di Luciano Bruno
Noi librinesi vogliamo sapere com’è morto questo ragazzo. Quindi facciamo appello a tutte le associazioni per un incontro pubblico affinché la verità venga fuori. L’omertà la fa sempre da padrona, tutto tace, le procedure sembrano infinite, ancora oggi su questa morte non si sa niente di preciso. Perché la stampa locale e nazionale ha fatto silenzio sulle ignote modalità della morte di un ragazzino di periferia?
C’è un’altra cosa che non riusciamo a “digerire”: il 21 febbraio ci sono stati i funerali di Peppe a Librino, svolti nella chiesa di Santa Chiara. Il magistrato di sorveglianza ha negato al padre Orazio e al fratello Vito, detenuti nel Carcere di Piazza Lanza, il permesso di assistere per motivi d’ordine pubblico. Per quanto un padre ed un fratello abbiano sbagliato, non si può negare loro di dare l’ultimo saluto ad un familiare, sangue dello stesso sangue, e poi o la legge vale per tutti o non vale per nessuno: sempre a Catania quando fu uccisa Carmela Minniti, al boss Benedetto Santapaola fu concesso il permesso di partecipare ai funerali della moglie. Ora una domanda nasce spontanea: perché al boss catanese sì e ai Cunsolo no? Per Santapaola non vi erano problemi d’ordine pubblico? La risposta è molto semplice, ieri come oggi il nome Santapaola ha un peso in questa città.