Il grosso pericolo dei bambini
Gaia Panebianco
“Scusi, potremmo intervistarla? “
È stata una delle domande più frequenti in questa mattinata del 13 giugno 2015 in uno dei quartieri abbandonati della città di Catania alla quale una signora che stava insieme a tre bambini ha risposto “Non ci riesco”.
Una risposta che può sembrare normale ma che in realtà non lo è in quanto fa capire in che stato vivono le persone all’ interno del quartiere, che si trova nel centro storico di Catania, sconosciuto da moltissimi abitanti della città.
In questo, ritroviamo tantissimi genitori giovani che, per le difficoltà e i disagi culturali del quartiere, non hanno potuto studiare e quindi, non stimolano i propri figli al raggiungimento di un titolo di studio per cui si esprimono solo con il dialetto.
Infatti, in questo quartiere, notiamo gran parte dei bambini che passano intere giornate non tanto a studiare, quanto a giocare in luoghi per nulla curati, come l’Area verde attrezzata di via de Lorenzo, nata nel 2003 come parco giochi e come luogo di ritrovo per le famiglie, diventato dopo un anno, un posto pericoloso in quanto usato dagli spacciatori per nascondere le sostanze stupefacenti.
In grosso pericolo ci sono così, fin troppi bambini, nati in questa zona, come Martina(nome di fantasia) che all’età di 6 anni si ritrova a giocare in un misero cortile a pallone insieme al fratello maggiore Marco(nome di fantasia) che già all’età di 11 anni si ritrova ad occuparsi della sorellina minore; a questi fortunatamente vengono in contro per aiutarli una trentina di volontari del centro GAPA (Giovani Assolutamente Per Agire) che li fanno giocare all’interno di una palestra più o meno attrezzata e che li aiutano a studiare nella giusta maniera proprio come dovrebbe essere nelle scuole pubbliche che frequentano, in cui, a mio parere, le classi dovrebbero essere composte da pochi alunni in modo da seguire i bambini accuratamente.
Già dagli anni passati in queste famiglie era marcata molto la distinzione tra sesso maschile e sesso femminile come ancora adesso si riscontra frequentemente; infatti mentre Marco ha già abbandonato da tempo gli studi e si pensa che possa già prendere parte al mondo del lavoro, Martina viene indirizzata agli studi proprio per darle più sicurezza in quanto futura donna. Questo perché la figura femminile che si occupa delle faccende domestiche e della cura dei figli si ritiene più debole rispetto a quella maschile. Infatti proprio qua a San Cristoforo le donne sono coloro che soffrono di più delle difficoltà a cui si va in contro ogni giorno.
Inoltre proprio crescendo in questi luoghi, si afferma un fenomeno preoccupante ma fortunatamente, non di altissima portata ossia l’influenza a commettere crimini. Proprio per questo molti bambini di certo non un numero indifferente,vengono spinti a spacciare e avviati allo sfruttamento del lavoro minorile.
Purtroppo poiché molto spesso questi bambini derivano da famiglie con il padre che non lavora o si trova in carcere ne risentano molto e nonostante tutto quello che si può fare, le condizioni di questi ultimi non migliorano e il quartiere rimane ciò che è e che è sempre stato.