credo che i progettisi siano ispirati a una sentenza della Cassazione italiana (quella che ultimamente ha assolto Pantani dal doping, Pavarotti dall’evasione fiscale e Berlusconi dall’accusa di essere il padrone di Fininvest). La sentenza sosteneva che in caso di stupro la colpevole è la donna stuprata, se porta i jeans: nessuno stupratore, stabilirono gli astuti magistrati, potrebbe toglierglieli se lei non volesse. Adesso, una fatwa del cardinal Ruini decreterà che chi non porta i jeans croati è bottana, e se la violentano se l’è cercata lei.

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Sicilia. Il presidente della regione qui abita un antico palazzo reale (la Sicilia ha avuto moltissimi re, nessuno siciliano) che, come tutte le regge che si rispettino, è dotato fra l’altro di cupi sotterranei come da copione. Alcuni di essi, nel medioevo, servivano alla fuga di re e vicerè in caso di sommossa popolare, e almeno uno è tuttora in funzione. Negli ultimi quattro mesi, il presidente Cuffaro (“Totò” Cuffaro, per gli amici) se n’è servito, dicono, una dozzina di volte: per sfuggire alla folla dei postulanti – il record, di fine luglio, è di circa quattrocento in una volta – che si affollano ai cancelli della reggia implorando “Totò dacci questo, Totò dacci quello”.
Ora, la Sicilia è una regione del quinto o sesto paese più ricco del mondo. Non manca nè di risorse nè di capitali e non è nemmeno soggetta a qualche feroce tirannia che costringa il popolo alla povertà e alla fame. In Sicilia, come nel resto d’Europa, c’è la democrazia. Il popolo può liberamente decidere se creare un’industria turistica sui templi di Agrigento oppure farli fuori a poco a poco a colpi di ville abusive. Può scegliere se votare per gli amici di Falcone o per quelli di Totò Riina. Può decidere se l’assessorato all’agricoltura deve servire a esportare arance in tutto il mondo oppure a dare i contributi agricoli ai mafiosi. Può scegliere se avere l’acqua due ore al giorno perchè i mafiosi non lasciano fare le dighe, o averla liberamente come in ogni altro paese d’Europa. I mafiosi minacciano, d’accordo. Ma il voto è segreto. Nessuno, in fin dei conti, ti obbliga a votare per i mafiosi. Se lo fai, e dopo ti accorgi che i mafiosi te la mettono in quel posto là, non venire a piagnucolarmi davanti, perchè te lo sei meritato.
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Nessun popolo d’Europa ha avuto magistrati devoti quanto il popolo siciliano. Quando i siciliani – una parte dei siciliani – hanno deciso che era il momento di farla finita con la mafia, i magistrati siciliani non si sono tirati indietro. Hanno fatto quel che dovevano fare, magari con la strizza dentro per la paura, ma l’hanno fatto. Io non so se sono stato il primo a intervistare Falcone, vent’anni fa, ma so che quando sono andato a intervistarlo ho suonato alla porta e ha aperto un magistrato. C’erano due carabinieri, se ricordo bene, di guardia fuori, per tutto il palazzo di Giustizia. Lo stesso a Trento, con Carlo Palermo, nel’84: un vecchio finanziere, seduto fuori, era tutta la scorta. Il giudice Costa – il primo che ammazzarono, nell’estate dell’80, per la strada – non aveva neanche quella.
Bene, i giudici siciliani (ci metto anche Carlo Palermo, perchè quando uno lascia il sangue in Sicilia è siciliano) hanno servito fedelmente, come meglio non si poteva. Ne ammazzavano uno, e subito l’altro veniva avanti a prendere il posto del primo. (Ci fanno vedere i rambi e i folgorini, alla televisione, i top-gun che non rischiano un cazzo e poi vogliono essere chiamati eroi. Ma io ho conosciuto gli uomini della scorta di Falcone).
Basta, tutto questo per dire che mi vergogno profondamente del fatto che in Sicilia non ci sia stato uno sciopero, una manifestazione, una sommossa per difendere i magistrati che ora vengono – non c’è altra parola – perseguitati. Quando noi abbiamo avuto bisogno di loro, loro c’erano. Adesso, sono loro ad aver bisogno di noi. Nessuno, nè il mondo dei politici nè Ciampi, li difende più. E noi siciliani che facciamo? Facciamo finta di niente pure noi?
Non c’entra la politica, in tutto questo. È solo una faccenda di dignità.

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Privatizzazioni. Dopo quella dell’università (Cepu ecc.) e dei relativi esami, arriva la privatizzazione della giustizia: sarà una ditta privata, a quanto annuncia il ministro, a valutare il “rendimento aziendale” dei magistrati. Alla fine di tutto questo, le Procure e le Facoltà più redditizie verranno quotate in Borsa.

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Bari. Al processo contro il boss Francesco Prudentino (contrabbando Albania-Puglia e omicidio), la difesa invoca la nuova legge sulle rogatorie: su alcuni documenti pervenuti dall’Albania manca un timbro, e quindi il boss dev’essere subito scarcerato.

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Linate, Gottardo. Bin Laden protesta: concorrenza sleale.

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Casa Cupiello. Da un’inchiesta condotta per conto di Marketingtv su un campione su 2500 anziani ultrasessantenni risulterebbe che un terzo di loro vive la tv – secondo gli psicologi che hanno coordinato l’inchiesta – come “sostituto affettivo dei figli”.

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Ss. Condannati per diffamazione, gli eredi dello scrittore Cesare De Simone hanno dovuto versare venti milioni al povero vecchio Ss Priebke, quello delle Fosse Ardeatine. La sentenza è stata pronunciata in Italia.

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Disparità. Roma. In via Po un tizio viene sorpreso mentre armeggia su un motorino davanti a un palazzo del governo: “Sono un giornalista”. Lo prendono e se lo portano via. Al Tritone una signora, distratta dal cellulare, va a sbattere su un bus. “Sono un’onorevole”. E se ne va tranquillamente per i fatti suoi.

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Erika e Omar. Di loro sappiamo ormai tutto: periodicamente i giornali ci spiegano quante coltellate hanno dato, quante ore al giorno facevano l’amore, cosa si dicevano mentre lo facevano e mentre davano le coltellate – tutto. Una volta si sarebbe parlato di interesse morboso.

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Anteguerra. La lettrice di un quotidiano, parlando di “prima”: <Vorrei vivere ancora in un’epoca così felice e così dimentica della storia…>

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Cronaca. Roma. Un poliziotto finisce in un pantano nel tentativo di salvare una capretta che c’era caduta dentro, in un cantiere di via Ventimiglia. Arrivano i pompieri e con difficoltà tirano fuori poliziotto e capra.

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Cronaca. Bergamo. Quattordicenne marocchino picchiato dai compagni di liceo: “Amico di Bin Laden”, “talebano”. Il preside: “Roba da ragazzi. E comunque è successo fuori scuola”.

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Cronaca. Roma. Approfittando dell’euro, la regione porterà il metrò da 1500 a 1936 lire a biglietto.

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Francesco C. wrote:
<Debbo farvi un’obiezione sull’uso del termine “americano”. A mio parere, chiamare americani gli abitanti degli Stati Uniti, significa appiattire tutto il continente americano attorno a quel paese. In America infatti esistono culture diverse, che parlano lingue diverse e hanno storie diverse: i salvadoregni, i nicaraguegni, i brasiliani, ecc. Sarebbe più corretto chiamare gli abitanti di ogni stato con il proprio nome. Non è un problema di puntiglio, ma una questione che riguarda il livello di percezione che gli occidentali hanno del continente americano.>

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Un appello e un comunicato.
<Appello al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Noi cittadini italiani chiediamo che i ministri dell’Interno e della Giustizia ripensino le scelte annunciate nelle scorse settimane e mantengano la tutela ai magistrati. Sono rimasti senza una adeguata protezione molti magistrati palermitani impegnati nel contrasto a Cosa Nostra e, a Milano, Ilda Boccassini, che ha indagato sull’assassinio di Giovanni Falcone e che rappresenta l’accusa in processi con imputati Silvio Berlusconi e CesarePreviti. In questo momento, segnato da nuove leggi che indeboliscono i controlli di legalità (come quelle sulle rogatorie internazionali, sul falso in bilancio, sul rientro dei capitali dall1estero), togliere le scorte a questi magistrati non solo li lascia privi di difesa, ma rischia di sembrare un segnale ostile e punitivo nei loro confronti.
Antimafia Duemila, SocietaCivile.it, Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al Nord, Coordinamento milanese Presidi e Insegnanti contro la mafia, Sciarpe Gialle>
Per aderire: redazione@omicronweb.it, antimafiaduemila@antimafiaduemila.com
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<Comunicato Stampa delle Associazioni di familiari delle vittime delle stragi di: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, TrenoItalicus, Stazione di Bologna del 2 Agosto 80, Rapido 904, Via dei Georgofili Firenze
Presa conoscenza dell’O.d.G. votatodalla maggioranza del Consiglio Comunale di Bologna nel quale si auspica che “in un clima di ritrovata pacificazione nazionale, l’Associazione familiari delle vittime del 2 agosto voglia prendere in considerazionel’eventualità di abolire la parola “fascista” sia dalla lapide in stazioneche ricorda le vittime, sia dai manifesti stampati per ricordarel’anniversario”,
respinge con indignazione tale auspicio e ricorda che la storia e la Magistratura hanno chiaramente scolpito sulla lapide con il termine fascista la responsabilità politica della strage.
Il presidente, Paolo Bolognesi>

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Ignotus (sui muri di Pompei, prima dell’undici settembre) wrote:

<Se l’onestà in questa vita conta qualcosa,
dai, vota Frontone: merita l’elezione>
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<Vota e fai votare
per Caio Polibio candidato edile
Distribuisce pane buono>
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<Tu, imbrattamuri, và a imbrattare più in là.
Su questo muro c’è un sortilegio, lo sai?
Chi in propaganda l’imbratta, viene trombato.
Col cazzo che viene eletto a qualcosa>
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<Al popolo dei pub: vota Marco Cerrinio!
‘Mbriaconi notturni: tutti in massa per lui!
Floro e Frutto garanti: vota Cerrinio!>
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<Dovrei – per la biondina – ora odiare le brune.
Le amerò controvoglia, mal che vada>
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<Qui ne ho scopate molte, di ragazze>
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<Frontonio, della Settima Legione,
è stato qui: l’hanno saputo in poche,
ma quelle poche, eh, gliel’hanno data>
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<Ehi, hai mai visto Venere? La pupa mia: precisa!>