di Oriana Di Stefano
Dopo anni di sacrifici e passione è arrivata la medaglia d’oro.
Ho conosciuto il Gapa grazie a mia nonna che vive a San Cristoforo e frequenta attivamente l’ associazione. Quando sono entrata al Gapa avevo 8 anni, ero un po’ diversa dagli altri bambini, ero timida, non dicevo parolacce, all’ inizio mi sentivo un po’ a disagio poi piano piano mi sono adeguata. All’ inizio anche mia madre non era d’ accordo che io continuassi a venire al Gapa ma conoscendo i volontari col passare del tempo si è convinta. Ho iniziato ad allenarmi con un’ oretta di ginnastica, la lotta non mi piaceva lo ritenevo uno sport maschile e anche noioso. Infatti ho fatto 5 anni di ginnastica artistica perché fin da piccola è stata la mia passione, mi allenavo a casa e volevo fare la vita della famosa Carlotta Ferlito.
Poi grazie a mia mamma e al maestro ho iniziato a provare la lotta, inizialmente per gioco e dopo qualche mese molto seriamente iniziando a fare le prime gare. Il Gapa e la lotta mi hanno cambiata radicalmente: adesso mi trovo benissimo con i ragazzi del quartiere, sono più sicura di me stessa, ho imparato a fare sacrifici ed ambientarmi in qualsiasi situazione.
Adesso per me la lotta non è uno sport unicamente maschile, in questi anni ho conosciuto moltissime ragazze che lottano da tantissimo tempo e si sono create un futuro grazie a questo sport. Infatti il mio obbiettivo è continuare a praticare il mio sport facendone un lavoro. Dopo anni di duro lavoro, sacrificio e passione, dopo essere stata 7 volte vice-campionessa italiana è arrivata la tanto agognata medaglia d’ oro. Una soddisfazione unica, tanto desiderata, l’ emozione durante la gara era fortissima, tante paure ma anche tanta voglia di vincere. Salire nel primo gradino del podio è fantastico.
Ho iniziato questo sport solo per gioco, adesso non riesco a farne a meno. La lotta mi ha aiutato molto a superare le mie paure e le mia timidezza. Ho fatto tantissimi sacrifici per raggiungere il mio obbiettivo, facevo allenamenti molto duri nonostante tanta stanchezza e la sera studiavo spesso fino a tardi. Ma fortunatamente sono riuscita a coordinare scuola e palestra.
Dopo i campionati italiani sono stata convocata così per 3 settimane in nazionale tra Roma, Sassari e Spagna. Tra cui 15 giorni ci siamo allenati a Sassari. La palestra era affollatissima eravamo una cinquantina di atlete italiane e straniere. Qui ho fatto nuove amicizie anche con ragazze straniere quindi si cercava di parlare un po’ in inglese oppure gesticolavamo.
Con la maggior parte delle ragazze italiane mi trovo bene, continuiamo ad avere contatti nonostante siamo lontane. A Sassari ci allenavamo 2 volte al giorno, gli allenamenti erano abbastanza duri si facevano lavori di velocità, potenziamento, tecnica e spesso incontri di controllo. Durante i primi allenamenti avevo tanta emozione e voglia di fare bene, poi piano piano mi sono abituata.
Dopo una settimana abbiamo fatto il “torneo internazionale di Sassari” mi sono qualificata al secondo posto battendo la canadese per 7 a 6 più schienata. In finale ho perso con l’ ungherese, ragazza molto forte fisicamente e tecnicamente. Dopo 2 settimane a Sassari abbiamo fatto scalo a Roma rimanendo là per 2 giorni e subito dopo siamo partiti in Spagna per i “Campionati Europei”.
Quando sono arrivata al palazzetto mi si è formato un nodo alla gola, vedere atlete di altissimo livello riscaldarsi e sapere che io ero insieme a loro è stato bellissimo. Mi sentivo bene con me stessa, ho rivissuto in un attimo tutti i sacrifici che ho fatto per arrivare fino a qui ma sono felice di averli fatti e sono pronta a ricominciare da zero per farne ancora tanti altri. Purtroppo all’ Europeo non mi sono qualificata ma sono fiera di aver fatto questa splendida esperienza che mi ha aiutato a crescere.