a cura di Elio Camilleri
Così, tanto per riderci un po’ sopra, magari provocando anche una benefica riflessione si deve riconoscere che i catanesi, nel tempo, non hanno costruito una bella immagine di loro stessi.
I reiterati tentativi di falsificare banconote hanno fatto sì che i catanesi fossero soprannominati “fausi”. Anzi, in una novella di Rodolfo de Mattei i catanesi vengono definiti “falsi e sangue di Giuda”.
Delle abilità a falsificare banconote basta ricordare la vicenda di Paolo Ciulla, argomento di una precedente “scheggia”, ma qui a Catania si riuscì a falsificare anche un francobollo. Nel 1906 fu falsificato, infatti, il francobollo da 40 centesimi della serie floreale del 1901 ed in filatelia ebbe una interessante quotazione e durevole successo con la denominazione di “falso di Catania”.
In riferimento alle caratteristiche particolari del terreno vulcanico sopra il quale poggiano la città e i suoi abitanti si comprendono bene i due versi seguenti che rappresentano un altro modo di soprannominare i catanesi:
Li pedi cotti hanno li Catanisi
Fannu fetu di surfuru edi fumu
Comunque di soprannomi ce ne sono per tutti come si legge in questi versi
Pedi arsi su li Catanisi
Mancia-trunzu li Acitani
Lazzaruna su li Missinisi
Spati e cuteddu li Palermitani
Ma, forse, il più aderente è quello che identifica i catanesi con il simbolo civico di Catania: l’elefante e allora il catanese è semplicemente “marca liotru”.