“Via, via, vieni via con noi”

Giulia Ruta

Come accade quasi ogni anno, anche quest’estate, il G.A.P.A. ha organizzato il campo estivo.

PasseggiataIl 27 agosto San Cristoforo ha visto una ventina di persone del quartiere partire per qualche giorno, salutare le sue strade e viaggiare in direzione di Alcara Li Fusi (Me).
Quando l’Etna scompare dietro a noi e il paesaggio si fa diverso, mi domando che significato possa avere il viaggio per chi “pensa che il suo quartiere sia tutto il mondo”. Una prima risposta la leggo negli occhi stupiti dei bambini che si emozionano guardando nuovi panorami, mucche al pascolo e boschi inattesi.

Ma il quartiere sembra proteggere e ciò che non si conosce fa paura; Il viaggio, che ha insite in sè le dimensioni del cambiamento, della scoperta, della novità e del distacco è per i più piccoli un’avventura che prevede un grande lavoro interiore e che obbliga a confontarsi con le poprie emozioni, limiti, aspettative, paure, insicurezze, delusioni.

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Oltre a questo un’esperienza come quella del campo estivo prevede anche un lavoro di gruppo che non è mai facile o scontato: nuove regole di comportamento, nuovi linguaggi, un modo diverso di passare il tempo, di giocare, di percepire la libertà, di entrare in relazione con l’Altro.

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Le difficoltà incontrate non sono state poche; alcune tra queste il dialogo ed il rispetto tra le differenti generazioni che hanno popolato l’esperienza, i conflitti che nascevano tra i più piccoli, la mancanza di un pensiero educativo condiviso che potesse rappresentare per i ragazzi la presenza di una voce adulta unica ed unita, all’interno della quale però ogni volontario avrebbe potuto esprimersi valorizzando sé stesso e la sua unicità.

campeggio_GAPA_2015_01Gli obiettivi invece erano più chiari. Si sono cercate di creare le condizioni affinchè i ragazzi potessero conoscere una realtà “altra”, familiarizzare col senso di fiducia e dello stare e fare insieme. Sono state pensate attività ludiche che hanno portato all’invenzione e alla rappesentazione di una storia creata da tutti, ma anche esperienze che hanno visto protagonista la dimensione corporea.

Allo stesso modo si è deciso di prevedere molto tempo libero, perchè si è ritenuta importante la socializzazione e la relazione che avviene tra pari e perché si riconosce il potenziale educativo e la possibilità di imparare che ha insita in sé la dimensione di gioco, di sfida, di lotta e di dialogo che avviene spontaneamente. Si è cercato, di insegnare il senso di responsabilità e il senso di cura nei confronti dei luoghi e delle persone. Tutti i presenti hanno partecipato alla preparazione del pranzo e della cena ed alla pulizia degli spazi.

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Durante il campeggio ci sono stati momenti molto belli e costruttivi e perché questo avvenisse spesso bastavano le cose più semplici: una suonata di chitarra, una merenda preparata con amore, una chiacchierata sotto la luna o una passeggiata esplorativa. “Ci porti in terrazza a vedere le stelle? E quando ce la andiamo a fare una passeggiata?” Ripetevano spesso i ragazzi, curiosi e finalmente liberi di scoprire. Azioni così normali a volte sono molto più importanti di quanto possano sembrare. Un esempio è l’azione del camminare.

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Simona-guarda-l'orizzonteSoprattutto per chi vive in un’ epoca e in luoghi come “le periferie” degli anni odierni, che per vari motivi impongono implicitamente una “motorizzazione forzata”, camminare, “misurare il terreno con i propri piedi continua ad essere la principale forma di presa di potere sullo spazio da parte dell’animale umano”. Mi chiedo che aspetto avrebbe San Cristoforo se tutta la gente che si chiude in casa, che sta ferma fuori dai bar e dalle sale giochi si alzasse e iniziasse a camminare. E a riappropriarsi dei propri spazi, che in fondo è la stessa cosa.

Dopo quattro giorni passati insieme, coccolati dalla natura e dalla compagnia, è arrivato il 30 agosto e con qualche lacrima e molti sorrisi ci siamo salutati.

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Questo viaggio ha molto da insegnare a tutti;e tutti, abbiamo la possibilità di imparare. Soprattutto noi adulti che assunto il compito di accompagnare i più piccoli nella crescita, dobbiamo instaurare una buona relazione e che per fare questo dobbiamo essere disposti ad accettare il fatto che impariamo dai ragazzi e dai bambini quanto, e forse più di quello che loro imparano da noi. Se vogliamo introdurre una possibilità di pensiero, di parola e magari anche di scelta, dobbiamo essere capaci di non smettere di viaggiare perché, come diceva qualcuno in merito “la destinazione non è un luogo ma un nuovo modo di vedere le cose”.