di Matteo Iannitti, foto Carlo Majorana
“Turi, viristi i cassunetti chini?”
“Si i visti, ma u cumuni rissi ca resi l’appalto a una nuova azienda. Ma rissi magari ca i bulletti d’a munnizza l’aumentunu”
“Ah pippu, accussi è? Pessi semu! Io non lavoro tu magari…comu l’avissumu a pavari?”
Le informazioni attendibili che abbiamo avuto ci dicono che la raccolta differenziata nel Comune di Catania si è fermata all’8,03% nel mese di dicembre, mentre la media annuale è del 7,68%. Fallito miseramente l’ obiettivo del 30% entro il 2018 promesso dall’amministrazione Pogliese nel mese di settembre.
L’Assessore all’ecologia del Comune di Catania, il leghista Fabio Cantarella aveva annunciato che il 2018 si è chiuso con il risultato del 10% di differenziata, ma i dati a cui ha fatto riferimento riguardavano solo una settimana del mese di dicembre. Una mezza bugia, speriamo inconsapevole.
Sui rifiuti a Catania non c’è pace. Per l’ennesima volta negli ultimi quattro anni il servizio di raccolta dei rifiuti non viene assegnato ufficialmente tramite gara settennale ma assistiamo alla proroga della gara ponte che, aggiudicata nel mese di settembre 2018, sarebbe dovuta durare appena 130 giorni. La Direzione Ecologia e Ambiente ha emanato una proroga di altri 130 giorni mentre l’amministrazione comunale non è riuscita neanche a predisporre gli atti per una nuova gara settennale.
Anche sul fronte “penali” l’amministrazione dimostra di non essere capace a svolgere un controllo puntuale sul servizio di raccolta dei rifiuti. Di fronte alle carenze nella pulizia della città, nella raccolta della differenziata porta a porta e nello svuotamento e la pulizia dei cassonetti, sotto gli occhi di tutti nonostante i miglioramenti in alcune zone della città, appaiono fortemente sproporzionate le penali erogate alle società, appena 19mila euro al mese, lo 0,5% dell’importo dell’appalto, che si aggira intorno ai 4milioni 300mila euro al mese, 130mila euro al giorno. Basti pensare che in comuni venti volte più piccoli di Catania le penali erogate raggiungono pressoché la stessa cifra. Un dato inquietante che dimostra l’inefficienza del servizio di sorveglianza comunale e sul quale occorre che l’amministrazione comunale intervenga con urgenza.
Sui rifiuti a Catania non c’è pace. Per l’ennesima volta negli ultimi quattro anni il servizio di raccolta dei rifiuti non viene assegnato ufficialmente tramite gara settennale ma assistiamo alla proroga della gara ponte che, aggiudicata nel mese di settembre 2018, sarebbe dovuta durare appena 130 giorni. La Direzione Ecologia e Ambiente ha emanato una proroga di altri 130 giorni mentre l’amministrazione comunale non è riuscita neanche a predisporre gli atti per una nuova gara settennale.
Anche sul fronte “penali” l’amministrazione dimostra di non essere capace a svolgere un controllo puntuale sul servizio di raccolta dei rifiuti. Di fronte alle carenze nella pulizia della città, nella raccolta della differenziata porta a porta e nello svuotamento e la pulizia dei cassonetti, sotto gli occhi di tutti nonostante i miglioramenti in alcune zone della città, appaiono fortemente sproporzionate le penali erogate alle società, appena 19mila euro al mese, lo 0,5% dell’importo dell’appalto, che si aggira intorno ai 4milioni 300mila euro al mese, 130mila euro al giorno. Basti pensare che in comuni venti volte più piccoli di Catania le penali erogate raggiungono pressoché la stessa cifra. Un dato inquietante che dimostra l’inefficienza del servizio di sorveglianza comunale e sul quale occorre che l’amministrazione comunale intervenga con urgenza.
E poi c’è l’aumento delle tariffe. Da quest’anno i catanesi pagheranno il 15% in più di tassa sui rifiuti. Un aumento dovuto al costo della discarica e ai debiti accumulati negli anni passati. Il 15% in più di tasse per un servizio sempre più scadente, per strade sempre più sporche, per discariche a ogni angolo e cassonetti sempre più puzzolenti.
I disonesti se ne fregheranno, perché non hanno mai pagato, ai ricchi non cambierà molto, i poveri cittadini onesti saranno costretti a fare ulteriori sacrifici. Una città ancora più ingiusta e ancora più sporca.