Ad Alcara Li Fusi il GAPA incontra la natura
testo e foto di Daniela Calcaterra
“Mi raccomando puntali alle otto!” e poi si sente bisbigliare: “meglio dare appuntamento un’ora in anticipo che tanto avanti ca’ na ricugghemu tutti si fanno le nove!” inizia proprio così il ventiseiesimo campo GAPA.
Il 28 agosto più o meno puntuali ci siamo tutti, davanti la scuola di via della Concordia, quella con la recinzione colorata di rosso, i ragazzi sono emozionati, ma più di tutti chi partecipa per la prima volta al campo.
La piccola carovana di auto parte lasciandosi alle spalle il traffico cittadino e tutto ciò che può offrire un quartiere dimenticato dalle istituzioni che vive tra illegalità e anarchia.
Dopo tre ore di percorso finalmente si arriva a destinazione, l’eremo di San Nicolò Politi, una piccola oasi nel bel mezzo del parco dei Nebrodi, i ragazzi sono increduli per tanta bellezza che manifestano attraverso i loro lunghi respiri e una serie di esclamazioni… “ma unni finemu!?! Ca’ non c’è nenti!”, così non è, perché a tenerci compagnia saranno proprio i grifoni e qualche aquila che con le loro evoluzioni attorno al costone roccioso di Alcara Li Fusi ci accompagneranno per tutta la nostra permanenza.
I momenti più intensi sono stati diversi, dalla passeggiata Didattica lungo il bosco di Mangalavite, a Longi, dove i ragazzi hanno scoperto attraverso il signor Nicolò, una guida appassionata e preparata, come nel corso del tempo l’interazione uomonatura possa dare importanti risultati, ma soprattutto capire quanto sia importante salvaguardare il nostro patrimonio etnoantropologico e tramandare il “sapere”; infatti, alla vista di alcuni maialini neri i nostri teneri ragazzi hanno mostrato subito il loro istinto primordiale da cacciatori: “pigghiamuli ca’ ni mangiamu!”
Come non ricordare l’ora trascorsa sul tetto dell’Eremo raccontando e fantasticando su delle storie che nascevano spontaneamente sotto il cielo stellato di una notte d’agosto, storie intense, di libertà, amore, voglia di vivere tutte ricche di speranza e giustizia, la stessa che custodiscono nel profondo del loro cuore. Sentimenti che si sono espressi il penultimo giorno quando abbiamo raccolto i “Divieti” e i “Permessi” divieto di mafia, di illegalità, permesso di amare, di bellezza, di silenzio un elenco lungo ma ricco di buoni propositi.
Raggiungiamo un’ultima volta il bosco di Mangalavite, per percorrere un piccolo sentiero deciso dalla nostra guida speciale, Ugo, un cane guida per non vedenti, che condurrà tutti lungo un tragitto da lui scelto, l’atmosfera è carica di adrenalina, tutti bendati e in fila indiana con la mano destra sulla spalla del compagno, ed ecco che Ugo inizia il suo cammino… verso l’ignoto, verso il quotidiano cittadino che attende.
Questa immagine ci restituisce il senso di unità e fiducia che forse abbiamo perso, la capacità di seguire istintivamente chi può condurci verso mete migliori.