Cara amministrazione comunale catanese, i cittadini non sono sudditi
di Domenico Stimolo, foto Paolo Parisi
Già, sudditi passivi ed incapaci di difendersi da “sbranare”, o cittadini coscienti, civici e democratici, come stabiliscono i valori supremi e le regole impartite dalla Costituzione repubblicana, da rispettare, con giusta equità nei tributi e nelle tasse, e coinvolgendoli nella partecipazione del Bene Comune città?
A Catania mutano le amministrazioni comunali e i sindaci, si trasformano nelle enunciazioni le altisonanti e solenni dichiarazioni di intenti, al fine, però, la sferza si rivolge sempre dove si pensa che il “muro è basso”: i cittadini!
Specie per le persone oneste e democratiche che, regolarmente pagando, per tutti, alla faccia dell’enorme stuolo di evasori, si pensa che i loro magri e puliti portafogli siano bidoni da “espurgare”.
La TARI, non è una novella formula magica, bensì è la nuova dizione della “tassa sui rifiuti”. A Catania è ex TARSU ed ex TARES (per il 2013).
Girano i nomi, la sostanza è sempre la stessa. L’assalto, nelle quantità, nei tempi e nei modi non cambia.
Ebbene, nella nostra città il valore economico della TASSA SUI RIFIUTI in poco più di otto anni è aumentata del 147%.
Si è ai primi posti in assoluto in Italia!
Il Boom avvenne nel 2006, quando di colpo si assestò un aumento del 110%.
Pochi anni addietro contro questa enorme e penalizzante aumento del balzello, raccogliendo la forte contrarietà dei cittadini, intervenne con denunzie, iniziative e manifestazioni il ” Comitato cittadino di lotta contro il raddoppio della Tarsu”.Tra l’altro, successivamente, parecchi cittadini vinsero il ricorso presentato alla Commissione Tributaria Provinciale. Si aspettano ancora i rimborsi da parte del Comune.
Dal 2011 è ripresa la scalata della tassa, l’ultimo aumento è del 2013. Inoltre fino al 2012 l’enorme cifra poteva essere “comodamente” pagata in quattro rate.
Adesso gli amministratori della città pensano che improvvisamente la media dei catanesi – a partire dai disoccupati, lavoratori dipendenti, piccoli artigiani e pensionati – siano (alla faccia della concreta realtà che ha determinato la decurtazione generalizzata di salari, stipendi e pensioni) improvvisamente e miracolosamente diventati tutti “più ricchi”.
Quindi, stop alle quattro rate paritarie! Perché mantenere “vizi” inutili?
I cittadini sono ben più contenti (hanno pensato) se il pesante fardello della tassa viene fatto pagare in due rate; non più quattro, o tre come nel 2013.
Con la prima (acconto), corrispondente al 70% del totale, per variegati centinaia di euro, tanto per gradire!
Ma qualcuno dei nostri baldi amministratori ha pensato che il valore normale della prima rata oscilla di fatto tra il 25 -30% di un reale salario-pensione di valore medio-basso? E che, i disoccupati, i tanti che vivono in stato di povertà non sono assolutamente in condizioni di pagare?
Poi, in una puntualizzazione dell’amministrazione si recita che, se l’acconto di luglio ha importo superiore a 200 euro, per avere riconosciuta la rateizzazione bisogna dimostrare la “comprovata difficoltà” – enunciazione empirica, senza regole trasparenti di certezza, lasciata alla discrezionalità e alla “bontà” dei preposti… fissando preventivamente un appuntamento… “rispettando” le lunghissime file ed attese.
Il tutto entro il 16 luglio, successivamente prorogato entro la fine dello steso mese.
NO! Cara Amministrazione così non va!
– L’iniquità in atto per il 2014 deve essere immediatamente eliminata. Devono essere mantenute le quattro rateazioni anno.
– Il valore economico della TARI deve essere strutturalmente rivisto, apportando un forte ridimensionamento. Una tassa che sia in linea con quella operata in molte altre città. Nell’ultimo decennio la tassa rifiuti media nazionale è cresciuta del 81,8%. A Catania dal 2006 del 147%, con un incremento dell’inflazione (nazionale) del 23,1%.
– Pagare meno, per pagare tutti, in maniera equa e solidale, con reale, forte ed incisivo contrasto all’illegalità in uso, eliminando i forti squilibri del valore tassa per le varie “attività d’uso” e l’enorme e storica evasione che riguarda la nostra città per la Tassa Rifiuti. Sono proprio molti quelli che non pagano, così per “gioco”, senza avere nessun stato di reale necessità.
– I costi complessivi della gestione devono essere abbattuti, determinando un drastico e significativo incremento delle Raccolte Differenziate (si è sempre agli ultimi posti nel livello nazionale).
Certo, una domanda sorge spontanea: di fronte a tali ingiustizie che arrecano ulteriori e gravissime difficoltà a tanti cittadini catanesi, le organizzazioni sindacali, le forze politiche, sociali e associative che fanno?
Prevale nettamente il silenzio e il disinteresse.
E poi dicono che la coesione sociale, la democrazia, la partecipazione elettorale, vanno “incomprensibilmente” allo sfascio!