Una giornata memorabile

Giovanni Canzoneri
Il chiacchierio gioioso dei passeri, pone fine alla taciturna notte osannando il risveglio di ‘na nova jurnata di calura. La zagara e i gelsomini, germogliano insaporendo la fresca aria del mattino che scuote dolcemente Palermo, ancora assopita. Presto risvegliata dal vociare del venditore di gelsi: A st’ura v’arrifriscanu!

falcone-borsellinoPaolo…
Chi c’è Giovà…
Talè, che bella Palermo da qua su!
Ragione c’hai. È bella pì davveru… sembra un’isola felice!
Hai detto bene, sembra!
Come disse don Pino Puglisi durante la messa?
Di cosa stai parlando Paolo? Non ti seguo!
Io fermo sono! disse sorridendo Paolo.
Sempre a babbiare stai!
Ti parlavo del vangelo, quello degli scribi e i sepolcri imbiancati…
Alzatosi di scatto, Giovanni, proferì teatralmente – “…non agite secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente… Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: i sepolcri all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità… Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?
E bravo Giovanni, l’imparasti a memoria?
Che vuoi che ti dica, modestamente, ho sempre avuto una memoria di ferro.
Talè Giovà, la Kalsa… ti ricordi le partite al pallone, quannu eravamu picciriddi? La chiesa di santa Teresa, ah! le manciate di babbaluci! Lo Spasimo, la chiesa della Magione… Le passiate al porto – respirando a pieni polmoni – ancora sento ‘u ciauru di mari. Bei tempi.
Bei tempi pì davveru!
Talè ddà, ma chi è sta vucciria?
Come, non ti ricordi? La manifestazione in memoria alle vittime della mafia.
Talè quanta gente, certo ci vogliono un gran bene.
Paolo, quello con l’alone nero chi è?
Sinceramente, non lo conosco.
Un politico… – dichiarò stizzito Lorenzo Panepinto, intromettendosi nel discorso – l’alone nero evidenzia la doppiezza, la slealtà.
Lorenzo e noi che possiamo fare? spiò preoccupato Giovanni.
Noi, purtroppo nenti di nenti. Possiamo semplicemente vegliare su gli uomini giusti con la speranza che un giorno aprano bene gli occhi e riescano a intravedere quell’alone, che solo noi ora possiamo percepire.
Giovanni, Paolo, Lorenzo… vociava, Boris Giuliano, da dietro una cancellata, …amunì, sbrigatevi che la cerimonia sta per iniziare.
Picciotti! – esclamò Panepinto, richiamando i due – comprendo il vostro sconforto, ma oggi è un giorno importante, specialmente per il piccolo Giuseppe Di Matteo – poi sorridendo – …non possiamo trasformare questa bella giornata in un mortorio!
Hai pienamente ragione, disse Giovanni.
E poi chi lo sente il generale Dalla Chiesa, che è proprio lui ad organizzare l’evento! – esclamò Paolo.
’Nzamài Signuri – rispose Giovanni.
Per i ritardatari o gli impossibilitati, l’evento veniva trasmesso alla radio con la squillante voce di Peppino Impastato o la si poteva vedere in TV tramite il volto sorridente di Mauro Rostagno. Mentre sui rotocalchi davano notizia, le mani intrepide, di Pippo Fava e Mario Francese.
La cerimonia ha inizio… Nello spiazzo antistante il palco, sfila orgogliosa la parata. In prima fila i volti gioiosi di Lenin Mancuso, Cataldo Tandoy, Francesca Morvillo e Claudio Traina.
Rita Atria e Graziella Campagna, accolgono gli ultimi arrivati, invitandoli a prendere posto.
Appresso don Pino Puglisi, con la partecipazione di don Giorgio Gennaro e dell’arciprete Costantino Stella, introduce un breve sermone augurale.
Subito dopo, prende parola Placido Rizzotto che doppu ‘na mezz’urata di lodi e auspici per il piccolo Giuseppe viene interrotto da Beppe Alfano che dalle gradinate vociava – Placido, tagghiala…e chi è, comizio elettorale!
Aaah! Disgraziato! disse Placido, sorridendo, mordendosi la mano, poi, continuando – Vorrei spendere altre mille parole…
Nooo! – esclamò in coro la platea.
Vabbè, ‘u capivu…e con sommo piacere e pieno di gioia che invito sul palco…Peppì, veni ccà!
Il piccolo avanza pian pianino, posizionandosi sul podio, in tanto gli altoparlanti tutt’intorno vociavano scatenati – Il vincitore assoluto, del Gran premio salto ostacoli è… – rullo di tamburi – Giuseppe Di Matteo… premia con medaglia d’oro il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Un boato tutt’intorno, tra applausi e vociate di festa, Giuseppe Letizia, da buon pastore, fischia con approvazione, Moussafir Driss, ccu l’occhi chini di emozione, batte le mani animatamente. Sorride il visetto di Nadia Nencioni che festeggia salterellando con la mamma Angela, mentre la sorellina Caterina continua a dormire tra le braccia di papà Fabrizio.
Quella fu una giornata di festa, memorabile alla manifestazione parteciparono un’infinità di anime.
Più tardi, il sole affaticato si distendeva dietro le colline facendo arrussicari tutto intorno, gli uccelletti, fiacchi, giacevano accovacciati tra i rami di un ulivo saraceno, e il venditore di gelsi sistemava i panierini di vimini ppì ‘na nova jurnata di lavoro.