a cura di Elio Camilleri
Era un bel quadro che rappresentava la Madonna che teneva in grembo Gesù morto e, quella mattina, lo spazzino che lo aveva trovato tra i rifiuti non se la sentì di portarlo alla discarica con tutta la spazzatura.
Aveva pure pensato che avrebbe potuto ricavarci qualche soldo se fosse riuscito a venderlo a qualcuno e già una mezza idea ce l’aveva in testa su chi poteva essere interessato a questo particolarissimo “affare”.
In via Manzoni c’era la bottega di Ciccio Pavia, un tipo affabile che piaceva a tutti per la sua cortesia e disponibilità a fare sempre un favore e un buon prezzo.
Ciccio Pavia era, però, ammalato e sua moglie non sapeva più quale santo pregare, a chi chiedere la grazia della guarigione e quando si seppe di quel particolare ritrovamento, si dimostrò subito interessato all’acquisto del quadro e dopo una breve, quanto ovvia e necessaria trattativa, lasciò cadere nelle mani dello spazzino le monete che lo spazzino gli aveva chiesto.
Nella mente del venditore si giustificava la decisione di vendere il quadro come soluzione migliore che buttarlo in discarica con tutta l’altra spazzatura; nello stesso momento Ciccio Pavia pensava a quel fastidioso malanno che lo affliggeva da un po’ di tempo e giurò che se quella Madonna gli avesse fatto la grazia, avrebbe fatto costruire un altarino ove riporre il quadro proprio nel punto in cui lo spazzino l’aveva trovato.
Fu di parola: a Catania, lungo la via Teatro Greco, a ridosso del muro di cinta del Monastero dei Benedettini, proprio di fronte alla caserma dei Carabinieri al civico 111, esiste un’edicola sacra, quella da Maronna da Munnizza.