San Libero – 99

“Italiani, italiane, camice verdi, ufficiali e soldati di terra e di mare…”. Da oggi, l’Italia non ripudia più. Ci sono voluti cinquant’anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Via i don Milani, i Capitini, i Giorgio La Pira, i Pertini, avanti i general Graziani, i Vittori Emanueli, gli Appelius e gli Starace. L’Italia non poteva rimanere civile tanto a lungo.
Le gloriose legioni, le sfilate, “le classi si recheranno inquadrate all’adunata”, “ah se Lui lo sapesse..”, “un tricolore in ogni casa”, “cara Concetta ti scrivo dall’Albania…”. Tutto questo, stantio di vecchia polvere ma non domo, ha aspettato per tre generazioni ma alla fine è venuto fuori. La guerra non è entrata ancora materialmente nella nostra vita quotidiana (ma: la guerra vuol dire che io bombardo le tue città e tu, coi mezzi che puoi, bombardi le mie) ma lo è già spiritualmente. Un rumore di fondo, una cosa vaga – come nel trentasei. Roba principalmente da capiredattori, per il momento. Poi riguarderà i maestri di scuola, poi i capicaseggiato (onorevole Fini, a quando i capicaseggiato?) e i fiduciari rionali. Infine, dopo vari passaggi, salirà per le scale di casa nostra e sarà una lettera, o un telegramma, o un oggetto. Creerà parole nuove, figure nuove: il volontario, l’arrivista, l’imboscato, il borsanerista, il pescecane… Ci faremo spiegare dai vecchi, una per una, queste parole.
Non c’è materialmente, non ancora; ma c’è già spiritualmente, nell’aria che respiriamo. Guerra lontana, perchè noi siamo superiori, europei – guerra sui giornali. “Il general Badoglio comunica da Addis Abeba di essere entrato in città alla testa delle sue truppe…”. Roba esotica, Abissinia.
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Non è la nostra guerra. La nostra guerra sarebbe stata, dolorosamente ma doverosamente se ci fosse stata, quella della Società delle Nazioni, quella dell’Onu. Ma noi di queste cose “ce ne freghiamo”. Non ne abbiamo bisogno. Così, questa è la guerra nostra e dell’Alleato (“Noi rivendichiamo l’onore di partecipare ai bombardamenti”), di una parte ben delineata (ieri la più “fascista”, oggi la più ricca) contro un’altra. L’Occidente, dicono sui giornali. Ma l’Occidente è Occidente, nella storia, quando riesce a non esser solo quello. Altrimenti è kitsch sanguinoso da ex caporali e maestri di scuola. Quante bandiere, in questo vostro occidente. Quanti muscoli, quanti discorsi alati, quanti top-gun e quanti vip, quante grandi parole. Quanta roba da barbari, da civilizzati da poco, da non-occidentali.
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Bin Laden (chiunque o qualunque cosa si nasconda sotto questa parola) non l’hanno preso. Il regime saudita, quello che caccia i soldi per gli assassini, non l’hanno sfiorato. Il regime dei generali pakistani, quello che ha inventato e portato a Kabul i talebani, non solo non l’hanno sfiorato, ma l’hanno addirittura rafforzato. Le leggi della finanza e delle Borse (non-trasparenza, indipendenza assoluta dai cittadini e dagli Stati) è ancora quella, ed è passato più d’un mese, che ha permesso di crescere alla multinazionale del terrore. Però abbiamo bombardato.
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Ordine di servizio alla Cnn: “Non puntare troppo l’attenzione sulle vittime civili afgane. Contestualizzare notizie e immagini. Non farsi usare come strumenti della propaganda nemica. Ricordare sempre che proteggono i terroristi”. E questa è la Cnn! Figuratevi cosa sarà, fra un paio di mesi, il Resto del Carlino. Bin Laden sta vincendo non perchè è forte – si ammazzerebbe facilmente, questo serpente, se lo si colpisse a partire dalla testa – ma perchè ci sta trasformando. Bin Laden è riuscito a trasformare la Cnn in un’altra cosa. Ma ci è riuscito perchè la Cnn era già pronta e disposta a trasformarsi, ad abbandonare il giornalismo. Bin Laden trasformerà il coglionazzo sull’autobus in fascista feroce. Ma ci riuscirà perchè un pezzo di quel fascista dormiva – già prima – un sonno inquieto e instabile in qualche luogo profondo dentro di noi.
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Va bene. New York stanno processando i pompieri che avevano fatto a cazzotti con la polizia perchè “Lasciateci qua a scavare ancora – avevano gridato i pompieri – dobbiamo riportare a casa i nostri morti”. A poca distanza da quelle manganellate, due guerre mondiali prima, la polizia a cavallo aveva caricato i veterani che chiedevano lavoro. “Fateci lavorare”. A New York sono tornati i cartelli. Ma, col *pretesto* Bin Laden, si licenzia.
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A Roma, dovrei sfilare per gli americani. Lo farei volentieri. Ma con gli amici degli inquisiti e dei mafiosi, no. Devo rinnegare Falcone e Borsellino, devo imbrancarmi con Previti e Dell’Utri per dire che sto dalla parte di Bob Dylan e di Mohamed Alì? No, grazie. L’America, me la difendo a modo mio. La mia America, non quella di Berlusconi e Fini.

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Promemoria.
Palmanova. Sulla facciata delle elementari, il sindaco di An ha fatto restaurare il vecchio “Credere obbedire combattere” che dai tempi del Lui s’era un po’ sbiadita.
“Ebrei tirchi”: è il punto di vista del nuovo sindaco di Muggia, Gasperini di An.
L’onorevole Menia, di An, è il nuovo responsabile della tutela della Risiera di San Sabba, che ai tempi dei tedeschi serviva per rinchiuderci gli ebrei in attesa di Auschwitz.
Il nuovo sindaco di Trieste, Di Piazza, ha messo nel palazzo del Comune il busto del podestà (sotto i tedeschi) Cesare Pugnini. Pugnini servì bene il suo governo, ancorchè crucco, collaborando alla deportazione di decine di ebrei. “E allora? – dice Di Piazza – Chi dovevo metterci, Stalin?”. In programma, sempre a Trieste, una “Via Almirante”.
A Verona, i nazirock del circuito “White Power Music” prendono i contributi del comune, in quanto “esponenti della cultura”.
Sempre come soldi alla “cultura”, a Padova il comune non finanzia i nazisti ma si limita ad acquistarne qualche migliaio di libri, onde erudire i cittadini.
All’Aquila, il sindaco Tempesta dedica la nuova piscina comunale ad Adelchi Serena, segretario nazionale del partito fascista nel 1940.
A Bari, monumento – sul lungomare – ad Araldo di Crollalanza, commissario della Camera delle Corporazioni della repubblica di Salò. Inaugurazione in pompa magna, con Fini.
Sempre a Bari, dedicata una via a Nicola Pende, principale firmatario del Manifesto della Razza.
A Tremestieri Etneo, un paesino vicino Catania (che conosco bene: vergognosamente infestato dai mafiosi) una strada è stata recentemente dedicata non a Giovanni Falcone o Giuseppe Fava, ma allo “statista” Benito Mussolini.
A Ragusa, in programma un monumento a un capomanipolo locale, tale Filippo Pennavaria, illustre – a quanto si legge nella motivazione – per aver “liberato Ragusa dalla follia bolscevica” nel 1920, facendo fuori en passant una sessantina di “folli”.
A Bologna, la maggioranza di centrodestra cerca di cancellare la parola “strage fascista” dalla lapide dedicata alle vittime della strage del 2 agosto ’80 alla stazione, e non ci riesce solo per l’indignata reazione dei parenti delle vittime.
Questo promemoria è dedicato al distratto Presidente di una Repubblica più distratta ancora. Ringrazio Gian per avermene mandato i dati.

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Cronaca. Nola. Due carri armati italiani, in viaggio di trasferimento sull’autostrada Roma-Napoli, sono stati “occupati” da cinque giovani tedeschi, in preda ai fumi dell’alcool, durante una sosta dei mezzi in un’area di servizio. I tedeschi, faticosamente convinti a desistere dall’unica guardia giurata che scortava i due M109, avrebbero poi dichiarato di essere in realtà pacifisti e di non avere avuto alcuna intenzione di invadere l’Italia o roba del genere. “Era solo uno scherzo”.

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Cronaca. Bologna. I locali carabinieri, informati da un anonimo dell’imminenza di un attentato al papa, hanno denunciato a piede libero per procurato allarme un’anziana signora – rintracciata mediante l’esame dei tabulati telefonici – che ha dichiarato di avere ricevuto l’informazione direttamente da un angelo, in sogno.

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Cronaca. Roma. Riportate alla luce dagli archeologi, ai Fori Imperiali, sei tronchi di colonna dell’antico Tempio della Pace. Alla notizia che l’Italia era entrata in guerra, poche ore dopo, gli archeologi hanno ripreso le vanghe e hanno riseppellito le colonne.

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Cronaca. Verona. Sei patrioti veneti indagati dal procuratore Papalia per “istigazione ad atti discriminatori per motivi razziali”: avevano fatto propaganda per l’allontanamento degli zingari dal territorio comunale. Nel motivare il provvedimento, il procuratore ha ricordato le persecuzioni naziste nei confronti degli zingari.

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Cronaca. Como. “Sono un pirla” ha ammesso il ventiseienne padano che pochi giorni prima aveva ridotto in fin di vita un ragazzino trascinandoselo per chilometri aggrappato al cofano della Golf. Understatement.

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Cronaca. Milano. Dopo il boss del contrabbando Francesco Prudentino, un altro pregiudicato – Cesare Previti, sotto processo per intrallazzo, gabola, imbroglio, tentata corruzione di magistrati, oltraggio alla religione, atti immorali in luogo pubblico e sputo per terra – ha chiesto l’annullamento del processo per nullità delle rogatorie, in base alla nuova legge (la Prudentino-Previti) recentemente emanata dal governo. Pochi giorni prima aveva ricusato (“per inimicizia personale”) il giudice che si era permesso di chiedergli quando si sarebbe degnato di venire al processo a farsi interrogare.

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Cronaca. Roma. Una colf polacca di diciannnove anni è precipitata dal sesto piano mentre stendeva dei panni al balcone della famiglia presso cui lavorava. La ragazza, che si chiamava Egle, è morta sul colpo. Si ignora se a farle perdere l’equilibrio sia stato un attimo di distrazione o un malore. S’ignorano altresì le speranze, i sogni, le piccole e grandi emozioni che Egle aveva portato con sè dalla Polonia a Roma.

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Alessandro wrote:
<I giudici di Venezia hanno mandato assolti i responsabili delle morti per il petrolchimico di Marghera, una vicenda che vuol dire operai morti per esalazioni tossiche, inquinamento ambientale (per il quale l’avvocato dello Stato aveva richiesto 80mila miliardi di lire di risarcimento) e distruzione di un ecosistema tra i più belli del mondo. È finito tutto in una bolla di sapone, nonostante le prove presentate da un pm preparato come Felice Casson e la lunga campagna di documentazione dai famigliari delle vittime e dalla società civile, che in queste occasioni si riscopre communista, come dici tu.
Ricordo una serie di articoli di un settimanale rompicoglioni, dedicato all’indagine del magistrato e all’operaio, credo si chiamasse Bortolozzo, che raccolse testimonianze e cartelle cliniche e avviò di fatto un’indagine personale sul petrolchimico nel quale aveva lavorato fino alla pensione, parlando con i colleghi ammalati e i famigliari di quelli morti.
Quell’operaio morì travolto da un’automobile, ad un incrocio annegato dalla nebbia di Mestre. Adesso mi sento un po’ come lui: mi sono passati sopra e non ho capito nemmeno da dove arrivavano>

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Olaf wrote:
<A Bologna, sotto le Due Torri, in mezzo al più importante crocevia del centro della città, è finalmente tornata la statua del patrono San Petronio. La statua era stata tolta da quella medesima sede nel 1870, per motivi di traffico>

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Paolo wrote:
<Il presidente degli Stati Uniti ci ha chiesto di unirci per la causa comune. Visto che i fondamentalisti islamici si oppongono al consumo di alcool e considerano peccaminoso vedere nuda una donna che non sia la propria moglie, il 10 novembre alle ore 12.00 (ora locale) tutte le donne sono invitate a uscire correndo nude in strada (nei corridoi, ecc.) e tutti gli uomini sono invitati a inseguirle con una birra in mano. (Gli astemi possono optare per un panino con porchetta). Questo dovrebbe consentirci di identificare più facilmente i terroristi tra di noi. Chi non parteciperà sarà fortemente sospetto.>

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Gaspare wrote:

< Tutti assolti.
Storia d’altri tempi.
Operai minati dal tumore
assassinati
dal fumo di sigarette e
dai troppi cabernet.
Esistono ancora gli operai?
Razza in estinzione
Uccisa dall’alcool e dal tabacco
(O, nuovamente, da una sentenza).
Che la memoria sia con te,
caro lettore,
mentre io, addolorato, sorseggio del vino
e mi appresto a dare un tiro al mio toscano. >